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AREA CULTURALE ETNIE

4. L’ARTE ETNICA E LE AVANGUARDIE DEL ‘

4.1 BREVI CONSIDERAZIONI SUL PRIMITIVISMO

In generale, è possibile affermare che il termine primitivismo ha insito in esso una natura etnocentrica, in quanto, esso non è strettamente correlato alle arti etniche in sé stesse ma, anzi, è legato all’interesse che esse hanno suscitato nelle

diverse genti occidentali.110 Il senso fondamentale della parola primitivo è “primo

nel tempo” e ciò riconduce ad alcuni sinonimi quali: rozzo, arretrato, semplice e non sofisticato. Però, per meglio comprendere tale questione, è utile dire che la parola arte primitiva non è associata a tali aggettivi anche perché si parte dall’assunto che tutta l’arte è sofisticata poiché se così non fosse non sarebbe

denominata in tal modo, ovvero arte.111 Stando a quanto appena affermato è

possibile associare il termine primitivismo ad un aspetto dell’arte moderna e, sia per fare un esempio che per essere in quest’analisi il più esplicativi possibile, occorre dire che il termine primitivismo è associabile alla terminologia japoinisme che, ovviamente, non fa riferimento in modo diretto né all’arte né alla cultura giapponese in sé stessa ma, anzi, essa fa riferimento all’interesse scaturito da questa cultura nel mondo occidentale, in particolar modo nel continente europeo.

Passando ad un’analisi storica è utile dire che il termine primitivismo fu utilizzato per la prima volta nella Francia del ventesimo secolo e, dopo essere stato assimilato dalla lingua parlata, esso fu utilizzato nei sette volumi del

                                                                                                               

110  M. Di Stefano, Primitivismo oggi. Un approccio agli effetti delle culture “altre” sull’arte del XX secolo, http://www.africarte.it/editoriale/009massimodistefano.htm  

Nouveau Larousse Illustré,112 opera pubblicata nella capitale francese negli anni

compresi fra il 1897 ed il 1904.113

«Arte primitiva è un’espressione che ci viene dagli antropologi del secolo XX che

vedevano l’Europa dei loro giorni come l’apice dell’evoluzione sociale».114 È

dunque, il significato contemporaneo di arte primitiva, un termine che viene usato come sinonimo in relazione ai manufatti tribali negli anni afferenti al ventesimo secolo. Poi, sempre nel corso del ventesimo secolo, si assistette ad un lento mutamento del significato di tale termine e ad un conseguente restringimento dell’ambito che era considerato come arte afferente al primitivismo. Negli anni antecedenti alla prima Guerra Mondiale, in particolar modo nella città di Parigi, prese piede il termine art négre per principalmente indicare l’arte primitiva in riferimento soprattutto all’arte africana ma esso fu in seguito applicato anche all’arte oceanica.

Gauguin è considerato il punto di partenza115 per quanto concerne lo studio del

primitivismo nel periodo dell’arte moderna ed egli giocò un ruolo che per anni fu considerato ambiguo poiché, quando parlava di primitivo, egli voleva far riferimento in particolar modo alle nuove vie aperte dal primitivismo per concepire la creatività moderna. Tale spostamento a livello concettuale iniziato ma anche portato avanti da Gauguin portò lo stesso Vlaminck ad acquisire una maschera Fang della regione del Gabon che poi divenne l’icona principale del primitivismo del ventesimo secolo. È evidente, dunque, che l’interesse si spostò dall’idea di mito alle nuove considerazioni in relazione alle soluzioni formali di tale arte. È comunque utile sottolineare come il primitivismo abbia portato elementi di novità sia nel periodo decadente-simbolista sia nel momento relativo alle esperienze artistiche sia di Picasso che di Matisse.

                                                                                                               

112  Il Nouveau Larousse illustré è un’enciclopedia francese pubblicata da Pierre Larousse ed è

essenzialmente la versione ridotta del Grand dictionnaire universel du XIXe siècle.  

113  Il termine primitivismo utilizzato all’interno del Larousse faceva riferimento all’uso tipico

della metà del diciannovesimo secolo quando, con quest’espressione, venivano indicati gli artisti sia italiani che fiamminghi del quattordicesimo e del quindicesimo secolo.  

114  Cfr, F. Willet, Arte Africana, op.cit., p.17  

115  M. Di Stefano, Primitivismo oggi. Un approccio agli effetti delle culture “altre” sull’arte del XX secolo, http://www.africarte.it/editoriale/009massimodistefano.htm  

Intorno agli anni sessanta del Novecento il termine primitivismo verrà sempre più associato, invece, a due particolari connotazioni: primario e primarietà; in tal senso, si assiste ad un superamento delle tradizionali forme di pittura e di scultura per permettere l’avvicinamento dell’arte all’ambiente ed in particolare, per quanto concerne quest’ultimo, per permettere l’utilizzo dei materiali derivanti direttamente dalla realtà sia urbana che naturale.

È comunque noto che l’interesse occidentale verso l’arte etnica africana è stato considerato in termini di contrapposizione rispetto all’arte dell’Occidente poiché viva era sempre stata l’antitesi Noi/Loro. Quanto appena affermato è testimoniato anche dall’etnologa Sally Price che non perde l’occasione di porre in discussione quanto affermato dalle diverse personalità come storici, critici ed intellettuali, che nel tempo hanno espresso i loro giudizi in merito a quest’arte partendo da stereotipi che in tabella troviamo riassunti:

Arte occidentale Arte primitiva

Imitazione natura, realismo Stilizzazione, stereotipia, simbolismo, astrazione

Razionalità

Istinto, Impulsi interiori, pulsioni primitive, inconscio, desiderio, paura, forze occulte, sessualità, erotismo, immediatezza, malevolenza

Complessità Semplicità, elementarità

Storia Atemporalità, tradizione

Individualità Anonimato

Espressione dell’identità personale Espressione dell’identità tribale

Priva di “contaminazioni” interne (mercato)

Prima di contaminazioni esterne (Occidente)

Creata per scopi “sublimi” Creata per scopi “religiosi”, “magici”

Qualità estetiche storiche Qualità estetiche atemporali

Fonte: The Great Divide in M. L. Ciminelli, D’incanto in incanto. Storia del consumo di arte primitiva in Occidente, p.141

E’ dunque evidente come questa contrapposizione preveda la distinzione tra l’arte degli individui del mondo occidentale e quella degli extraoccidentali e come tale suddivisione derivi da un’errata idea associata all’Altro che nel corso

degli anni si è costituita in Occidente.116 Traducendo ciò che è messo in evidenza

in tabella è possibile affermare che l’artista primitivo è colui che produce opere caratterizzate da una grande semplicità formale e da un’estetica senza tempo. Tali opere sono spesso stilizzate e presentano caratteri astratti; in più, essendo la traduzione materiale dell’espressione di un’identità tribale, esse sono ricche di simboli, ovviamente frutto della tradizione e spesso esse sono poste in essere per scopi religiosi o magici. Ciò che è utile porre in evidenza è il fatto che il panorama dell’arte etnica africana ha da sempre visto tali contrapposizioni e ciò è avvenuto non solo in merito all’arte che è contenuta nel mondo africano. Lo stesso Ivan Bargna ha affermato come la costituzione dell’“etichetta” arte africana ha dovuto, nel corso del tempo, affrontare un insieme di problematiche legate perlopiù ad un’errata idea in relazione agli oggetti che tale arte proponeva.

Inizialmente associati alla denominazione exotica117 tali beni sono poi stati definiti

in modo denigratorio per poi essere presi in considerazione come oggetti naturalistici ed etnografici, fino al momento in cui è avvenuto il loro reale riconoscimento artistico come opere d’arte.

4.2 L’INFLUENZA DELL’ARTE ETNICA AFRICANA NEL CONTINENTE