Parole chiave.: Dimensione, rapporti fondativi, recu- pero, forma, fortifi cazioni, immagine.
Abstract.
The Valdichiana is adorned of a lot of small cities that of represent the city armor; these are the fruit of the chester procedes happened in medieval age as a result of the concatena- tion of the phenomenon of the unsafely of the valley and to the necessity to move itself in an easer defensible places from the invasions. The area object of the study is high Valdichi- ana aretina that comprises the cities of Lu- cignano, Monte San Savino and Civitella in Valdichiana. The choice of such centres, not accidental, is tied to a careful surveying of the territory and the characters of these takeo- vers, that they are at the same time common, complementary and different: the insertion in the valley context, the position in height, an
increase due to an expansion to them, the re- lationships with the atmosphere, the territory. So has turned out an interesting key reading of the characters sat down in the Province of Arezzo for a deepening of an evolution- ary phenomena and for an understanding of the essential elements in the city and terri- torial order. These determine the appraisal of thematic regarding the transformations happened in the medium-small cities with the attempt of a deepening of the resistance characters that such takeovers have known to oppose the modern expansions and their role into effect them debate on the planning of the city and the territory. Of these has turned out fundamental the comparison to the several scales, considering the historical, morpho- logic elements and acclimatizes them. Therefore it has come out important the read- ing of the placed relationship of the place is aspects, the climate, the defense, the control, the territorial relations; beyond to the location the conception of space in such takeovers: the shape, the image, the hierarchies spaces, the dimension. In particolar way in the center of Civitella such signs of the evolutionary phe- nomenon are found, consolidated in barbaric age thanks to the strategic position on the territory. Here born the rock that introduces a signature all of “civitelle”: a position re- markably raised and able to control immense zones (in a generalized manner confl uences between them various); a elliptic shape and a fortifi ed part north more regarding the others, visible elements to the inside of the tracing of walls until no days.
Introduzione.
Se prendessimo in considerazione il vasto nu- mero delle piccole città del nostro Paese, ci renderemmo conto di come per molte di que- ste vale ancora il concetto di rapporto fonda- tivo. Questo può essere di vario tipo: quello con il luogo, che implica i suoi aspetti di cli- ma, di difesa e di controllo, o quello legato alla relazione con il proprio territorio. Ma tali città presentano anche le qualità della dimen- sione, della forma, del ruolo e dello spazio che ancora oggi le caratterizzano. Questo stu- dio tende a verifi care e approfondire alcuni di questi elementi cardine nella concezione dello spazio nelle piccole città, e pone uno sguardo sulla loro dimensione urbana, consi- derando che queste sono ancora “misurabili”; sono particolarmente leggibili la forma, la gerarchia tra gli spazi, la relazione biunivoca con il territorio e il carattere del centro storico che esalta immediatamente l’intera città. Tali aspetti sono stati lo spunto per la scelta dei tre insediamenti della Valdichiana, che presenta- no ancora quel carattere di “città dimensiona- te”. Ognuna di queste ha delle specifi cità che le differenziano tra loro, ma allo stesso tempo l’appartenenza al territorio della Valdichiana è un dato importante perché possiamo riscon- trarvi alcuni caratteri comuni. Il principale è certamente la posizione e l’origine medievale dell’impianto urbano, che si lega al fenome- no dell’incastellamento della vallata. Dispo- ste su alture, presentano possenti mura e cas- seri, che ne caratterizzavano la presenza ed il controllo sul territorio. Nello studio di una città quello che ci fa comprendere meglio lo sviluppo è sicuramente la storia, dalla quale si può già avere un primo forte insegnamen-
Fig. 1
La Valdichiana in un disegno di Leo- nardo da Vinci
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to. Da qui nasce una accurata ricerca legata alla formazione urbana del centro storico. Il metodo di studio utilizzato si suddivide in un primo esame effettuato sull’intero territorio comunale così da evidenziarne quei caratte- ri orografi ci e morfologici che lo strutturano, per poi passare nello specifi co del Capoluo- go, mettere in luce la formazione nel tempo e la struttura attuale.
Parte principale. I caratteri della valle.
La Valdichiana, distinta in una zona aretina e una senese, si confi gura come un ampio inva- so che collega in direzione nord-sud, i bacini del Tevere e dell’Arno. A causa della scarsa pendenza e dell’ostruzione dei sedimenti, ol- tre alle alterne manutenzioni dell’uomo, nel tempo ha visto ricorrere spesso il fenome- no dell’impaludamento. Il lago impaludato (chiana, in etrusco palude) ha subito numero- se bonifi che, dagli Etruschi, Romani, durante il Rinascimento e il Settecento fi no all’ultima e rilevante bonifi ca ottocentesca. Alle varie opere infrastrutturali susseguitesi nei secoli e all’utilizzo agricolo del terreno, si individua la nascita dei centri urbani in zone pedecol- linari e collinari nel periodo etrusco, confer- mati e ampliati nel periodo romano. All’ini- zio del II sec. d. C. in Valdichiana, come nel resto della penisola, si verifi cò un declino politico-amministrativo che ebbe conseguen- ze anche nell’assetto del territorio. Infatti venne meno la minuziosa e continua opera di controllo e di manutenzione necessaria per il regolare defl usso delle acque in una valle tendenzialmente portata all’impaludamento. In epoca bizantina, a seguito delle invasioni barbariche e del progressivo ristagno delle
acque, avvenne lo spopolamento e l’abban- dono di diversi insediamenti, e la creazione di nuovi piccoli nuclei maggiormente difendibi- li oltre alla fortifi cazione di agglomerati già esistenti, posti in aree collinari più elevate e generalmente decentrati rispetto alle antiche vie consolari. In molti centri abitati venivano recuperati e rinforzati i sistemi difensivi ro- mani. Queste fortifi cazioni furono occupate nel corso del VI sec. dai militari longobardi che conquistarono tutta la Tuscia; da questo momento il “Castello” assumerà la funzione di centro amministrativo ed economico oltre che militare. Dal sec. X fu iniziata la riorga- nizzazione dei castelli su impulso imperiale e pontifi cio, sotto l’incombente minaccia di invasioni ungare e saracene. In tale periodo la vita ruotava attorno al villaggio, organizzato comunemente in un insediamento formato da un gruppo di case difese da mura e torri. Nel frattempo l’impaludamento andava progres- sivamente aggravandosi fi no a raggiungere il massimo intorno al 1200-1300. L’avvento del potere fi orentino nel territorio aretino, fu l’occasione per rafforzare le difese delle cit- tà come presidio sulla valle. In particolare Cortona e Lucignano (insieme ad Arezzo e Montepulciano con le quali presidiavano la Valdichiana) furono oggetto di impegnativi interventi di ristrutturazione o di costruzione ex novo di imponenti fortifi cazioni. Da ricor- dare anche un progetto di Antonio da Sangal- lo il Vecchio per Monte San Savino che, così come realizzato a Montepulciano, avrebbe coinvolto tutto il centro avvolgendolo con una potente muraglia e grandi bastioni. A Lu- cignano a differenza, fu costruita una fortezza posta sul colle di fronte al centro urbano, per
il controllo del territorio senese, e che dove- va essere collegata alle antiche mura da dei camminamenti protetti, che però non furono mai completati.
Oggetto del presente studio sono tre comuni della Valdichiana Aretina: Civitella, Monte San Savino, Lucignano. La morfologia del terreno è distinta in un fondovalle di bonifi ca su varie altezze dovute ai diversi piani di ter- reni alluvionali, chiuso ad oriente e occidente
da una serie di rilievi che vanno dai 600 ai 1000 metri d’altitudine. Alla articolazione morfologica e paesaggistica del territorio si rifl ette una differenziazione dei processi di antropizzazione e delle “culture insediative”, che possono essere riassunti in distinte situa- zioni urbanistiche: alcune città furono costru- ite come strutture difensive del complesso sistema di castelli distribuiti lungo le pendici o i crinali delle parti più alte della vallata; al- tre nacquero come tipici borghi rurali della pianura e subendo un impulso signifi cativo dopo la bonifi ca della palude, come centri di presidio di una parte del territorio agricolo; è anche riscontrabile su tutto il territorio, una ricca e diffusa presenza di un patrimonio ru- rale di notevole valore storico, architettonico
Fig. 2
La fortezza di Lucignano
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Arezzo – Civitella in Valdichiana giugno 2006 L’evoluzione dei centri urbani della Valdichiana Aretina
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e ambientale. Oltre alla casa colonica ed alla tradizionale abitazione rurale la campagna risulta segnata dalla presenza di una ricca do- tazione di manufatti edilizi quali chiese, ora- tori, mulini, ville padronali, fattorie, rustici, espressione di una civiltà e di un sistema eco- nomico e sociale che hanno agito con conti- nuità storica fi no alla metà di questo secolo. Di seguito viene analizzata l’evoluzione del centro storico delle tre città, nei suoi caratteri principali.
Civitella in Valdichiana. Si trova nella som-
mità di uno dei poggi (523 m) più alti che domina gran parte della Valdichiana e del Valdarno. L’insediamento esisteva già, pro- babilmente, in età etrusco-romana.
Tale agglomerato, situato su un alto colle, si consolidò in epoca barbarica (VI-VII sec.), per la posizione strategica di controllo del territorio. Qui nacque la rocca (ancora ben visibile nei suoi caratteri), che presenta tutte le tipicità delle Civitelle (vocabolo nato nella
che nel nostro centro sono ancora ben visibili all’interno del tracciato delle mura. I criteri di formazione del nucleo attuale furono es- senzialmente un insieme di operazioni di alli- neamento tra le varie parti, che si compirono con il disegno delle mura, che ne evidenzia- no tuttora la propria dimensione. Gli organi principali sono il Cassero, all’interno di una piccola cinta di mura che cinge la sommità del colle, ed un vasto perimetro murario dife- so da numerose torri, il cui accesso principale (in direzione Siena) consiste in una porta pro- fondamente incassata fra due corpi laterali avanzati. La cinta tondeggiante del Cassero ed il mastio centrale dominano sia la Porta Senese sia la suddetta strada, unendosi alle possenti fortifi cazioni dell’insieme.
Questo carattere militare, ancora oggi evi- dente, è dovuto all’assetto datogli dal Vesco- vo Guglielmino degli Ubertini, a partire dalla seconda metà del ‘200, quando furono erette imponenti fortifi cazioni sull’impianto della Rocca, già residenza signorile dei Vescovi aretini, sorta a sua volta su precedenti fortifi - cazioni romane e longobarde. Il castello ven- ne ristrutturato e dotato di una propria cinta difensiva, mentre venne realizzato l’amplia- mento delle mura del paese ed il suo conso- lidamento con numerosi baluardi. La struttu- ra urbana era obbligata dalla morfologia del terreno e dalle preesistenze edilizie, quali i borghi addossati alla porta Senese ed al ca- stello, e la chiesa di S. Maria. Il percorso di cresta tra questi due “poli” politico-religioso si strutturò come asse portante dell’impian- to urbanistico, che collega piazza Becattini a piazza Lazzeri con un fronte porticato defi ni- to con gli interventi susseguitisi tra fi ne XIV
e inizio XV secolo sotto il dominio fi orentio.
Lucignano. L’insediamento occupa la som-
mità di un colle (373 m) appartenente alla parte sud della dorsale dei monti di Palaz- zuolo, stretta fra i torrenti Vertege ed Esse, in posizione di rilievo sul territorio aretino e senese. Secondo le indicazioni, suggerite
dalla derivazione del nome (Lucignano da Licinianum) e dai reperti archeologici della zona, è probabile che l’insediamento fortifi - cato di Lucignano abbia avuto una notevole continuità storica in epoca antica. Secon- do la tradizione nel suo nucleo originario si trovava una fortifi cazione romana a pianta lingua neolatina, dopo la fi ne della civiltà an-
tica) longobarde: una posizione notevolmen- te rialzata e capace di controllare vaste zone sotto di sé, in generale confl uenze fra valli diverse; una forma ellittica e la parte nord più fortifi cata rispetto alle altre, elementi
Fig .3
Lettura morfologica di Civitella in Valdichiana: il nucleo storico e il suo territorio
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Le mura di Civitella, sullo sfondo il Castello
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triangolare, detta “torre sillana”, (posta dove attualmente è ubicata la Collegiata); inoltre risulta certa l’esistenza di insediamenti roma- ni ai piedi della collina lucignanese in corri- spondenza dei quali, successivamente, sorse l’attuale Pieve Vecchia, che ne evidenziano l’importanza di castrum romano. Incerte sono le ipotesi riguardanti il nucleo insedia- tivo originario in epoca altomedioevale. È stato ipotizzato un consolidamento in epoca longobarda, dovuto anche alla sua posizione strategica di difesa naturale del territorio, con un circuito difensivo ovoidale simile a quello ancora visibile in altri centri della Valdichia- na (Civitella), ma di cui non vi sono rimaste tracce. Questo impianto matrice coincideva con l’area alta del paese, ed era integrato da un secondo nucleo fortifi cato (la Castellac- cia), all’esterno di tale recinto, in direzione nord-est. Il passaggio dall’organizzazione in castro a quella per borghi dovrebbe essere avvenuto già agli inizi del 1200. Dalla fi ne del XIV secolo Firenze perse il possesso del castello ai danni della Repubblica Senese che operò la costruzione della rocca ad opera dell’architetto Bartolo Bartoli (o di Bartolo), una poderosa torre quadrangolare, integrata dai nuovi bastioni costruiti sulle fortifi cazioni due-trecentesche. A metà del XVI secolo Co- simo I, divenuto signore della vallata, ordinò numerosi lavori di manutenzione e ristruttu- razione del centro storico e la costruzione di una vasta fortezza (più adeguata all’uso delle armi da fuoco) fuori dell’abitato; allo scopo non tanto di difendere la “Terra”, quanto di controllare eventuali tentativi di ribellione. Il centro urbano presenta una eccezionale “sin- tesi plastica” dell’insediamento, caratterizza-
ta da andamenti avvolgenti delle strade e degli isolati che formano dei percorsi anulari che seguono l’andamento del terreno. Lo schema radiocentrico racchiude al suo centro le emer- genze architettoniche principali (Convento,
Chiesa, Palazzo Podestà, piazze). Il piano urbanistico che ha dato a Lucignano la carat- teristica struttura tuttora conservata, si può attribuire agli interventi di inizio Duecento, quando era in atto il processo di separazione tra città e campagna e all’interno della città si accumulavano le strutture ideologiche tipiche della borghesia. Durante l’egemonia senese fu completato l’anello stradale (successivo al 1289): intorno al perimetro dell’area costru- ita vennero realizzati due borghi anulari cre- ando un percorso continuo che ne defi nisce l’assetto attuale.
Monte San Savino. Occupa la cima di un pog-
gio (330 metri) in cui ancora è ben visibile la conformazione a “sella” con i due colli che compongono il Centro Storico. Essendo po- sta sopra i 250 metri viene spesso classifi cata collinare, anche se presenta tutte le caratteri- stiche morfologiche della pianura. Sulla sua
crescita urbana hanno agito in maniera in- cisiva le due lievi alture della antica piazza Aialta o Jalta (a nord) e di Piazza S. Agostino (a sud), separate dalla zona pianeggiante oc- cupata successivamente dall’imponente com- plesso di Palazzo del Monte e della Loggia dei Mercanti. Si ipotizza uno sviluppo a ca- strum ovoidale (derivante dal tipo di castello alto medioevale), che intorno al XII e XIII secolo si ampliò assumendo caratteri resi- denziali, attestato su Piazza S. Agostino, con uno sviluppo successivo che interessò l’altra collinetta come polo difensivo su cui fi nivano due borghi esternial castrum.
La “struttura urbanistica a fuso” tipicamen- te medioevale, è composta da un’asse viario principale dal quale hanno inizio e terminano
tutte le vie interne del paese.
Le mura, i
ba-stioni a scarpa e il fossato esterno costituiro- no il fulcro della difesa di questo centro. Il sistema di fortifi cazioni, come si presenta at-
tualmente è databile al periodo compreso fra la ricostruzione dopo la distruzione del Tarla- ti e il passaggio defi nitivo di Monte San Savi- no nell’orbita politica fi orentina. Nell’assetto
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Il Cassero di Lucignano Fig. 6
Un tratto delle mura di Monte San Savino
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Arezzo – Civitella in Valdichiana giugno 2006 L’evoluzione dei centri urbani della Valdichiana Aretina
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defi nitivo delle mura è probabilmente deci- sivo l’intervento senese, cui si deve la rea- lizzazione della rocca, inserita nel più vasto programma di potenziamento delle frontiere
orientali della Repubblica negli ultimi decen- ni del Trecento.
La cinta muraria presentava 17 torri, le su- perstiti delle quali hanno, come i resti della rocca le caratteristiche formali e la tipica scarpatura delle fortifi cazioni senesi. Si operò inoltre una riqualifi cazione organica di tutto il centro abitato, con la creazione dell’asse longitudinale e delle fondamentali direttri- ci di espansione. La Rocca del Cassero in Piazza Ialta, eretta dai senesi nel 1383 con un fossato e un ponte levatoio, fu ceduta ai fi orentini nel 1384. Affi nità con la vicina for- tezza di Lucignano, propongono una attribu- zione della rocca senese di Monte San Savino allo stesso architetto, Bartolo di Bartolo. Alla fi ne del Quattrocento un’impronta essenziale e caratterizzante fu impressa alla città dalle imponenti opere eseguite dalla famiglia Di Monte, improntate ad un “decoro” patrizio della città. Questi defi nirono nuovi rapporti nel tessuto urbano e gli interventi ne comple- tarono l’assetto unendo con i nuovi edifi ci le due alture costruite. Inoltre furono ampliate le fortifi cazioni e create nuove porte monu- mentali. I progetti dell’ampliamento urbano furono redatti da Andrea Sansovino, Antonio da Sangallo il Vecchio, Giorgio Vasari, Nanni di Baccio Bigio.
Conclusioni.
È possibile evidenziare come nei tre casi og- getto di analisi il centro storico di impianto medievale abbia mantenuto la morfologia originaria, in cui i rapporti fondativi manten- gono la loro forza e presenza costante. Sono leggibili la dimensione e quella immagine consolidata nel territorio, non troppo mano-
messa dalle espansioni moderne. In alcuni casi ne risulta alterato il ruolo anche se il cen- tro storico è sempre il riferimento all’interno della città, con le funzioni di carattere pubbli- co, commerciale, amministrativo, religioso, civile. Nel riuso delle antiche fortifi cazioni, in base alla tipologia e al degrado, possiamo rivelare fenomeni distinti. In particolare si in- dicano esempi in cui le rocche vengono tra- sformate in centri per convegni, musei o cen- tri espositivi; esempi in cui il recupero delle mura prevede il ripristino degli spazi a verde e dei camminamenti, inserendoli in percorsi pedonali più ampi; esempi in cui i ruderi del castello divengono presenza storica all’inter- no di parchi urbani. Il dato che accomuna tut- ti gli insediamenti di studio, ma in generale dell’intera valle, è quello della riscoperta del- le fortifi cazioni e della loro immagine urbana e territoriale, unica e insostituibile.
Bibliografi a Riferimenti dai libri
AA.VV., L’Europa delle città, Firenze 1990. AA.VV., La città variabile, Bologna 1995. AA.VV., La città bella, Milano 1994.
AA.VV., Architettura in terra d’Arezzo, Firenze 1985. AA.VV., Architettura a Monte San Savino, Firenze 1989.
AA.VV., Memoria e sviluppo urbano. Centri storici nel territorio aretino, Appendice, Arezzo 1994.
AA.VV., Monte San Savino e il suo territorio, Cortona 1992.
BECATTINI M., Arezzo e la sua provincia, Roma 1980.
Fig. 7
La Rocca del Cassero in Piazza Ialta a Monte San Savino