• Non ci sono risultati.

In Italia il castello, come lo possiamo con- siderare oggi, compare con le così dette in- vasioni barbariche, cioè all’indomani della caduta dell’impero Romano, e con l’av vento del feudalesimo.

Non che prima non esistessero fortifi cazioni o complessi difensivi: com’è noto essi rap- presentano una delle più istintive ed organiz- zate espressioni di ogni civiltà umana, anche la più primitiva.

Durante il Medioevo elemento essenziale e nodi dell’organizzazione territoriale erano rappresentati dalla Pieve e dal Castello. Cen- tro di potere economico e politico, quest’ul- timo si caratterizzò fi sicamente per la sua ubicazione, prevalentemente di altura, e per l’esistenza di una cinta muraria, nata per esi- genze di difesa, ma anche come espressione della separazione e sovrapposizione al terri-

torio.1 Questo particolare tipo di insediamen-

to, indicato con il nome di castrum o castel-

lum si diffuse rapidamente nel territorio.

Prima di affrontare l’argomento dell’incastel- lamento è necessario fare alcune precisazioni i limiti ed i caratteri delle sue strutture fi siche cercando di dare delle defi nizioni che possa- no mettere in luce il signifi cato dei termini spesso usati come sinonimi tra loro ma che in realtà differiscono anche profondamente nel signifi cato vero della parola.

Il termine castello è la traduzione in lingua italiana del latino castellum, diminutivo di

castrum; mentre il plurale castra signifi ca

accampamento, castrum equivale appunto ai nostri castelli. Tuttavia non è evidente la differenza tra i due termini e solo con una certa approssimazione si può asserire che

castellum sia riferibile ad una costruzione di

minor mole ed importanza rispetto all’altro; possiamo intendere quindi per castello un edifi cio fortifi cato, con torri e mura, atto a di- fendere la persona e la residenza di un nobile o comun que di una autorità riconosciuta con tutta la sua corte.

In Europa il termine castello è tradotto con termini vicini a quello latino ma assume tal- volta signifi cati diversi e più ampi.

I francesi hanno il vocabolo chateau, etimo- logicamente uguale all’Italiano castello, ma

che seman ticamente ne differisce per una

maggiore ampiezza di signifi cato.

Con il termine francese vengono indicate an- che semplici abitazioni signorili isolate nella campagna, o contornate da case rurali, sia di origine medievale, sia di costruzione recente e relativamente recente quali le ville.

I tedeschi hanno un termine schloss, che ha signifi cato analogo a quello del vocabolo francese. Gli inglesi hanno castle, etimolo- gicamente uguale ai vocaboli francese ed italiano, usato per indicare una costruzione signorile fortifi cata, ma che viene adoperato

6D-Bini.indd 41

Aspetti dell’incastellamento Europeo e Mediterraneo Marco Bini - Uni Fi- Dip.Prog.- binima@unifi .it

42

anche per importanti ville dell’Ottocento ge- neralmente in stile medievale.

In Italia non sempre si da uguale signifi cato al termine castello. In Piemonte ha un valore più ampio e si applica, oltre che a costruzioni fortifi cate di origine medievale, anche a ville del sei e settecento di notevole importanza, specialmente nel caso si tratti di ville reali. In Lombardia il termine di castello assume di solito un signifi cato più ristretto e di rego- la viene riservato alle costruzioni fortifi cate medievali, anche se trasformate. Nel Veneto il vocabolo ha pure normalmente un valore ristretto, come in Lombardia. In Toscana tor- na ad avere un signifi cato più ampio: alcune ville del Cinque e Seicento, di rilevanti pro- porzioni, specialmente se appartenute alla fa-

miglia granducale, sono dette castelli.2

Affi ni al termine castello abbiamo anche i ter- mini: roccaforte (più recente di rocca pur con signifi cato parallelo in quanto serve ad indi- care una intera città fortifi cata); cittadella, fortezza nella città, o vicina; forte e fortezza, frequentemente usati dal XVIII secolo in poi, da quando col primo si è voluto indicare un edifi cio esclusivamente militare e nettamente distinto dalla cittadella, mentre col secondo, costituito anche di bastioni, è fabbricato sulle pianure, riviere o alture, ma sempre lontano

dalle piazze. 3 Col termine di fortezza s’in-

tende più particolarmente un apprestamento militare più ampio della rocca, in quanto con- tiene quartieri per un buon numero di milizie,

artiglierie, munizioni, ecc. 4Di uso assai più

raro il termine di maniero e anche maniere, nell’accezione con cui i francesi indicano, in particolare, la casa-forte signorile di campa- gna, mentre nella nostra accezione servì in

passato ad indicare il castello di minore im- portanza, un edifi cio per solito privo di torri. Un altro termine che frequentemente si in- contra nella documentazione d’archivio è

castellare, che in passato signifi cò il territo-

rio sottoposto al castello, per poi assumere il signifi cato di castello in rovina.5

Il Medioevo ci ha lasciato una quantità dav- vero considerevole di documentazioni archi- tettoniche ed urbanistiche, al punto da con- siderare la nostra epoca se non altro nella disposizione urbanistica della maggior parte dei nostri territori e città. In questo quadro il castello ha sempre obbedito ad una pratica esigenza di funzio nalità militare e politica.6

Inizialmente il castrum nacque come villag- gio fortifi cato. Purtroppo al momento non sono state rinvenute tracce materiali di edifi - ci databili con certezza ad un periodo prece- dente l’XI secolo, in quanto le poche località attestate dalle fonti anteriormente al mille hanno avuto continuità di vita fi no ai nostri giorni subendo però profonde ed ampie mo- difi cazioni.

Le origini dei castelli, anche quando que- sti presentano caratteristiche analoghe nelle strutture sociali ed urbanistiche, hanno spes- so motivi assai diversi, e vanno ricercate in periodi storici talvolta lontani gli uni dagli al- tri. Infatti il fenomeno generale della nascita degli insediamenti rurali fortifi cati è stretta- mente legato alle vicende politiche e all’or- ganizzazione sociale dell’Europa medievale e non si può ricondurre ad un’unica causa

specifi ca, né ad un’unica data.7

Se parliamo della situazione italiana e toscana in particolare, possiamo sinteticamente indi- care tre categorie di castelli: quelli che hanno

avuto origine dalla fortifi cazione del sistema difensivo romano-bizantino, con popolazio-

ne esclusivamente militare;8 quelli sorti nei

pressi di torri di vedetta longobarde il cui ri- cordo è conservato nei toponimi derivati da termini appunto longobardi; quelli fondati ex novo o originati dalla fortifi cazione di curtes e villaggi preesistenti, sotto la minaccia delle

invasioni barbariche.9

II grande sviluppo di questi castelli, come forma peculiare dell’organizzazione territo- riale del contado e di insediamento umano nel territorio fi orentino, risale alla fi ne del IX secolo per svilupparsi poi nel X.

Questo tipo di insediamento, rivolto origi- nariamente alla difesa dai nemici, diventa un elemento essenziale nell’organizzazione politico-territoriale dell’età feudale; tutto ciò è testimoniato dal gran numero di documenti che dal XI al XIV sec. mostrano l’esistenza e la fondazione di nuovi castra anche quando ormai era cessato il pericolo delle invasioni. Analizzando il fenomeno dell’incastella- mento delle campagne va messo in evidenza il legame che unì lo sviluppo dei castra con la crisi che investiva le istituzioni del potere centrale. Per cui anche se un vasto numero di castelli era nato per necessità militari di difesa, va evidenziato come una gran par- te di questi si fosse innestata su organismi territoriali preesistenti che risalivano all’età romana o addirittura preromana, e che molti erano sorti da un’incastellatura di villaggi già esistenti. E’ proprio grazie allo stretto rappor- to tra questi due organismi (castrum e curtis) che si sviluppò il distretto castellano come unità territoriale predominante nell’organiz- zazione delle campagne nei secoli successivi.

6D-Bini.indd 42

Arezzo – Civitella in Valdichiana giugno 2006 Castelli e incastellamento tra Toscana, Italia, Europa e Medioriente

43

Nello specifi co della realtà Toscana si può presumere, comunque, che la diffusione del dominio vescovile, particolarmente nel XIII secolo, fosse legata alla volontà di Firenze di annettere nuovi tenitori, pur non avendo- ne titolo dal punto di vista istituzionale, ed esautorare importanti famiglie quali ad esem- pio i conti Guidi, possessori del castello di Centina, posto proprio di fronte a quello di

Civitella a guardia della Val d’Ambra. 9

Le condizioni giuridico-sociali degli abitanti del contado nel corso del medioevo mutava- no da zona a zona, da castello a castello e su queste infl uivano notevolmente le condizioni stipulate all’atto della fondazione a seconda che gli abitanti avessero collaborato con il si- gnore alla costruzione del castello stesso, op- pure vi si fossero rifugiati pur non avendo in alcun modo preso parte alla sua costruzione. Le condizioni degli abitanti erano estre- mamente varie anche all’interno di ciascun castello; vi troviamo non solo coloni dipen- denti, piccoli proprietari, enfi teuti ma anche artigiani, la cui presenza viene testimoniata dall’esistenza di fabbriche e offi cine, e da piccoli commercianti.

All’interno dei castelli poteva risiedere un si- gnore o un suo rappresentante con il compito di riscuotere i censi e le prestazioni dovute. La difesa dei castra era affi data agli abitanti dei castelli stessi o a quelli dei distretti. La fondazione di un castello, in una determi- nata area piuttosto che in un’altra, non era de- terminata esclusivamente da motivi di ordine strategico; infatti, oltre all’attenzione per la difendibilità del luogo, veniva valutata la fer- tilità delle terre nelle immediate vicinanze, terre che dovevano provvedere al sostenta-

mento di tutti gli abitanti dell’insediamento e senza le quali quindi il castello non aveva possibilità di sopravvivere. Questo spiega la distribuzione eterogenea di insediamenti for- tifi cati nel territorio.

Generalmente la collocazione più diffusa è quella sulle pendici dei monti, soprattutto dove i rilievi sono più dolci e più modesti, seguendo l’andamento delle vallate.

La posizione topografi ca preferenziale dei castelli è quella di altura, sulla cima di col- line o di crinali, o su sproni o contrafforti discendenti da rilievi più alti. Molti castelli nacquero dalle fortifi cazioni di villaggi pre- esistenti o comunque si svilupparono intor- no ad una località già abitata; la continuità di questi insediamenti ci è dimostrata oltre che dai reperti archeologici, anche e soprattutto

dalla toponomastica. 10

A partire dall’XI secolo, a causa dell’esplo- sione demografi ca, si assistette alla moltipli- cazione di questo tipo di insediamenti. L’in- sediamento e la fondazione di questa nuova tipologia abitativa non rappresentò una vera e propria novità, poiché non differiva sostan- zialmente dalla presa di possesso del territo- rio tipica delle popolazioni rurali.

Solo con i cambiamenti delle forme di orga- nizzazione agraria, quindi con la scomparsa della piccola proprietà contadina e con la na- scita della mezzadria e del podere come unità di produzione agricola, si ha il tramonto di questo tipo di insediamento.

Importante sottolineare inoltre il fatto che il posizionamento dei castelli sul territorio rara- mente superava i 600 metri di altitudine, che è poi anche il limite massimo per la coltiva- zione della vite e dell’ulivo, produzione fon-

damentale per una economia essenzialmente agricola. Questo è un altro elemento che pone in evidenza come i castelli fossero sostan- zialmente destinati ad essere centro stabile di vita per una popolazione rurale più che luogo d’armi e casa di soldati.

L’insediamento d’altura, nonostante si pos- sa pensare il contrario, non era un ostacolo all’attività agricola. La proprietà era talmente frazionata che i campi di dimensioni ridot- tissime potevano essere collocati anche su pendii scoscesi; vi era inoltre il vantaggio che dall’ alto del castello si potevano controllare e quindi coltivare più versanti. Altro motivo di questa collocazione era l’estrema vicinan- za a boschi e fonti. Il bosco d’alto fusto, che viene spesso ricordato nei documenti, era importantissimo per la produzione del legno, indispensabile sia per le costruzioni, sia per la combustione; il pozzo e la fonte, quando non si trovavano all’interno del castello erano perlomeno nelle immediate vicinanze. Così come gli insediamenti anche la viabili- tà era di crinale: valli e pianure erano infatti per la maggior parte ancora paludose e insa- lubri.11

Lo spostamento a valle degli insediamenti di altura va messo in relazione soprattutto alla bonifi ca delle valli e delle pianure e ancor più allo sviluppo del commercio.

Col progredire dell’economia di scambio, alla fi ne del XIII secolo, i mercatali, che si trovavano lungo le vie di comunicazione ai piedi dei castelli, attirarono ed assorbirono la popolazione degli insediamenti più elevati fi no a diventare essi stessi i centri abitati di maggiore importanza.

Fonti documentarie testimoniano la scompar-

6D-Bini.indd 43

Aspetti dell’incastellamento Europeo e Mediterraneo Marco Bini - Uni Fi- Dip.Prog.- binima@unifi .it

44

sa o la trasformazione dei castelli; un nume- ro consistente di castra, attaccati e distrutti dal comune di Firenze, persero il carattere di insediamenti fortifi cati, trasformandosi in villaggi aperti; spesso, infatti, gli assalti non causavano la defi nitiva scomparsa dell’inse- diamento in sé, ma piuttosto determinavano la distruzione delle fortifi cazioni e l’assog- gettamento politico dei signori del castello al

comune di Firenze.12

Un’ulteriore fenomeno da mettere in relazio- ne all’abbandono o alla scomparsa di questi è quello delle forti regressioni demografi che ma ancor più determinante fu lo sviluppo del- la mezzadria, nuova forma di organizzazio- ne agraria per la quale proprietario terriero e agricoltore si associavano nella coltivazione di un podere per dividerne poi i prodotti. Caratteristica di questo rapporto era la resi- denza sta bile della famiglia mezzadrile sul territorio; nacquero così le case coloniche che andarono ad occupare la campagna a danno dei castelli che basavano la loro sopravviven-

za sulla frantumazione della proprietà.13

Si è spesso tentata una classifi cazione delle strutture urbanistiche medievali, che però si limita sempre ad indicazioni molto gene- riche. Una classifi cazione tipologica della struttura basata sull’ analisi degli elementi urbani veri e propri, ma anche sugli assetti sociali dell’insediamento, distingue tre tipi di

castra:14

- Castrum omogeneo, caratterizzato dall’as- soluta mancanza di emergenze, spesso villa aperta, abitato da una unica classe di piccoli allodieri-coltivatori più o meno liberi;

- Castelli residenza feudale, caratterizzati dal- la contrapposizione di un tessuto residenziale

omogeneo e di un polo emergente, la rocca o residenza feudale;

- Castelli con cassero, individuato dall’usur- pazione del castello e dalla successiva co- struzione del cassero e della torre da parte del

dominus loci.

La costruzione della torre o del cassero divie- ne espressione di un predominio, simbolo del diritto del signore di esigere obblighi ed oneri dagli abitanti e introduce a livello sociale un rapporto tra dominanti a dominati.

Piccoli villaggi, costituiti per la maggior par- te da poche case fortifi cate, la cui disposizio- ne dipendeva dalla situazione topografi ca, i castelli presentavano una pianta solitamente concentrica. L’andamento planimetrico ovoi- dale dell’impianto, molto comune, era deter- minato dall’orografi a del territorio.

Elementi essenziali del castrum erano le mura e il fossato. La cinta muraria poteva avere diverse estensioni; si hanno esempi di mura estremamente vaste, che potevano cin- gere addirittura un intero colle e raggiungere la lunghezza di diverse centinaia di metri ed altri esempi in cui le mura raggiungevano al massimo la lunghezza di qualche decina di metri. Anche la forma delle mura era varia- bile e questo per diversi motivi, uno dei più evidenti è che queste, disponendosi lungo la sommità di un poggio ne seguivano la con- formazione del territorio.

Se un castello nasceva dalla fortifi cazione di un nucleo abitato preesistente, il più delle volte gli abitanti si limitavano a rafforzare i muri esterni delle case, così che la forma del- la cerchia muraria risultava molto irregolare. Nel caso in cui, invece, le mura si presentino ancora oggi svincolate dalla disposizione del-

le case all’interno del castello e con un dise- gno geometrico regolare, si presuppone che questo sia stato fondato ex novo e che abbia avuto una funzione preminentemente milita- re.

Dalle fonti documentarie si ricavano rara- mente notizie sulle dimensioni e la forma delle mura; non si ha quasi mai testimonianza di merli e di altri attrezzi atti alla difesa. Qualcosa di più sappiamo sui materiali, ri- guardo ai quali possiamo dire che quasi sem- pre veniva usata la pietra o altri materiali re- periti sul luogo.

La cura e la manutenzione delle mura era af- fi data al signore del castello, che a sua volta imponeva le varie mansioni ai suoi dipenden- ti. Una costante è riscontrabile nel fatto che nelle mura fossero aperte porte di varia di- mensione e numero a seconda della posizio- ne geografi ca e della grandezza del castello. Un insediamento posto sulla sommità di un poggio con una unica possibilità di accesso presentava una sola porta, se invece era col- locato su dolci rilievi o in pianura, le aperture potevano essere molto più numerose, ma co- munque legate alle vie di accesso possibili. Elemento sempre presente nei castelli, ecce- zione fatta per quelli posti su sproni molto scoscesi, è il fossato.

Il terreno compreso tra le mura ed il fossa- to, o immediatamente adiacente a questo, era

detto carbonaia.15 In origine il termine dove-

va indicare solo il fossato; successivamente il suo signifi cato si estese a comprendere tutto il terreno circostante il castello.

Da una prima analisi possiamo dire che la di- sposizione degli edifi ci interni alle mura non seguiva uno schema prefi ssato, ma variava a

6D-Bini.indd 44

Arezzo – Civitella in Valdichiana giugno 2006 Castelli e incastellamento tra Toscana, Italia, Europa e Medioriente

45

seconda della morfologia del territorio occu- pato dal castello, ma soprattutto dalle dimen- sioni dell’insediamento.

Fonti testimoniano inoltre che le tipologie abitative erano varie: il castello poteva es- sere costituito essenzialmente dalle case dei coltivatori dipendenti oppure presentare un cassero o una serie di strutture edilizie emer- genti, quali torri e palazzi. Il vicino castello di

Montecchio Vesponi ne è un tipico esempio.16

Il termine cassero, poteva indicare un com- plesso di edifi ci (torri e palazzi a loro volta fortifi cati assieme ad edifi ci minori), o un solo palazzo-torre, che in certi casi poteva coinci-

dere con il nucleo originario privato attorno al quale si era sviluppato il castello. Spesso nasceva dall’ accentramento della proprietà dell’area centrale del castello nelle mani di un singolo (il cassero rappresenta comunque un’unità residenziale fortifi cata costruita dal- la famiglia emergente).

Le abitazioni dei lavoratori, presenti in gran- de quantità, dovevano avere dimensioni mol- to modeste; per la loro realizzazione veniva- no usati i materiali più vari.

La maggior parte erano costruite in pietra (il contadino stesso cavava e metteva in opera la pietra), ma all’interno delle abitazioni veniva fatto uso anche del legno sia per le impalcatu- re interne che per il tetto; altri erano costruiti in mattoni non cotti o addirittura anche solo in legno, per edifi ci minori che i documenti denominano capanne, i quali avevano la fun- zione di rimessa agricola, ma che in caso di

necessità potevano essere anche abitate. 17

Mentre la Pieve si trovava nella campagna vi- cina, pressoché costante era la presenza all’in- terno delle mura di una chiesa. Quest’ultima non aveva una posizione obbligata all’interno del castello; in alcuni casi infatti la troviamo ubicata centralmente rispetto all’insediamen-

to e con affaccio sulla piazza principale, men- tre in altri poteva trovarsi in posizione decen- trata; a volte poteva trovarsi immediatamente fuori dalla cerchia muraria.

Outline

Documenti correlati