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La Theater Missile Defense statunitense e il Grande Medio Oriente

La percezione della minaccia rappresentata dalla presenza di armamenti missilistici in Medio Oriente, in particolare quelli in sviluppo in Iran, viene addotta come giustificazione centrale dei programmi di difesa antimissile avviati dall’amministrazione statunitense.

Considerato la stretta interrelazione di questa problematica con la deterrenza missilistica oggetto di questo studio, appare utile introdurre una sintetica presentazione della tematica, che, fra l’altro, ha comportato la denuncia unilaterale del Trattato ABM da parte degli Stati Uniti, che si sono ritirati dall’accordo nel 2002.

Lo scopo dichiarato delle iniziative statunitensi in Europa in materia di difesa antimissile è quello di “…defend the [U.S.] allies and deployed forces in Europe from limited Iranian long-range threats and expand protection of [the] U.S. homeland…”.316 L’enunciazione fornisce precise indicazioni sulle priorità dell’amministrazione statunitense in questo settore e sulla percezione della minaccia rappresentata dall’Iran e dalla sua attuale leadership. Concettualmente, il Ballistic missile defense (BMD) si articola su un sistema denominato National missile defense (NMD), destinato alla difesa del territorio continentale statunitense (CONUS), ed un sistema Theater missile defense (TMD), destinato alla difesa di Teatro contro i vettori balistici.

Le varie alternative prospettate dalla Missile Defense Agency (MDA) sono oggetto di controverse valutazioni. Da un lato, persistono critiche per gli aspetti tecnico-operativi dei sistemi proposti, che alcuni osservatori ritengono non poggiare su tecnologie non sufficientemente testate e affidabili. Altri rilevano che, ammettendo che il sistema

315 nello specifico settore, la marina indiana ha avuto in linea, unica marina oltre alle cinque grandi potenze nucleari, un sottomarino nucleare d’attacco classe Charlie, affittato dall’URSS sino al 1991. Parallelamente, importanti risorse venivano investite nella realizzazione di un battello indiano, propulso da un reattore nucleare di almeno 90 MW di potenza, ed armato anche di vettori missilistici. In particolare, sarebbe in atto un progetto per lo sviluppo di un vettore missilistico a corto raggio (con portata di almeno 300 km), denominato Sagarika. Da: Tellis J. A., 2001, op.cit., pp. 573-582;

316

Da: Missile Defense Agency (MDA), Fiscal Year 2009 Budget Estimates: Overview, 08-MDA-3199, Washington DC, January 23, 2008, p. 6;

soddisfi le aspettative, non sussistono sufficienti elementi per prevedere rapidi sviluppi nella tecnologia missilistica iraniana tali da portare alla realizzazione di ICBM in tempi brevi, né per ipotizzare l’intenzione dell’Iran di lanciare attacchi missilistici contro l’Europa o contro gli Stati Uniti. Viene inoltre sottolineato che il sistema non riesce a fornire copertura difensiva a parte del territorio della NATO, come ad esempio alcune regioni della Turchia, troppo vicine alle possibili basi di lancio per consentire gli indispensabili tempi di ingaggio.

Infine, alcuni osservatori rilevano che la NMD può innescare una rapida militarizzazione dello spazio, contraria agli intendimenti manifestati dalla comunità internazionale in sede di trattati per regolare l’utilizzo dello spazio extratmosferico317. Posta dinanzi alla dura presa di posizione di Mosca, che minacciava lo schieramento di vettori balistici nella enclave di Kaliningrad, l’amministrazione Obama doveva recedere dalla progettata installazione di intercettori ed impianti radar in Polonia e nella Repubblica Ceka. L’iniziativa, infatti, è fonte di aperta contrarietà da parte del governo russo, da tempo allarmato per gli sforzi di allargamento verso Est della NATO e per quella che viene percepita come una ingiustificata, crescente ingerenza statunitense nelle vicende interne dei paesi che già appartenenti all’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. 318

Anche altri attori internazionali percepiscono l’iniziativa statunitense come un fattore destabilizzante, in quanto viene ritenuto un espediente tendente a sottrarre il CONUS alle possibili azioni deterrenti di altre potenze, al fine di poter godere della massima libertà d’azione sfruttando la predominante superiorità convenzionale.

Come in altri esempi, la reazione indiana alle dichiarazioni statunitensi in tema di programmi di difesa antimissile e di spacepower, non si è manifestata solo attraverso un rinnovato impegno nella sperimentazione missilistica, ma si è riflesso anche nella ripresa dei test antimissilistici, inclusa una sperimentazione di intercettazione di un missile sopra il Golfo del Bengala.319

Nel 1991, la Defense Research and Development Organization indiana avviava studi volti a realizzare capacità di intercettare i missili pakistani, modificando il missile

317 Polcaro V.F. e Zucchetti M., La National Missile Defense e la Militarizzazione dello Spazio: Aspetti

Principali, atti del Forum Umanista Europeo, Milano, 17-19 ottobre 2008;

318

Da: Bennet M., Eveker K., February 2009, op.cit., p. IX;

319 in particolare, nel novembre 2006, fonti indiane annunciavano il successo di un test missilistico, nel corso del quale un vettore Prithvi-2, opportunamente modificato, era stato lanciato dal poligono missilistico di Chandipur, 250 km ad ovest di Bhubaneswar, capitale dello stato di Orissa, ed aveva intercettato ed abbattuto un altro missile Prithvi-2, lanciato un minuto prima dal centro missilistico dell’isola di Wheeler, 170 km a

aria di progettazione locale Akash. Mentre non sono disponibili informazioni sullo stato di questo programma, sono rilevabili indicazioni sull’interesse di New Delhi per il sistema israeliano Arrow.320 Essendo nato da una cooperazione israelo-statunitense, l’eventuale acquisizione di questo sistema d’arma richiede l’approvazione di Washington, che potrebbe essere ostacolata sia da ragioni geostrategiche, sia da motivi di carattere economico, in quanto in concorrenza al sistema Patriot, prodotto dalla americana Raytheon.321 Altre fonti accennano ad un interesse indiano per il sistema antimissile di produzione russa tipo S-300MPU-1 o S-300V, mentre non mancano anche indiscrezioni su trattative con Washington per l’acquisizione del sistema Patriot PAC-3. Il Patriot PAC-3 sembra interessare anche al Pakistan, che starebbe esaminando anche soluzioni alternative, quali il sistema Hawk e Nike-Hercules, peraltro obsoleti e dismessi da quasi tutti i paesi occidentali.322

Secondo l’opinione di vari analisti, l’introduzione di sistemi antimissile nel subcontinente indiano potrebbe modificare gli attuali equilibri di potenza. Si teme, fra l’altro, la fine dell’attuale condizione di mutua ‘non-weaponized-deterrence’, conseguente alla netta separazione esistente fra i vettori e le testate nucleari, per passare a più elevati stati di allerta, con parte dei vettori nucleari schierati e dotati di testate, pronti per l’impiego.323

nord di Bhubaneswar. Da: BBC, India Claims Successful Missile Interceptor Test, November 27, 2006, da: http://bbb.co.uk/worldservice/index.shtml (14.07.2008)

320

recentemente, Israele è divenuto un importante fornitore di materiali militari all’India. Nel giugno 2002, il segretario della difesa indiano confermava l’acquisto, dopo vari anni di trattative, di un radar di controllo del tiro tipo Green Pine, che è parte del sistema di difesa antimissile Arrow. Nell’agosto 2004, venivano annunciate trattative fra India ed Israele per esA.are la possibilità di produrre congiuntamente un missile a lunga gittata. Da: Wisconsin Project on Nuclear Arms Control, Israel Missile Update-2005, Volume 11 Number 6 (November-December 2005), Wisconsin Project, Washington DC, 2006, accessibile alla pagina Web: http://www.winsconsinproject.org/ (23.12.2008); FAS (Federation of American Scientist); accessibile alla pagina Web: http://www.fas.org (27.06.2009);

321

Da: Donnelly J., Congress Warns Bush, Israel on Arrow Exports, in: “Defense Week “,Volume 24, No. 22, June 2, 2003, p. 1;

322 negli ambienti americani esiste anche la preoccupazione che una eventuale cessione al Pakistan di Patriot potrebbe incidere sulla sicurezza nazionale statunitense, essendo probabile un trasferimento di informazioni e tecnologie alla Cina. Da: Koblentz G., Viewpoint: Theater Missile Defense and South Asia: A Volatile Mix, in: “The Nonproliferation Review”, Spring-Summer 1997, pp. 55-56;

323 fra i molteplici fattori che influenzano la postura strategica di potenze nucleari come India e Pakistan , un ruolo determinante è svolto dal grado di prontezza (readiness) in cui sono tenute le forze nucleari e la relativa struttura di comando e controllo. Secondo il parere più accreditato, le forze nucleari di India e Pakistan sono di norma mantenute in uno “stato virtuale di de-allerta” (virtual state of de-alert). Entrambi i paesi indicano le forze missilistiche non come “schierate” (deployed), ma in uno stato di “introduzione” (induction), descritto come uno stato del tempo di pace, caratterizzato da attività non minacciose connesse con l’acquisizione, la condotta di test e l’addestramento con i nuovi sistemi d’arma. Le “schieramento” (deployment) è descritto come postura di un belligerante, nella quale i missili sono mantenuti sui loro lanciatori, schierati su posizioni avanzate, mantenuti in elevati stati di allerta per procedere rapidamente alle operazioni di lancio. In condizioni normali, per motivi di manutenzione e di sicurezza, le testate nucleari sono mantenute in depositi separati dai campi d’aviazione e dalle basi missilistiche, consentendo ad alcuni analisti di parlare di ‘non-weaponized-deterrence’.

Le recenti e ben più ambiziose iniziative USA in tema di difesa antimissile nazionale e di Teatro (NMD e TMD) hanno suscitato in India una serie di obiezioni da parte dei responsabili della sicurezza nazionale. Le loro preoccupazioni non sono solo riferite agli interessi perseguiti dai pianificatori statunitensi, ma riguardano soprattutto le risposte strategiche della Cina (con le dirette conseguenze sul contesto di sicurezza regionale) e le implicazioni per le esigenze del deterrente indiano. Si teme, al riguardo, che possa essere influenzata la calibratura quantitativa e qualitativa degli ordigni e dei vettori, stante la dichiarata volontà dei vertici politici di configurare l’arsenale nucleare indiano soprattutto in base al “strategic environment, technological imperatives, and national security needs”. Nella postura di sicurezza indiana, le valutazioni positive in merito alla riduzione degli arsenali nucleari delle maggiori potenze si combinano con le perplessità per il perdurante rifiuto delle 5 potenze nucleari di considerare la totale abolizione degli armamenti nucleari, a cui si associate le incertezze sull’evoluzione della natura del regime nucleare mondiale e della minaccia nucleare nei confronti dell’India.