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lano, si vedano: CLEMENTI A., Momenti del medioevo abruzzese, Bulzoni editore, Roma 1976; Carapelle dal 779 al periodo dell’incastellamento, in Aa.Vv., Homi- nes de Carapellas, Japadre editore, L’Aquila 1988, pp. 33-68; L’organizzazione demica del Gran Sasso, Edi- zioni Libreria Colacchi, L’Aquila 1991; Il “Comitatus” nella sua storia, in VITTORINI M. (a cura di), Recupero e riqualifi cazione dei centri storici del Comitatus Aqui- lanus, Andromeda Editrice, L’Aquila 1999, vol. I, pp. 83-146; Amiternum dopo la distruzione, Edizioni Li- breria Colacchi, L’Aquila 2003; COSTANTINI M., FELICE C. (a cura di), Abruzzo e Molise. Ambienti e civiltà nella storia del territorio, «Cheiron – Materiali e strumenti di aggiornamento storiografi co», a. X, n.19-20, II sem., 1993; FELLER L., Recherches d’archéologie extensive, in Aa.Vv., Homines op. cit., pp.245-287; WICKHAM C., Studi sulla società degli Appennini nell’Alto Medioevo, Editrice Clueb, Bologna 1982; Aa. Vv., Abruzzo dei ca- stelli, Carsa Edizioni,

Pescara 1988. Sulle strutture insediative storiche crf: BARBATO G., DEL BUFALO A., L’Abruzzo e i centri sto- rici della provincia dell’Aquila, L’Aquila 1978; CEN- TOFANTI M., Insediamenti temporanei e cultura urbana: le pagliare del Sirente, in Aa.Vv., L’architettura rura- le nelle trasformazioni del territorio in Italia, Atti del convegno nazionale, Laterza, Bari 1987, pp. 399 - 406; CHIARIZIA G., GIZZI S., I centri minori della provincia dell’Aquila, Tipolitografi a G. Fabioni, Pescara 1990; ISTITUTO ITALIANODEI CASTELLI, Carta delle opere forti- fi cate dall’alto medioevo al sec. XIX, Arti grafi che aqui- lane snc, L’Aquila 1988; MATIOCCO E., Centri fortifi cati vestini, Deltagrafi ca, Teramo 1986; La terra murata di Leporanica, Estratto del ‘Bollettino della deputazione abruzzese di Storia Patria’, L’Aquila 1985; PEROGALLI C., Castelli dell’Abruzzo e del Molise, Görlich Editore,

Milano 1975.

2 In relazione alla problema della carenza di dati docu- mentali si veda: VARAGNOLI C., Il cantiere tradizionale in Abruzzo: la ricerca documentaria ed archivistica, in FIENGO G., GUERRIERO L. (a cura di), Atlante delle Tec- niche Costruttive Tradizionali, ‘Atti del I e II Seminario Nazionale’, Napoli 2003, pp. 155-165.

3 All’interno della regione possono essere individuate due zone litologiche omogenee caratterizzate princi- palmente da calcare compatto e da marne. Gli elementi lapidei presentano diverso grado di lavorazione, pez- zatura e fi nitura. La morfologia, principalmente bozze e conci, è legata alle caratteristiche del materiale e alla lavorazione cui viene sottoposto. Le malte risentono fortemente del processo di realizzazione e della natura dei materiali locali, sia per quanto riguarda gli inerti che per il legante ottenuto con la cottura delle rocce presenti sul sito. I laterizi sono utilizzati principalmente sotto forma di frammenti di coppi e di mattoni. Le fornaci erano in genere costituite da strutture occasionali. I nu- clei delle murature, raramente analizzabili, presentano

caratteristiche piuttosto omogenee essendo realizzati, nella maggior parte dei casi, in genere in relazione allo spesso murario, con materiale incastrato o costipato tra i paramenti, oppure a sacco.

4 Si hanno notizie di Pescomaggiore in età normanna, sotto Guglielmo il Buono (1152-1189). La chiesa del- la Madonna del Castello la si sa ribenedetta nel 1407, quindi esistente in precedenza. ANTONINI O. in VITTORINI 2001, 134.

5 Dimensione degli elementi lapidei (in cm): 10<lar- gh.<20, largh. media = 15; 10<alt.<15, alt. media =12. 6 È nota l’esistenza della chiesa di S. Maria ad Silicem nel XII secolo in territorio di Assergi; nel 1150 si ha notizia dell’edifi cazione della chiesa che forse in tale data assume l’impianto attuale. CLEMENTI 2001, 227- 228; BARBATO, DEL BUFALO 1978, 218.

7 Camarda è indicata come ‘castello’ nel 1012. C

LEMEN- TI 2001, 226.

8 Dimensione degli elementi lapidei (in cm): 10<lar- gh.<30, largh. media = 15; 5<alt.<25, alt. media =20. 9 La prima notizia di Poggio Picenze risale al 1173. Nel

Fig. 13, 14

Castelvecchio Calvisio, planimetria catastale e torre perimetrale.

Fig. 15

Carapelle Calvisio, vista del paese. In primo piano parrocchiale di SS. Maria e Vittorino, di cui alla fi g. 18 un dettaglio del basamento.

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Aspetti dell’incastellamento Europeo e Mediterraneo Stefano Brusaporci, UniAquila, DPU - e-mail: [email protected]

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1533 viene indicato come non vi fosse più la fortifi - cazione. BARBATO, DEL BUFALO 1978, 203; CHIARIZIA, GIZZI 1987, 605.

10 Dimensione degli elementi lapidei (in cm): 10<lar- gh.<40, largh. media = 25; 10<alt.<20, alt. media =15. 11 P

EROGALLI 1975, 46.

12 Dimensione degli elementi lapidei (in cm): 10<lar- gh.<30, largh. media = 20; 10<alt.<20, alt. media =15; 10<prof.<40, prof. media = 15.

13 L’abitato è racchiuso da mura; la prima documen- tazione risale al 1188. L’abbazia di S. Benedetto, del 1073, a sua volta ne costituisce un nucleo fortifi cato. 14 Schiere di abitazioni prive di aperture sul fronte esterno, almeno nella parte basamentale.

15 Dimensione degli elementi lapidei (in cm): 8<lar- gh.<30, largh. media = 20; 5<alt.<25, alt. media =10; 5<prof.<20, prof. media = 15.

16 Calascio compare come toponimo nel 1064, e come centro abitato nel 1193. Il recinto esterno della rocca potrebbe essere attribuito al XV-XVI secolo. CHIARIZIA, GIZZI 1987, 357; BARBATO, DEL BUFALO 1987, 177; PE-

ROGALLI 1975, 55.

17 La prima notizia certa del borgo risale al 1284. CHIA-

RIZIA, GIZZI 1987, 391; BARBATO, DEL BUFALO 1987, 226.

18 Dimensione media degli elementi lapidei 20x15 cm. 19 Sono rispettivamente citati per la prima volta nel 1223 (CHIARIZIA, GIZZI 1987, 461; BARBATO, DEL BUFA- LO 1987, 185), nel XV secolo (ma un castello esisteva già nell’VIII sec., MATTIOCCO 1988), nell’854 (CHIARI- ZIA, GIZZI 1987, 553; BARBATO, DEL BUFALO 1987, 228).

20 Il presente intervento rappresenta un ulteriore svilup- po di una ricerca condotta sulle murature storiche del versante meridionale del Gran Sasso. In tale occasione sono state catalogati oltre mille campioni di muratura. Si veda BRUSAPORCI S., Le murature storiche nell’archi- tettura del versante meridionale del Gran Sasso, Pesca- ra 2005. Per le murature storiche nell’Abruzzo aquilano si vedano anche: DE BERARDINIS P., BRUSAPORCI S., Le tradizioni del costruire: la casa in pietra nel versante meridionale del Gran Sasso, in MECCA S. (a cura di), Architectural heritage and sustainable development, Edizioni ETS, Pisa 2005, pp.431-441; ZORDAN L., CEN-

Fig. 16,17,18

Campioni di paramento murario re- lativi rispettivamente a: Parrocchiale di S. Stefano di Sessanio, S. Giovan- ni Battista a Castelvecchio Calvisio, SS. Maria e Vittorino a Carapelle Calvisio.

TOFANTI M., DE BERARDINIS P., DI GIOVANNI G., BELLICO- SO A., Il cantiere antico nelle zone interne d’Abruzzo: tecniche costruttive e accorgimenti antisismici, in MA- RINO A. (a cura di), Presidi antisismici nell’architettu- ra storica e monumentale, Gangemi Editore, Roma; ZORDAN L., Gli elementi costruttivi e le maestranze, e, Tecniche costruttive dell’edilizia aquilana, in Aa. Vv., L’Aquila città di piazze, Carsa Edizioni, Pescara 1992, pp. 113-159, pp. 80-111.

21 La parrocchiale di S. Stefano di Sessanio sorge all’in- terno del nucleo, fusa al tessuto edilizio, e presenta un fronte caratterizzato da una fascia centrale, sorta di tor- re, con apparecchiatura muraria in conci, ed espansioni laterali [sec. XV (?)] in bozze sub-ellissoidali a corsi orizzontali e sub-paralleli. S. Giovanni Battista a Ca- stelvecchio Calvisio, col fi anco sinistro a chiudere il confi ne esterno del paese, presentava, prima del restau- ro degli anni ’50, elementi che ne facevano supporre una fortifi cazione. (MORRICO W., Castelvecchio Cal- visio – Storia e Territorio, Japadre Editore, L’Aquila- Roma 2003; MATTIOCCO 1988, 101-124).

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Arezzo – Civitella in Valdichiana giugno 2006 Rappresentazione e immagine digitale nella lettura degli apparecchi murari e stereotomici. Il problema dell’“autentico” nel castello di Gioia del Colle.

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Aspetti dell’incastellamento Europeo e Mediterraneo Michele Carone - [email protected]

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