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nelle classi terze della scuola Media “G Pascoli” Di San Giovanni Rotondo

Basilio Fiorentino

Psicologo, psicoterapeuta ad orientamento analitico, Dirigente Psicologo presso il Consultorio Familiare di S. Giovanni Rotondo.

Maria Pia Cusenza

Psicologa clinica, psicoterapeuta sistemico relazionale familiare, consulente sessuologa.

Maria Elena Mischitelli

Psicologa clinica, specializzanda in psicoterapia cognitivo- comportamentale presso L’Istituto A.T. Beck di Caserta.

Angela Cascavilla

Assistente sociale, consultorio familiare S. Giovanni Rotondo.

più, implica l’uso delle nuove tecnologie di comunica- zione. E importante stabilire una forma di prevenzione all’interno delle scuole, ove il personale scolastico è chiamato ad assumere un ruolo guida nell’affrontare le ragioni per cui gli adolescenti diventano cyber bulli, come i cyber bulli possono essere puniti, insegnare agli adolescenti a non stare a guardare o permettere il bul- lismo in qualsiasi forma si tollerabile (Strom & Strom, 2005; Willard, 2005). La prevenzione dovrebbe essere diretta ad aiutare i giovani a sviluppare atteggiamenti e comportamenti pro - sociali in modo che possono costruire e mantenere relazioni sane sia dentro che fuori le mura scolastiche (Olweus, 1992,1993, 1994; Pepler & Craig, 2000). Per questa ragione il personale scolastico ha la responsabilità di intervenire su temi legati al cyber bullismo e bullismo al fine di creare un sano e pacifico clima scolastico (Li, 2006, Shariff, 2005 ; Willard, 2003), ed è incoraggiato ad aiutare i ragazzi che si trovano in difficoltà (Willard, 2003). È importan- te per le scuole promuovere un ambiente scolastico in cui tutti gli studenti si sentano compresi in cui le denuncie di cyber bullismo siano affrontate attraversi gli strumenti educativi e comunicativi, piuttosto che di repressione (Shariff, 2005).

MATERIALE E METODO

A partire da queste considerazioni, ci siamo chiesti come equipe psicologica e sociale del Consultorio Familiare di San Giovanni Rotondo, come e se tale fenomeno si sviluppasse all’interno delle scuole. Il pre- sente lavoro nasce da un’ indagine qualitativa e teorica facente riferimento ad un percorso di orientamento, conoscenza e sviluppo delle tematiche relative al bul- lismo e cyber bullismo rivolto agli insegnanti, genitori e studenti, al fine di stigmatizzare o ridurre al minimo il crescente fenomeno. Il Progetto è articolato in tre incontri ove si focalizzava l’attenzione su: discussione in circle time sulla definizione di bullismo e cyber bulli- smo; richiamo ai concetti emersi precedentemente e realizzazione di un Role playing; somministrazione dei questionari e per permettere una valutazione finale. PARTECIPANTI

Il progetto bullismo e cyber bullismo ha coinvolti le classi terze (III A, III B,III C,III D) della scuola media

“Giovanni Pascoli” di San Giovanni Rotondo. Il cam- pione dello studio è composto da 69 alunni presenti a tutti e tre gli incontri (2 teorici e uno dedicato allo somministrazione dei test).

OBIETTIVI

gli obiettivi generali e specifici del progetto si basa- no su:

• Conoscere il fenomeno del bullismo e del cyber

bullismo e contrastarne ogni sua forma; • La formulazione di nuove proposte di intervento

mirati al fine di prevenire tale fenomeno; • Osservazione delle dinamiche “classe”, per valu-

tare la possibilità di presenza del fenomeno del bullismo o cyber bullismo;

• Elaborare una definizione chiara di bullismo e di

cyber bullismo;

• Diffondere la conoscenze sul bullismo/cyber così

da poterlo distinguere da altre forme aggressive e violente;

• Valutare gli atteggiamenti relazionali degli stu-

denti attraverso la somministrazione di questio- nari.

STRUMENTI UTILIZZATI

“La mia vita a scuola” di S.Sharp e P.K. Smith. Obiet- tivo: rilevare l’indice degli episodi di bullismo (IEB) nelle classi terze. Versione modificata del questio- nario Self-Report di Smith et al. (2006) Obiettivo: valutazione del bullismo elettronico

RISULTATI

Per il test “La mia vita a scuola” di S.Sharp e P.K. Smith. ove l’obiettivo è quello di rilevare il fenomeno del bullismo nelle classi terze. Il test è composto da 39 item che fanno riferimento alle situazioni abba- stanza frequenti nella vita scolastica , prendendo in considerazione gli ultimi periodi scolastici con rispo- sta MAI, UNA VOLTA, PIU’ DI UNA VOLTA. Nel calcolo degli indici sono stati analizzati solo quelli che pren- dono in considerazione “più di una volta”, per focaliz- zare l’attenzione sui comportamenti continuativi e più radicati. Calcolando la somma delle risposte, si ricava la frequenza dei comportamenti desiderati, in particolar modo del comportamento pro socialità.

LA MIA VITA A SCUOLA DI S.SHARP E P.K. SMITH

INDICE DI PROSOCIALITÀ.

Di seguito verranno prese in considerazione gli ele- menti significati del test, in base a ciò che si vuole analizzare.

EPISODI DI BULLISMO FISICO

item 4 ha cercato di darmi un calcio;

item 8 mi ha detto che mi avrebbe picchiato;

item 10 ha cercato di farsi dare dei soldi da me; item 24 ha cercato di farmi male;

item 37 ha cercato di rompere una delle mie cose; item 39 ha cercato di picchiarmi.

EPISODIO DI BULLISMO INDIRETTO

Item 3 ha detto brutte cose sulla mia famiglia;

item 19 ha messo un gruppo contro di me; item 22 ha cercato di mettermi nei guai;

item 35 ha riso di me in modo orribile; item 38 ha detto una bugia su di me.

INDICE DI BULLISMO VERBALE

item 1 mi ha insultato;

item 6 è stato scortese perché io sono diverso;

item 15 è stato scortese per una cosa che ho fatto; item 26 mi ha fatto fare qualcosa che non volevo; item 30 è stato maleducato riguardo al colore della

mia pelle.

Pertanto su 69 alunni delle classi terze della scuola Pascoli , sottoposti al test “La mia vita a scuola” il 46% ha espresso comportamenti basati sulla pro- socialità.

QUESTIONARIO SELF-REPORT DI SMITH ET AL. (2006)

COS’È IL CYBERBULLYING:

Il Cyberbullying (o bullismo elettronico) è una nuova forma di prepotenza che prevede l’utilizzo di e-mail, messaggi di testo (SMS), chat, siti web, telefoni cel- lulari o altre forme di informazione tecnologica allo scopo di tormentare, minacciare o intimidire qual- cuno diffondere dicerie e storie non vere sul conto di altri. Il Cyberbullying può includere alcune azioni

RICERCHE Bullismo e Cyberbullismo.

0% 10% 20% 30% 40% 50% 3A


17 alunni 19 alunni3B
 17 alunni3C
 16 alunni3D


50% 41% 47% 47% 0 1 2 3 4 5 6 7 3A


17 alunni 19 alunni3B
 17 alunni3C
 16 alunni3D


7 4 6 3 0 1 2 3 4 5 6 7 8 3A


17 alunni 19 alunni3B
 17 alunni3C
 16 alunni3D


8 4 7 6 0 1 2 3 4 5 6 7 8 3A


17 alunni 19 alunni3B
 17 alunni3C
 16 alunni3D


8 6

8 7

come minacce, insulti su diversa razza e ripetuta vittimizzazione di qualcuno tramite supporto elet- tronico.

QUESTIONARIO SELF-REPORT DI SMITH ET AL. (2006)

L’ANALISI INDIVIDUALE HA DETERMINATO CHE

Pertanto su 69 alunni il 36% degli alunni terze della scuola Pascoli hanno riportato fenomeni di cyber bullismo diretto /indiretto.

CONCLUSIONE

Dagli incontri sono emerse diverse definizioni di bul- lismo: la maggior parte l’ha definita come prendere di mira, comportamento aggressivo verso qualcu- no, un atto scorretto verso i più piccoli o trattare male qualcuno, ma anche minacciare o costringere qualcuno a fare qualcosa con l’uso della forza. Nel

complesso , le definizioni date sono state corrette ma incomplete: ciò che manca, infatti, nelle parole degli studenti è il concetto di ripetizione nel tempo. Tuttavia è ben presente l’idea del “più debole contro il più forte“. La percezione che si ha del bullo è quella di un bambino/ragazzo fisicamente più forte e con spiccate capacità di corruzione o adescamento nei confronti dei più deboli.

È inoltre chiaro, che il cosiddetto “bullo” può essere un singolo individuo ma anche un gruppo, e in tal caso si trasforma in “branco”. Anche la vittima può essere una sola oppure trattarsi di un gruppo. Inoltre, si può anche constatare situazioni di bullismo intergruppo, dove vengono coinvolti più gruppi e manca il singolo individuo. Nel corso degli incontri sono state sugge- rite, inoltre, diverse strategie di risoluzione dell’osti- lità, una tra tante la strategia del “corner”, ove vi è

la discussione faccia a faccia e in un angolo tra il più debole singolo o in gruppo, rispetto al più forte sem- pre singolo o in gruppo, che consente di raggiungere l’equilibrio che permette di soprassedere il conflitto.

Per quanto riguarda il cyber bullismo, gli studenti hanno dimostrato le idee più chiare, dove tutti han- no dato una definizione che includesse l’utilizzo dei nuovi mezzi di comunicazione, prima tra tutti i diversi social. Il confine tra quello che resta scherzoso è ciò che è offensivo non è poi così netto e le conseguenze per chi ne è vittima possono essere anche molto gra- vi, andando dalla perdita della fiducia in sé, fino a stati d’ansia e depressione. Anche in questo caso è stato molto difficoltoso cercare di far emergere il concetto di “paura del confronto” motivazione principale che porta alla diffusione del fenomeno del bullismo e del cyber bullismo.

BIBLIOGRAFIA

• Li, Q. (2005). Cyberbullying in schools: Nature and extent of Canadian adolescents’Experience. Paper presented at the American Educational Research Association Conference (AERA), Mon-

treal, Canada.

• Olweus, D. (1994). Bullying at school: Basic facts and effects of a school based inter-vention pro- gram.

Journal of Child Psychology & Psychiatry, 35,

0% 10% 20% 30% 40% 50% 3A


17 alunni 19 alunni3B
 17 alunni3C
 16 alunni3D


41% 37% 47% 19% 0 1 2 3 4 5 3A


17 alunni 19 alunni3B
 17 alunni3C
 16 alunni 3D 


5

3 4

3

1171-1190.

• Olweus, D. (2003). A profile of bullying at school.

Educational Leadership, 60 (6), 12-17.

• Pepler, D. J., Craig, W. M., Ziegler, S., & Charach, A.

(1994). An evaluation of an anti-bullying inter-

vention in Toronto schools. Canadian Journal of

Community Mental Health, 13 , 95-110. • Shariff, S., & Hoff, D. L. (2007). Cyberbullying:

Clarifying legal boundaries for school supervi- sion in cyberspace.

International Journal of Cyber Criminology , 1 (1), 76-118.

• Smith Cyberbullying: its nature and impact in

secondary school pupils Volumen 49, Issue April

2008 Pages 376–385

• Strom, P. S., & Strom, R. D. (2005). When teens turn cyberbullies.

Education Digest: Essential Readings Condensed for Quick Review,71 (4), 35–41

• Willard, N. (2002). Computer ethics, etiquette, and safety for the 21st-century student.

Eugene, OR: ISTE. SITI WEB

• La mia vita a scuola” di S.Sharp e P.K. Smith.: www.stopalbullismo.it/bullismo.html

• Questionario Self- Report Di Smith Et Al. (2006) www.Slideplayer.It/Slide/553933

RIASSUNTO

L’adolescenza è riconosciuta come periodo critico rispetto all’assunzione di comportamenti rischiosi. Nel lavoro presentato si indagano i fattori sociali di rischio che intervengono nella valutazione e messa in atto di comportamenti potenzialmente dannosi per la salute. Entro un campione di 391 studenti di scuole superiori di Lecce è stato esplorato il ruolo di alcune variabili psicosociali, ampiamente ricono- sciute nella letteratura come fattori di protezione e/o rischio, come supporto sociale, supervisione familiare, trasparenza del rapporto genitori-figli, norme familiari, approvazione del rischio da parte dei pari e influenza dei pari e dei genitori, e il ruolo dei modelli culturali, intesi come sistemi di significa- to con i quali si interpreta e si agisce nell’ambiente micro e macro-sociale cui si prende parte. La per- cezione di eventuali vincoli nella richiesta di aiuto e di canali preferenziali rispetto alla diffusione di piani di prevenzione e/o di intervento da parte di enti e istituzioni di competenza sono anche stati oggetto dell’indagine.

I risultati evidenziano come studenti che esprimo- no diversi modelli culturali e che caratterizzano diversamente il proprio intorno sociale valutano diversamente il rischio e hanno probabilità diverse di assumerlo: studenti che valutano minore il rischio e che dichiarano di assumere più comportamenti rischiosi si caratterizzano per un’immagine anomica

Comportamenti a