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Durante questi anni di continui tumulti politici, si verificò il distacco dell’Imperium Galliarum, governato dall’usurpatore Postumo. Alla sua morte successero al potere Vittorino e poi Tetrico, il padre di Tetrico II (273-274). Quest’ultimo fu elevato al rango di Cesare nel 273, con il titolo di princeps ivventvtis, ma restò al comando con il padre solo fino al 274, l’anno in cui Aureliano riconquistò la regione.

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CUNETIO 1983, p. 35; si aggiunge per precisione il dettaglio che la legenda sul diritto colloca questo esemplare con la settima serie delle produzioni milanesi.

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CUNETIO 1983, p. 24.

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CUNETIO 1983 p. 144; CRISAFULLI 2008, nota 153; HUVELIN 2000, pp. 136-137. Le emissioni del DIVO CLAUDIO sarebbero troppo abbondanti per essere associate solamente al fratello e successore di Claudio, Quintillio, poiché egli rimase al potere solamente poche settimane. Sembrerebbe plausibile, quindi, che le abbondanti produzioni, in particolar modo di Roma, siano state emesse anche da Aureliano, alla sua ascesa al potere. Aureliano dovette anche affrontare una rivolta dei lavoratori della zecca che subirono una fortissima repressione e furono dispersi. Sembrerebbe quindi possibile che essi siano i fautori delle abbondanti emissioni considerate imitative rinvenute in varie zone dell’impero, dalla Britannia, Gallia fino alla Spagna e Italia, persino in zone del Nord Africa.

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NORMABY 1988, pp. 138-146; CRISAFULLI 2008, pp. 51-53.

179N

ORMABY 1988, p. 139. Secondo Bland e Burnett le produzioni di Claudio sono state oggetto di forte imitazione, spesso non

distinguibili dalle produzioni “ufficiali”; ma notano che sono sempre imitate le produzioni della zecca di Roma e mai quelle di altre zecche, un fattor e che sarebbe indicativo di una produzione delle zecche galliche e non orientali. Nel catalogo Normaby gli autori sarebbero riusciti a discernere nel tesoretto 527 monete ufficiali di questo tipo, mentre 897 sarebbero irregolari.

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NORMABY 1988, p. 143. Bland e Burnett non hanno considerato il peso come fattore indicativo delle produzioni irregolari, ma nell’analisi del materiale del tesoretto si è notata una relazione tra il peso maggiore e le monete considerate produzione regolare. Il valore medio delle emissioni irregolari di Claudio con aquila rinvenuti nel Normaby hanno un valore ponderale medio di 2,12 g, circa il 27% in più dell’esemplare di Classe.

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La moneta di Tetrico II rinvenuta presso gli scavi della Basilica di San Severo (Cat. 37) è un radiato emesso dalla zecca di Colonia oppure di Treviri; sul rovescio è posta una Felicitas con caduceo e cornucopia, con la legenda PRINC IVVENT, il titolo ricevuto dal Cesare al momento della sua elevazione. Secondo l’analisi di Bland e Burnett, l’emissione sembrerebbe coniata nel 273181.

Probo successe alla morte dell’imperatore Tacito nel 276182 e fu assassinato da Caro nel 282; il suo regno

fu caratterizzato da una lunga serie di guerre e rivolte sul limes, dal Reno al Danubio, ma anche in Asia Minore e in Egitto183. La produzione monetale fu abbondante, probabilmente per finanziare le truppe

continuamente impegnate sui confini. Tale abbondanza si rispecchia nei rinvenimenti di Classe, ove si registrano ben sette esemplari (Cat. 38-44) tre dei quali rinvenuti presso la Basilica di San Severo. I reperti monetali provengono dalle zecche di Roma, Siscia, Ticinum; due non sono identificabili.

La caratteristica che accomuna questi pezzi è il diritto, che mostra un’effige con capo radiato, volto a sinistra in quattro casi e a destra in tre. Il rovescio delle monete presenta tipologie sempre diverse, con imperatore a cavallo oppure personificazioni di deità, come Concordia con Sol, oppure la Providentia, oltre a un tipo con l’immagine di un’aquila.

Anche in questo caso, i dati della monetazione di Probo si rivelano abbastanza stabili nel peso, nonostante la forte disparità nelle condizioni di conservazione dei tondelli monetali, un livello ben inferiore alla media registrata per Probo, intorno ai 4 g [v. supra].

Diocleziano fu eletto imperatore sul campo, dalle truppe, alla morte di Numeriano nel 283184 e rimase al

potere in una diarchia con Massimiano, diventata poi una tetrarchia con l’elezione di Costanzo Cloro e Galerio come Cesari185.

In un lungo periodo di pace interna, l’imperatore poté effettuare molte riforme, tra cui l’istituzione di diocesi per l’amministrazione dei territori imperiali e alcuni cambiamenti in campo militare che permisero una maggiore difesa contro le incursioni delle popolazioni germaniche. Inoltre effettuò una importante riforma monetaria [v. supra], che vide anche la creazione di nuove zecche distribuite nelle quattro parti dell’impero, che battevano moneta a sostegno delle truppe dislocate, in particolare, sulle frontiere. Egli tentò anche di restituire un certo valore alla moneta di argento, aumentando la quantità di metallo prezioso nelle emissioni, e fissò i prezzi di vendita con l’Editto sui prezzi massimi, per cercare di contenere l’inflazione, tuttavia senza successo.

La monetazione di Massimiano, e Diocleziano è presente a Classe con tre esemplari; il reperto ascrivibile al primo (Cat. 45), proviene dalla zecca di Cizico, un radiato in billone, in discrete condizioni di conservazione e leggibilità.

Le due monete di Diocleziano (Cat. 46-47) sono due radiati; la moneta leggibile è da ascrivere ad emissioni con CONCORDIA MILITVM, emessa in una zecca orientale, ma non identificabile. Meno

181 NORMABY 1988, p. 153. 182 Historia Augusta,III, 6-7. 183

RIC V.I, p. 4; SCARRE 2007, p. 191.

184 RIC V.I, p. 5; B

ARNES 1973;BARNES 1981.

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comprensibile è il secondo esemplare, di zecca non identificabile date le cattive condizioni di conservazione, che rendono leggibile solo una parte della legenda sul diritto.

Le tre monete sono registrate, nei repertori, al periodo successivo alla riforma monetale, ma il peso degli esemplari è inferiore al valore ponderale indicato per le emissioni radiate post riforma, di 3-3,5 g186.

Sono registrate, infine, cinque monete illeggibili, riconoscibili come tre assi (Cat. 48-50) e due radiati (Cat. 51-52) che provengono da ambedue i siti. Di scarsa leggibilità visto il forte degrado evidente in tutti i casi (due delle monete sono anche lacunose) non è possibile ottenere ulteriori informazioni, oltre alla loro collocazione in questo periodo viste le caratteristiche tecniche e pondometriche dei tondelli.