La produzione monetale in oro di VII secolo mantiene caratteristiche simili a quelle del precedente, con emissioni di solidus, con valori ponderali tra i 4,50-4,55 g, e delle sue frazioni, cioé semissis e tremissis. A quest’ultime si aggiungono, verso la fine del secolo, emissioni occasionali di ½ tremissis e anche ¼ di
tremissis, ma solo coniate presso le zecche orientali567.
Nello stesso periodo si registra inoltre una riduzione ponderale dei nominali in oro, evidente in particolar modo nella monetazione di Giustiniano II, con pesi che si abbassano da 4,5 g fino a 4,10 g, un valore che sarà mantenuto anche durante i decenni successivi568. A partire dal regno di Costante II, la zecca di
Ravenna venne affiancata dalle zecche siciliane nelle produzioni monetali auree569.
Al contrario di quanto testimoniato per il secolo precedente, la produzione in argento di questo periodo risulta essere abbondante soprattutto nell’area orientale, con la produzione di esagrammi, introdotti da Eraclio nel 615 e coniati in abbondanti quantità, e da produzioni di tipo cerimoniale. I tondelli monetali sono di scarsa qualità e irregolari e registrano un costante declino ponderale; il peso teorico è di sei
scrupula, equivalenti a circa 6,82 g570. In contrasto, nell’area occidentale, si osserva una produzione con
nominali di dimensioni piuttosto ridotte, tanto che Grierson le ritiene di scarsissimo valore economico571,
emissioni coniate nelle zecche di Ravenna, Roma e Cartagine, che mantennero gli stessi valori pondometrici e le tipologie del secolo precedente572 con pesi che si aggirano tra 0,3 e 0,7 g; le più pesanti sono spesso assegnate alle zecche nord africane.
La produzione italiana è caratterizzata dall’utilizzo dei monogrammi/iniziali degli imperatori: ΦK (Foca), HP/HR (Eraclio), oppure CON (Costante II); inizialmente le emissioni venivano coniate a Ravenna, senza segni indicativi particolari; si registrano cambiamenti e l’aggiunta di segni di zecca distintivi per Roma, RM a partire da Costante II573.
Durante il VII secolo l’Impero Bizantino perde la regione cartaginese, probabilmente la più ricca dell’impero e fonte consistente di rendite fiscali e di metalli preziosi574. Forse a causa delle diminuite
scorte metalliche, la produzione monetale in lega di rame è contraddistinta da emissioni quantitativamente e qualitativamente molto scarse, soprattutto nella manifattura del tondello. La mancanza di precisione si riflette in valori ponderali che subiscono forti variazioni anche dell’ordine di diversi grammi e percepibile
567
DOC 2.1, p. 10, 14; GRIERSON 1982, p. 92, 138-144. A fianco del solidus di peso “standard” sono riscontrabili, sempre nell’area orientale, alcune emissioni che Grierson definisce “solidus leggero”, corrispondenti a 23, 22 e 20 silique. Grierson ritiene che queste particolari emissioni furono prodotte per una convenienza economica dell’autorità emittente oppure di chi le utilizzava. Una simile riduzione è osservabile anche nelle produzioni delle zecche siciliane, che però non riportano i chiari marchi presenti invece sulle emissioni orientali
568 DOC 2.1, p. 16; L
AIOU-MORRISSON 2007 p. 85.
569
MORRISSON 2011, p. 418; HENDY 1985, pp. 494-495.
570 DOC 2.1, pp. 17-18; LAIOU-MORRISSON 2007, p. 85. 571
DOC 2.1, p. 17.
572
DOC 2.1, p. 20. Grierson crede che alcuni esagrammi da lui studiati potrebbero essere riferibili alla zecca di Ravenna dato il loro basso peso, nettamente inferiore a quello della controparte orientale.
573 DOC 2.1, p. 20. 574
137
perlopiù negli esemplari ribattuti su monete di imperatori precedenti e coniati quindi con pesi molto più alti575.
Durante questo secolo furono mantenuti gli stessi nominali ereditati dal periodo precedente, quindi il follis e le sue frazioni di ½, ¼ e ⅛ di follis. Questo sistema crollò durante il dominio di Eraclio tanto che negli ultimi anni del suo impero, i nominali minori non furono quasi più emessi, concentrando l’intera produzione sul solo follis576. In generale, la quantità di produzioni fu certamente più limitata rispetto al
secolo precedente; secondo il Grierson, questo fu un fenomeno economico causato dal cambiamento della tipologia commerciale577.
Nel 629, a seguito della vittoria di Eraclio contro i Persiani, l’imperatore effettuò un tentativo di riforma della monetazione enea578, introducendo monete di tipo “militare” che avevano valori ponderali di poco
più leggeri del follis di Foca e di quello dei primi anni di Eraclio stesso579. Questa riforma ebbe però breve
durata e già a partire dal suo 22esimo anno di regno (633-634) si nota una progressiva riduzione ponderale che ha il suo apice nel 30esimo e 31esimo (640-641)580.
Le produzioni dei successivi imperatori, in particolare quelle di Costanzo II, documentano una graduale perdita ponderale fino a valori di 3,00-3,15 g. Con Costantino IV ci fu un altro tentativo di riforma monetale, che mise in circolazione un follis di 18 g, simile all’emissione leggera di Giustiniano I. Questo standard fu mantenuto durante tutto il suo regno, nonostante negli ultimi due-tre anni si registrino produzioni con una lieve diminuzione di peso del ½ follis ed anche di alcuni folles581. Infine durante il
regno di Giustiniano II, Leonzio e Tiberio III si osservano valori ponderali caratterizzati da una forte variabilità, che porterà il peso del follis nuovamente intorno ai 3,5g582.
La principale zecca di produzione in Oriente è certamente Costantinopoli, ma sono conosciute anche emissioni di Tessalonica, Cizico, Alessandria, Antiochia e Nicomedia – queste ultime due chiuse all’ascesa al trono di Eraclio – oltre a poche altre zecche temporanee o militari583.
In Occidente, la zecca di Cartagine viene rimpiazzata da quella di Sardegna intorno al 695-698, forse collocata a Cagliari, con emissioni che richiamano nello stile la zecca africana, che sarà attiva ma con produzioni irregolari per altri 50 anni584. Le altre sedi di produzione rimangono Ravenna, Roma, Napoli
575
DOC 2.1, p. 24. Secondo Grierson la riduzione ponderale delle produzioni monetali in lega di rame iniziò nel 616, probabilmente in conseguenza delle difficoltà economiche e finanziarie create dalla guerra contro i Persiani. Potrebbe essere questa la ragione per cui le coniazioni alla fine degli anni ’20 del secolo contenevano la metà del metallo delle produzioni emesse durante i primi anni dell’impero di Eraclio.
576 DOC 2.1, p. 6. 577 DOC 2.1, p. 6. 578 MIB III, p. 15. 579 DOC 2.1, p. 24.
580 DOC 2.1, p. 24. Il peso del follis si riduce a 5,5-6,0 g dall’anno 20-22, fino ai valori tra i 4,3 e i 5,2 g a partire dagli anni 30-
31. 581 DOC 2.1, p. 28. 582 DOC 2.1, p. 6. 583 DOC 2.1, p. 6. 584
138
aperta nel 663 ca.585 e le zecche di Sicilia, che probabilmente superarono per importanza Ravenna a
partire dalla seconda metà del VII secolo586.
Le produzioni ravennati consistono in emissioni quasi sempre datate, anche se non in maniera continuativa e, secondo una ipotesi espressa da Grierson alla fine degli anni ‘60 del secolo scorso, probabilmente coniate solo quando ritenuto necessario587. Più recentemente alcuni studiosi come Hahn 588
oppure Ercolani589, grazie ad un’incrementata conoscenza acquisita principalmente a seguito di nuovi
rinvenimenti numismatici, hanno evidenziato che le emissioni monetali furono coniate anche in anni diversi da quelli già conosciuti precedentemente, sia per quello che riguarda i folles ma anche per i ½ folles, evidenziando così una produzione quasi continuativa almeno per quello che riguarda il dominio di Eraclio.