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Appendice B Le corrispondenze

5. La corrispondenza con Salomé

Insieme a Jung e anche più di Jung, un’altra persona viene spesso identificata quale mediatrice tra Freud e Nietzsche, si tratta di Lou Andreas-Salomé, definita da Assoun come il «legame naturale»33 tra i due autori. Questa definizione è dovuta al fatto che Salomé è stata l’unica persona ad aver conosciuto personalmente e profondamente entrambi gli autori34.

In questo caso, a differenza di quello di Jung, la corrispondenza non può rappresentare lo strumento principale attraverso il quale indagare il rapporto tra Freud e Salomé, quest’ultima, infatti, ha incontrato Freud numerose volte ed era divenuta ormai un’amica di famiglia ed è, quindi, possibile, sebbene improbabile, che durante conversazioni private i due si siano confrontati intorno a temi nietzscheani, o intorno all’uomo Nietzsche e, di questo confronto non sia rimasta traccia alcuna nella corrispondenza. Nonostante questo, è il caso di ricordare che la stessa Salomé, nella sua autobiografia, racconta di un solo episodio in cui i due si confrontarono personalmente intorno a Nietzsche, ovvero nel 1913, quand’ella incontrò Freud dopo che questi aveva appena letto l’Inno alla vita che lei aveva scritto e Nietzsche musicato e di cui, racconta Salomé, Freud non era certo stato entusiasta, come si è visto in precedenza.

Inoltre, anche nella corrispondenza con Jones, come si è visto, o in quella con Zweig, come si vedrà, Freud ribadisce che tra lui e Salomé non c’è mai stato un confronto sul tema Nietzsche, anzi, proprio perché Zweig aveva l’intenzione di scrivere un libro su Nietzsche e di chidere consiglio a Salomé per realizzare questo desiderio, Freud si trova a descrivere il rapporto intrattenuto con lei su questo tema: «La nostra amica Lou […] dovrebbe essere uno dei pochi viventi che sa qualcosa di intimo su di lui [Nietzsche]. E non lo comunica volentieri. Certamente solo a voce. A me non ha mai voluto raccontare nulla di lui»35.

Le affermazioni di Salomé nella sua autobiografia concordano quindi con quelle di

33 Assoun (1980), p. 35.

34 Il caso di Paneth è particolare in quanto, quando Paneth conobbe Nietzsche, i suoi rapporti con

Freud erano ormai molto allentati, per poi divenire completamente assenti pochissimo tempo dopo l’incontro. Cfr. Hemecher (a cura di) (2007).

Freud comunicate a Zweig e Jones. La corrispondenza tra i due, infatti, sebben non possa essere considerata lo strumento principale per indagare la questione, assume tuttavia plausibilità in quanto anch’essa conferma le affermazioni dei due avanzate in altre sedi.

In effetti, se si legge la corrispondenza tra Salomé e Freud, si rimane particolarmente sorpresi dalla totale assenza di riferimenti a Nietzsche, in modo ancora più deciso da parte di Salomé: Freud, da parte sua, nomina Nietzsche giusto un paio di volte ed, entrambe, stimolato per così dire dall’esterno. La prima apparizione nietzscheana risale all’8 maggio 1932:

Sono molto lieto di sentire che Lei lavora alle Sue memorie. Più volte mi sono inquietato a trovare la Sua relazione con Nietzsche menzionata in modo che chiaramente Le era ostile e che non poteva corrispondere a verità. Lei ha lasciato correre su tutto, è stata fin troppo nobile; non si deciderà finalmente a difendersi nella maniera più onorevole?36

Salomé, anche in questo caso, risponde cortesemente, ma senza scendere in dettagli e facendo quasi finta di non aver colto l’invito freudiano a parlare della sua relazione con Nietzsche: si limita ad affermare la sua estraneità al progetto relativo all’Archivio Nietzsche, diretto dalla sorella Elisabeth, ovvero la persona verso cui era diretta l’allusione di Freud alle narrazioni “ostili” a Salomé.

Bisogna evidenziare che Freud, non potendo conoscere in dettaglio la relazione tra Nietzsche e la sorella Elisabeth (ci vorrà l’edizione critica Colli-Montinari per questo), probabilmente pensava, come molti all’epoca, che la sorella stesse effettivamente rispettando la volontà del fratello e che, anche per quanto riguarda il rapporto Salomé-Nietzsche, non potendo avere neanche un resoconto della stessa Salomé, a causa della reticenza di lei, Freud era costretto a presumere che fosse stato lo stesso Nietzsche ad aver presentato agli occhi della sorella Elisabeth il suo rapporto con Salomé in termini poco lusinghieri per quest’ultima: ennesimo elemento, questo, che andava a rinvigorire la sua idiosincrasia per Nietzsche.

La seconda e ultima apparizione nietzscheana nel carteggio Salomé-Freud, è quella del 16 maggio 1934, in cui Freud scrive:

36 Pfeiffer (a cura di) (1978), p. 195.

Un caro amico, Arnold Zweig, l’autore di Grischa, vuol immaginare e ricostruire un ritratto di Nietzsche. Sa che Lei è una consigliera insostituibile; Lei, però, ne avrà voglia? Da parte mia, comunque, gli ho sconsigliato l’intera faccenda.37

Freud, nel suo scambio epistolare con Zweig, aveva effettivamente sconsigliato l’intera faccenda, ovvero, non solo la questione di un coinvolgimento di Salomé nel progetto, ma anche la sua stessa attuazione. Inoltre, in questa lettera a Salomé, sembra quasi suggerirle un eventuale rifiuto e, allo stesso tempo, chiederle conferma di quello stesso rifiuto che lui immaginava da parte di lei. Sembra quasi che Freud abbia fastidio a pensare che un tale progetto prenda effettivamente corpo e, allo stesso tempo, che il nome di Nietzsche possa venire ancora accostato a quello della sua amica (e di se stesso). In ogni caso, Salomé conferma pienamente la previsione freudiana sul suo rifiuto, e risponde seccamente e con decisione:

In questa breve lettera di saluto e ringraziamento voglio però aggiungerLe subito una precisazione, dato che Lei mi interroga in proposito alla fine della Sua lettera: si tratta del progetto su Nietzsche. È assolutamente impensabile una mia partecipazione, anche minima o indiretta. Per me, è un tema da non toccare, da cui mi ritraggo con spavento. La prego di cominicarlo all’interessato, nel modo più deciso e definitivo. Piuttosto, Lei ha veramente ragione a dissuaderlo senz’altro del progetto su Nietzsche.38

Dopo questo breve scambio e questa nettissima risposta, i due non torneranno più sull’argomento. In definitiva, tanto la corrispondenza tra Salomé e Freud, quanto altri indizi provenienti da altre fonti, sembrano andare tutti in direzione di una smentita dell’idea piuttosto diffusa di una Lou Salomé quale mediatrice tra Nietzsche e Freud.