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Figlio dell’esarca di Cartagine, Eraclio giunse a Costantinopoli nell’Ottobre 610 con una flotta che trasportava reliquie e icone della Madonna, a seguito di un invito del Senato della capitale. Al suo arrivo, Foca fu deposto e ucciso ed Eraclio fu incoronato imperatore il 5 ottobre del 610597.

L’imperatore ereditò tutti i problemi lasciati dai suoi predecessori, ma in particolare si trovò ad affrontare svariate guerre, in particolare nell’area danubiana e le guerre contro i Persiani598, che avevano conquistato

la città di Gerusalemme, massacrando l’intera popolazione cristiana, e soprattutto avevano depredato le reliquie della Vera Croce, la lancia e la spugna, che furono portate in Persia. La guerra che seguì si concluse trionfalmente per i Bizantini il 14 settembre del 628, con la consegna della Vera Croce al Santo Sepolcro a Gerusalemme, città nella quale l’imperatore entrò vittorioso nel 630599.

Nel frattempo, nella penisola italiana imperversavano i Longobardi e si verificarono anche sommosse nelle città di Ravenna e Napoli. Eleuterio, esarca di Ravenna, sedò la rivolta della città, ma cercò anche di farsi eleggere imperatore dalle truppe; nel tentativo di ottenere il riconoscimento da parte delle autorità, egli partì per Roma dove non arrivò mai, assassinato e poi decapitato dai soldati fedeli a Eraclio600.

Le monete assegnate ad Eraclio corrispondono ad un totale di diciassette, tre delle quali sono state rinvenute nella Basilica di San Severo; di questi reperti, quattordici esemplari sono stati emessi dalla zecca di Ravenna e tre di Roma.

Il grafico qui di seguito mostra la suddivisione dei nominali presenti presso i due siti archeologici, utilizzando sia la numerazione di Grierson che quella di Ercolani601, quest’ultima più puntuale nel

differenziare gli stessi nominali prodotti in anni diversi. La numerazione di Ercolani, che segue un ordine cronologico di produzione (mantenuta, a parte per il tipo 203), ci permette di osservare una costante produzione monetale durante tutto il periodo di regno dell’imperatore (Figura 80).

La presenza monetale nei due siti ci permette di confermare la lenta scomparsa di piccoli nominali, con una produzione che favorisce solo emissioni di follis e ½ follis.

A partire dalla monetazione di Eraclio l’unico repertorio che indica il peso medio delle emissioni è quello di Grierson, nel quale sono evidenziate tabelle con i valori medi riscontrabili presso il Dumbarton Oaks; le tabelle create mostrano cifre calcolate sulla base della monetazione di Costantinopoli, poi confrontate

596 MIBE 2, 66 (Costantinopoli); MIBE 2, 107-109 (Roma). 597

GRIERSON 1982, p. 88; GREGORY 2005, p. 160.

598

LOUTH 2008a, p. 227.

599

GREGORY 2005, pp. 160-161; LAIOU-MORRISSON 2007 p. 24.

600 A

NDREA AGNELLUS, Liber Pontificalis Ravennatis Ecclesiae, 106

601

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con dati registrati presso il British Museum di Londra602. Prendendo Eraclio come esempio, si osserva una

suddivisione del materiale numismatico in più classi, con pesi che variano da 10,4 a 4,4 g. Come già osservato finora, il materiale numismatico presente nelle due collezioni analizzate in questo studio, presenta caratteristiche diverse dai materiali costantinopolitani, con particolare riferimento al peso delle emissioni, molto impoverito a Ravenna rispetto ai valori considerati medi. Non sarà quindi più effettuato il confronto fra il valore medio o standard considerato dalla letteratura con i valori registrati presso i due siti di Classe.

Figura 80. Distribuzione dei tipi monetali di Eraclio (area portuale in blu, Basilica di San Severo in rosso).

L’iconografia impressa sul diritto delle monete di Eraclio è particolarmente variata e nelle prime emissioni, l’imperatore adotta busto frontale, associandosi al figlio Eraclio Costantino e a volte anche alla seconda moglie Martina603. La produzione di questo periodo è evidenziata da cinque esemplari di ½ follis

con segno di valore K nel campo e le lettere RA in esergo, databili tra il 616 e il 618 (Cat. 727-731), oltre a un follis rinvenuto presso la Basilica di San Severo, coniato nell’anno V/II/II del regno, corrispondente al 618-619 (Cat. 732-733).

Negli anni ’30 del regno l’iconografia del diritto cambia, e mostra l’imperatore a figura intera insieme al figlio Eraclio Costantino; sono presenti cinque esemplari con queste effigi, quattro provenienti dall’area portuale di Classe e uno da San Severo (Cat. 734-738), sul cui rovescio è collocato il segno di valore K con sopra una croce, una Δ sotto, ANNO a sinistra scritto in verticale e XXI (oppure XXII) a destra. Le ultime emissioni di Eraclio si distinguono per il cambio di ritratto sul diritto, che mostra tre figure stanti e frontali, con Eraclio al centro, affiancato sulla destra da Eraclio Costantino e sulla sinistra da Eracleona. Sul rovescio c’è il segno di valore M, oppure K, al centro del campo monetale con una lettera A collocata al di sotto; sopra si trovano le lettere “hk”, ANNO a sinistra trascritto in verticale e X/X/II/II 602 DOC 2.1, p. 23 e segg. 603 ERCOLANI 1983, p. 36. 0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4 DOC 293 EC 186 DOC 293 EC 186-187 DOC 289 EC 187 DOC 290 EC 188 DOC 300 EC 191 DOC 303 EC 196 DOC 308 EC 200 DOC 243 EC 203

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a destra nel caso del follis rinvenuto presso gli scavi della Basilica di San Severo (Cat. 739). Di più difficile lettura è l’esemplare da ½ follis dello stesso tipo, in cui l’indicazione dell’anno di produzione è molto corrosa, tanto da renderla illeggibile; si potrebbero dedurre almeno due lettere X, che però sembrano collocate in orizzontale come nel tipo coniato con il numerale XXI604, oppure si potrebbe

ipotizzare un anno X/X/X, anche se l’ultima X non è evidente (Cat. 740)

L’unico nominale proveniente da una zecca diversa da Ravenna è stato prodotto a Roma negli anni tra il 629 e il 641. I tre esemplari presenti (Cat. 742-743) mostrano sul diritto i busti frontali di Eraclio ed Eraclio Costantino (a destra), mentre sul rovescio c’è il segno di valore XX posto al centro del campo monetale, con sopra una croce e il segno di zecca ROM in esergo.

Esistono tre differenti varianti di questo tipo secondo la suddivisione di Grierson605, nei quali Eraclio è

con barba o senza, con o senza croce fra i due imperatori, ma nel caso dei tre esemplari di Classe non è possibile fare tali distinzioni, poiché il diritto di due monete è completamente illeggibile; l’unico esemplare leggibile sembra essere più simile, stilisticamente, alla variante 268 di Grierson, più tarda, datata con più precisione tra il 629 e il 641.