• Non ci sono risultati.

compromissione cerebrale Denise Mastrapasqua

COMPROMISSIONI CEREBRAL

10. DISCUSSIONE E CONCLUSION

La ricerca presentata aveva come obiettivo principale quello di chiarire se i punteggi ottenuti alla SCL-90-R dai soggetti con lesioni cerebrali o malattie neurologiche possano essere ricondotti alla presenza di una reale psicopatologia, oppure semplicemente alle compromis- sioni derivanti dalla malattia cerebrale. A tal proposito, sono stati confrontati i punteggi ottenuti alla suddetta scala da un campione clinico sperimentale, composto da pazienti con malattie neurologiche e lesioni al cer- vello, con i punteggi conseguiti da un campione clinico di controllo, costituito da persone con malattie organiche non legate a deficit neurologici. I due campioni sono stati ulteriormente confrontati con il campione normativo di soggetti sani. In seguito, sono stati presi in esame i punteggi medi ottenuti dai campioni clinici in ciascuna sottoscala della SCL-90-R, facendo riferimento anche alla categoria diagnostica di appartenenza. Come evi- denziato in precedenza, i pazienti affetti da trauma cranico e quelli con tumore cerebrale hanno ottenuti punteggi più elevati rispetto ai campioni di controllo, sia nella Scala BIS, sia nelle altre sottoscale. Tali risul- tati confermano quelli ottenuti da Leathem e Babbage (2000), focalizzatisi sui soggetti con trauma cranico, e potrebbero confermare l’ipotesi avanzata da Woessner e Caplan (1995) secondo cui gli item della Scala BIS risul- terebbero direttamente correlati alle compromissioni da trauma cranico.

Una differenza significativa tra i punteggi del cam-

Between Groups 3,199 0.001

* α= 0,001

Tab. 3: Analisi ANOVA tra categorie diagnostiche

SCALA BIS (PG) F Sig.

Graf. 5 – Punteggi medi conseguiti dalle categorie diagnostiche alla Scala BIS 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Disturb i neur

odegenerativi Trauma cranico

Tumor e ce re brale Epilessia Malattie autoimmuni Ipertensione Acufen i Cefalea Interventi chiru rg ici Patologie ca rd iache 85,05 64,99 69,61 60,82 72,86 64,95 65,86 91,97 87,71 67,17 73,40 N . s og ge tt i p er c at eg or ia 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90

ANX PT BIS PT GSI PT PSY PT PAR PT HOS PT PHO PT SOM PT DEP PT SI PT OBS PT

Graf. 5 – Punteggi medi conseguiti dalle categorie diagnostiche alla Scala BIS

pione clinico sperimentale e di quello di controllo è rilevabile in particolare nelle sottoscale BIS, PSY, OBS e GSI. Tali risultati confermano quanto emerso dagli studi precedenti (Woessner e Caplan, 1995; Hoofien et al, 2005) secondo i quali i pazienti con compromissione neurologica manifestavano più sintomi cognitivi, somatici ed emotivi rispetto ai soggetti sani, sintomi correlabili al loro stato di malattia piuttosto che a fattori psicologici o emotivi. Il presente studio si differenzia dai precedenti per aver confrontato i pazienti con lesioni cerebrali non solo con soggetti sani, ma anche con pazienti con altre tipologie di malattia, non cerebrale. I risultati ottenuti sono stati analoghi a quelli degli studi pre- senti in letteratura, dimostrando che la patologia neurologica, al contrario delle altre, può effetti- vamente alterare significativamente i punteggi in alcune sottoscale specifiche della SCL-90-R. Alla luce dei risultati ottenuti, si può concludere che è bene che il clinico sappia che un’interpretazione convenzionale dei punteggi ottenuti alla SCL-90-R da persone con lesioni cerebrali potrebbe dar forma a quadri psicopatologici inadeguati, poiché l’altera- zione dei punteggi potrebbe essere ricondotta alla particolare condizione clinica dei pazienti, soprat- tutto ai danni a carico delle aree cerebrali coinvol- te nell’espressione emotiva. Essere consapevoli di tale aspetto dello strumento è di fondamentale importanza al fine di evitare eventuali diagnosi fal- laci o errori di giudizio che potrebbero ripercuotersi sulle scelte del clinico in merito al trattamento del paziente in questione.

In conclusione, i risultati riportati nel presente lavo- ro di ricerca dimostrano che un punteggio superiore alla media nella Scala BIS può essere indicativo di una compromissione neurologica, suggerendo che potrebbe essere utile per il clinico usare la Scala BIS proprio per discriminare la patologia neurolo- gica dal disturbo psicologico, evitando eventuali diagnosi erronee.

BIBLIOGRAFIA

• Annoni, J. M., Staub, F., Bruggimann, L., Gramigna, S.,

& Bogousslavsky, J., (2006). Emotional disturbanc-

es after stroke. Clinical and Experimental Hyperten-

sion, 28 (3-4), 243-249.

• Boncori, L., (2006). I Test in Psicologia.

Bologna: Il Mulino.

• Busch, C. R. & Alpern, H. P., (1998). Depression after mild traumatic brain injury: A review of current re- search.

Neuropsychology Review, 8, 95–108.

• Campbell Burton, C. A., Murray, J., Holmes, J., Astin,

F., Greenwood, D., & Knapp, P., (2012). Frequency of

anxiety after stroke: a systematic review and me- ta-analysis of observational studies. International

Journal of Stroke.

• Chan, K. L., Campayo, A., Moser, D. J., Arndt, S. & Rob-

inson, R. G., (2006). Aggressive behavior in patients

with stroke: association with psychopathology and results of antidepressant treatment on aggression.

Arch. Phys. Med. Rehabil., 87, 793-798.

• Del Bo, L., (2009). Acufeni. Cause, diagnosi, terapie: quando un fastidioso fischio agli orecchi non ti ab- bandona. Milano: Tecniche Nuove.

• Del Corno, F., & Lang, M. (Eds.). (2002). Psicologia cli- nica. Volume 3. Milano: Franco Angeli.

• Derogatis, L.R., Lipman, R.S., & Covi, L., (1973). SCL- 90: An outpatient psychiatric rating scale: Prelim- inary report.

Psychopharmacology Bulletin, 9 (1), 13-27. • Fisher, R. S., Acevedo, C., Arzimanoglou, A., Bogacz, A,

Cross, J. H., Elger, C. E., et al. (2014). ILAE Official Re-

port: A practical clinical definition of epilepsy. Epi-

lepsia, 55 (4), 475-482.

• Hemigway, H., Whitty, C. J., Shipley, M., et al., (2001). Psychosocial risk factors for coronary disease in White South Asia and Afro-Caribbean civil serv- ants: the Whitehall II study.

Ethnicity & Disease, 11, 391-400.

• Hermann, B. P., Seindenberg, M., Bell, B., Woodard,

A., Rutecki, P., & Sheth, R., (2000). Comorbid psychi-

atric symptoms in temporal lobe epilepsy: associa- tion with chronicity of epilepsy and impact on qual- ity of life.

Epilepsy & Behavour, 1 (3), 184-190.

• Hoofien, D., Barak, O., Vakil, E., & Gilboa, A., (2005). Symptom Checklist-90 Revised Scores in Persons With Traumatic Brain Injury: Affective Reactions or Neurobehavioral Outcomes of the Injury? Applied RICERCHE Difficoltà interpretative nell’impiego della Sympton Checklist SCL-90-R con pazienti aventi…

Neuropsychology, 12 (1), 30-39.

• Hoofien, D., Gilboa, A., Vakil, E., & Donovick, P. J., (2001). Traumatic brain injury (TBI) 10-20 years later: a com- prehensive outcome study of psychiatric symptom- atology, cognitive abilities and psychosocial func- tioning. Brain Injury, 15 (3), 189-209.

• Jastreboff, P. J., (1990). Phantom auditory perception (tinnitus): mechanisms of generation and percep- tion. Neuroscience Research, 8, 221-254.

• Kaplan, C. P., (1998). SCL–90–R interpretation and brain tumor: A correction factor?

Brain Injury, 12, 977–985.

• Kaplan, C. P., Miner, M. E., Mervis, L., Newton, H., McGre-

gor, J. M., & Goodman, J. H., (1998). Interpretative risk:

the use of the Hopkins Symptom Checklist 90-Re- vised (SCL 90-R) with brain tumour patients. Brain

Injury, 12, 199-205.

• Kern, S., Schrempf, W., Schneider, H., Schultheiß, T.,

Reichmann, H., & Ziemssen, T., (2009). Neurological

disability, psychological distress, and health-relat- ed quality of life in MS patients within the first three years after diagnosis.

Multiple Sclerosis Journal, 15 (6), 752-758. • Kuper, H., Marmot, M. Hemigway, H., (2002). System-

atic review of prospective cohort studies of psycho- social factors in the etiology and prognosis of cor- onary heart disease.

Seminars in Vascular Medicine, 2, 267-314. • Langer, K. G., Laatsch, L., & Lewis, L. (Eds.). (1999). Psy-

chotherapeutic interventions for adults with brain injury or stroke: A clinician’s treatment resource Madison. CT: Psychological Press, 75–95.

• Lazzari, D., (2007). Mente e salute. Evidenze, ricer- che e modelli per l’integrazione.

Milano: Franco Angeli.

• Leathem, J. M., & Babbage, D. R., (2000). Affective Disorders after Traumatic Brain Injury: Cautions in the Use of the Symptom Checklist-90-R. Journal of

Head Trauma Rehabilitation, 15 (6), 1246-1255. • Manzoni, G. C., & Torelli, P., (2012). Neurologia. Bolo-

gna: Società Editrice Esculapio.

• Massa, S. (Ed.). (2008). Elementi di microbiologia.

Firenze: Pearson.

• Mazzucchi, A. (Ed.). (2012). La riabilitazione neurop- sicologica: premesse teoriche e applicazioni, Mon-

dini, S., Mapelli, D., & Arcara, G., (2009). La valutazio-

ne neuropsicologica. Roma: Carocci Faber.

• Mullins, L. L., Cote, M. P., Fuemeller, B. F., Jean, V. M.,

Beatty, W. W., & Paul, R.H., (2001). Illness intrusive-

ness, uncertainty, and distress in individuals with multiple sclerosis. Rehabilitation Psychology, 46 (2),

139-153.

• Ownsworth, T. L., & Oei, T. P. S., (1998). Depression after traumatic brain injury: Conceptualization and treatment considerations.

Brain Injury, 12, 35–751.

• Prigatano, J. P., (1996). Behavioral limitations TBI pa- tients tend to under estimate: A replication and ex- tension to patients with lateralized cerebral dys- function.

Clinical Neuropsychologist, 10, 191–201.

• Quattropani, M. C., (2008). Neuropsicologia clinica della sclerosi multipla. Roma: Armando Editore.

• Rosenthal, M., Christensen, B. K., & Ross, T. P., (1998). Depression following traumatic brain injury. Archives

of Physical Medicine and Rehabilitation, 79, 90–103. • Ruis, C., van den Berg, E., van Straelen, H. E., Hueng-

es Wajer, I. M. C., Biessels, G. J., Kappelle, et al., (2014).

Symptom Checklist 90- Revised in neurological out- patients. Journal of Clinical and Experimental Neu-

ropsychology, 36 (2), 170-177.

• Saviola, D., & De Tanti, A. (Eds.). (2010). Trauma cra- nico e disabilità. Esperienze di psicoterapia. Mila-

no: Franco Angeli.

• Taggi, F., & Marturano, P. (Eds.). (2007). Salute e si- curezza stradale: l’onda lunga del trauma.

Roma: C.A.F.I. Editore.

• Tedeschi, R. C., & Calhoun, L. G., (2004) Posttraumat- ic Growth: Conceptual Foundations and Empirical Evidence. Psychological Inquiry, 15 (1), 1-18.

• USES, (1986). Enciclopedia Medica Italiana, (Vol. 13).

184-185.

• Vito, A., (2014). Percorsi operativi per la cura globa- le di persone. Milano: Franco Angeli.

• Wall, P. D., (1978). The Gate Control Theory of Pain Mechanism: a re-examination and re-statement.

Brain, 101, 1-18.

• Woessner, R., & Caplan, B., (1996). Emotional Dis- tress Following Stroke: Interpretive Limitations of the SCL-90-R. Assessment, 3 (3), 291-305.

RIASSUNTO

Il presente studio ha voluto indagare l’esistenza di differenze significative tra il rischio che presentano genitori adulti e genitori adolescenti nello sviluppo di una psicopatologia di tipo depressivo. Lo stesso ha confrontato un campione di 10 coppie di genitori adolescenti (10 maschi e 10 femmine, di età media 18.3 e 18 anni rispettivamente, con un solo figlio di età media di 7.6 mesi), con un gruppo di controllo di 10 coppie di genitori adulti (10 maschi e 10 fem- mine, di età media 31.3 e 29.8 anni rispettivamen- te, con un solo figlio di 8.1 mesi). Entrambi i gruppi sono stati reclutati con la collaborazione di medici di base, pediatri, ginecologi e scuole superiori di una provinciaa del Sud Italia.

Lo studio ha utilizzato il Beck Depressioni Inven- tory (BDI) per valutare la depressione, l’Edinburg postnatal Depression Scale (EPDS) per valutare la depressione post-parto nelle madri e il Family Rela- tions Test (FRT), per valutare le dinamiche familiari in entrambi i campioni.

L’analisi statistica è stata effettuata attraverso la STATA-MP 10.1 per Mac OS X, l’Analisi della Varianza ANOVA e il Test di Fisher.

Sono state riscontrate significative differenze tra i genitori adolescenti e quelli adulti in merito a rischio di depressione e depressione post-partum. Disturbi depressivi sono stati evidenziati nel 75% dei genitori adolescenti contro il 30% dei genitori adulti. Anche le

dinamiche familiari sono risultate a più alto rischio tra i genitori adolescenti che tra i genitori adulti. PAROLE CHIAVE

Genitorialità precoce, genitorialità adulta, rischio, depressione, depressione post-parto, dinamiche familiari.

INTRODUZIONE

Per “famiglia prematura” si intende quella in cui la coppia non ha avuto né il tempo né l’opportunità di affrontare i compiti evolutivi della vita matrimo- niale con sufficiente preparazione, così da trovar- si incompetente davanti alle attese di ruolo e alle esigenze che immediatamente e inesorabilmente le si impongono(15). Oltre all’eventuale presenza di

un figlio, la situazione risulta aggravata dall’assen- za della fase di costruzione e stabilizzazione del- la coppia, fondamentale per la vita duratura della famiglia. La coppia molto giovane, infatti, manca delle capacità necessarie ad affrontare e sostene- re una relazione d’intimità soddisfacente, e in essa si genera spesso il malcontento per il modo in cui l’altro coniuge svolge il proprio ruolo e risponde alle attese del partner. Ciò conduce all’instabilità della coppia in modo particolare quando il più giovane tra i due partner è il ragazzo(15).

Il fenomeno della genitorialità in adolescenza è stato molto studiato nella letteratura scientifica al

RICERCHE