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5. Analisi empirica dei dati

5.2 Ultimate Shareholder e quota di controllo

5.2.1 Caratteristiche delle IPO

L’analisi effettuata rivela che, nel periodo 2006-2017, 206 società si sono quotate in borsa tramite un’offerta pubblica iniziale, 54 delle quali operano nel settore finanziario. Lo studio però ha escluso questa categoria di aziende e si è focalizzato su quelle di natura non finanziaria, che ha portato il numero di IPO esaminate

16 La società Neodecortech, ad esempio è controllata pre-IPO da Luigi Valentini, che detiene una quota diretta del 3.85%

e una indiretta, tramite l’azienda Finanziaria Valentini, del 95.25%, pertanto l’azionista possiede il 99.1% dei diritti di voto dell’emittente.

170 nell’intervallo di tempo considerato a 152. La tabella 44 mostra quante offerte sono state realizzate nei vari anni e la loro tipologia.

Tabella 43: Evoluzione temporale del numero e della tipologia di IPO nel periodo 2006-2017. L’ultima riga riporta il rapporto tra le azioni messe in vendita dagli azionisti nelle OPV e OPVS in relazione al capitale sociale pre-IPO

2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017

IPO 20 23 5 5 9 3 4 12 22 21 8 20

-OPS 5 (25%) 3 (13%) 3 (60%) 4 (80%) 7 (78%) 3 (100%)

2 (50%) 5 (41.67%

)

15 (68.2

%)

9 (42.9%) 5 (62.5%)

12 (60%)

-OPV 4 (20%) 4 (17%) - - 1 (11%) - - 2

(16.66%

) 1 (4.5%)

2 (9.5%

1 (12.5%)

4 (20%)

-OPVS 11

(55%) 16 (70%)

2 (40%) 1 (20%) 1 (11%) - 2 (50%) 5

(41.67%

) 6 (27.3

%)

10 (47.6%)

2 (25%)

4 (20%)

Azioni in Vendita/Capitale

sociale (media)

28.11% 24.83% 8.71% 42.74% 36.53% - 11.93% 16.59% 13.2% 19.06% 23.75% 27.21%

Fonte: Prospetti informativi Borsa italiana, elaborazione personale.

I dati mettono in evidenza che il 28% delle offerte pubbliche iniziali si è concentrato nei primi due anni, mentre dal 2008 al 2012 si è registrato un netto calo, a causa della crisi finanziaria generatasi negli Stati Uniti.

Questa tendenza negativa si inverte a partire dal 2013, in cui il numero di nuove quotazioni sale a 12, per poi attestarsi a 20 nel 2017. L’esame delle tipologie di offerte, invece, mostra una prevalenza, nel 2006 e nel 2007, di offerte in cui vengono sia emesse nuove azioni sia offerti titoli già esistenti, infatti la percentuale di OPVS realizzate, rispetto al numero totale di IPO, è pari nei due anni rispettivamente al 55% e al 70%. A partire dal 2008, invece, diventano prevalenti le OPS, la cui percentuale oscilla attorno al 60%, rappresentando il 48% del totale delle IPO del campione. Il numero di offerte in cui vengono vendute solo azioni esistenti rimane sempre basso, raggiungendo un valore massimo di quattro nel corso di un anno.

Questa categoria di offerte comprende cinque privatizzazioni realizzate da società controllate dal ministero dell’economia e della finanza17. L’ultima riga della colonna fa vedere la percentuale di azioni messe in vendita dagli azionisti esistenti, in relazione al capitale sociale pre-IPO. Tale valore passa dal 28.11% del 2006 al 27.21% del 2017, raggiungendo i valori più elevati nel 2009 e nel 2010, dove esso si attesta rispettivamente al 42.74% e al 36.53%, per poi diminuire all’11.93% nel 2012.

La tabella 44 suddivise le imprese in base al settore merceologico in cui operano, evidenziando una certa diversificazione delle attività, a testimonianza della varietà del contesto produttivo nazionale. Il comparto più rappresentativo è quello industriale, nel quale ha avuto luogo il 43% delle IPO del campione, mentre nel reparto energetico si sono realizzate solo 17 nuove quotazioni nel periodo considerato. Quest’ultime sono molto differenziate, infatti sono presenti sia società che operano con fonti di energia rinnovabile, ma anche imprese che producono elettricità e che gestiscono impianti elettrici. Le imprese high-tech, che si caratterizzano per l’alta intensità di ricerca e sviluppo e per l’elevato tasso di tecnologia incorporata18, rappresentano un fenomeno che ha avuto una grande crescita nel corso degli ultimi anni dell’analisi, infatti il 65% delle IPO di questo settore ha avuto luogo tra il 2014 e il 2017.

17 Le cinque PIPO effettuate dallo Stato nell’intervallo di tempo analizzato sono Ansaldo Sts (2006), Enel Green Power (2010), Rai Way (2014), Poste Italiane (2014) e Enav (2016).

18 L’OCSE classifica come high-tech le aziende operanti nei comparti farmaceutico, aerospaziale, medicale, strumentazione ottica e di precisione, tecnologie per l’informazione e la comunicazione, informatica, biotecnologie e nanotecnologie.

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Tabella 44: Età e mercato di appartenenza delle IPO realizzate nell’intervallo 2006-2017

Energia High-tech Industria Servizi

IPO 17 34 66 35

Età

-Media 9.43 11.19 21.14 16.71

-Mediana 6 12 14.5 14

Mercato

-MTA 5 8 35 12

- AIM-MAC 11 24 22 23

-Expandi 1 2 9 -

Fonte: Prospetti informativi Borsa italiana, elaborazione personale.

Le 35 aziende del settore Servizi tendono ad essere molto incentrate soprattutto su prodotti di tipo turistico, ma sono presenti anche imprese operanti nel campo della formazione e della consulenza in campo imprenditoriale. Il segmento di mercato in cui si è verificato il più alto numero di nuove quotazioni (80) è l’AIM Italia-MAC, che è il listino dedicato alle imprese di piccola e media dimensione, a conferma del fatto che le PMI rappresentano l’asse portante del tessuto economico e produttivo italiano. L’82% delle offerte pubbliche iniziali realizzate nel segmento Expandi, attivo da dicembre 2003 a dicembre 2008, ha riguardato le imprese industriali. Quest’ultime rappresentano la maggioranza anche nel mercato MTA, rivolto alle aziende di grandi dimensioni, nel quale il 58% delle IPO verificatesi su questo segmento è stato realizzato da questa categoria di società. Nel mercato AIM-MAC, al contrario, ha avuto luogo il 71% delle IPO delle società high-tech, il 65% di quelle del comparto energetico e il 66% di quelle del settore servizi. Una caratteristica peculiare delle offerte pubbliche iniziali facenti parte del campione è, in linea con le evidenze empiriche descritte nel primo capitolo, la quotazione in una fase matura della loro esistenza. Il numero medio di anni che separa la costituzione della società dalla quotazione, infatti, è pari a 16.59, mentre la mediana è pari a 12. Le imprese del comparto energetico sono quelle con l’età media più bassa (9.43), mentre le aziende industriali manifestano la tendenza a quotarsi in una fase più matura della loro esistenza (21.14). Il valor medio per le società high-tech e per quelle dei servizi, infine, è pari rispettivamente a 11.19 e a 16.71.

La tabella 45 contiene l’analisi relativa alle variabili che rappresentano le dimensioni dell’impresa, ovvero i ricavi, il numero di dipendenti e il totale dell’attivo, al fine di verificare l’evidenza empirica che il mercato borsistico italiano è formato in prevalenza da PMI. Le IPO del campione sono state classificate seguendo la definizione del DM del 14/4/2005, che recepisce le norme europee, raccogliendo i dati che fanno riferimento all’anno precedente la quotazione:

• microimprese: presentano un numero di dipendenti inferiore a 10, insieme o ad un fatturato o a un totale dell’attivo inferiore a 2 milioni di euro;

• piccole imprese: sono caratterizzate da un numero di dipendenti inferiore a 50, insieme o ad un fatturato o a un totale dell’attivo inferiore ai 10 milioni di euro;

• medie imprese: hanno un numero di dipendenti inferiore a 250, insieme o ad un fatturato inferiore ai 50 milioni di euro o a un totale dell’attivo inferiore ai 43 milioni di euro.

I risultati mostrano la prevalenza delle piccole e medie imprese, infatti il 67.11% delle società del campione è formato da PMI, mentre il numero delle grandi imprese è pari a cinquanta. Quest’ultime hanno superato le altre due categorie solamente nel biennio 2006-2007, nel quale si è concentrato più del 50% delle IPO di questa categoria di aziende, ma a partire dal 2008 le PMI sono aumentate gradualmente. Questo risultato conferma che il tessuto borsistico italiano è costituito in prevalenza da piccole e medie imprese.

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Tabella 45: Andamento storico della dimensione delle imprese facenti parte del campione, classificate in base al DM 14/4/2005

Anno Piccole imprese Medie imprese Grandi imprese

2006 1 9 10

2007 1 6 16

2008 2 3 -

2009 2 3 -

2010 4 1 4

2011 2 - 1

2012 1 2 1

2013 5 6 1

2014 13 6 3

2015 7 8 6

2016 2 4 2

2017 7 7 6

Totale 47 55 50

Fonte: Thomson Eikon, elaborazione personale