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2. Nietzsche nel discorso freudiano

2.4 Una catena associativa: Nietzsche, Wilde, Hauptmann, Halbe, Jung

2.4.1 Tentativo di giustificazione dell'ipotesi principale

La paziente di Ferenczi non riesce a ricordare il nome “Jung” e, a questo riguardo, le vengono in mente i nomi “Wilde, Nietzsche e Hauptmann”. Se l'ipotesi appena enunciata è corretta, allora anche per Freud questi nomi dovrebbero avere un legame e, anche per Freud, al vertice di questa relazione dovrebbe trovarsi Jung.

La signora prosegue affermando che «a proposito di Wilde e Nietzsche, le viene in mente il concetto sommario di ‘malattia mentale’». Poi prosegue dicendo: «‘Non posso soffrire Wilde e Nietzsche. Non li capisco. Mi dicono che erano ambedue omosessuali»53. Se l'ipotesi che Freud condivida l'idiosincrasia della paziente di Ferenczi è corretta, dovrebbe allora essere possibile trovare traccia di qualcosa del genere anche in Freud. In effetti, egli cita spesso poeti e scrittori, come ad esempio Goethe, Schiller, Shakespeare e altri, ma Wilde è praticamente assente nella produzione freudiana54. Questa assenza però non è un motivo sufficiente per poter pensare che Freud non nutrisse simpatie per Wilde, anche se, il noto carattere un po' eccentrico di Wilde potrebbe essere stato considerato plausibilmente da Freud come sintomatico di qualche complesso psichico. In ogni caso, su Wilde mancano davvero gli elementi per poter determinare l'approccio freudiano a questo autore; si ricordi soltanto che Wilde era notoriamente omosessuale e che questo particolare non poteva non essere conosciuto anche da Freud.

Per quanto riguarda Nietzsche invece, è possibile affermare che Freud non doveva avere un'idea poi troppo diversa rispetto alla paziente di Ferenczi, infatti, anche Freud sembra propenso a considerarlo “malato” e, allo stesso tempo, “omosessuale”. In una lettera a Zweig infatti, Freud scrive:

Lei sopravvaluta molto la mia conoscenza di Nietzsche. Io non so neanche dirLe niente

53 Freud (1901-1910), p. 79. 54

Fatta eccezione per la presenza secondaria in questa catena associativa e per un'altra presenza, altrettanto secondaria, all'interno de Il perturbante [Freud (1919), p. 114]. Così come non sono presenti lavori di Wilde all'interno della Libreria di Freud.

a riguardo di ciò che a Lei potrebbe servire. Davanti al Problema-Nietzsche stanno per me due guardiani che vietano l'accesso. Primo, non si può esaminare un uomo se non si conosce la sua costituzione sessuale e, quella di Nietzsche è completamente enigmatica. La stessa leggende vuole che egli sia diventato un omosessuale passivo e abbia contratto la sifilide in un bordello maschile italiano. È vero ciò? Quien sabe? Secondo, egli aveva una pesante malattia e un grosso presagio scoppiò in lui in una paralisi. Ogni paralisi ha dei conflitti. Quando uno di questi ha una paralisi, bisogna far risalire i conflitti ancora più indietro. Se al poeta dev'essere concessa una grossa parte di patologia per poter fantasticare? Non lo so, i poeti non sogliono essere docili55.

Nonostante Freud mantenga il beneficio del dubbio intorno al “Problema-Nietzsche” e, proprio a causa di ciò, rifiuti di esprimersi a riguardo, sembra però in qualche modo propenso ad accettare la teoria riguardante l'omosessualità di Nietzsche e, allo stesso tempo, considerare la paralisi di cui era affetto come l'espressione di una malattia di carattere psichico-conflittuale. Partendo da queste considerazioni, si può allora pensare che Freud doveva nutrire un'opinione non troppo dissimile anche per Wilde. Sicuramente l'omosessualità di cui sospettava Nietzsche poteva fare da ponte,

per Freud, tra i due autori. Inoltre, anche Wilde era noto per i suoi aforismi. È quindi

plausibile che anche per Freud, oltre che per la paziente, Wilde e Nietzsche siano due nomi in qualche modo associabili l'un l'altro.

La paziente di Ferenczi affermava poi che “a proposito di Hauptmann”, le veniva in mente Halbe. C’era quindi anche una relazione tra questi due nomi, relazione che dovrebbe valere anche per Freud. In effetti, sia Hauptmann sia Halbe, erano due drammaturghi e Halbe può essere considerato un allievo o un seguace di Hauptmann. Entrambi fanno parte, con le rispettive differenze, di una corrente letteraria denominata “naturalismo” e nota soprattutto per il carattere dei temi da essa trattati, ovvero vite di persone comuni e scene di vita quotidiana, ma soprattutto, una particolare attenzione agli aspetti sessuali e a temi di prostituzione. Ancora una volta

55 «Meine Kenntnisse über Nietzsche überschätzen Sie sehr. Ich weiß Ihnen auch darum nichts zu

sagen, was Sie brauchen könnten. Vor dem Nietzsche-Problem stehen für mich zwei Wächter, die mir den Eingang verwehren. Erstens, man kann einen Menschen nicht durchleuchten, wenn man seine Sexualkonstitution nicht kennt, und die Nietzsche's ist völlig rätselhaft. Es geht selbst die Sage, er sei passiv homosexuell gewesen und habe sich die Lues in einem italienischen Männerbordell geholt. Ob es wahr ist? Quien sabe? Zweitens, er hatte eine schwere Krankheit, und nach langen Vorboten [presagio, segno precursore] brach die Paralyse bei ihm aus. Konflikte hat ein jeder. Wenn einer eine Paralyse hat, treten die Konflikte in der Ätiologie weit zurück. Ob es dem Dichter erlaubt sein soll, die groben Tatsachen der Pathologie umzuphantasieren? Ich weiß es nicht, Dichter pflegen nicht lenksam zu sein» traduzione mia [Freud, E. (a cura di) (1968), p. 96. Lettera di Freud a Zweig del 15 luglio 1934].

il lagame tra i vari nomi può essere ritrovato all'interno di uno sfondo sessuale. Inoltre, il maggior successo di Halbe, il dramma dal titolo Jugend nominato anche dalla paziente di Ferenczi, è un dramma ispirato a un precedente lavoro di Hauptmann, Die Weber. Il legame tra Hauptmann e Halbe sembra quindi poter essere naturale anche per Freud.

Si faccia ora un passo indietro e si torni alla domanda di partenza: perché Freud, proprio nel 1910, inserisce proprio questo esempio della paziente di Ferenczi?

Si è già parzialmente risposto affermando che la presenza di Nietzsche all'interno dell'aneddoto, così come la catena associativa, devono aver giocato un ruolo nel determinare la scelta di Freud di riportare questo esempio e non altri. Pur essendo possibile individuare uno sfondo sessuale, anche per Freud, di questa catena associativa, bisogna però ancora legare questi quattro nomi tra loro e poi legarli a Jung.

Se si riducono le due coppie rispettivamente a un solo elemento per coppia, l'operazione diviene più semplice. Si ipotizzi che Wilde non sia altro che un doppio di Nietzsche agli occhi di Freud e che quindi la coppia Wilde-Nietzsche, si possa ridurre al solo Nietzsche. Allo stesso modo, si consideri Halbe un doppio di Hauptmann, proprio in quanto seguace dello stesso e in quanto il suo maggior successo è legato a un lavoro del predecessore. Si forma così una sola coppia, quella Nietzsche-Hauptmann.

Ora, cosa può legare Nietzsche ad Hauptmann all'interno della prospettiva di Freud? O meglio, cosa, nel 1910, può legare questi due autori agli occhi di Freud?

Per rispondere a queste domande, bisogna tenere presente il contesto precedente a questo riferimento. Si è visto in precedenza come Ernst Lanzer, l'uomo dei topi, abbia suggerito a Freud un passo di Al di là del bene e del male che Freud, successivamente, ha riportato non solo all'interno della pubblicazione sul Caso

dell'uomo dei topi, ma anche nella terza edizione della Psicopatologia della vita quotidiana, ovvero la stessa edizione del 1910 in cui Freud riporta anche la catena

associativa della paziente di Ferenczi. Durante l'analisi, Lanzer commette un lapsus che potrebbe tornare utile per individuare un legame tra Nietzsche e Hauptmann agli occhi di Freud; Lanzer chiama Freud “Hauptmann”. In tedesco infatti, il termine “Hauptmann” sta ad indicare, nella vita militare, il grado di “capitano”. Lanzer era infatti affetto da alcuni disturbi legati alla figura di un capitano, un “Hauptmann” quindi, particolarmente crudele che aveva conosciuto durante la vita militare. Lanzer,

che aveva già suggerito a Freud un paio di riferimenti a Nietzsche, potrebbe quindi costituire un termine medio tra Nietzsche e Hauptmann.

Inoltre, in precedenza si è anche visto come Lanzer sia, con una certa verosimiglianza, anche il paziente che suggerì a Freud il riferimento al Vor Sonnen-

Aufgang di Nietzsche, riferimento presente all'interno del Caso Schreber, ancora una

volta pubblicato nel 1910. È quindi ragionevole pensare che Vor Sonnen-Aufgang, in particolare nel 1910, sia per Freud associabile a Nietzsche.

Bisogna ora notare come Hauptmann, nel 1889, quindi pochissimi anni dopo la pubblicazione dello Zarathustra e del Vor Sonnen-Aufgang che si trova nello

Zarathustra, pubblichi un dramma dal titolo “Vor Sonnen-Aufgang”, esattamente lo

stesso titolo del passo nietzscheano riportato da Freud grazie al suggerimento del suo paziente. Questo dramma, inoltre, destò molto scandalo proprio a causa della rappresentazione esplicita di temi riguardanti la prostituzione.

Ricapitolando: Lanzer suggerisce a Freud un paio di riferimenti a Nietzsche che Freud riporta in due opere rispettivamente del 1909 e del 1910; uno di questi riferimenti è al Vor Sonnen-Aufgang di Nietzsche; Lanzer chiama Freud “Hauptmann”; Hauptmann scrive anch'egli un Vor Sonnen-Aufgang; Hauptmann suscita scandalo a causa di scene riguardanti la prostituzione; Freud pensa che Nietzsche abbia contratto la sifilide in un bordello.

A questo punto sembra abbastanza plausibile che anche per Freud, nel 1910, i nomi “Wilde, Nietzsche, Hauptmann e Halbe” possano costituire una catena associativa, il cui fulcro è Nietzsche e il cui sfondo è un certo atteggiamento sessuale.

L'ipotesi di partenza che Freud riporti questo esempio e non altri, perché condivide con la paziente di Ferenczi la catena associativa e una certa idiosincrasia nei confronti di quei nomi, sembra ora più plausibile. Anche il fatto che ciò avvenga nel 1910, trae una giustificazione nel contesto dei precedenti riferimenti a Nietzsche. Rimane un'ultima e importante questione: cosa ha a che fare Jung con tutto questo? Nella catena associativa della paziente, infatti, oltre a quei quattro nomi, era presente anche Jung. E se davvero il fulcro della catena associativa, per Freud, è Nietzsche, bisogna allora chiedersi: cosa ha a che fare Jung con Nietzsche? Se lo sfondo della catena associativa ha a che fare con un certo atteggiamento sessuale, allora anche il legame tra Jung e Nietzsche, per Freud, deve collocarsi sullo stesso sfondo. Ancora una volta, la risposta potrebbe trovarsi nel contesto storico in cui tutto ciò avviene: il biennio 1909-1910.

Il riferimento a Nietzsche e la catena associativa sono presenti nella terza edizione della Psicopatologia della vita quotidiana del 1910, bisogna ora però ricordare che, pochi mesi prima, Freud era venuto a conoscenza della relazione di Jung con Sabina Spielrein.

Anche se l'amicizia e la collaborazione con Jung finirà solo nel 1913, già a metà del 1909 iniziano a comparire i primi dubbi di Freud sul suo allievo, dubbi suscitati proprio a causa del comportamento sessuale di quest'ultimo nei confronti della Spielrein, comportamento che deve aver colpito Freud in senso negativo, tanto da portarlo a inserire Jung in una catena associativa di nomi per i quali nutriva una certa idiosincrasia.

Nel 1909 Freud scrive a Spielrein:

Ora mi rendo conto di aver indovinato alcuni aspetti del problema, ma anche di aver costruito, per il resto, illazioni false a Suo danno. Di queste ultime La prego di perdonarmi. Però il fatto che mi sia sbagliato e che la colpa vada imputata all'uomo e non alla donna [...] corrisponde al mio bisogno di tenere in alta considerazione le donne. Riceva l'espressione della mia piena simpatia per il modo dignitoso in cui Lei ha risolto il problema56.

Nel giro di poco tempo, ma pur sempre prima della rottura ufficiale con Jung, Freud dirà ancora a Spielrein: «dunque, Lei è sposata e ciò significa per me una mezza guarigione dal Suo attaccamento nevrotico a Jung»57, ma ancora più esplicitamente: «eravamo rimasti d'accordo che Lei mi avrebbe fatto sapere entro il primo ottobre se ha ancora intenzione di eliminare il tiranno [Jung] mediante una ΨΑ con me»58. Infine, nel 1913, alle soglie della rottura con Jung, Freud scrive: «mi dispiace sentire che Lei si consuma di nostalgia per J. [...] sono ormai quasi convinto che egli non meriti il grande interesse che avevo riposto in lui [...]. Prescindendo del tutto dalle

divergenze nell'ambito scientifico, il suo comportamento personale merita un giudizio severo [...]. Io credo che lei ami ancora tanto il Dr. J. perché non ha portato

alla luce l'odio che gli si addice»59.

Da questi indizi, si può dedurre che Freud doveva nutrire, già dal 1909, un certo biasimo nei confronti degli atteggiamenti sessuali di Jung e, in questo senso, potesse,

56 Carotenuto (1980), p. 260 lettera del 24 giugno 1909 corsivo mio. 57

Ivi, p. 265 lettera del 20 agosto 1912.

58

Ibidem corsivo mio.

nel 1910, inserirlo all'interno di una catena associativa formata da nomi per i quali provava una certa idiosincrasia sempre a causa di certi loro atteggiamenti sessuali. Bisogna anche ricordare che Jung ha citato più volte Nietzsche in presenza di Freud, anche in occasione della rottura tra loro, e che numerosi lavori dimostrano l'influsso di Nietzsche sulla produzione junghiana.

Per concludere, si può affermare che i riferimenti a Nietzsche incontrati finora sembravano essere tutti riferimenti di seconda mano e non sembravano denotare una

qualità tale che possa lasciar parlare di un'influenza di Nietzsche su Freud. Nel caso

di quest'ultimo riferimento invece, si assiste a un riferimento di terza mano, ma che ha una qualità specifica rispetto agli altri: lascia intravedere addirittura una certa idiosincrasia di Freud nei confronti di Nietzsche.