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Alle numerose cause di potenziale scontro fra Siria ed Israele, si sono aggiunte quelle riconducibili alla alleanza che lega Damasco ad Hezbollah e all’Iran. Una eventuale crisi conflittuale fra Siria ed Israele, la componente missilistica sembra destinata a svolgere un ruolo complementare rispetto alle forze aeroterrestri, sia per la contiguità territoriale dei due paesi, sia per la sostanziale asimmetria (soprattutto qualitativa) delle forze in campo.

In ogni caso, una possibile confrontazione militare fra Siria ed Israele difficilmente rimarrebbe geograficamente confinata al territorio dei due paesi, ma con elevata probabilità coinvolgerebbe quanto meno il territorio libanese (sul quale operano le milizie di Hezbollah, alleate con la Siria). All’inizio del 2006, infatti, la Siria stipulava con l’Iran un formale accordo strategico, che nel giugno dello stesso anno era seguito da un accordo di cooperazione militare, sottoscritto allo scopo dichiarato di fronteggiare i comuni nemici, individuati in Israele e negli Stati Uniti.429 In seguito, fonti non

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confermate accennavano a possibili trasferimenti di armamenti iraniani in Siria, inclusi SRBM ed MRBM tipo SCUD-B, SCUD-C e Shahab-3.430

Questo significa che un eventuale attacco israeliano e/o statunitense ad obiettivi iraniani – rappresentati soprattutto alle installazioni nucleari e missilistiche di Teheran – potrebbe comportare, fra l’altro, anche una risposta militare di Damasco. L’intervento siriano potrebbe essere innescato anche da evoluzioni della situazione libanese, come anche da dinamiche interne siriane.

Per quanto concerne la disponibilità missilistica siriana, essa attualmente comprende un numero imprecisato di vettori balistici di vario tipo, prevalentemente FROG-7, SS-21, SCUD-B, SCUD-C e SCUD-D (No-Dong), anche di fabbricazione nordcoreana. Con l’eccezione dei vettori a minore gittata FROG ed SS-21, si tratta di vettori a propellente liquido, con le complicazioni operative connesse con il supporto a terra e con la preparazione pre-lancio.

Nel 2005, le forze armate siriane hanno effettuato test missilistici con esplosioni aeree (air-burst) delle testate, procedura normalmente utilizzata per l’impiego di cariche nucleari, chimiche o biologiche, testate cluster, fuel-air-enhanced-explosive, armi ad impulso elettromagnetico, queste ultime idonee – fra l’altro – per la condotta di missioni di ‘accecamento’ dei radar di scoperta avversari.431

Secondo alcuni analisti, le ipotesi di attacco siriano con l’impiego di armi chimiche e biologiche non appare molto probabile nei confronti di obiettivi civili israeliani, soprattutto per la presenza del deterrente israeliano. Tuttavia, non viene esclusa l’ipotesi che questo tipo di attacchi possa essere condotta contro i centri di mobilitazione o contro installazioni militari critiche o, ancora, ricorrendo ad ‘attacchi per procura’ o ad ‘azioni coperte’ o, ancora, ad attività terroristiche, sfruttando i vari gruppi paramilitari favorevoli a Damasco presenti nell’area. Ipotesi per le quali non sono disponibili conferme né smentite, che chiariscano dottrina strategica, piani o intenzioni in relazione alle WMD, indicate come disponibili negli arsenali siriani.

Oltre a notizie di mobilitazione e di spostamenti di reparti militari, varie fonti indicavano, nel marzo 2007, lo schieramento di consistenti truppe siriane sul confine con Israele, insieme a migliaia di razzi a media e lunga gittata. In particolare, veniva segnalata la presenza di vari lanciatori per missili FROG-7 (portata 70 km), cui si aggiungevano circa 300 missili SCUD (inclusi SCUD-D), dislocati nella parte siriana

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Da: Cordesman H. A., Popescu C. I., August 15, 2007, op.cit., pp. 133-134; 431

delle alture del Golan. In questa area, la Siria mantiene costantemente una forza di almeno 40.000 uomini, oltre ai circa 30.000 stazionati nella Beka’a Valley.

I sistemi missilistici erano prevalentemente mantenuti in postazioni protette, in caverne e bunker, nelle zone di al-Hamma e di Homs, dove sarebbero ubicati anche depositi per testate non convenzionali (caricate con aggressivi chimici).

La Siria procedeva ad elevare lo stato di prontezza delle proprie unità schierate nella zona di confine e a potenziare le proprie capacità di condurre operazioni di lotta non convenzionale. Sulla base di quanto emerso dallo scontro fra l’IDF ed Hezbollah del giugno 2006, Damasco provvedeva alla costituzione di una divisione di commando, forte di circa 10.000 uomini, addestrati, fra l’altro, ad attuare i procedimento sperimentati con successo nei combattimenti in Libano.

Sul fronte opposto, l’IDF conduceva una serie di esercitazioni militari sulle alture del Golan, area occupata dopo la guerra del 1967 e che, per la sua conformazione e la breve distanza da Damasco, rappresenta un’ottima piattaforma per il lancio verso il territorio siriano di eventuali vettori missilistici, UAV da ricognizione ed altri sensori.432

Numerose fonti ritengono molto probabile la disponibilità israeliana di armi nucleari tattiche, a bassa potenza, destinate ad essere utilizzate come granate di artiglieria, anche sul fronte del Golan.433

Nonostante la mancanza di chiare indicazioni sui piani siriani ed israeliani, i vertici politici e militari di Damasco sembrano consapevoli dell’impossibilità di uno scontro vittorioso con le forze armate israeliane. Basandosi sull’esperienza delle precedenti guerre arabo-israeliane, appare evidente che un eventuale attacco chimico alle unità e ai centri di mobilitazione israeliani comporterebbe una risposta aerea e missilistica israeliana tale da degradare sensibilmente le capacità di governo, militari ed economiche di Damasco. La risposta israeliana ad un massiccio attacco siriano ad obiettivi civili potrebbe comprendere attacchi a città, anche con l’uso di ordigni nucleari, allo scopo di deprivare la Siria di ogni capacità di proseguire il conflitto.

432 le alture si trovano a soli 50 km circa dalla capitale Damasco e costituiscono un’ottima posizione dalla quale osservare e/o attaccare obiettivi siriani, in particolare postazioni missilistiche e strutture della difesa aerea. Durante la guerra del 1973, approfittando della ridotta presenza militare israeliana, le forze siriane attaccavano di sorpresa, impiegando 1.400 carri e 28.000 altri veicoli ed armi, ottenendo una penetrazione di circa 15 km, successivamente annullata dalla controffensiva delle IDF. Dopo la realizzazione degli accordi del 1974 per la separazione dei contendenti, gli israeliani miglioravano gli apprestamenti difensivi nell’area, rendendo problematico ogni attacco di sorpresa da parte siriana.

Da: Cordesman H. A., Popescu C. I., August 15, 2007, op.cit., pp. 186-188;

433 la bassa potenza degli ordigni, destinati ad essere impiegati come granate di artiglieria, e le procedure d’impiego, ampiamente descritte e sperimentate soprattutto dagli statunitensi, consentono – in linea teorica – di ipotizzare un loro impiego, in caso di emergenza e contro importanti obiettivi militari, anche in prossimità del confine, contenendo la contA.azione radioattiva a livelli minimi.

Damasco ha la necessità di trovare un equilibrio fra le prospettive di pace con Israele e le relazioni con gli altri membri della comunità internazionale, considerando il proprio attuale isolamento anche da parte degli attori chiave della comunità arabo-islamica. Isolamento riconducibile alle posizioni assunte in occasione dei conflitti che hanno coinvolto l’Iraq ed accentuato dal diretto coinvolgimento siriano nell’assassinio del primo ministro libanese Rafik Hariri, il 14 febbraio 2005, nonché dalle dimostrate ingerenze siriane nelle vicende interne, politiche e militari, del Libano. In ogni caso, nel proprio calcolo geopolitico e geostrategico Damasco deve considerare anche il ruolo emergente del movimento sciita neo-salafita, appoggiato da Teheran ed attualmente alleato con il regime secolare guidato dal partito Ba’ath e controllato dagli Alawiti. La situazione interna, caratterizzata da pressanti esigenze di sviluppo economico e da latenti tensioni di natura politica ed etnico-religiosa, potrebbe costituire un elemento determinante nelle future scelte geostrategiche e nelle alleanze della leadership siriana.434

Da parte loro, i vertici israeliani sembrano preoccupati dell’ipotesi di un confronto nel quale, da parte di Damasco, si ricorra alle tecniche del combattimento non convenzionale o asimmetrico.435 In particolare, preoccupa l’ipotesi di una offensiva contro obiettivi civili e militari israeliani condotta Hezbollah e dalle fazioni palestinesi, supportati direttamente o indirettamente da Damasco e Teheran, ed eventualmente da questi dotati di equipaggiamenti sofisticati, vettori standoff e, al limite, di armi CBR.436

Da: Cordesman H. A., Popescu C. I., August 15, 2007, op.cit., pp. 9-12, 126;

434

Da: Cordesman H. A., Popescu C. I., August 15, 2007, op.cit., pp. 180-181, 193-194;

435 nel corso delle varie inchieste condotte dopo l’esito insoddisfacente dei combattimenti nel corso della guerra del Libano del 2006, varie commissioni hanno evidenziato le carenze sia a livello decisionale sia a quello esecutivo. In particolare, è stata particolarmente criticata la impostazione strategica che, sulla scia della RMA statunitense, aveva riscritto la dottrina delle IDF, ponendo particolare accento sulle capacità offerte dalla moderna tecnologia ed amplificando quella che è stata definita come ‘aerial arrogance’. Conseguentemente, erano state indebolite le componenti terrestri, la cui preparazione e capacità erano state deteriorate anche dal continuo impiego in compiti di contrasto del terrorismo palestinese, al punto di non essere più pronte a combattere una ‘vera’ guerra con l’usuale efficacia. Da: Cordesman H. A., Popescu C. I., August 15, 2007, op.cit., pp. 81-84;

436 in relazione alle opzioni nucleari del moderno terrorismo trasnazionale, ed al possibile uso terroristico di UAV, si vedano, fra altri: Ferguson C. D., Potter W. C., The Four Faces of Nuclear Terrorism, James Martin Center for Nonproliferation Studies-Nuclear Threat Initiative, Monterey, 2008 (January 9), pp. 1-13, 318-336; Gormly M. D., UAVs and Cruise Missiles as Possible Terrorist Weapons, in: Moltz C. J. (editor), New

Challenges in Missile Proliferation, Missile Defense, and Space Security, (Occasional Paper No. 12), MIIS

-Center for Nonproliferation Studies, Monterey, July 2003, accessibile alla pagina Web: http://cns.miis.edu/ (12.2.2004); Miasnikov E., Unmanned Aerial Vehicle as Tools to Deliver Terrorist’s Attacks: Project Goals, Center for Arms Control, Energy and Environmental Studies-MIPT, Dolgoprudny (Russia), August 1, 2003, accessibile alla pagina Web: http://www.armscontrol.ru/ (30.07.2006); Miasnikov E., Threat of Terrorism

Using Unmanned Aerial Vehicles: Technical Aspects, Center for Arms Control, Energy and Environmental

Studies-MIPT, Dolgoprudny (Russia), June 2004, (tradotto in inglese nel marzo 2005), accessibile alla pagina Web: http://www.armscontrol.ru/ (30.07.2006);

Al contrario della Siria o dell’Iran, questi movimenti sono attori ‘undeterrable’, e nei loro confronti risultano inefficaci i normali strumenti della deterrenza, che nella loro classica configurazione risultano applicabili solo ad attori statuali.437