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CC II Area portuale 2004-2005, Sopr BB CC NP

(FC) CES VESC

(RN) VC (BO) BON (FE) VOG (FE) DOM (RSM) Fino 41 DC 3 8 3 31 1 1 2 1 41-54 5 1 6 1 2 59-69 1 6 1 69-96 2 1 6 3 5 4 4 96-117 2 9 1 6 3 117-138 5 2 1 2 2 4 138-161 4 1 2 4 12 1 1 8 1 161-180 1 1 2 2 2 180-192 2 1 1 9 193-222 5 1 2 3 2 1 1 222-238 2 1 4 2 2 2 3 1 238-260 8 4 1 1 1 260-275 1 1 8 6 1 2 3 275-296 8 2 7 3 6 2 3 1 238-296 4 2

Tab. 6. La presenza numerica dei reperti di I-III secolo nel territorio, suddivisi secondo la classificazione di Reece.

* Si registrano anche dagli scavi di Podere Branzanti-Maiano863

, monete di Augusto, Tiberio, Claudio, Adriano, Antonino Pio, Marco Aurelio, Faustina II, Lucilla, Giulia Mamea, Gordiano I, Filippo l’Arabo, Quntilio e Carino.

** Il computo dei materiali include anche 9 monete considerate illeggibili, 111 Assi e alcuni semissi, tutti però non databili con precisione.

Si registrano, inoltre, un numero ancora indefinito di reperti monetali di questo periodo, 91 registrati finora, rinvenuti di una stratio a ovest della cittadina di Cesenatico.

È molto più probabile, invece, che la differenza risieda nella profondità della stratigrafia di Classe e della Basilica di San Severo, aree ora agricole, ma che facevano parte dell’insediamento urbano della città di Classe, un terreno quindi fortemente stratificato e che ha sofferto, negli anni, dal fenomeno di sussidenza naturale. Questo fattore ha causato l’abbassamento degli strati archeologici nei confronti del piano di calpestio odierno, tanto che non è spesso possibile indagare in pieno le stratigrafie urbane di Ravenna e Classe. Questo problema è meno evidente nel cervese, nelle aree limitrofe del Decimano e anche a Cesenatico o anche nelle campagne faentine, ove il terreno, smosso da aratri e altre attività agricole, riporta in superficie materiali in metallo, facili da individuare quando il terreno è verificato accuratamente con un metal detector.

La carenza di moneta enea circolante nella fase precedente aveva portato alla pratica della frammentazione e uso di monetazioni ausiliarie864, che è assente nei contesti di Classe; questa situazione

viene sanata con l’introduzione abbondante di monete dei tresviri monetali da parte di Augusto, emessi per sostenere l’aumento della domanda di moneta di un mercato che si stava evolvendo. Queste emissioni, presenti anche a Classe, sono testimoni di un’infiltrazione o inserimento nel mercato, un modello

863

MANZONI 1884, p. 181.

864

197

osservato in maniera particolarmente abbondante negli scavi della Lombardia, ma anche in Veneto865. La

stessa scarsità dei rinvenimenti riscontrata Classe si rispecchia, invece, nei dati degli horrea di Vada Volaterrana866, ma anche del Teatro Sociale di Trento867.

Per quasi tutti i siti analizzati, si osserva un calo dei rinvenimenti di assi e la crescita numerica del rinvenimento dei sesterzi, relativo in particolar modo alle produzioni degli Antonini (138-193) e dei Severi (193-235), una recessione che è probabilmente legata alla perdita di valore di acquisto del nominale stesso, oppure anche alle politiche sociali messe in atto da Antonino Pio, come già osservato nel territorio romagnolo, o anche alle prime avvisaglie di cambiamenti politici ed economici che porteranno alle guerre contro la pressione di popolazioni germaniche sui confini del limes.

Si nota inoltre la crescita numerica delle produzioni della seconda metà del III secolo, che si osservano in particolare negli horrea di Vada Volterrana868 e anche presso il Teatro Sociale di Trento869. È curioso

osservare la presenza di monetazione di imperatori “gallici”, come Tetrico II, rinvenuto con un solo esemplare a Ravenna e pochi altri nel territorio Romagnolo, mentre è ben documentato in Lombardia, in particolare a Bergamo (16 esemplari)870. Lo stesso si osserva anche per il materiale di Claudio II il

Gotico, raramente rinvenuto nel ravennate, ma registrato più abbondantemente in Lombardia871.

Sembrerebbe ovvio dedurre che la presenza di emissioni del tardo III secolo in altre regioni sia la testimonianza di scontri militari che caratterizzano in particolar modo le zone settentrionali della Pianura Padana, più vicine e quindi più influenzate dalle azioni militari che caratterizzano questo periodo, come la separazione e poi ricongiunzione all’impero della regione della Gallia e della Britannia. Naturalmente questo è solo una campionatura delle attestazioni che vanno a costituire la circolazione monetale di questo periodo e necessiterebbe di un’analisi più approfondita che non è però oggetto, al momento, di questo studio.

Nel confronto con altri porti del Mediterraneo riscontriamo che la presenza monetale di questo periodo è piuttosto scarsa anche in siti come Portus872 di fondazione traianea, ma che prende il sopravvento su Ostia

solo dal IV secolo, o anche a Sardis873 o Elaiussa Sebaste874, mentre si documentano molti più esemplari a

Marsiglia875 un porto già fondato dal 600 a.C. oppure Cartagine876, il principale porto del Mediterraneo,

fondato nel periodo augusteo. Questo confronto è piuttosto utile per osservare il diverso periodo di attività delle zone portuali nel Mediterraneo e il loro sviluppo che si svolge in periodi storici e politici diversi, ma anche la diversa attività monetale e selettività dei tipi selezionati da una certa autorità emittente per la circolazione in alcune aree, rispetto ad altre, in particolare visibile nel secolo successivo.

865 GORINI 1987, pp. 240-244; RMRVe 1994.. 866 F ACELLA 2004. 867 CALLEGHER 1998. 868 F ACELLA 2004. 869 CALLEGHER 1999. 870 ARSLAN 2007. 871

ARSLAN 1991; ARSLAN 1999; ARSLAN 2001b; ARSLAN 2007.

872

SPAGNOLI 2011.

873

CRAWFORD 1990.

874

TEKIN 2003, POLOSA 2003, POLOSA 2003a.

875

MARSIGLIA 2008.

876

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Lo studio della provenienza dei materiali numismatici attraverso la documentazione della sigla della zecca, permette di osservare dati relativi alla fornitura di moneta nel contesto studiato e suggerisce alcune ipotesi riguardo la presenza delle produzioni monetali di alcune zecche presenti a Classe.

Durante i tre secoli analizzati cambia la struttura relativa alla produzione e all’organizzazione delle zecche monetali. Per esempio, i centri di produzione del regno di Augusto sono distribuiti nelle varie provincie, dalla Spagna alla Cirenaica877, mentre i suoi successori centralizzano la produzione a Roma878.

La situazione cambia nuovamente a partire dalla famiglia dei Severi, con l’apertura della zecca di Antiochia, collocata in una zona strategica per le guerre contro i persiani, una tra le più attive anche sotto Gordiano III879.

Nella seconda metà del III secolo, Gallieno apre la zecca di Mediolanum per la coniazione del denaro necessario per la guerra contro Postumo ma anche Siscia in Croazia, mentre a partire da Aureliano, per poi continuare nel periodo dioclezianeo, apriranno anche molte altre zecche, quasi tutte sul limes880. La

collocazione di questi nuovi centri di produzione lungo il confine sembrerebbe indicativa della necessità di emettere moneta sulle zone di interesse militare e la necessità di soddisfare il pagamento dei soldati nelle varie diocesi881, come confermato anche dal dato di Classe (Tab. 7).

Il piccolo campione monetale è difficilmente confrontabile con altri, ma la zecca di Roma costituisce il 23% dei radiati, Ticinum il 12%, così come Antiochia e Cizico, mentre tutti gli altri poco meno del 6%. Si osserva comunque un canale privilegiato di Ravenna nei contatti con le di zecche orientali, visibile in particolar modo dal confronto con Brescia, oppure a Trento882, ove la monetazione di tali zecche è

registrata con percentuali inferiori883. Più arduo è il confronto del materiale di Classe con quelli del

territorio ravennate e zone limitrofe, poiché spesso gli esemplari rinvenuti sono di difficile lettura; si nota comunque, nel territorio del Decimano, una prevalenza di produzioni romane e di Siscia, mentre nei rinvenimenti del cervese l’unica zecca rinvenuta è quella di Roma.

RM TC MI COL/TR RM/SC SC ANT CIZ OR* ND

Augusto- Filippo l’Arabo 25

Filppo II 1 Gallieno 3 1 1 Claudio Gotico 1 Tetrico II 1 Probo 1 2 1 1 2 Galerio 1 Diocleziano 1

Tab. 7. Le zecche individuate dai reperti numismatici del periodo alto-imperiale.

RM= Roma, MI=Milano; SC=Siscia;

*Per zecca orientale si indica una produzione certa di zecche orientali, non meglio specificate poiché illeggibili.

877 C

ATALLI 2003, p. 167; Roma rimase comunque il centro produttivo principale.

878

RIC II.1, p. 5.

879

CARSON 1978, p. 66; CATALLI 2003, p. 174.

880

BURNETT 2004, p. 130. Le zecche di questo periodo sono: Colonia e Treveri sul limes renano, Milano, Pavia e Aquilea all’ingresso della penisola italiana, ma anche Siscia, Sirmium, Salonicco, Eraclea, Cizico, Nicomedia, Antiochia, Alessandria. Londra, Lione, Arles e Cartagine.

881

RIC V.I, p. 17; CATALLI 2003, p. 174; BURNETT 2004, p. 130.

882

CALLEGHER 1998.

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Si è tentato anche di osservare il dato non solamente dal punto di vista puramente numismatico, ma come elemento da collegare alla stratigrafia di scavo. Nonostante non sia stato possibile inserire i dati nel GIS di scavo a causa di problemi tecnici, si è tentato di rappresentare graficamente la distribuzione spaziale dei rinvenimenti.

Dai primi anni del I secolo a.C. l’area che testimonierà la crescita della città di Classe venne destinata a scopo funerario, utilizzando, in particolar modo, gli assi viari che collegavano Ravenna a Classe e alle località lungo la costa adriatica (Figura 100)884. Durante lo stesso periodo si registra, inoltre,

l’insediamento della flotta militare augustea, la classis, termine da cui deriva il toponimo della città stessa. L’area portuale si imposterebbe entro il bacino idrografico naturale che costituì la collocazione del primo impianto, ma, al momento, le uniche attestazioni della presenza dei classiarii non sono i resti delle caserme militari o gli alloggi dei famigliari, ma solo le stele funerarie885.

Figura 100. Utilizzo differenziato delle aree nella zona di Classe (Augenti 2011).

Nell’area portuale (Figura 101), la maggior parte dei rinvenimenti proviene dalle zone di scavo precedentemente indicate come Area 2000 e Area 3000 e ora riconoscibili negli edifici 8 e 17, e dall’area

884

AUGENTI 2011, p. 21.

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