Aspetti dell’incastellamento Europeo e Mediterraneo
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Fig. 1
Ricostruzione della linea di costa in epoca ellenico-romana e localizza- zione dell’abitato.
Le fortifi cazioni di Durazzo.
Abstract
The research project on the topographic and architectural survey of the Roman amphithe- atre in Durres has now resulted in an on-going international project: its fi rst stage however was the survey of the urban background. On one side, this survey was vital to suggest the guide lines for the new archaeological exca- vations that are discovering completely new parts of the amphitheatre incorporated into the urban structure, on the other side it was meant to explain the relationship between this monument and the Byzantine walls close to it. The Roman amphitheatre is located in the north west of Durres that is in the oldest part of the city : the limits of this area are the fortifi ed walls of the ottoman city built in the XVIth century and the fortress above the arena.
The perimeter of the ottoman city is clearly marked in the present road structure and re- presents the maximum decrease in the urban area : the area of the imperial city as well, that extended from the inner plain to the sea, had become smaller in the Byzantine era when a chapel was made within the amphitheatre oc- cupying the farthest inner part of the tunnel along the minor axis (west side).
The defence walls incorporate the south west wall of the Byzantine city and spread fan-like in an angle of 45 degrees under the corner towers of the castle. The defence walls are extremely close to the few ruins of the am-
phitheatre’s outer wall. Towards the sea, a road now runs where the walls used to be and had a very irregular direction giving the city eastern boundaries a hollow shape.
Therefore, the position of the outer façade of the amphitheatre that recent excavations are trying to draw more precisely, seems to be tangent to the later Byzantine walls : it is pos- sible that what was left of the Roman struc- ture within the fortifi cations was then incor- porated in the amphitheatre that changed its function for defensive purposes.
Le mura delle città sono il punto di partenza ideale per capire l’evoluzione di una città sia dal punto di vista morfologico che da quello cronologico, essendo sempre state il segnaco- lo della sua esistenza, della sua consistenza e presenza dinamica.
Sono le mura a dare signifi cato allo spazio da esse racchiuso: scindendo un dentro da un fuori ci consentono di stabilire, anche a distanza di molti secoli, ciò che in un deter- minato periodo storico era o non era città. Lo spazio si arricchisce di signifi cato e diventa urbano o non urbano, abitato o disabitato. Alla luce di queste considerazioni iniziali è interessante analizzare le mura e le fortifi - cazioni di epoche diverse ancora presenti e inglobate nel tessuto urbano di Durazzo, al fi ne di comprenderne la sua lunghissima e complessa evoluzione storica, fatta di forti espansioni e contrazioni.
Durazzo, l’antica Epidamnos greca, è sempre stata fi n dal I sec. a.C. un importante porto commerciale in cui transitavano prodotti gre- ci e merci illiriche.
Dalla conquista romana del 168 a.C. la città divenne colonia con il nome di Dyrrachium
ed il suo sviluppo ricevette un fortissimo impulso divenendo uno dei principali porti di collegamento tra l’Italia e l’area balcani- ca fi n dalla tarda età repubblicana. Proprio da Dyrrachium partiva uno dei due rami di quella importante via di comunicazione verso Bisanzio, la via Egnatia. Durazzo fu proba- bilmente preferita rispetto ad Apollonia, altra città più a sud, per il suo porto ampio e si- curo. L’aspetto della costa in epoca romana doveva essere infatti molto diverso da quel- lo attuale: l’abitato romano, ed ancor prima
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Fig. 2
Planimetria di Durazzo con la loca- lizzazione delle mura bizantine e del- le mura ottomane.
Fig. 3
Terza torre del tratto sud-ovest di mura bizantine vista del lato sud.
greco, era situato a nord di quello attuale su una stretta penisola lunga circa 7 km separata dalla terra ferma da una profonda lingua di mare progressivamente trasformatasi in palu- de e quindi defi nitivamente interratasi come oggi la vediamo. Se la città romana si esten- deva a nord di quella attuale adagiandosi sul fi anco della collina che ne separava il porto dal mare, l’anfi teatro, traccia più importante ed evidente del passato romano, sorgeva alla sua periferia sud (fi g.1).
Il progressivo insabbiamento del porto ne ha comportato un inevitabile decadimento già in età tardo-repubblicana e quindi si rileva un graduale abbandono dell’abitato greco–elle- nistico orbitante sulla laguna interna ed uno spostamento delle principali strutture urbane sempre più a sud in aree direttamente affac- ciate al mare.
La città bizantina venne così a trovarsi più a sud rispetto a quello che era il baricentro della città ellenistica, in quelle aree perife- riche della città imperiale che ospitavano le terme e l’anfi teatro. Il riavvicinarsi ad un mare navigabile e quindi l’allontanarsi dalla vecchia laguna, ormai palude, se da un lato aveva portato a ritrovare un approdo per le navi, dall’altro aveva fatto nascere l’esigenza di proteggere la città, non più naturalmente difesa dalla montagna.
Fu tra la fi ne del IV e l’inizio del V secolo che l’imperatore Anastasio fece erigere possenti mura attorno alla città. Solo parte delle aree occupate dalla precedente città romana ven- gono incluse all’interno di questo imponente sistema di fortifi cazioni. Il processo di spo- stamento a sud della città ha infatti portato anche un progressivo suo ridimensionamen-
to, che la portò ad occupare quasi la metà del- la superfi cie in epoca bizantina ed un settimo durante la seguente età ottomana.
Sulla base degli studi condotti già agli inizi del secolo scorso da L. Ray (1925), primo a redigere uno studio dettagliato delle mura, lavoro poi sviluppato da G. Karaiskaj e A. Bae, è possibile ipotizzare il tracciato com- pleto della cinta muraria bizantina che fu in gran parte smantellata durante il dominio tur- co. (Fig.2).
Oggi è ancora visibile un lungo tratto di mura (490 m) a sud-ovest, tangente all’anfi teatro, con quattro torri, e un altro piccolo tratto a sud-est, che corre parallelamente alla costa
ed al porto, oltre qualche frammento di mura a livello del terreno in direzione nord-ovest. Un’altra porzione di mura, ancora visibile subito a nord dell’anfi teatro, è quella costru- ita dai turchi dopo la conquista della città nel 1502; Questa si connette alle mura di epoca precedente, a nord ovest dell’anfi teatro attra- verso una fortezza, di cui sono ancora pre- senti tre delle quattro torri angolari, e ad est innestandosi direttamente nelle mura bizan- tine chiudendo una porzione estremamente ridotta di territorio urbano a formare l’abi- tato ottomano. Questa importante riduzione nell’estensione della città ottomana, indotta da molteplici fattori geografi ci economici e politici, che considereremo meglio in segui- to non è comunque da imputare ad un evento singolo ed unitario ma piuttosto ad una serie di costruzioni e ricostruzioni successive av- venute durante gran parte della prima metà del secondo millennio A.D.
Analizzando nel dettaglio la porzione di mura bizantine meglio conservata, quella che corre a sud ovest dell’anfi teatro romano, notiamo che le quattro torri (di cui quella più a nord crollata) sorgono ad una distanza di 62-64
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Fig. 4
Il tratto di mura bizantine a sud-ovest dell’anfi teatro romano.
Fig. 5
Porta collocata a metà tra due torri nel tratto sud-ovest di mura bizantine. Fig. 6
Porta realizzata attraverso la demoli- zione di una delle torri.
metri una dall’altra. Vi è anche una quin- ta torre a sud, più vicina al mare, chiamata Torre Veneziana, con forma circolare ed ri- vestimento in pietra chiara; essa tuttavia non è unita al resto delle mura e sembra essere di epoca posteriore anche se probabilmente co- struita su una precedente torre romana. Le altre tre torri (Fig.3) presentano oggi for- ma quadrangolare frutto della loro trasfor- mazione in veri e propri bastioni avvenuta presumibilmente in epoca pietra. Il muro vero e proprio che congiunge le torri pre- cedentemente descritte raggiunge in alcuni punti l’altezza di 9 metri; caratteristica più evidente è la sua costruzione interamene in mattoni e non come spesso avveniva attraver-
so la realizzazione di un doppio muro riempi- to all’interno con materiali di scarto o pietra (Fig. 4). Questo testimonia un intervento di notevole prestigio dato il considerevole va- lore economico sicuramente assunto da tali lavori e quindi la grande importanza data alla fortifi cazione della città sia dal punto di vista strategico che estetico.
In tutto questo muro lo spessore della malta tra i corsi orizzontali dei mattoni, 6 cm, è su- periore allo spessore stesso dei mattoni, 5 cm;
tale caratteristica tipica delle fortifi cazione e delle costruzioni di epoca bizantina ne con- sente una prima immediata collocazione tem- porale. Più complessa invece risulta una data- zione precisa: fi n ora queste mura sono datate intorno all’inizio del VI secolo, periodo in cui l’imperatore Anastasio fece costruire vari importanti edifi ci pubblici per la città. Questa datazione si basa essenzialmente sui frequen- ti ritrovamenti di monogrammi dell’impera- tore stesso sui mattoni delle mura oltre che di vari simboli cristiani quali croci, rami d’ulivo e delfi ni (Zheku 1972). Se la realizzazione di un impianto murario così dispendioso era sicuramente alla portata dell’impero di Ana- stasio, considerando queste opere di fortifi ca- zione in un contesto più ampio, ossia quello delle città importanti sulla Via Egnatia quali Tessalonicco e Costantinopoli, A. Gutteridge, H. Hoti e R. Hurst suggeriscono come possi- bile una datazione leggermente anteriore che porterebbe la loro prima realizzazione alla prima metà del V sec.
Tornando all’analisi di questo lungo tratto di muro possiamo rilevare che in esso sono presenti due importanti bucature: la prima è una piccola porta di attraversamento colloca- ta a metà tra due torri nel punto in cui il corso
delle mura arriva ad essere tangente all’anfi - teatro (Fig.5), la seconda, che si colloca im- mediatamente a nord del punto di tangenza tra anfi teatro e mura, invece è una vera e pro- pria breccia ottenuta dalla demolizione di una delle torri, effettuata probabilmente in epoca successiva, quando la funzione difensiva del- le mura era ormai terminata, per consentire un più facile accesso al mare da parte di tutta quell’area urbana rimasta chiusa e mal servita dai percorsi urbani (Fig.6).
La presenza di questi due punti di attraversa- mento del muro offre lo spunto per indagare il rapporto tra le strutture di fortifi cazione e
l’anfi teatro romano, ad esse sicuramente pre- cedente, ma in probabile disuso. Tra il monu- mento romano e le muro oggi esiste un pas- saggio transitabile ma estremamente ridotto: la sua larghezza nel punto minimo è inferiore hai 3 metri. Gli scavi archeologici tuttora in corso non hanno ancora individuato tracce certe della facciata
del monumento romano, ma studi condotti sulla sua geometria e sul suo impianto strut- turale la collocano esternamente all’attuale ovale di delimitazione dell’anfi teatro e quin- di sotto le mura stesse almeno nel punto di
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Fig. 7
L’anfi teatro romano. Fig. 8
Il tratto di mura ottomane a nord dell’anfi teatro.
Fig. 9
Una delle torri inglobate nella fortez- za ottomana.
tangenza delle due strutture.
Questo fa supporre un inglobamento di ciò che restava della struttura romana all’interno del sistema delle fortifi cazioni e quindi una
prima rifunzionalizzazione dell’anfi teatro a scopo difensivo (Fig.7). La presenza della porta di attraversamento, la cui realizzazione non sembra posteriore a quella del muro, con- ferma questa ipotesi di inglobamento dell’an- fi teatro all’interno del sistema difensivo, evi- tando che in quel punto di unione venisse a trovarsi un imbuto senza uscita.
Le fortifi cazioni di Durazzo databili al perio- do successivo alla conquista ottomana della città (1501) sono costituite essenzialmente da un tratto di muro a nord dell’anfi teatro (105 metri) e parte della fortezza a cui si con- nette.
Il tratto di mura non appare omogeneo e pro- babilmente fu oggetto di varie ricostruzioni come fanno pensare i diversi metodi costrut- tivi impiegati per la sua realizzazione. Sicu- ramente appartiene al periodo medievale di dominazione turca non essendo più realizzato in mattoni con la stessa raffi nata tecnica ri- scontrabile nei tratti precedentemente analiz- zati, presentando anzi un largo uso di mate-
riali di recupero prelevati da rovine di epoche precedenti (Fig.8).
Queste mura in cui si leggono i segni di conti- nue costruzioni e demolizioni, rifl ettono pie- namente la turbolenta storia di Durazzo dopo la caduta dell’Impero, fatta di continue invasioni da parte di popolazioni Bulgare, Normanne ed in fi ne Veneziane e di un pro- gressivo ritiro e restringimento dell’area ur- bana nella zona più vecchia e densamente po- polata della città precedente, attorno ai resti di importanti monumenti romani come l’anfi te- atro ed edifi ci pubblici ormai in rovina, utiliz-
zati come probabile fonte di approvvigiona- mento di materiale per la realizzazione delle stesse mura o di altre strutture: bell’esempio ne è la cappella realizzata sul fornice centrale dell’anfi teatro databile intorno al VIII seco- lo e segno certo di defunzionalizzazione del monumento romano.La fortezza è posta in posizioneelevata sulla sommità della collina a est della città moderna (Fig.9).
La sua pianta è riconducibile ad un quadrato ma rimangono solamente tre delle quattro tor- ri angolari, su una delle quali è ancora possi- bile salire per ammirare tutta la città: dall’an-
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fi teatro romano che sorge proprio ai sui piedi, al porto moderno, alla parte più meridionale di quella che in epoca greco-romana era la laguna interna ora trasformata in fertile pia- nura. Le altre due torri ancora esistenti sono occupate da abitazioni private per cui sono di diffi cile accesso. Il muro che le congiunge è chiaramente di epoca diversa sui vari lati; il lato sud infatti appartiene sicuramente alle precedenti mura bizantine essendone identico sia per struttura che per materiali. Nonostante questo la fortezza si ritiene essere stata co- struita in età medievale sfruttando le preesi- stenti mura.
Bibliografi a
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Rocca di Civitella in Valdichiana Prospettiva del cassero e del maschio, vista nord-ovest Carmela Crescenzi
Fondamenti ed Applicazioni di Geometria Descrittiva a.a.2001/2006
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