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UN CASO STUDIO

5. TERMINOLOGIA E DEFINIZIONI FONDAMENTALI DELL’ECONOMIA DELL’ARTE

5.3 OPERATORI DEL MONDO DELL’ARTE

«Ci fu un luogo e un momento in cui i mercanti d’arte cessarono di essere dei semplici ambulanti, o degli artisti che praticavano di nascosto il commercio, o comunque delle figure marginali e prive di prestigio».173

Da sempre il mercato dell’arte annovera al suo interno una grande vastità di operatori che, con mansioni differenti, contribuiscono a rendere sempre attivo tale sistema. Nel mondo dell’arte operano principalmente tre tipologie di macro- operatori che vanno a costituire il “triangolo dell’arte”; essi sono l’artista, il critico ed il mercato stesso.

Il fulcro centrale di questo sistema è ovviamente rappresentato dagli artisti che grazie alla produzione di opere alimentano il mercato e, come dice Mc Andrew

Clare «Sono una risorsa basilare per la sopravvivenza del mercato stesso».174

Tale mercato assolve a svariati compiti come contribuire e provvedere ad aiutare questi operatori garantendo loro un insieme di elementi quali una fonte di entrate, il giusto posizionamento sul mercato per rendere fruibile ed acquistabile il frutto derivante dal loro operato ed una giusta rete di contatti per far meglio veicolare le loro opere nonché loro stessi. Il mercato utilizza poi il prezzo come strumento per porre l’accento sulle preferenze e sulle scelte dei vari individui. I consumatori d’arte, invece, domandano un bene rispetto ad un altro e, operando in tal modo, fanno innalzare il prezzo del primo bene con la conseguente diminuzione del secondo, trasmettendo così al produttore, sia i propri gusti che le proprie preferenze.

Pensare che tra la critica d’arte ed il mercato non vi sia alcun rapporto è errato, infatti, il critico d’arte può assumere un ruolo di “comando” per il mercato che, prendendo in considerazione quanto definito dal critico, può modificare le proprie valutazioni in merito al carattere sia artistico che monetario. In questo                                                                                                                

173  Cfr,  Ibidem

174  Cfr, C. Mc Andrew, Fine art and high finance: Expert Advice on the Economics of Ownership,

senso, è utile definire un punto di partenza secondo cui il critico ed il mercato si muovono in modo totalmente diverso, infatti, il mercato è in grado di ottenere dalla figura del critico due tipologie di segnale: il primo, la “critica assoluta”, la quale fornisce un insieme di informazioni in merito alla qualità dei prodotti ed il secondo, la “critica relativa”, la quale fornisce un insieme di informazioni relative alle preferenze espresse da ogni singolo consumatore. Nella categoria critico d’arte è possibile indicare un’altra tipologia di critico, ovvero il critico militante; questa figura comprende una moltitudine di soggetti ed a loro possiamo associare anche i talent-scout che letteralmente sono identificabili come gli scopritori di talenti. Questi ultimi sono degli individui che hanno insita in loro una grande capacità, infatti, essi sono in grado di “fiutare”, trovare e successivamente proporre gli artisti sul mercato. Tuttavia, identificando questa categoria, non si fa sempre riferimento a dei veri e propri critici d’arte ma spesso si identificano in essa anche individui che ruotano attorno al mondo dell’arte

senza avere uno specifico ruolo in esso.175

Allo stesso modo anche il mercato dell’arte è posto in due situazioni in un certo senso contrastanti: da un lato, il “pessimismo estremo” che esprime il carattere del mercato stesso di influenzare la creatività dei singoli artisti mentre, dall’altro, “l’ottimismo estremo” che sfrutta le capacità del mercato stesso sia di creare nuove risorse, sia le sue capacità distributive dei beni.

Ad emergere, risulta anche il ruolo dei gatekeeper che vengono definiti come un gruppo di agenti il cui particolare merito è quello esprimersi in valutazioni riguardanti due campi: sia quello artistico che quello monetario. La macroclasse dei gatekeeper può, per essere meglio compresa, caratterizzarsi secondo un ulteriore duplice anche se elementare classificazione: gli agenti professionisti, che comprendono una moltitudine di figure che spaziano dal critico d’arte al critico letterario, la cui azione prevede la valutazione di un bene artistico e la formulazione del loro giudizio in modo pubblico; la seconda comprende gli agenti dilettanti, ovvero quando è il mercato stesso che agisce da gatekeeper e                                                                                                                

determina il valore sia artistico che monetario, costruendo una significativa storia

artistica attorno all’opera.176

Il prezzo di scambio diviene un elemento molto importante se l’azione di questi

agenti è svolta in modo efficace,177 anche se, talvolta, il giudizio dei gatekeeper

produce un’incertezza in relazione al merito artistico, rendendo lo scambio molto più complesso. Nel momento in cui l’azione di questi soggetti non riesce a ridurre il fattore incertezza, questo tipo di operatori si può imbattere dunque in una situazione in cui si registra una perdita in termini di attendibilità.

Un ruolo di grande importanza nel mercato dell’arte è rappresentato dalla figura del collezionista; il fenomeno del collezionismo ha raggiunto, nel corso del tempo, proporzioni preoccupanti sotto vari aspetti ma soprattutto in termini di determinazione dei prezzi di vendita delle opere d’arte. Il fenomeno del collezionismo ha dunque origini oramai antiche e, come dice Herchenroder «Il desiderio di collezionare e di possedere, così come quello di realizzarsi e di rispecchiarsi nell’arte che si acquista, è antico come l’arte stessa. Accade che l’allestimento di gallerie private o di musei per l’accoglimento delle fondazioni private non rispondano se non a vanità personali, a esigenze di affermazione sociale o, semplicemente, a considerazioni di ordine fiscale. Ma le migliori tra queste collezioni rese di pubblico godimento sono la testimonianza dell’onesto desiderio di mettere a disposizione dei posteri quanto è il frutto dell’interesse e

spesso dell’impegno di una vita intera».178

Come affermano Guido Candela ed Antonello Scorcu «La storia del collezionismo è una manifestazione della volontà di trasmettere ai posteri la testimonianza di una civiltà raccogliendo oggetti rinvenuti in scavi archeologici,

opere d’arte o semplici oggetti della quotidianità»179 ed in questo senso è utile

ricordare che «Se all’inizio si raccolgono religiosamente, e in luogo riservato, suppellettili funerarie, o donativi ricevuti dal tempio, ben presto la collezione si                                                                                                                

176  G.Candela e A. E. Scorcu, Economia delle arti, cit., p.27

177 S.Cameron, On the Role of Critics in the Culture Industry in Journal of Cultural Economics, volume

19, 1995, pp.321-331    

178  Cfr, C. Herchenroder, Il mercato dell’arte, Milano, Bompiani, 1980   179  Cfr,  G.Candela e A. E. Scorcu, Economia delle arti, cit., p.261  

rivolge ad oggetti semiofori, vale a dire cose che, spesso al di la del loro valore

venale, sono segni, portatori di una testimonianza».180 Spesso, il collezionismo è

stato vittima di tutti quegli individui che lo praticavano solo per facilitare l’ingresso di denaro “facile” all’interno del mercato. Il collezionismo che si intende in questa sede argomentare è quello relativo all’amore per l’arte, ovvero

il collezionismo genuino.181

I collezionisti “puri” costituiscono una categoria che prevede al suo interno un insieme di individui che collezionano oggetti d’arte con lo scopo di soddisfare una curiosità eclettica, ovvero un tipo di collezionismo che non contempla, ad esempio, le opere di un unico artista, quelle di un'unica corrente oppure le opere appartenenti ad un particolare periodo storico. Viceversa, nel mercato dell’arte emergono anche i collezionisti “appassionati”, ovvero quelli dediti, ad esempio, alle opere di un determinato periodo oppure ad una determinata cerchia di artisti e ne rimangono affascinati ed affezionati per quasi tutta la loro

vita.182

È possibile affermare che nel mondo attuale la gran parte della domanda di beni artistici è data da tre tipologie di collezionismo e collezionisti: la prima comprende tutti quei soggetti classificabili come collezionisti privati, ovvero tutti quegli individui ascrivibili a categorie come famiglie e singoli soggetti privati. Il secondo tipo di collezionismo è quello pubblico ovvero quello praticato dallo Stato e da tutti gli altri enti locali ed, infine, la terza tipologia di collezionismo è quello istituzionale che fa riferimento ad operatori come le banche, le fondazioni e le imprese. Per meglio analizzare il collezionismo privato è utile dire che tale forma prevede in primis una fase definita amatoriale che si trasforma poi in studio e, con il passare del tempo si traduce in una vera e propria passione con la conseguente trasformazione del collezionista amatoriale in uno specialista d’arte. Il fenomeno del collezionismo può coincidere talvolta con collaborazioni con istituzioni artistiche ed, in questo caso, la figura del collezionista è associabile ad                                                                                                                

180  Cfr, U. Eco, Ecologia del museo, in Giornale dell’Arte-Vernissage, settembre 2001, p.6   181  A. Vettese, Investire in arte. Produzione, promozione e mercato dell’arte contemporanea, cit., p.12   182  Ivi, p.17  

un donatore che appunto “dona” in tutto o in parte la propria collezione ai musei; tale gesto è associabile ad una naturale evoluzione della passione verso la

materia artistica.183 È però possibile che i collezionisti collaborino con le

istituzioni artistiche non donando le proprie opere ma prestandole ed in tale modo egli contribuisce a riempire i cosiddetti “buchi” delle collezioni pubbliche

avvalendosi talvolta di contratti di comodato.184

Un’altra figura degna di importanza nel sistema dell’arte è il mercante; egli è un soggetto che si posiziona tra la figura dell’artista e quella del collezionista. Il mercante generalmente instaura un rapporto di fiducia e soprattutto di lunga durata con l’artista e questa “lunga” conoscenza comporta e prevede la promozione del lavoro dell’artista da parte del mercante, infatti, tale rapporto assume spesso il carattere di investimento che il mercante continua a sostenere a fronte di un possibile guadagno. In tale figura è possibile riscontrare un duplice carattere: quello del gatekeeper che ha il compito di selezionare i nuovi talenti ovvero attua un’azione di talent-scout e quello di mercante in senso proprio si preoccupa della valorizzazione degli artisti sul mercato.

È utile porre in evidenza che la figura del mercante è andata con il passare del tempo a specializzarsi, infatti, attualmente la commercializzazione del lavoro in capo ad un artista viene svolta dalla galleria di mercato, mentre il ruolo che comprende l’individuazione di nuovi talenti, ovvero artisti emergenti è stato sostituito dalla galleria di scoperta. In particolar modo, la galleria di mercato avendo una solida base commerciale ed una fitta rete di clienti ha il compito di acquistare opere in capo ad un’artista con l’obiettivo di rivenderle a fronte di un guadagno derivante dalla differenza del prezzo. Mentre, una galleria di scoperta ha il compito di individuare gli artisti, consigliarli e stimolarli con l’obiettivo di                                                                                                                

183  G.Candela e A. E. Scorcu, Economia delle arti, Bologna, cit., p.262  

184 Il contratto di comodato è un contratto che prevede la partecipazione attiva da parte del

collezionista ad un progetto pubblico con un risparmio a favore del collezionista stesso, in quanto, egli può ottenere una riduzione sia sui costi di conservazione che sui costi di assicurazione dei beni d’arte. Quando l’azione di prestito è rivolta a musei di dichiarata fama il collezionista può aumentare la propria visibilità ed il valore monetario delle opere appartenenti alla sua raccolta. È utile dunque far notare che spesso la figura del collezionista è guidata, oltre che dalla passione, anche dal valore economico della sua collezione.  

aumentarne la reputazione sia in termini artistici che in termini commerciali; la loro azione risulta essere conveniente nel caso in cui si registri un’affermazione nel mercato degli artisti sponsorizzati dalla galleria stessa. Tali gallerie hanno anche il compito di offrire un servizio di assicurazione che consiste nel pagamento all’artista di una somma di denaro mensile che permette loro di avere l’esclusiva sull’opera degli artisti; talvolta tali gallerie hanno anche la possibilità di acquistare a prezzi vantaggiosi le opere oppure, in altri casi, la galleria acquisisce in “conto deposito” o in “conto vendita” un determinato numero di opere e nel solo caso di vendita ne trattiene una provvigione sul prezzo di

vendita.185

                                                                                                               

185  R. Rossi, Pratiche contrattuali che disciplinano il rapporto artista-gallerista: modelli teorici a confronto in C. Nardi Spiller e P. Savi (a cura di), Apporti sinergici sull’economia dell’arte, Trento,