• Non ci sono risultati.

CC II Area portuale 2004-2005, Sopr BB CC NP

L A CIRCOLAZIONE MONETALE DURANTE L ’ ETÀ REPUBBLICANA

Ravenna e Classe si collocano in questo periodo in una posizione strategica per il commercio, che sfrutta sia le vie fluviali che si estendono a Nord verso il Veneto, sia i collegamenti a Sud verso Rimini, sulla Via Popilia, e le valli che uniscono la città con i territori appenninici, diventando perciò un punto focale di scambio tra le rotte adriatiche e il commercio con le zone interne del territorio ravennate e oltre.

815 GORINI 1988, p. 187 816 HOWGEGO 1995, p. 88. 817 HOWGEGO 1995, p. 88-89. 818 ROVELLI 2009, p.47. 819 HOWGEGO 1995 p. 106.

191

A testimonianza di questo ruolo, si osserva come questa zona sia stata interessata dalla circolazione di materiali precedenti all’insediamento romano, come testimoniato dalla presenza di coniazioni nelle colonie greche e puniche820 rinvenute da campagne di ricognizione del territorio821, scavi archeologici822

oltre a tesoretti823, che indicherebbero Ravenna come un’area importante di transito lungo le più antiche

rotte marittime dell’Adriatico.

La moneta più antica dei due nuclei oggetto di questo studio è un’emissione numidica (Cat. 1), ascrivibile, come già evidenziato nel capitolo 2.1.1, ai re Massinissa oppure Micipsa e databile agli inizi del II secolo a.C.. L’esemplare, fortemente consunto a segno di un utilizzo prolungato, è stato rinvenuto dalla US 4606 dell’area portuale, uno strato datato da altri materiali al V-VII secolo d.C.824, quindi di

almeno sei secoli posteriore alla sua emissione.

La monetazione numidica è rinvenuta principalmente negli scavi di aree archeologiche e tesoretti in Africa825, ma è presente anche nelle collezioni museali dell’Italia meridionale, documentata a Cammarata

(AG)826, nel Museo Nazionale di Cagliari827 o nella collezione Sallustio, conservata presso il Museo

Archeologico di Paestum (SA)828.

La documentazione di un singolo reperto monetale a Classe, da un contesto archeologico, pone naturalmente alcuni quesiti circa la ragione della sua presenza. Da un lato si potrebbe ipotizzare il riutilizzo dell’esemplare come moneta corrente e a tale proposito, Howgego, registra che le produzioni in argento del re Numidico Giuba I (60-46 a.C.), simili al denario repubblicano, potrebbero essere state utilizzate in questa maniera e sono rinvenute fino al Regno Unito829.

La moneta di Classe presenta caratteristiche morfologiche simili a quelle dell’asse imperiale, che però non era parte della circolazione monetale già dal III secolo d.C., ma si potrebbe ipotizzare, come nel caso dell’esemplare n. 461 di questo nucleo monetale, che potesse circolare in maniera analoga agli assi imperiali contrassegnati con lettere XLII o XXI attribuiti alle produzioni vandaliche in Nord Africa, ma forse prodotti, invece, in Italia [v. infra].

D’altro lato si potrebbe ipotizzare, invece, che la moneta non sia stata parte della circolazione di V-VII secolo, ma che si tratti di un rinvenimento fortuito, un tondello perso da uno dei personaggi coinvolti nel commercio di olio e garum dalle zone dell’Africa del Nord, da quei centri produttivi da cui provengono le

820

PARENTE 2004, a Castelfranco Emilia (MO), p. 120 n. 16 e Ravenna, p. 128 n. 10-12.

821

PARENTE 2004, pag. 26. In questo articolo si fa riferimento ad alcuni materiali conservati presso il Centro Operativo della Soprintendenza dei Beni Archeologici, a Ravenna. Non è chiaro però se siano gli stessi considerati in una tesi di laurea di vecchio ordinamento, BELLISARIO 2002(?). In questa sede, si registrano ben 22 esemplari raccolti nella zona del cervese, ascrivibili principalmente alle produzioni di Siracusa, oltre a una produzione fenicio-punica della zecca di Cartagine.

822

NERI 1998, con riferimento agli scavi di Spina.

823 N

ERI 1998, p. 107.

824

Nello stesso strato sono stati rinvenuti carbone, malacofauna e ossa animali, ceramica sigillata africana e adriatica, una lucerna

firmalampen, e anfore del tipo LR1, LR3, LR4, LR5/6, delle spatheia e alcuni oggetti in metallo che non risultano però databili.

825

TROUSSEL 1848; ALEXANDROPOULOS 2000.

826

AMATA 2008, pp. 133-134 nn. 973-978; dei sei esemplari ascrivibili alle emissioni di questi due sovrani, solo uno è attribuibile con precisione a Micipsa.

827 ACQUARO 1974, p. 88 n. 1682. 828 MANGIERI 2006. 829 HOWGEGO 1995, p. 102.

192

anfore rinvenute a Classe830. In questo caso, non si dovrebbe parlare quindi di circolazione e neanche di

penetrazione831, ma più semplicemente del rinvenimento di un oggetto andato perduto casualmente.

La monetazione repubblicana accompagna la romanizzazione del territorio emiliano romagnolo - dal secondo quarto del III secolo a.C., a seguito della fondazione della colonia di Ariminium, al primo quarto della III secolo a.C - con una serie di assi e frazioni preonciali e onciali, oltre ad alcuni vittoriati che rappresentano il nucleo più consistente della documentazione di età repubblicana832. Ciononostante, le

testimonianze archeologiche di un insediamento di questa età nelle aree di Ravenna e Classe sono scarse e lacunose833 e si identificherebbero nell’oppidum e mura834, oltre ad una stipe votiva rinvenuta nella zona

della Darsena e databile dalla fine del III secolo a.C. fino all’età augustea e tiberiana835.

Come per il caso precedente, anche la circolazione monetale del periodo repubblicano è documentata con pochissimi reperti, un solo rinvenimento in ognuno dei due siti, ambedue produzioni della zecca di Roma. Abbiamo quindi un asse onciale di non chiara assegnazione proveniente dalla US 3296 dell’area portuale (Cat. 2), un piano in concotto parte di un fornetto con materiali databile al VII secolo836. Il secondo

esemplare è un denario suberato rinvenuto negli scavi della Basilica di San Severo dalla US 5001837,

emesso nel 42 a.C., il secondo anno del secondo triumvirato di Augusto, insieme a Marco Antonio e Marco Emilio Lepido (Cat. 3). Questo reperto è stato rinvenuto nell’area soprastante il Mausoleo A, il più settentrionale, parte di una US di riempimento apportato alla fine degli scavi effettuati durante il scorso secolo. Nella zona di Classe si attesta anche la presenza di ceramica nera dipinta del II secolo a.C., a testimonianza di un insediamento però non ancora identificato838.

La circolazione monetale repubblicana penetra nel territorio ravennate e romagnolo, come testimoniato dai rinvenimenti nella zona della Darsena839, a cui si aggiungono i materiali della villa romana di Russi840

o dalla raccolta di materiali da ricognizione del territorio nell’area del cervese841 e dal Decimano842, San

Pietro in Cotto843, oltre a Voghenza (FE)844. Le emissioni sono ben attestate anche presso le collezioni

museali locali del Museo Nazionale di Ravenna845 o il Museo di Stato di San Marino846.

830

AUGENTI-CIRELLI 2012.

831

PARENTE 2004, p. 25. L’ipotesi di penetrazione è suggerita da Parente per l’evidenza di moneta greca a Spina, una località inserita con certezza nelle rotte commerciali adriatiche, ma i rinvenimenti di moneta greca sono numericamente ridotti, si parlerebbe quindi non di una vera e propria circolazione monetale accettata e corrente nella zona, quanto ad una penetrazione monetale accettata come pagamento di merci, ma poi non più circolante.

832 E

RCOLANI 1994, pp. 48-72; 146-183.

833

CIRELLI 2008, p. 31.

834

CIRELLI 2008, pp. 31-33. Nella città di Ravenna l’insediamento di età repubblicana è visibile nell’impianto dell’oppidum, di cui rimane tuttora evidente la struttura del cardo decumano

835

ERCOLANI 2008, p. 52.

836

ex info, Dott. Enrico Cirelli.

837

Questa US era composta da macerie in una matrice perlopiù argillosa che sigillava tutto il settore: si tratta di uno strato costituito da terreno di riporto con cui era stata ricoperta tutta l’area al termine delle campagne di scavo del secolo scorso per non lasciarla esposta. All’interno infatti sono stati rinvenuti reperti ceramici appartenenti a diversi periodi cronologici, dall’età romana a quella moderna, nonché plastica e frammenti di vetro contemporanei.

838

AUGENTI-CIRELLI 2012, p. 212.

839

BERTOCCINI 1931; ERCOLANI 2004a, pp. 51-53.

840 LASI 2002-2003. 841 BELLISARIO 2002(?) 842 ERCOLANI 2008, p. 56 nn. 3-15. 843

Un denario databile al 58 a.C. e ascrivibile a Marcvs Aemilius Scarvs e Publivs Plavtivs Hypsaes (materiale in corso di studio).

844

MORELLI -1990; Morelli 1990-1991

845

193

Un confronto con altri scavi archeologici che hanno interessato, come nel nostro caso, aree di insediamento urbano, come Santa Giulia a Brescia847, gli scavi della metropolitana di Milano848, il Teatro

Sociale a Trento849 oppure gli horrea di Vada Volaterrana850 ha evidenziato la scarsezza complessiva di

materiale pre-imperiale, con documentazioni spesso notevolmente distanziate cronologicamente tra di loro e provenienti da stratigrafie molto più tarde851, come nel caso di Classe.

Nonostante la città abbia svolto un ruolo cruciale nelle lotte tra Antonio e Ottaviano e fosse sede del porto militare, non si documenta il rinvenimento in zona dei reperti monetali di questo periodo, forse a causa dell’imponente deposito alluvionale che ricopre la zona, rendendo piuttosto difficile osservare un modello di inserimento di circolazione monetale nelle due aree archeologiche di Classe nel periodo pre- imperiale852.

LA CIRCOLAZIONE MONETALE IMPERIALE