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Appendice B Le corrispondenze

3. Nietzsche nella corrispondenza con Jones

Ernest Jones, allievo diretto di Freud, considerato il portavoce ufficiale dell’ortodossia freudiana e, indubbiamente, il biografo più noto di Freud, ha intrattenuto una fitta corrispondenza con il maestro che, sebbene sia forse maggiormente imperniata su problemi di tipo organizzativo e, a volte, personale, non è affatto scevra di considerazioni tecniche sulla metodologia analitica e teoriche in generale, anche filosofiche. Tuttavia, il nome di Nietzsche compare poco anche in questa corrispondenza e, ancora una volta, sempre dal versante jonesiano e mai da quello freudiano.

19

Binswanger (1956), p. 50.

Il primo riferimento si trova in una lettera di Jones del 26 novembre 1911. Il contesto è quello di un confronto tra maestro e allievo sopra i temi di un lavoro di quest’ultimo e, nella discussione, esce fuori anche il nome di Bernard Shaw. Jones, a proposito dell’opera di Shaw, scrive: «brani che rivelano la grandezza di questa semplice concezione con maggior forza persino di Ibsen o di Nietzsche»21. A questo brevissimo riferimento di Jones, non segue nessuna risposta freudiana.

L’ultimo riferimento a Nietzsche presente nella corrispondenza è un altro riferimento poco significativo: Jones racconta a Freud di aver saputo, tramite una terza persona, che Rank vantava di essere in buoni rapporti con Freud, nonostante la rottura fra i due si fosse già consumata e, a riprova di ciò, raccontava di aver fatto un regalo al suo maestro di ben 300$. Il regalo in questione era la nota edizione delle opere complete di Nietzsche che Rank aveva effettivamente regalato a Freud per il suo settantesimo compleanno, ma, indubbiamente, non come segno di un ottimo rapporto personale tra i due, ma, semmai, proprio come provocazione a seguito della rottura. In ogni caso, Jones, il 23 settembre 1926, a questo proposito, scrive a Freud: «È stata così confermata la Sua interpretazione della Symptomhandlung di Nietzsche»22. Questa affermazione di Jones è con tutta probabilità riferita a una interpretazione freudiana del regalo di Rank come di una “azione sintomatica” [Symptomhandlung], ovvero, quel regalo, l’opera nietzscheana, adombrava, probabilmente, il tentativo, da parte di Rank, di sminuire l’originalità del maestro.

In ogni caso, questi due riferimenti sembrano essere entrambi poco significativi sul versante del rapporto Nietzsche-Freud: nel primo caso si tratta di un confronto fugace, da parte di Jones, tra Nietzsche e Shaw; nel secondo, di un resoconto di aneddoti biografici legati al rapporto tra Rank e Freud.

Nella corrispondenza con Jones, tuttavia, è presente uno scambio di tre lettere che potrebbe avere invece maggiore interesse. Jones chiede a Freud un parere su un articolo di un terzo autore su Nietzsche arrivato al comitato redazionale delle riviste psicoanalitiche curate, per l’appunto, da Jones e Freud, poi, in seguito a questa richiesta di un consiglio, seguono la risposta di Freud e la controrisposta di Jones. La prima battuta di questo scambio è la seguente:

Caro professore,

21

Paskauskas (a cura di) (1993), p. 199 lettera del 26 novembre 1911.

potrebbe consigliarmi per cortesia se l’articolo accluso debba andare nel «Journal», in «Imago», oppure se debba essere restituito all’autore? Trovo che abbia alcuni argomenti interessanti ma che non sia ben organizzato; e le interpretazioni non sono strettamente coordinate con l’opera di Nietzsche.23

La richiesta di consiglio è, come si vede, accompagnata da un giudizio preliminare non troppo positivo: Jones evidentemente non reputa l’articolo particolarmente adatto alla pubblicazione. La risposta di Freud è, non solo dello stesso tenore, ma anche articolata insieme ad alcune considerazioni più generali che riguardano Nietzsche e che potrebbero avere un certo interesse:

Il saggio su Nietzsche che ho ricevuto da Lei non va bene. Al massimo è una raccolta di materiale e come tale è sicuramente incompleta. (È un peccato che Lou Salomé non accenni facilmente a lui, da alcune sue osservazioni casuali deduco che l’impressione che faceva non fosse molto favorevole). Ed è scritto rozzamente, offenderebbe il pubblico e non darebbe in cambio alcun prezioso frammento di verità. La sensibilità artistica dell’autore avrebbe dovuto fornire un’introduzione che ponesse in rilievo il fatto che la ΨΑ non significa indicare le anormalità di un grande uomo, che questi complessi sono presenti in ogni individuo ed equivalenti agli elementi chimici, che grandi acquisizioni in qualche ambito portano a prevedere qualche particolare deviazione rispetto all’elaborazione cosiddetta normale di questi elementi ecc. ecc.24

Il commento, inserito tra parentesi, relativo alla riluttanza di Salomé a parlare di Nietzsche è una l’ennesima conferma di quanto sia difficile fare di Salomé una mediatrice tra Nietzsche e Freud, ma, ciò che più colpisce, è il prosieguo della risposta freudiana, poiché sembra che l’articolo in questione fosse una semplice analisi delle patologie psichiche nietzscheane, fondata, tra l’altro, su dati comunque incompleti. Freud, pur non negando una tale analisi che, del resto, anche lui stesso aveva avanzato e in modo altrettanto parziale durante la riunione del mercoledì dedicata a Ecce homo, giustifica il suo rifiuto non con argomentazioni di carattere teorico sul contenuto del saggio, ma, piuttosto, con argomentazioni relative a un eventuale consenso da parte del pubblico. Del resto Freud sapeva bene che argomentare intorno a complessi psichici di grandi uomini è un modo sicuro per attirare su di sé (o sulla rivista in cui compare l’articolo) delle critiche: era successo

23

Ivi, p. 582.

qualcosa di simile anche allo stesso Freud nelle sue analisi su Leonardo da Vinci o Goethe. Nietzsche, come Leonardo o qualsiasi altro uomo, aveva i suoi complessi, ma, se si volesse scrivere qualcosa intorno a questi complessi, secondo Freud, bisognerebbe almeno specificare che, per l’appunto, questi complessi sono universali e non una prerogativa del soggetto in questione. Evidentemente, l’articolo valutato da Freud non presentava queste caratteristiche e, quindi, è stato rigettato.

Jones, infine, risponde ancora a Freud scrivendo: «Quanto all’articolo su Nietzsche, apprezzo ciò che Lei sostiene. Posso chiederLe di inviarmi l’articolo, così che io possa restituirlo a lui con un’altra lettera?»25

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