Appendice B Le corrispondenze
3. Freud e Nietzsche: divergenze assiologiche 1 Divergenze assiologiche sugli elementi culturali in comune
3.2 Genealogie della morale: analogie e differenze
3.2.3 Differenze d’approccio
Le differenze tra le due genealogie della morale vanno ben al di là di quanto preso in esame fin’ora. Fornari50
, sulla scia di Foucault51, evidenzia come la scelta nietzscheana di utilizzare il termine “Herkunft” in Genealogia della morale, rispetto al termine “Ursprung” utilizzato dieci anni prima in Umano, troppo umano, non sia una scelta casuale. Il termine “Ursprung”, seguendo la ricostruzione di Fornari, doveva essere caratterizzato, per Nietzsche, da un carattere troppo vicino all’uso che ne fa il suo ex amico Paul Rée nel testo L’origine [Ursprung] dei sentimenti
morali52.
Anche nel caso di Rée si può parlare di una genealogia della morale53, ma, come per Freud, le genealogie nietzscheana e réealiana non sono in alcun modo sovrapponibili, anzi, è lo stesso Nietzsche a sottolineare la sua distanza dall’ormai ex amico Rée, tanto da scrivere, nella Prefazione:
Il mio primo impulso a manifestare qualcuna delle mie ipotesi sulla genesi della morale mi venne da un libricino chiaro, pulito e accorto, pure saputello, in cui mi si fece innanzi, per la prima volta, una specie opposta e perversa d’ipotesi genealogiche, la specie propriamente inglese, ed esso mi attrasse con quella forza di seduzione che ha ogni realtà antitetica e antipodica. Il titolo del volumetto era: «Origine dei sentimenti morali»; il suo autore, dottor Paul Rée, anno di pubblicazione, 1877. Forse non ho mai
50 Fornari, M.C. (2006). 51 Foucault (1971). 52 Rée (1877). 53 Cfr. Battaglia (1983).
letto nulla, cui dentro di me avessi detto a tal punto no, frase per frase, conclusione per conclusione, come a questo libro.54
Anche Freud, come Rée, è fortemente influenzato dalle ipotesi inglesi, entrambi, infatti, si propongono di applicare le teorie darwiniane ai rispettivi oggetti di studio. Si potrebbe parlare allora di tre genealogie della morale: quella di Rée, quella di Nietzsche e quella di Freud. Rée e Freud, inoltre, si trovano probabilmente tra loro più vicini di quanto entrambi non lo siano rispetto a Nietzsche. Se nel passo nietzscheano della “Prefazione”, al posto del testo di Rée ci fosse stato, giocando un po’ con l’immaginazione, Totem e tabù, probabilmente non si sarebbe notata la differenza: anche di Freud si può dire che segue ipotesi inglesi, anche di Freud si potrebbe dire che, se Nietzsche l’avesse letto, avrebbe detto a tal punto no, forse, frase per frase, conclusione per conclusione, oppure, più probabilmente, il Nietzsche del 1877, così come apprezzava Rée e gli autori sui quali Rée studiava, allo stesso modo avrebbe potuto apprezzare il Freud di Totem e tabù, mentre il Nietzsche del 1887, ormai in contrapposizione a Rée, avrebbe nutrito la stessa vis contrappositiva anche nei confronti di Freud.
Allo stesso modo, se si volesse insistere nel paragone Freud-Rée in opposizione a Nietzsche, si potrebbero leggere anche le parole con cui Salomé, in questa prospettiva, descrive i due amici:
le personalità intellettuali dei due amici prendevano strade diverse. Là dove uno smetteva, l’altro cominciava. Come pensatore dall’approccio rigidamente unilaterale, Rée [o Freud] non si fece mai influenzare da simili questioni [artistiche]; era lontano dalla ricchezza spirituale, artistica, filosofica e religiosa di Nietzsche, ma, dei due, era la mente più acuta […]. Tipico delle opere di Nietzsche è il fatto che anche gli errori e le inesattezze che esse contengono schiudano una pienezza di stimoli tale da accrescerne il significato complessivo, anche là dove ne diminuisce il valore scientifico. Caratteristico delle opere di Rée [o Freud] è invece il fatto che esse contengono più carenze che errori […]. Se il fondersi appassionato della vita speculativa con la vita interiore nel suo complesso era un tratto peculiare di Nietzsche, un fondo dell’indole spirituale di Rée [o Freud] era invece la scissione netta e portata all’estremo di pensiero e sentimento. Alla genialità di Nietzsche corrispondeva il fuoco che ardeva vivace dietro i suoi pensieri che li faceva brillare di una luce la cui potenza essi non avrebbero mai potuto acquisire grazie soltanto alla comprensione logica; la forza intellettuale di Rée [o Freud] si basava
invece sulla fredda imperturbabilità della dimensione logica di fronte a quella psichica, sull’acutezza e il limpido rigore del suo pensiero scientifico. Il pericolo per Rée [o Freud] era rappresentato dall’unilateralità e dalla chiusura di questo pensiero, dalla mancanza di quel fiuto raffinato e lungimirante che richiede più comprensione che comprendonio; per Nietzsche, diversamente, il pericolo stava in quella sconfinata capacità di sentire e nella dipendenza dei prodotti del suo intelletto dai sentimenti e dai moti dell’animo […]. L’indole spirituale di Rée [o Freud], per contro, pareva escludere ogni contributo della vita affettiva a questioni attinenti la sfera della conoscenza […]. Il pensatore che era in lui guardava infatti dall’alto, con senso di superiorità e di estraneità, l’uomo che era in lui […]. In luogo di questo, nel carattere di Rée [o Freud], non vi era null’altro se non una profonda, notevole e illumitata bontà d’animo, le cui manifestazioni rappresentavano un’interessante e toccante antitesi alla fredda sobrietà e al rigore del suo pensiero. Nietzsche, al contrario, possedeva quell’alato amor proprio che si riversava nei suoi ideali gnoseologici fino al punto da confondersi quasi con essi e porsi di fronte al mondo con l’entusiasmo dell’apostolo e di colui che converte […], vi è dunque una profondissima diversità di sentire […] quel che per l’uno costituiva l’espressione naturale della propria indole, era tutto il contrario dell’indole dell’altro.55