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Appendice B Le corrispondenze

3. Freud e Nietzsche: divergenze assiologiche 1 Divergenze assiologiche sugli elementi culturali in comune

3.1.3 Così viviamo, così passeggiamo soddisfatt

Finora si è parlato della prima inattuale nietzscheana su David Strauss, del contesto in cui è nata, dello strano rapporto di Nietzsche stesso con la lettura dei testi straussiani e, contemporaneamente, si è parlato della vicinanza freudiana alle tesi di Strauss, tutto ciò, fingendo implicitamente che Freud abbia in qualche modo conosciuto entrambi i testi, tanto quello straussiano quanto quello nietzscheano. Si tratta ora di capire se e in che modo Freud conoscesse davvero questi testi e quale fosse la sua effettiva valutazione a riguardo. Uno spunto interessante arriva da una lettera che un giovanissimo Freud scrive al suo querido amigo Eduard Silberstein. Freud riferisce all’amico della sua volontà di laurearsi, contemporaneamente, in medicina e in filosofia, dei suoi incontri con Brentano che sosteneva questo progetto del doppio titolo e, infine, scrive un elenco del programma di studi che avrebbe seguito il semestre successivo alla lettera. A questo punto si può trovare lo spunto relativo a Strauss e Nietzsche:

Vedi che le lezioni non mi mancano, sono quasi tutti argomenti affascinanti e se verranno seguite come sta scritto qui questo semestre diventerà un modello di come usare il proprio tempo. Non mi mancherà neppure il tempo di sguazzare nell’acqua un’ora e per cenare all’Hirschen, dato che di notte si studieranno solo le lezioni e ovviamente si leggerà di filosofia e di storia naturale.

«Così viviamo, così passeggiamo soddisfatti», anche se Friedrich Nietzsche, a Strasburgo, ha rimproverato a David Strauss questa pedantesca citazione.27

Da questa lettera di Freud, un interprete generalmente molto attento filologicamente come Gasser, deduce due conseguenze importanti: in primo luogo, Freud trae la citazione dalla prima inattuale nietzscheana e, in secondo luogo, Freud non conosceva direttamente il testo di Strauss28. In realtà, prima di poter trarre queste conclusioni, Gasser deve collegare il passo di questa lettera a Silberstein al dato di fatto che né a Washington né a Vienna, ovvero lì dove è possibile rinvenire i volumi della biblioteca di Freud, si trova una copia de La vecchia e la nuova fede29, anche se, lo stesso Gasser, paradossalmente, ammette pure che è difficile pensare che Freud

27

Boelich (a cura di) (1989), pp. 85-85 lettera del 13 marzo 1875 corsivo mio.

28

Cfr. Gasser (1997), p. 18.

abbia letto direttamente la prima inattuale nietzscheana: l’ipotesi di Gasser è quindi che Freud non conoscesse il testo di Strauss, ma avesse ascoltato qualcuno, all’associazione studentesca di cui faceva parte, che parlava di Nietzsche e delle

Inattuali30.

Gasser ha molto probabilmente ragione nel sostenere che Freud conoscesse il contenuto della prima inattuale più per sentito dire che non per una conoscenza diretta, ma, probabilmente, ha torto nel pensare che Freud non conoscesse il testo straussiano. In una lettera inviata a Binswanger nel 1925, Freud, rispondendo a una domanda dell’amico, scrive: «Nei miei anni di gioventù ho letto D.F. Strauss e Feuerbach con vero piacere e zelo»31. Questa affermazione può far pensare che la lettura freudiana del testo straussiano sia stata diretta, approfondita e sistematica, molto più di un sentito dire, come risulta invece, molto probabilmente, per il testo nietzscheano. Del resto, come si è già avuto modo di vedere, le posizioni di Strauss sono veramente molto vicine a quelle freudiane, sia per quanto riguarda l’illuminismo che accomuna entrambi, la concezione della verità mitologico-storica del testo sacro, sia per una generale adesione al darwinismo utilizzato anche nella ricerca sociale e in chiave antimetafisica e, tutto ciò, si concretizza ne L’avvenire di

un’illusione. Ma, a prescindere da queste motivazioni teoriche, anche se si legge

bene la corrispondenza giovanile con Silberstein e si prende in considerazione il contesto di questo passaggio sulla inattuale, si può intuire il senso dell’affermazione freudiana. Freud scrive che alla sera «ovviamente si leggerà di filosofia e storia naturale» e, dopo questa affermazione, compare la citazione tratta da Strauss. In effetti, l’opera straussiana è un tentativo proprio di coniugare filosofia, in particolare quella hegeliana, con la storia naturale di matrice darwiniana. È quindi possibile che Freud stesse affermando, implicitamente, proprio di leggere Strauss e, a riprova di ciò, abbia riportato il passo, con tono di entusiasmo e adesione a cui, per amor di cronaca, ha pensato di aggiungere anche la nota critica nietzscheana. La lettera, infatti, se si considera l’affermazione freudiana fatta a Binswanger, andrebbe letta nel senso di una passione freudiana per i suoi studi medico-filosofici, stava infatti maturando in quel momento l’idea di laurearsi in entrambe le discipline e, probabilmente, nutriva l’idea di appartenere a quella classe di dotti di cui parlava Strauss, uomini atei, liberi dal dogmatismo religioso, edotti tanto alla filosofia quanto

30

Cfr. Ivi, p. 19.

alla scienza.

Se si legge l’originale tedesco della lettera a Silberstein, inoltre, questa impressione risulta anche più chiara rispetto alla traduzione italiana, infatti, Freud scrive: «”So leben wir, so wandeln wir beglückt”, obwohl erst 1873 Friedrich Nietzsche in Straßburg dies Zitat als philisterhaft dem David Strauß beanstämdet hat»32. La citazione da Strauss è riferita allo stile di vita freudiano programmato per il semestre successivo alla lettera in questione, ovvero uno stile di vita fatto di studio scientifico e filosofico insieme, caratterizzato dallo stesso ottimismo straussiano per una nuova umanità liberata dal dogmatismo. A questa citazione straussiana, che quindi Freud probabilmente conosce per lettura diretta, aggiunge il riferimento alla critica nietzscheana che, forse, andrebbe tradotta nel modo seguente: «”Così viviamo, così passeggiamo felici”, sebbene già nel 1873 Friedrich Nietzsche di Strasburgo abbia tacciato questa sentenza di Strauss di filisteismo». Il senso, quindi, dovrebbe essere: nonostante le critiche nietzscheane, noi viviamo e passeggiamo ugualmente felici come sostiene Strauss.

Lo stesso errore freudiano di confondere Basilea con Strasburgo, errore minimizzato da Gasser, è un ulteriore indizio nella direzione di una buona conoscenza freudiana di Strauss contrapposta, dallo stesso Freud, a una critica nietzscheana conosciuta invece solo per sentito dire.

Si può quindi concludere affermando che il giudizio freudiano e quello nietzscheano su Strauss possono essere considerati come diametralmente opposti, ma, anche il giudizio su altri elementi culturali comuni potrebbe presentare la stessa caratteristica: Lessing e Darwin ne sono un esempio, ma si potrebbero aggiungere anche Sofocle, amato da Freud e aspramente criticato da Nietzsche; Cromwell, «nordico barbaro»33 secondo Nietzsche e talmente ammirato da Freud che il figlio Oliver Freud si chiamerà così proprio in onore al rivoluzionario britannico e altri esempi del genere.

32

Boelich (a cura di) (1989), p. 116 dell’edizione tedesca.