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2. Nietzsche nel discorso freudiano

2.3. Prima del levar del sole: Vor Sonnen-Aufgang

Si è già accennato alla possibilità che Lanzer abbia suggerito a Freud non solo il passo di Al di là del bene e del male da lui due volte citato, ma che abbia anche offerto a Freud la possibilità di interpretare il Vor Sonnen-Aufgang di Nietzsche come un'espressione di nostalgia nei confronti del padre. In questo senso la nota freudiana non lascia adito a dubbi; Nietzsche viene paragonato al paziente del suggerimento e il paragone viene istituito attraverso un fattore comune ad entrambi, ovvero la perdita del padre in giovane età.

Sembra che Freud non sia minimamente interessato al testo nietzscheano in quanto tale, ma solo alla possibilità di fare dello stesso un'ennesima prova a sostegno delle tesi psicoanalitiche e, a questo fine, utilizzare il testo nietzscheano alla stregua di un sintomo nevrotico. Del resto, anche durante le riunioni del mercoledì, Freud non aveva manifestato per Nietzsche altro interesse se non quello analitico38, ovvero un interesse per la personalità di Nietzsche e non per la sua opera.

Proprio a riguardo di questo riferimento al Vor Sonnen-Aufgang di Nietzsche, Assoun sostiene che:

In questo spirito Freud si avvicina al linguaggio di Nietzsche e lo ritiene prezioso: esso

36 Cfr. Assoun (1976), p. 159. 37

Nella corrispondenza con Lou Salomé, Freud afferma di leggere per la prima volta Schopenhauer solo nel 1919. Cfr. Pfeiffer (a cura di) (1966), p. 109.

esprime in tutta la sua profondità la dimensione cosmica del vissuto ontogenetico. Inoltre, se il riferimento non si attarda in dettagli di contenuto, non si tratta affatto di

una banale citazione: Nietzsche non costituisce un semplice referente culturale, per Freud. Questi frammenti che egli conosce gli sono presenti in modo sufficientemente vivo perché possano essere riattualizzati sotto l'effetto di un'analogia indotta da

un'esperienza clinica. Il fatto è che, indipendentemente dalla diagnosi sul caso Nietzsche nella sua patologia, una relazione privilegiata lega la sua espressione poetica al linguaggio delle profondità – cosa che induce naturalmente a leggerci la “psicologia del profondo” [...]. Senza rendersene conto Freud vi ha incontrato una delle materie essenziali con le quali si confronta la teoria delle nevrosi39.

Preso nella sua interezza, questo passo sembra sostenere l'esistenza di una “relazione privilegiata” tra l'espressione poetica utilizzata da Nietzsche e le realtà profonde dell'inconscio. In effetti, questo potrebbe anche essere vero, tanto per Nietzsche quanto per una serie sterminata di autori, molti dei quali vengono anche citati da Freud. Ma perché Nietzsche, a differenza degli altri, non dovrebbe essere un “semplice referente culturale”? Perché dovrebbe esserlo nonostante Freud “non si attarda in dettagli di contenuto”? Inoltre, si è davvero sicuri che egli “conosce” e abbia “presenti in modo sufficientemente vivo” questi testi nietzscheani? Si è davvero sicuri che “per Freud” ci sia qualcosa in questi testi “indipendentemente dalla diagnosi sul caso Nietzsche nella sua patologia”?

Tutti gli elementi finora presi in esame, sembrerebbero muovere esattamente nella direzione opposta a quella di Assoun: Freud sostiene di non aver mai letto Nietzsche e non si hanno prove per poter smentire questa affermazione; nelle sue opere finora prese in esame i riferimenti a Nietzsche sono riferimenti di seconda mano e a volte addirittura neanche fedeli al testo nietzscheano; infine, last but not least, Freud era solito riconoscere i suoi debiti culturali anche nei confronti di personaggi ben più scomodi di Nietzsche, così come era solito sostenere tesi ben più imbarazzanti rispetto a una presunta influenza nietzscheana sui suoi concetti. Allora, per tornare al riferimento al Vor Sonnen-Aufgang, se davvero non si trattasse di una “banale citazione”, perché questo riferimento si presenta comunque in modo così estemporaneo? Perché ipotizzare una relazione “indipendentemente dalla diagnosi sul caso Nietzsche nella sua patologia”, quando invece Freud, in questo riferimento così come in altre occasioni, non sembra interessato ad altro che alla patologia

dell'uomo Nietzsche e non alle sue opere? In Assoun non ci sono risposte a queste domande.

Se si entra nel merito di questo specifico riferimento, però, sembra che l'idea che Nietzsche non sia altro che un “semplice referente culturale”, non solo non venga smentita, ma venga addirittura avvalorata. Si è già visto come anche questa volta il riferimento sia stato suggerito a Freud da una terza persona; bisogna ora aggiungere che Freud non fornisce neanche delle precise indicazioni bibliografiche relative a questo riferimento40, ma, soprattutto, che Freud piega il testo nietzscheano ai suoi fini in modo tale da deformarlo a tal punto da rendere legittima l’ipotesi che egli non l'abbia mai letto. Ma prima di procedere con quest'ipotesi, si torni al passo freudiano in cui compare Nietzsche. Freud dice: «Un mio paziente [...] mi fece intendere come sia probabile che l'inno di Nietzsche Vor Sonnenaufgang esprima la stessa nostalgia»41. Quel “mi fece intendere” [machte es mir wahrscheinlich], sembra suggerire che non solo il paziente gli abbia suggerito il passo nietzscheano, ma gliene abbia anche fornito l'interpretazione in chiave analitica, per cui l'interpretazione del Vor Sonnen-Aufgang come espressione di nostalgia nei confronti di un padre perduto non è un'idea di Freud, il quale probabilmente non conosceva affatto il testo nietzscheano, bensì del paziente che gliel'ha suggerita.

Se si procede ulteriormente ad analizzare il contesto del riferimento, ci si accorge subito di un aspetto indubbiamente rilevante che riguarda il contenuto del riferimento a Nietzsche. Freud riporta l'affermazione del suo paziente all'interno del suo lavoro sul Caso Schreber e, più precisamente, nella seconda parte del suo scritto intitolata “Tentativi di interpretazione”42

. Lo scritto è infatti suddiviso in tre parti, più una “Premessa” e una “Postilla”. Nella “Premessa” vengono esplicitate le intenzioni e le motivazioni che hanno spinto Freud ad occuparsi di questo caso e della sua particolarità, ovvero il fatto che Freud non incontrò mai realmente il presidente Schreber, ma propose la sua analisi a partire dalla sua autobiografia. Nella prima parte, “Storia della malattia”, Freud si limita a riportare e descrivere i sintomi da cui era affetto Schreber, cercando di utilizzarne le parole tratte dalla sua autobiografia e mantenendo quindi, per quanto possibile, una certa oggettività. Nella terza parte, “Il meccanismo della paranoia”, Freud utilizza Schreber solo come esempio per poter

40

Osservazione già presente in Gasser (1997), p. 90.

41

Freud (1910h), pp. 380-381 in GW, Bd. VIII, s. 290.

argomentare più in generale su un intero quadro patologico; si potrebbe dire che la terza parte costituisca un piccolo saggio teorico, più che una digressione su un caso clinico. Infine, nella “Postilla”, viene sottolineato il legame tra questo caso e gli studi successivi di Freud su Totem e tabù. Sempre nella “Postilla”, esattamente all'inizio, Freud afferma: «Scrivendo questo saggio sul caso del presidente Schreber, mi sono deliberatamente contenuto il più possibile nell'interpretazione»43.

In effetti, le poche interpretazioni offerte da Freud relative a questo caso, si trovano sostanzialmente solo nella seconda parte del lavoro, esattamente quella in cui compare anche il tentativo di interpretazione offerto dal paziente e che Freud si limita a riportare. Ma se si prende in considerazione il contesto in cui il paziente offre questo suggerimento a Freud, ci si rende facilmente conto che questo si inserisce all'interno di una interpretazione freudiana secondo cui il sole rappresenta, tanto nelle fantasie di Schreber quanto in quelle di altre persone, un simbolo paterno. Quindi, quando il paziente suggerisce a Freud che il testo nietzscheano «esprime la stessa nostalgia [der gleichen Sehnsucht Ausdruck gebe]»44, intende dire che il testo nietzscheano esprime nostalgia nei confronti del padre perduto, ovvero, secondo la precedente interpretazione freudiana del sole come simbolo paterno, esprime nostalgia nei confronti del sole.

Si potrebbe quindi parafrasare il riferimento in questione sostenendo che Freud interpreta il sole come simbolo paterno e oltre a Schreber anche un suo paziente gli ha dato conferma di ciò, affermando che l'inno nietzscheano Vor Sonnen-Aufgang potrebbe indicare nostalgia nei confronti del padre-sole. In definitiva, se ne può dedurre che la nostalgia per il padre perduto accomuni il paziente e Nietzsche nella valutazione freudiana.

Ricostruito in questo modo il contesto del riferimento a Nietzsche, ci si accorge immediatamente che Freud non doveva avere affatto presente il passo nietzscheano. Se infatti l'avesse avuto presente e non si trattasse di un semplice sentito dire, si sarebbe accorto che il passo nietzscheano non esprime nostalgia [Sehnsucht] nei confronti del sole e, quindi, neanche nei confronti del padre. Semmai, sembra essere l'esatto contrario: Nietzsche manifesta, in questo passo, una certa nostalgia nei confronti del cielo, particolarmente del cielo notturno, ovvero del cielo prima [vor] che il sole sorga e, di conseguenza, una certa ostilità nei confronti del sole.

43

Ivi, p. 404.

Indubbiamente il sole può essere interpretato, anche nel testo nietzscheano, come un simbolo paterno, così come il cielo potrebbe essere un simbolo materno, ma nel passo nietzscheano la nostalgia sembra rivolta al cielo e il sole sembra semmai un elemento di disturbo.

Si prenda ora in esame il testo nietzscheano Vor Sonnen-Aufgang45. Nietzsche afferma all'inizio: «O cielo [Himmel] sopra di me, tu puro [Reiner]! Tu profondo [Tiefer]! Contemplando rabbrividisco di divine brame [Begierden]»46.

Il termine “Begierde”, esattamente come l'italiano “brama”, può avere più sfumature di senso, la prima delle quali indica una “brama” o “voglia” o “desiderio” di natura sessuale. Quindi, già nel primo periodo del testo in questione, si trova espressa una “brama”, probabilmente sessuale, nei confronti del cielo, definito “puro” [Reiner] e “profondo” [Tiefer]. Proseguendo nella lettura, si può leggere: «Prima [Vor] del sole venisti a me, al più solitario fra tutti. Noi siamo amici da sempre [Wir sind Freunde von Anbeginn]: abbiamo in comune mestizia e orrore e fondo [Grund]: anche il sole abbiamo in comune [noch die Sonne ist uns gemeinsam]»47.

Qui diventa ancora più chiaro che la nostalgia non è affatto rivolta al sole, ma al cielo notturno prima [vor] che il sole sorga, che interrompe l'idillio tra cielo e Zarathustra. Tra questo cielo-madre e Nietzsche-Zarathustra, ci sarebbe un'amicizia da “sempre”. Il termine utilizzato è “Anbeginn”, che si potrebbe anche tradurre come “sin dall'inizio” o “sin dal principio”. Ma inizio e principio di cosa? Quale rapporto si può caratterizzare come un rapporto “sin dall'inizio” se non il rapporto con la propria madre?

Inoltre, se è valida l'ipotesi freudiana che il sole è simbolo paterno, allora quando Nietzsche dice “anche il sole abbiamo in comune” potrebbe essere interpretato effettivamente come un triangolo familiare padre-sole, madre-cielo, figlio- Zarathustra. Proseguendo ulteriormente nella lettura, si può trovare: «chi cercavo mai [wen suchte ich je], se non te [wenn nicht dich], sui monti? [...] volare [fliegen] soltanto era tutta la mia volontà [mein ganzer Wille], volare dentro di te [in dich hinein fliegen]»48.

Il “chi cercavo mai” sembra indicare che il cielo non è vissuto da Nietzsche-

45

Bisogna richiamare l'attenzione sul fatto che Freud scrive “Vor Sonnenaufgang”, mentre Nietzsche utilizza “Vor Sonnen-Aufgang”. Anche questo particolare potrebbe contribuire all'ipotesi che Freud non avesse presente il testo nietzscheano.

46

Nietzsche (1885), Za Così parlò Zarathustra, parte III, “Prima del levar del sole”.

47

Ibidem.

Zarathustra semplicemente come una cosa, ma appunto come una persona, un chi. Il verbo “volare” [fliegen] può anche essere utilizzato in combinazione con la preposizione “auf” per significare “essere attratto da qualcosa/qualcuno” [auf jdn/etw fliegen]. Inoltre, “volare” richiama indubbiamente l'idea di “uccelli” [Vögel] e in tedesco la parola “uccelli” suona in modo molto simile al verbo “vögeln”, il quale termine è un'espressione volgare per indicare il rapporto sessuale. Infine, il “volare dentro” [hinein fliegen] lascia poco spazio all'immaginazione.

In seguito, il cielo viene associato da Nietzsche al caso e alla follia, per poi essere messo in contatto con la ragione.

Al di sopra di tutte le cose sta il cielo caso [der Himmel Zufall], il cielo innocenza [der Himmel Unschuld], il cielo accidente [der Himmel Ohngefähr], il cielo audacia [der Himmel Übermuth]. [...] Un po' di ragione [Vernunft], un seme [Same] di saggezza [Weisheit] sparso da stella a stella, – questo lievito [Sauerteig] è invero mescolato [eingemischt] in tutte le cose: a causa della follia [Narrheit] la saggezza è mescolata in tutte le cose49.

Che il cielo venga associato al caso e alla follia, può anche essere interpretato come un'espressione del dionisiaco, mentre la saggezza potrebbe rappresentare in questo caso l'apollineo, quindi Dioniso-cielo, Apollo-Sole.

Il termine “seme” [Same], tanto in italiano quanto in tedesco, può indicare sia il seme di una pianta, quindi avere un significato botanico, sia il seme maschile, anzi, probabilmente, in tedesco il valore sinonimico di “seme” e “sperma” è ancora più forte rispetto all'italiano50.

Infine, l'utilizzo dell'immagine del “lievito mescolato” [Sauerteig eingemischt], richiama molto probabilmente una parabola presente nel Vangelo secondo Matteo, in cui Gesù di Nazareth paragona il Regno dei cieli, non a caso “Himmelreich” in tedesco, al «lievito [Sauerteig] che una donna prende e nasconde in tre misure di farina, finché la pasta sia tutta lievitata» (Matteo 13:33). Effettivamente, a differenza della traduzione italiana, nella versione tedesca, non viene detto che la donna “nasconde” il lievito, non viene quindi usato il verbo “verstecken”, bensì che ella lo “mescola”, viene cioè utilizzato il verbo “mischen”, ovvero lo stesso utilizzato da

49

Ibidem.

50

Per esempio il cordone spermatico è “Samenstrang”, letteralmente cordone del seme. L'eiaculazione è “Samenerguss”, letteralmente versamento del seme.

Nietzsche.

Al di là del significato religioso-teologico, che non è oggetto della presente indagine, può essere interessante notare come Nietzsche riprenda una parabola evangelica e sostituisca alla “donna” il termine “cielo” [Himmel], identificando quindi i due termini. Allo stesso modo il “lievito” è utilizzato come sinonimo di “seme” [Same]. In definitiva Nietzsche sembra parlare proprio di un rapporto erotico tra cielo e sole, con quest'ultimo vissuto come elemento di disturbo tra il cielo e Zarathustra. In questa prospettiva, sembra essere particolarmente esplicito il finale del testo, in cui Zarathustra, rivolgendosi al cielo, afferma:

Ma tu arrossisci [erröthest]? Ho detto cose indicibili [Unaussprechbares]? [...] O è il pudore [Scham] in due che ti fa arrossire? Mi comandi di andarmene e tacere [Heissest du mich gehn und schweigen], poiché ora sta venendo – il giorno [weil nun – der Tag kommt]? [...] il giorno viene: così ci separiamo [der Tag kommt: so scheiden wir nun]! [...] O tu mia felicità prima che il sole si levi [Oh du mein Glück vor Sonnen-Aufgang]! Il giorno viene: ecco che ci separiamo [der Tag kommt: so scheiden wir nun]!

Perché, dopo aver parlato di “seme” e di “lievito”, il cielo dovrebbe “arrossire” [erröthen] se per seme e lievito non si intendesse qualcosa di intimo? Se il cielo non fosse una donna e Zarathustra non avesse parlato di temi erotici, perché il cielo dovrebbe provare “pudore” [Scham]? Ma, soprattutto, se non ci fosse un legame esclusivo tra cielo e sole, legame simile a quello tra marito e moglie, perché il cielo dovrebbe comandare a Zarathustra di andarsene con l'arrivo del sole? Perché, con il sorgere del sole, si interrompe il legame tra cielo e Zarathustra?

Per tornare a Freud e al problema di questo riferimento a Nietzsche, si può concludere che sembra davvero difficile che egli abbia mai letto il passo nietzscheano e ciò per le ragioni che proviamo a riassumere: il riferimento è suggerito da un paziente; l'interpretazione, erronea, secondo cui il passo nietzscheano esprimerebbe nostalgia verso il padre-sole, è anch'essa suggerita dal paziente; il testo esprime nostalgia verso il cielo-madre, ma Freud non ne parla; Freud riporta anche il titolo in modo non proprio fedele; Freud non offre un riferimento bibliografico preciso.

In definitiva, come per i riferimenti presi precedentemente in esame, non sembra che si possa parlare né di una importanza in termini quantitativi del riferimento, questo è infatti brevissimo e non dettagliato, né tanto meno una sua importanza qualitativa,

per i medesimi motivi.

2.4 Una catena associativa: Nietzsche, Wilde, Hauptmann, Halbe,