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Nel corso dei numerosi scontri che dal 1948 hanno visto contrapposti i paesi arabi ed Israele, i missili balistici, pur presenti negli arsenali dei vari contendenti, non hanno svolto ruoli particolarmente significativi.

Un esempio di attacco missilistico rilevante è quello che, nel 1967, determinava la perdita di un cacciatorpediniere israeliano, affondato da un missile antinave tipo SS-N-2 di fabbricazione sovietica lanciato da una motovedetta missilistica egiziana.

Esistono notizie controverse in relazione a lanci isolati di missili egiziani, comunque rimasti senza conseguenze di rilievo.

Nel conflitto del 1982, lo scontro fra le forze di Israele e quelle della Siria, all’epoca massicciamente presente in Libano, registravano un largo impiego di missili

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il Trattato INF rappresentava un successo strategico statunitense, in quanto otteneva lo smantellamento di centinaia di missili sovietici effettivamente schierati, a fronte della ‘minaccia’ di dispiegare un ingente numero di vettori statunitensi, mentre nella realtà l’effettivo schieramento risultava contenuto.

Da: Smith J., 2000, op. cit., pp. 172-173; 55

secondo una classificazione comunemente accettata in campo occidentale si distingue, in ordine crescente, fra livello “tattico”, “operativo”, “strategico” e “politico strategico” o della “grande strategia”, cui talvolta vengono aggiunti livelli intermedi. I principali criteri seguiti per la classificazione prendono in considerazione l'intensità del confronto, i livelli quantitativi e qualitativi delle forze e dei mezzi impiegati, l’estensione dell’area interessata ai combattimenti e, soprattutto, la portata degli obiettivi fissati a livello militare e/o politico;

superficie, utilizzati dall’aeronautica israeliana congiuntamente a misure elettroniche e veicoli da ricognizione senza pilota (RPV) per neutralizzare le massicce difese contraeree presenti nella Beka’a Valley, conquistando la superiorità aerea.56

Un particolare risultato hanno invece ottenuto, soprattutto sul piano psicologico, i missili utilizzati dall'Iraq durante la Guerra del Golfo del 1991, il cui impatto geostrategico viene esaminato in altra parte.

Un importante ruolo è stato svolto dai razzi impiegati dalle formazioni palestinesi, spesso causa di pesanti reazioni da parte delle forze israeliane e di conseguenze sul piano internazionale. L’impiego più significativo di ordigni autopropulsi – in termini di conseguenze sul piano militare, politico e geostrategico – era quello messo in atto nel 2006 da Hezbollah, la formazione sciita sviluppatasi nel Libano meridionale e nella Beka’a Valley.

Il confronto, culminato nei brevi ma intensi scontri al confine israelo-libanese del giugno 2006, rappresenta un caso emblematico di come i trasferimenti di armi missilistiche, prevalentemente leggere, possano modificare gli equilibri di potenza, favorendo un attore substatale. Grazie a cospicue forniture di materiali di armamento, in larga parte provenienti dall’Iran attraverso il territorio siriano, il braccio armato di questo movimento si trasformava in una efficiente milizia.57 Negli scontri con le forze israeliane del giugno 2006, questa milizia dimostrava di possedere capacità tipicamente militari, effettuando, fra l’altro, numerosi attacchi stand-off (lanciando centinaia di razzi con portata anche superiore ai 150 km) ed attacchi antinave, arrivando a danneggiare gravemente una corvetta israeliana con un missile lanciato da una postazione costiera.58 Anche in presenza di un numero di vittime e di danni relativamente limitati, l’elevato numero di razzi lanciati contro centri abitati israeliani causava un forte impatto emotivo,

56 durante le operazioni israeliane in Libano, nel periodo 6-11 giugno 1982 l’aeronautica israeliana annientava le imponenti difese contraeree schierate dalla Siria nella Beka’a Valley ed abbatteva in poche ore, senza perdite, 25 aviogetti siriani. Alla fine dei combattimenti, risultavano abbattuti complessivamente 92 aerei siriani, con la perdita di 2 velivoli israeliani. Da: Kemp G., Harkavy R. E., Strategic Geography and the

Changing Middle East, Carnegie Endowment for International Peace (in cooperation with Brookings

Institution Press), Harrisonburg (Virginia), 1997, p. 178;

Salama S., Ruster K., A Preemptive Attack on Iran's Nuclear Facilities: Possible Consequences, Monterey Institute for International Studies-Center for Nonproliferation Studies, Monterey, updated September 9, 2004; consultabile alla pagina Web: http://cns.miis.edu/ (04/02/2008);

57 Da: Isby C. D., Iran Supplies Improved Rockets to Syria and Hizbullah, in “Jane's Missiles and Rockets”, 1 October 2004;

Richardson D., Iran Tests Solid-Propellant Missile, in “Jane's Defence Weekly”, 1 August 2004;

58 nel secondo giorno di combattimento durante la campagna israeliana contro Hezbollah, la corvetta israeliana

Hanit, della moderna classe Sa’ar-5, veniva colpita e gravemente danneggiata da un missile antinave tipo

C-802 (YJ-2 cinese) lanciato dalla costa libanese da Hezbollah. Da: Cordesman H. A., Preliminary “Lessons”

che contribuiva al successo strategico di Hezbollah in Libano.59 Il movimento, nonostante le pesanti perdite subite, vedeva rafforzato il proprio ruolo geopolitico in ambito regionale, con accresciute capacità militari, alimentate da un consistente traffico di armamenti. Secondo alcune fonti, l’ala militare di Hezbollah avrebbe disponibilità anche di razzi a lunga gittata, avendo ricevuto, fra l’altro, oltre 220 sistemi iraniani Zelzal, dotati di gittata superiore ai 150 km e probabilmente custoditi in bunker nella Beka’a Valley.60

I razzi utilizzati nel bombardamento degli obiettivi israeliani venivano impiegati seguendo procedure analoghe a quelle attuate nei conflitti balcanici degli anni ’90, nel corso dei quali, ad esempio, l’esercito serbo-bosniaco della Vojska Republika Skepska sfruttava, accanto a vari razzi leggeri e medi, sistemi medio-pesanti ed anche ordigni di circostanza.61

I procedimenti d’impiego si richiamano a quelli utilizzati in Vietnam per il bombardamento stand-off delle installazioni fisse statunitensi e governative nel sud del paese, apportando gli adattamenti necessari per sfruttare le opportunità offerte dal diverso ambiente operativo.62

I sistemi forniti dall’URSS ai paesi arabi erano dotati di sole testate non nucleari, ma costruttivamente analoghi a quelli in dotazione all’Armata Rossa e ai paesi del Patto di Varsavia. Analogamente, l’esercito israeliano schierava alcuni sistemi di origine statunitense.

Per soddisfare specifiche esigenze nazionali, spesso legate ad obiettivi di prevalente natura politico-strategica più che tecnico-militare, molti paesi dell’area hanno avviato – (Second Edition), September 11, 2006, pp. 21-22, 37-39, accessibile alla pagina Web: http://www.csis.org/burke (30.09.2008);

59 Da: Kulick Amir, Hizbollah vs. the IDF: The Operational Dimension , Tel Aviv University – Jaffee Center for Strategic Studies, Tel Aviv, November 2006, accessibile alla pagina Web: http://www.tau.ac.il/jcss/sa/volume9_3.html, (03/10/2007);

60 i missili iraniani tipo Zelzal, a propellente solido, sono accreditati di gittate variabili a seconda della versione e comprese fra i 125 e i 400 km. Sprovvisti di sistema di guida, non sono particolarmente precisi e pertanto sono impiegati come sistemi di artiglieria, utilizzabili per il bombardamento d’area contro obiettivi estesi. Da: Lewis N.G., 18 April 1994, op.cit.;

61 le forze della Repubblica Skepska disponevano di razzi pesanti da 544 mm tipo 9P113M/Luna M (versione yugoslava dei FROG-7 sovietici, con 67 km di portata), lanciabili da 6 TEL ruotati a 4 assi. Inoltre, nei bombardamenti dei primi anni ’90, contro Sarajevo e le altre città bosniache venivano impiegati anche razzi di circostanza, costruiti localmente utilizzando materiale militare originalmente destinato ad altri tipi di impiego. Fra questi, il ‘Krema’, un ordigno pesante circa 500 kg e con portata di quasi 7 km, realizzato assemblando una bomba da aereo da 275 kg ed un sistema propulsivo costituito dai motori di 4 razzi da 122 mm (originalmente impiegati in altri sistemi d’arma). Da: US DOD, Bosnia Country Book (IFOR), (DOD-1540-96), US Department of Defense, Washington DC, December 1995, pp. 6-4/6-5, 6-20/6-23, 13-8, 16-36 e 16- 38;

62 per maggiori dettagli sulle modalità d’impiego dei razzi in Vietnam, utili per eventuali confronti, Da: US Army Military Assistance Advisory Group Vietnam (MAAG), Lessons Learned No. 71 Countermeasures

col concorso di paesi europei ed extraeuropei – una serie di programmi per lo sviluppo di vettori missilistici nazionali, destinati ad affiancare o sostituire quelli approvvigionati all’estero.

L’impiego a fini di deterrenza dell’arsenale missilistico israeliano, ad esempio durante la guerra del 1973, viene esaminato nel prosieguo.