Questo periodo documenta la presenza della maggior parte dei reperti di V secolo rinvenuti presso i due siti di Classe, 178 in totale. Di questi, 151 provengono dallo scavo dell’area portuale e 27 dalla Basilica di San Severo e costituiscono rispettivamente l’85% e il 75% dei reperti di tutto il secolo, mettendo in evidenza il momento di maggiore importanza per il porto ma anche per tutta la città di Classe. Le presenze per ogni imperatore sono evidenziate nella Figura 40, ove si osserva l’imponente presenza delle emissioni di Onorio e Valentiniano III, in particolare nell’area portuale di Classe.
Le zecche di produzione di queste emissioni sono quasi tutte collocate nell’area occidentale dell’impero, Roma, Aquileia276 e Siscia; le zecche orientali sono rappresentate solo da poche emissioni di Arcadio e
Teodosio I, del quale sono riconoscibili le produzioni di Costantinopoli, Nicomedia e Tessalonica.
Figura 40. Distribuzione delle emissioni dal 395 al 455 suddivise per autorità emittente (area portuale in blu, Basilica di San Severo in rosso).
L’emissione di Arcadio più datata è della serie dei Vota, VOT/V (Cat. 269) di zecca non identificabile, emessa tra il 383 e il 387, un’emissione già discussa in precedenza, poiché relativa alla celebrazione di un quinquennale che in effetti non appartiene ad Arcadio ma al padre Teodosio I277. Leggermente in
contrasto con quanto sostenuto da Pierce278, Grierson e Mays sostengono che la legenda VOT/V dovrebbe
essere intesa, non come una celebrazione del quinquennio, ma come un augurio per i prossimi cinque anni
276
ERCOLANI 2007a, p. 52. La zecca di Aquileia, chiusa nel 402, fu riaperta ma solo per emissioni a nome di Galla Placidia, nel 425, durante le campagne contro l’usurpatore Giovanni.
277 RIC IX, p. xxxxi. 278
RIC IX, p. xxxviii. 0 10 20 30 40 50 60 70
73
di regno, quindi databile all’anno della sua elevazione alla co-reggenza con il padre, il 383, come evidenza della sua nomina279.
Sono presenti anche produzioni con il tipo Salus Reipublicae e Victoria Auggg che però verranno discusse di seguito, in quanto tipi emessi anche a nome di altri imperatori.
Vittoria stante (Victoria Avgg)
Questa emissione presenta una Vittoria stante a sinistra, che ricorda le produzioni di Securitas Reipublicae degli imperatori valentiniani. È certamente una delle produzioni più comuni, ma non vi è accordo sulla data di emissione, poiché Kent la colloca tra il 395 e il 402280, con produzione delle zecche
galliche di Treviri, Lione e Arles, mentre Grierson e Mays nel periodo tra il 383 e il 388 la considerano una emissione delle zecche di Aquileia, Roma e Siscia, oltre ad Arles, databili fino al 392281.
Sono ascrivibili ad una autorità specifica cinque esemplari di Arcadio emessi ad Arles (Cat. 260-264), sette di Onorio riferibili alle emissioni della zecca di Roma (Cat. 335-341) e due per le quali l’autorità emittente non può essere identificata, poiché in pessime condizioni di conservazione (Cat. 256-257) [v. supra].
Inserendo i dati pondometrici in un grafico (Figura 41) si nota che la maggior parte dei reperti si collocano in una fascia di valori piuttosto bassi, con pesi tra 0,5 e 2 g, e diametri da 11 a 15 mm, in particolare quelle attribuibili ad Onorio.
Figura 41. Distribuzione pondometrica del tipo con Vittoria stante e legenda Victoria Avccc.
Vittoria stante con prigioniero (Salus Reipublicae)
Le emissioni di Salus Reipublicae presentano sul rovescio l’immagine di una Vittoria frontale e in movimento a sinistra, nell’atto di trascinare un prigioniero; caratteristica di queste emissioni anche 279 GRIERSON-MAYS 1992, p. 99. 280 RIC X p. 127. 281 GRIERSON-MAYS 1992, pp. 106; 117. 0 0,5 1 1,5 2 6 8 10 12 14 16 18 20 22 Pe so i n g Diametro in mm
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l’introduzione dello staurogramma sul rovescio nel campo a sinistra; la data di produzione è tra il 390 e il 393, ma fu ripresa da Onorio, nell’anno della morte del padre, nel 395 fino al 402282.
Sono ascrivibili ad Arcadio sei esemplari, due della zecca di Aquileia rinvenuti presso gli scavi della Basilica di San Severo (Cat. 258-259) e quattro di Roma (Cat. 265-268). Sono invece otto i reperti monetali che possono essere ascritti puntualmente ad Onorio, tre coniati ad Aquileia (Cat. 291-293) e cinque da Roma (Cat. 303-307). Il pessimo stato di conservazione tipico anche dei reperti che sono identificabili, non ha permesso, a volte, di accertare puntualmente la presenza dello staurogramma nel campo, ma le legende presenti e anche lo stile di incisione, riconducono con chiarezza a queste emissioni. Sono inoltre presenti 17 esemplari che non possono essere attribuiti ad una autorità specifica, in quanto illeggibili sul diritto, ma collocabili da un confronto stilistico, alle zecche di Aquileia (Cat. 274-279) e di Roma (Cat. 280-290).
L’emissione viene registrata dal Kent con una media di 1,25 g, ma la maggioranza dei reperti si attesta su una fascia piuttosto bassa, con pesi che superano solo in due casi questo valore e con diametri che si concentrano tra 11 e 14 mm. Curiosamente, sono proprio i materiali meglio identificabili che si attestano con i valori ponderali più bassi, come indicato nella Figura 42 entro i rettangoli rosso e verde.
Figura 42. Distribuzione pondometrica del tipo con Vittoria con prigioniero Salus Reipublicae.
Tre esemplari del tipo VIRTVS EXERCITI, produzioni di zecche orientali non sono attribuibili ad un’autorità specifica, poiché in pessime condizioni di conservazione e sono ascritti perciò ad Arcadio/Onorio (Cat. 270-272, quest’ultimo dalla Basilica di San Severo) e registrano pesi di 1,31 fino a 2,54 g, con tondelli che si presentano fortemente tosati, tanto da raggiungere un diametro di 13 mm, quindi una forte oscillazione nei confronti del valore medio di 2,2 g e diametro inferiore ai 18 mm registrati dal Kent.
282 RIC X, p. 71. 0,4 0,6 0,8 1 1,2 1,4 1,6 10 11 12 13 14 15 16 Pe so i n g Diametro in mm
75
Lo stesso problema di attribuzione è legato anche ad un esemplare di CONCORDIA AVC con croce (Cat. 273), produzione della parte orientale dell’impero, ma un modello emesso a nome di tutti e due gli imperatori. Il peso e diametro dell’esemplare di Classe di 0,5 e diametro di 9 mm è piuttosto ridotto nei confronti dei parametri di ca. 1,49 g283, valori indicativi forse di una emissione imitativa284.
Le produzioni di Onorio sono emesse quasi esclusivamente con moduli di AE4, con pochi AE3; inizialmente l’imperatore batte moneta anche a nome del fratello, ma dopo la sua morte solo con il suo285.
Le emissioni ascrivibili puntualmente ad Onorio sono presenti con un forte quantitativo, 73 esemplari, otto dei quali sono Salvs Reipvblicae emessi ad Aquileia e Roma mentre sette sono attribuibili ad emissioni di Victoria Avc con una Vittoria a sinistra [v. supra] e uno di VRBS ROMA FELIX (Cat. 302), coniato esclusivamente nella zecca di Roma, su cui viene rappresentata la raffigurazione della città stessa (interpretata da Cohen come la figura dell’imperatore)286 stante frontale, con capo rivolto a destra, nella
tipologia più comune287 e datato al 394-95288. Dato il pessimo stato di conservazione del reperto, il peso
dell’emissione si registra a 1,24 g con modulo ridotto di soli 13 mm di diametro, quindi valori molto inferiori a quanto registrato da Kent per gli AE3289.
Imperatore sopprime due nemici (Gloria Romanorum)
Dopo la morte di Arcadio le produzioni occidentali vengono emesse solo a nome di Onorio; questo è il caso degli AE3 GLORIA ROMANORVM, con l’imperatore stante collocato al centro del tondello, il quale sopprime con le due mani due nemici, uno inginocchiato e uno supplicante, rinvenuto con 57 esemplari. Questo tipo è stato emesso in tre zecche, Aquileia, Roma e Siscia e forse anche Ravenna, come suggerito da Grierson e Mays290. Kent contrasta questa ipotesi, assegnando la sigla SM alla zecca di
Aquileia, sostenendo che “a proposal to assign it to Ravenna carried no conviction; there appear, for example, to be no specimens in the extensive holdings of this type in the Ravenna Museum, whereas they exist in collections in the former Yugoslavia. Combined with the evidence of finds from Istria, they
suggest that the issue was locally important”291. Questa dichiarazione sembra strana, poiché già nel 1983
Ercolani aveva documentato la presenza di 35 esemplari presso il Museo Nazionale di Ravenna292. In una
nuova ipotesi, vista la distribuzione concentrata particolarmente nelle aree dell’Adriatico settentrionale,
283 GRIERSON-MAYS 1992, p. 125. 284 ARSLAN 2002, p. 295. 285 GRIERSON-MAYS 1992, p. 207. 286 GRIERSON-MAYS 1992, p. 208. 287
GRIERSON-MAYS 1992, p. 208. In un’altra raffigurazione, Roma è posta con volto frontale.
288
RIC X, p. 130; LRBC, p. 58; GRIERSON-MAYS 1992, p. 208. Mentre Carson, Hill e Kent (LRBC) pongono la data di emissione tra il 394-395, prima Grierson e Mays e successivamente Kent hanno suggerito questa data più tarda giustificandola con cinque punti, tra i quali le officine che son diverse su produzioni del periodo 394-395, oppure la presenza di legende sul diritto che sono divise e non continue.
289
RIC X, p. 131. Kent riporta “All the coins of the first variety and many of those of the second are struck on broad, well-
prepared flans”, una descrizione non confrontabile con l’esemplare proveniente dagli scavi di Classe.
290
GRIERSON-MAYS 1992, p. 209.
291 RIC X, p. 136. 292
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Asolati suggerisce una zecca militari itinerante, in un momento di difficoltà ad accedere a una delle zecche normalmente utilizzate per le emissioni in bronzo293.
La datazione di questi reperti è oggetto di controversia, poiché Kent le data tra il 410 e il 423294, mentre
Grierson e Mays295 restringono la cronologia al 410, quando Onorio riprende il controllo della città di
Roma.
Dato il pessimo stato di conservazione delle monete appartenenti a questa emissione, il segno di zecca in esergo è leggibile solo in due esemplari (Cat. 308-309), ma dallo stile della incisione e da un confronto stilistico con le immagini utilizzate da Kent, si potrebbero suddividere i reperti in cinque gruppi, il primo dei quali riunisce le monete con la figura dell’imperatore stante, ma statica, che sarebbero associabili alle produzioni della zecca di Roma (Cat. 310-334), mentre quelle più in movimento alle zecche di Aquileia (294-301), e Siscia (Cat. 364 - rinvenuta presso la Basilica di San Severo). Dato invece il pessimo stato di conservazione in cui vergono molti dei reperti, non è possibile attribuire una zecca specifica ad alcuni esemplari (Cat. 342-360), mentre tre monete (Cat. 361-363) sono ritenute possibili emissioni imitative. Quando i dati dei valori ponderali sono posti in un grafico (Figura 43), si nota che i materiali di zecche identificabili stilisticamente si collocano nel grafico con valori più elevati (entro il riquadro rosso) mentre quelli di interpretazione più incerta (indicati con Roma/Aq, entro riquadro verde) rientrano nella parte più bassa, relativa a pesi e diametri inferiori; si inseriscono in questo gruppo le monete che sono considerate quasi con certezza delle emissioni imitative (in viola).
Figura 43. Distribuzione pondometrica del tipo con imperatore stante e due prigionieri Gloria Romanorvm.
Teodosio II, figlio di Arcadio, successe al padre nel 408 e rimase al potere per 42 anni, fino alla sua morte, nel 450. Gli esemplari rinvenuti a lui ascrivibili puntualmente sono sette in totale, tutti produzioni di zecche orientali, Costantinopoli, Nicomedia o Tessalonica. Quattro degli esemplari ascritti a questo imperatore sono stati rinvenuti presso la Basilica di San Severo (Cat. 365-366, 368-369) e solo tre 293 ASOLATI 2001, p. 83. 294 RIC X, p. 136; A SOLATI 2001, p. 82. 295 GRIERSON-MAYS 1992 p. 209. 0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 Pe so i n g Diametro in mm
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dall’area portuale (367, 370-371) e riproducono iconografie diverse da quanto prodotto invece nella parte occidentale dell’impero.
In ordine cronologico, le prime emissioni di Teodosio II sono due GLORIA ROMANORVM con due imperatori (Onorio e lo stesso Teodosio II) rappresentati stanti e frontali, con un globo che i due tengono insieme, coniato tra il 408 e 423. Il reperto n. 370) è stato collocato con le emissioni di Nicomedia per ragioni puramente stilistiche - nonostante le scarse produzioni -, mentre il reperto n. 367) è ascrivibile a una zecca orientale non identificabile con certezza. Il peso medio di queste emissioni è registrato da Kent a 1,68 g, ma i pesi delle due monete di Classe si discostano da questo valore, uno in particolare documentato a 0,46 g (Cat. 367), poiché frammentario, mentre il reperto di Nicomedia è inferiore solo del 27%.
Datata agli anni tra il 423 e il 425 un’emissione di CONCORDIA AμGμ della zecca di Tessalonica (Cat. 371), mentre sono collocate tra il 425 e il 435 le emissioni anepigrafi con una croce, due esemplari (Cat. 365-366), attribuibili per confronto stilistico alla zecca di Costantinopoli. Sono state rinvenute anche due monete di tipologia simile, ma lo stile delle emissioni non lascia spazio per una interpretazione più puntuale dell’autorità emittente, riconoscibile con le emissioni di Teodosio II oppure Valentiniano III (Cat. 380-381).
Le emissioni più recenti di Teodosio sono due monete con monogramma, coniate tra il 445 e il 450 che vengono descritte da Kent di modulo maggiore (coins are distinctly larger and heavier), con un peso di ca. 1,5 g. I due esemplari rinvenuti presso la Basilica di San Severo (Cat. 368-369) mostrano un monogramma che si rivela simile a quelli identificabili con Teodosio, ma il peso delle due monete è assai minore alla media indicata, fino al 90% in meno, riconducendo le emissioni a possibili produzioni imitative.
L’imperatore successivo documentato a Classe è Giovanni296, l’usurpatore che salì al potere alla morte di
Onorio, prima dell’intervento di Teodosio II e l’elevazione di Valentiniano III. Egli coniò moneta anche a nome dell’imperatore di Oriente Teodosio II; dei sette reperti rinvenuti solo uno proviene dalla Basilica di San Severo. Le emissioni, coniate a Roma, sono databili tra il 423 e il 425.
Sei dei sette esemplari rinvenuti sono emissioni di AE4 del tipo SALVS REIPVBLICE (Cat. 372-379), con una Vittoria nel campo, che trascina un nemico, registrato con alcune varianti, e caratterizzato dallo staurogramma collocato a sinistra nel campo. Un altro esemplare, del tipo VICTORIA AVGG, riporta sempre una Vittoria, con corona di alloro e palma (Cat. 372)297.
Le produzioni di Giovanni registrano un peso medio di 1,25 g che si rivela superiore ai valori documentati dalle monete presenti e rinvenute con pesi che variano tra 0,2 g (la moneta è tosata) fino a 1,08 g. Dalla rappresentazione grafica dei valori pondometrici delle emissioni con legenda Victoria Augg di Giovanni nei confronti delle produzioni da Teodosio I fino a Onorio, si nota che le emissioni più tarde si inseriscono nella parte relativa a pesi e in particolare taglio piuttosto bassi (Figura 44).
296
L’attribuzione è data a Giovanni in quanto – anche se non riconosciuto da Teodosio II - è, in quel momento, l’autorità emittente in Occidente. Si puntualizza, però, che La stessa produzione è emessa da Giovanni anche a nome di Teodosio II.
297
78
Figura 44. Distribuzione pondometrica delle emissioni di Giovanni nei confronti delle predecessori, AE4 Salus Reipublice.
A seguito dell’invio di truppe da parte di Teodosio II, Valentiniano III fu insediato al potere nel 425, sotto la tutela della madre Galla Placidia, sorella di Onorio, poiché minore. Salito al trono all’età di sei anni, le monete mantengono una raffigurazione di un volto visibilmente giovane che cambia solo leggermente per le produzioni più tarde.
Sono presenti presso il due siti un totale di 55 monete attribuibili a Valentiniano III, 49 provenienti dalla zona portuale e 6 dalla Basilica di San Severo. Uno degli esemplari è in argento, mentre gli altri sono tutti in lega di rame. Lo stato di conservazione dei reperti monetali è piuttosto cattivo e spesso l’identificazione non è inequivocabile.
Le produzioni in lega di rame sono emesse a Roma, l’unica zecca italiana che produceva in questo metallo, dopo la chiusura di Aquileia nel 402, mentre la moneta in argento è invece una emissione di Ravenna oppure di Roma. Questo esemplare specifico (Cat. 382) è una ½ siliqua, coniata probabilmente tra il 420 e il 430, ma le pessime condizioni di conservazione non permettono il riconoscimento puntale. Come già osservato in precedenza, il peso della ½ siliqua è calcolato a 1,13 g, mentre questo esemplare è di soli 0,79 g, quindi un calo del 41%, giustificato probabilmente dalle sue pessime condizioni di conservazione.
I rimanenti 54 esemplari sono stati suddivisi seguendo la catalogazione del Kent; la maggior parte di queste utilizzano la raffigurazione della Vittoria, rappresentata in combinazioni diverse e con due principali legende, undici con la legenda VICTORIA AVGGG (Cat. 383-385; 390-394) e quattro con SALVS REIPVBLICE (Cat. 386-389) databili al primo periodo del regno di Valentiniano, tra il 425 e il 430.
Il peso degli esemplari di Victoria Auggg rinvenuti presso i siti dell’area portuale e Basilica di San Severo sono documentati con valori tra il 1,06 e 2 g, che si collocano addirittura sopra la media suggerita da Kent
0,4 0,6 0,8 1 1,2 1,4 1,6 9 10 11 12 13 14 15 16 Pe so i n g Diametro in mm Teo/Arc/Ono Giovanni
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per questo periodo di 1,25 g; il contrario si registra per le emissioni di Salus Reipublice, con valori inferiori, tra 0,5 e 1,05 g (si veda la Figura 45).
La ragione di questa evidente differenza ponderale non è conosciuta, poiché i repertori sembrano non notare chiare divergenze fra le due produzioni. Non sembrano però essere emissioni imitative poiché le legende sono spesso leggibili, anche se solo parzialmente, ed in effetti, nonostante l’esiguo numero di reperti monetali analizzati, sembrerebbe possibile osservare una emissione di valore inferiore, forse da considerare come un nominale inferiore, un AE5, un’ipotesi comunque piuttosto incerta, che sarebbe necessario supportare con un’analisi di campionature numericamente più abbondanti.
Figura 45. Confronto fra le emissioni con una Vittoria di Salvs Reipvlice e Victoria Avcc.
L’immagine della Vittoria viene utilizzata anche per due emissioni più tarde, introdotte tra il 430 e il 437; una mostra una Vittoria che trascina un nemico, con staurogramma a sinistra della figura, la seconda con due Vittorie, poste l’una di fronte all’altra ambedue con legenda VICTORIA AVGG. Sono documentati sei esemplari del primo tipo (Cat. 395-400; 422) mentre molto più abbondante è l’emissione con due Vittorie, della quale sono registrati 21 reperti monetali riconoscibili in tre varianti diverse (Cat. 401-421) tra cui sono incluse tre emissioni imitative (Cat. 424-426).
Il peso medio registrato da Kent per queste produzioni, tutte di AE4, è di 1,1 g, ma i reperti di Classe registrano valori spesso al di sotto del grammo (vedi Figura 46), una tendenza rilevabile in particolar modo per l’emissione con una sola Vittoria, nonostante non sia discernibile una chiara connessione tra tipo e peso degli esemplari.
Ritroviamo anche un’emissione di VOT/XX (Cat. 423) prodotto tra il 434-435, un tipo abbastanza comune298 che va a sostituire una emissione precedente di VOT PVB.
298 RIC X p. 174. 0 0,5 1 1,5 2 2,5 9 10 11 12 13 14 15 Pe so i n g Diametro in mm
80
Figura 46. Confronto fra le emissioni con legenda Victoria Avgg, una o due Vittorie nel campo.
Le emissioni di AE4 databili tra il 440 e il 455 sono considerate da Kent di stile quasi “barbarico” con legende limitate e “confuse” e peso di circa 1,5 g, spesso senza segno identificativo di zecca. Databili agli ultimi anni di vita di Valentiniano III, sono state rinvenute a Classe tre esemplari di SALVS REIPVBLICE con croce (Cat. 428-430), probabilmente una produzione di Galla Placidia299, ma
conosciuta anche per Valentiniano III, oltre a un SALVS REIPVBLICA con Vittoria che trascina un nemico (Cat. 425-427), una variante con legenda SALVS REIPVBLICE, con Vittoria che tiene due allori (Cat. 424); infine, databile a questo periodo iniziale, un esemplare anepigrafe con croce (Cat. 431)300.
La figura dell’imperatore è rappresentata in due emissioni; una di queste mostra la legenda VICTO AVC ed è stata rinvenuta presso gli scavi della Basilica di San Severo con tre esemplari, (Cat. 432-234) che mostra sul rovescio l’imperatore stante con lancia, mentre sopprime il nemico, una produzione che Kent ritiene rara301. Il secondo tipo mostra l’imperatore stante con stendardo, che appoggia la mano sinistra su
uno scudo (Cat. 435).
Con la figura dell’imperatore tre esemplari con legenda VICTO AVG (Cat. 432-434) e anche il tipo con legenda VRTVS ROMANORVM, con una figura stante con elmo, che tiene un globo e lancia (Cat. 435); inoltre si registra un esemplare con figura stante e lancia (Cat. 436), quindi una varietà di emissioni piuttosto abbondante.
È documentabile, infine, una produzione di AE4 VICTORIA AVC con due Vittorie stanti frontali che tengono tra loro una corona di alloro (Cat. 437), in una tipologia simile al RIC 2131; questa moneta si differenzia però sul rovescio, poiché è inserita in esergo, una lettera greca τ, un segno di zecca sconosciuto nei repertori e che potrebbe indicare l’appartenenza alle coniazioni di Tessalonica.
Il peso di queste emissioni, stando agli standard proposti da Kent, sarebbe di 1,50 per gli AE3 e 1,10 per gli AE4 e l’instabilità dei valori di questo periodo è ben visibile nelle produzioni documentate a Classe, poiché i valori fluttuano tra 0,56 e 1,63 g, mantenendo diametri piuttosto uniformi. Secondo il Kent, la 299 RIC X, p. 173. 300 RIC X p. 174. 301 RIC X, p. 174. 0,4 0,6 0,8 1 1,2 1,4 1,6 9 10 11 12 13 14 15 16 17 Pe so i n g Diametro in mm 1 vitt 2 vitt
81
ragione della stabilità delle produzioni monetali sarebbe legata all’aggiunta di piombo nella lega di rame302, un’azione probabilmente deliberata e visibile anche a Classe303; tale l’ipotesi dovrebbe essere
sostenuta, però, dall’analisi di un campione più ampio304.