Il territorio trattato è quello della Langa Ce- bana caratterizzata dall’incontro delle Alpi con l’Appennino al sud dell’attuale Piemon- te; l’abitato di Sale San Giovanni posto su una collina appare ben conservato con un patrimonio storico non indifferente. Trovia- mo la presenza della colonizzazione romana con steli funerarie del II e III secolo D.C. conservate nel palazzo comunale. Per queste presenze non possiamo escludere che alla base del castello vi sia un piccolo Castrum, successivamente fu colonizzato dai Liguri, risalgono infatti a quel periodo le numerose torri di segnalazione che ancor oggi caratte- rizzano i villaggi delle Langhe.
Nel 900 i territori della Langa vengono defi - niti pievi caratterizzate da chiese – per Sale abbiamo quella di S. Giovanni – che sosti- tuivano le strutture amministrative Romane. Le prime testimonianze d’archivio di Sale risalgono al 998 con atto di donazione dei territori da parte di Ottone III al vescovo di Ravenna.
Nel 1100 vengono a far parte dei marchesi di Savona che inseguito furono nominati Mar-
chesi di Ceva; per far coalizione contro i suoi
nemici Giorgio il Nano dovette cedere alcuni dei suoi tenimenti ad Asti e, nel 1300, vi è un lascito nel quale si descrive che non verran- no ceduti il castello e gli uomini di Sale. Con la fi ne del 1300 consideriamo concluso l’incastellamento, le nuove forme di control-
lo di tipo territoriale fan sì che i centri di di- fesa assumessero anche signifi cato simbolico oltre che di guarnigione, che si esprime nella facoltà di mettere un castellano detentore di un luogo anche se in subordine di Signoria che doveva i censiti bannali al Marchese e dove i villici all’occorrenza divenivano uo-
mini d’arme al servizio del marchesato.
Solo nel 1531 il Marchesato di Ceva ed Asti furono ceduti dall’impero di Carlo V ai Sa- voia possessori del contado di Nizza dove passava la via del sale elemento essenziale nel Medio Evo per la conservazione dei cibi e la concia delle pelli, mentre il passo del Tenda con la neve veniva chiuso, il sale pas- sa per Ceva attraverso la Val Bormida. Queste vie del sale erano vere e proprie ar- terie stradali, dove transitavano olio, vino, carne, pesce, ferro grezzo e tessuti preziosi, nonché mercanti e soldati.
Tali eventi fecero si che le torri divenne- ro fortifi cazioni generalmente in pietra, poi castelli nobiliari che si proposero come una rete di incastellamento a difesa del territorio, con posizione strategiche che consentivano collegamenti rapidi e sicuri lungo antichi percorsi che seguivano il corso dei fi umi. Nel XVII secolo l’alta Val Bormida a causa delle continue guerre, fu transito di truppe, perciò vi furono saccheggiamenti che im- poverirono il territorio; solo con la pace dei Pirenei del 1659 il territorio venne reso li- bero dall’egemonia spagnola e venne eretta la strada della Beretta che consentiva l’uso delle carrozze.
Con il seguire della storia d’Europa vi furo- no vari domini fi no al 1796 quando vi fu la presenza nei territori delle truppe napoleoni-
17D-Fabris.indd 125
Aspetti dell’incastellamento Europeo e Mediterraneo Fabris Nadia - [email protected]
126
che che sfruttarono la posizione geografi ca eccezionale e con la battaglia di Montenot- te contro gli Austriaci, resero rotabili nuove strade di fondo valle e diedero impulso a nuovi commerci nella zona.
Il Castello di Sale San Giovanni, risalente ai secolo XI – XII, per tre secoli dei marchesi d’Incisa di Camerana, è quello appartenuto a mons. Anastasio Germonio, arcivescovo di Tarantasca, scrittore latino e valente diplo- matico, morto nel 1627 a Madrid dove era ambasciatore di Carlo Emanuele I alla corte di Filippo III e sepolto nel convento di San Gerolamo all’Escuriale. Erede del patrimo- nio dello zio, la nipote Anna Cristina lo portò in dote al conte Paolo d’Incisa di Camerana e Gottasecca che aggiunse al suo titolo quello di marchese ed al cognome quello di Germa- nio. Sicuramente ciò che rimane del XI seco- lo sono la torre e una parte delle cinta mura- ria usata per il ricovero di armi ed il controllo della valle sottostante, ciò è confermato da antiche rappresentazioni dove la torre emer- ge mentre ora è inglobata nell’ampliamento seicentesco. Eretto in posizione strategica sopra un alto poggio, difeso naturalmente
per tre parti da scoscesi dirupi all’esterno è circondato da un ampio muro e domina dall’alto in felicissima posizione panorami- ca; a settentrione comprende anche il parco e l’entrata principale, un tempo rivolta a nord e munita di ponte levatoio, introduce in un locale antistante che era adibito al corpo di guardia.
All’esterno tre cortili mentre un viale cen- trale immette al fabbricato tramite un porta- le esterno nelle mura di epoche recenti 700 circa; attraverso una grande porta si accede alla scala monumentale che conduce al piano superiore dove si trova il salone centrale del Castello (Salone degli Alerami), tutto deco- rato a stucchi e affreschi, un camino con de- corati gli stemmi alemarici, con
di fronte una piccola cappella attraverso la quale si passa ad una loggia vetrata che apre belle vedute sulla valle.
Nei secoli diverse volte il maniero è stato trasformato, fi no all’attuale sistemazione ri- salente al 1820 a cura del Marchese Gaetano Incisa. La parte rivolta a nord-est sicuramen- te è databile a prima del 1400. La proprietà del manufatto, divenuta privata nel 1954, ne
consente solo occasionalmente le visite in- terne.
Il maniero è privo di mobilio antico, resta solo il monumentale camino nel salone con gli stemmi di casata e di fronte una piccola cappella ricavata con un’apertura sulla pare- te ed un tempo chiusa con due porte ad anta di notevole bellezza.
Bibliografi a
P.A. FERRO, Sale San Giovanni Sale Langhe, memorie storiche dall’epoca romana ai giorni nostri, Tipografi a la Poligrafi ca, Cuneo 1977.
A. SETTIA, Castelli e villaggi nell’Italia padana. Popo- lamento, potere e sicurezza fra il IX e il XIII secolo, Liguori, Napoli 1984.
Aristocrazia d’uffi cio e sviluppo di poteri signorili nel Piemonte sud-occidentale (secoli XI-XII ), sta in Studi medievali, 3a serie, XXXV (1994), pp. 577-627. C. PALMAS, Castelli medievali e loro trasformazione in dimore gentilizie sta in Cultura castellana (Atti del corso 1994), Istituto Italiano dei castelli, 1995, pp. 117- 123.
Fig. 5
Vista dal cortile interno Fig. 6
Vista d’insieme del castello
17D-Fabris.indd 126
Arezzo – Civitella in Valdichiana giugno 2006 Vila do Porto in the Island of Santa Maria, Azores – an extreme medieval urban settlement in the Atlantic Ocean
127
Aspetti dell’incastellamento Europeo e Mediterraneo
José Manuel Fernandes - Architect Faculty of Architecture of Lisbon Portual - e-mail: [email protected]