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2. Nietzsche nel discorso freudiano

2.1. Trasmutazione dei valori: Umwertungen

Il primo riferimento a Nietzsche presente nelle opere di Freud, si trova all'interno de

L'Interpretazione dei sogni5, più esattamente nel sesto capitolo Il lavoro onirico, paragrafo “C. I mezzi di raffigurazione del sogno”.

Innamorati (1988), p. XV «La vertigine del percorso è tale, da far quasi considerare una fortuna la (almeno pretesa) scarsità di letture nietzscheane da parte di Freud» corsivo mio.

4

Freud (1905).

In questo paragrafo Freud si occupa dei «processi che si svolgono nel corso dell'interpretazione del sogno»6, ovvero di quei processi che bisogna attuare se si vuole risalire indietro dal sogno manifesto al contenuto latente e sciogliere così le intricate strutture del lavoro onirico. Si potrebbe dire che per poter interpretare un sogno è necessario un contro-lavoro onirico: «All'interpretazione del sogno è lasciato il compito di ristabilire la connessione che il lavoro onirico ha distrutto»7.

Ma cos'è esattamente il lavoro onirico? È un processo di deformazione: i pensieri del sogno non possono essere direttamente rappresentati alla coscienza del sognatore, quindi vengono mascherati, camuffati e deformati fino ad assumere un altro aspetto, maggiormente accettabile. Questa deformazione avviene secondo i meccanismi descritti da Freud come condensazione, spostamento, rappresentazione ed

elaborazione secondaria.

Il lavoro di interpretazione quindi deve riuscire a smascherare questi meccanismi e risalire al contenuto latente. Uno dei tanti meccanismi di mascheramento che opera la censura è legato all'intensità sensoriale delle singole immagini del sogno. Generalmente si è portati a pensare che più è intensa una sensazione durante il sogno, più intensa sarà la carica psichica a essa legata. Freud mette in guardia da questo modo di approcciarsi al sogno e afferma che non sempre è possibile instaurare una tale proporzione, anzi, spesso, avviene esattamente il contrario: elementi che a tutta prima apparivano di poca importanza perché caratterizzati da una scarsa intensità sensoriale, si rivelano invece di grande importanza e caratterizzati da una grande carica psichica. Proprio in questo contesto, Freud fa il suo primo riferimento a Nietzsche: «L'intensità degli elementi del primo [il sogno] non ha nulla a che fare con l'intensità degli elementi del secondo [il materiale del sogno]; effettivamente tra materiale del sogno e sogno ha luogo una totale “trasmutazione di tutti i valori”»8

. Un riferimento molto simile si trova anche in un breve scritto immediatamente successivo a L'interpretazione dei sogni e strettamente legato a essa: Il sogno. Questa volta, però, Freud non si limita a utilizzare l'espressione nietzscheana per designare la non necessaria proporzione tra l'intensità psichica delle immagini del sogno manifesto e quella degli elementi del contenuto latente, ma definisce l'intero meccanismo dello spostamento come una “trasmutazione dei valori psichici”: «Ciò

6

Ivi, p. 286.

7

Ivi, p. 288.

che ho definito spostamento onirico, potrei pure definirlo “trasmutazione dei valori psichici”»9

.

Questi due riferimenti, seppur simili quanto al contenuto, presentano tuttavia delle differenze riguardo alla forma. Nel primo, infatti, Freud usa l'espressione “Umwertung aller psychischen Werte”, identico al nietzscheano “Umwertung aller

Werte” con l'aggiunta dell'aggettivo “psychischen”. Nel secondo, invece, Freud

utilizza l'espressione “Umwertung der psychischen Wertigkeiten”. A tutta prima potrebbe apparire una differenza di poco conto, ma se analizzata più in dettaglio, si rivela invece un indice utile per determinare la qualità del riferimento a cui si era accennato in precedenza.

Bisogna anzitutto sottolineare che in nessuno dei due riferimenti Freud esplicita la fonte, come invece avviene nel caso di altri riferimenti filosofici, anche riguardanti lo stesso Nietzsche. In questo senso si potrebbe pensare che la differente formulazione tra i due riferimenti finora presi in esame sia dovuta al fatto che, probabilmente, Freud citasse l'espressione per sentito dire, ovvero che non facesse riferimento a un'opera nietzscheana in particolare che lui aveva letto, bensì a un concetto che gli era stato presentato, forse da terzi, e che aveva trovato in qualche modo interessante. Questa ipotesi potrebbe essere suffragata, oltre che dalla mancanza di un riferimento esplicito alla fonte da cui avrebbe tratto la citazione e alla sua differente formulazione in due diversi luoghi della sua produzione, anche da un'altra serie di motivazioni o indizi: 1) Freud stesso, ancora nel 1908, quindi rispettivamente otto e nove anni dopo i riferimenti presi in considerazione, affermava, durante gli incontri del mercoledì, di non aver mai letto Nietzsche10; 2) nel 1914 afferma di essersi “interdetto” le opere di Nietzsche11

, quindi di non averle ancora lette; 3) nel 1924 di aver «per un lungo periodo di tempo evitato di leggere Nietzsche»12, affermando quindi implicitamente che questa lettura, se davvero c'è stata, dev'essere avvenuta in un periodo compreso tra il 1914 e il 1924, ma non prima e sicuramente, non ai tempi de L'interpretazione dei sogni e de Il sogno, dove si collocano i due riferimenti sulla Umwertung presi in esame; 4) last but not least, nella ricostruzione della libreria che Freud riuscì a trasferire a Londra, Trosmann e Simmons riferiscono che le opere complete di Nietzsche, regalategli da Rank, non

9 Freud (1900), p. 23. 10

Cfr. Federn, Nunberg (a cura di) (1962), p. 28 protocollo 56 del 28 ottobre 1908.

11

Freud (1914a), p. 389.

riportano alcun segno di lettura13. Freud usava infatti sottolineare i libri che leggeva, appuntare dei pensieri ai margini e fare tutte quelle piccole attività che ogni studioso compie durante la lettura. Inoltre, questi volumi delle opere di Nietzsche, Freud li aveva ricevuti per il suo settantesimo compleanno, quindi solo nel 192614.

Se si tiene conto di tutti questi aspetti sembra più che plausibile l'ipotesi che Freud abbia utilizzato l'espressione nietzscheana senza aver presente il testo da cui quell'espressione era tratta e, coerentemente con quest'ipotesi, si potrebbe pensare che i due riferimenti presi in esame presentino delle piccole differenze proprio in quanto non costituiscono una vera e propria citazione, ma piuttosto un'espressione probabilmente in voga in quel determinato periodo storico e in quel determinato ambiente culturale in cui Freud pure era immerso: «Non è un caso, in effetti, se dei termini nietzscheani compaiono in questo periodo […], senza che questa prima traccia implichi una reale informazione: la terminologia nietzscheana si sta inserendo, in questo periodo, nel vocabolario dell'intellighenzia, acquisendo persino il sapore di una certa affettazione da salotto»15.

Si sarebbe propensi a pensare che i due riferimenti alla Umwertung rientrino in quest'ordine di idee. Freud utilizza un'espressione entrata ormai far parte del lessico dell'intellighenzia del suo ambiente, probabilmente la trova anche in un certo qual modo un'espressione esteticamente piacevole, ma, con ogni probabilità non ne conosce né l'esatto significato teorico né, ancor meno, la utilizza in modo fedele rispetto all'intento nietzscheano.

L'espressione “Umwertung aller Werte”, oltre al significato di “trasmutazione di tutti i valori”, presenta in tedesco anche una sonorità in certo qual modo cacofonica che, a un uomo come Freud, amante dei giochi di parole, non poteva che risultare gradita.

Umwertung contiene infatti al suo interno anche la parola “Wert”; per rendere in

italiano, anche se solo parzialmente, questo aspetto, si potrebbe utilizzare l'espressione “trasvalutazione di tutti i valori”, in cui “trasvalutazione” contiene anche la parola “valutazione” ed è quindi riconducibile a “valore”.

Tornando ai due riferimenti in questione, si potrebbero avanzare ulteriori ipotesi a riguardo. Nella seconda versione, quella de Il sogno, bisogna ricordare che sparisce la parola “aller” [di tutti] e al posto di “Werte” si trova la parola “Wertigkeiten”, così

13

Cfr. Trosmann, Simmons (1975), p. 655.

14

Cfr. Roazen (1974), p. 414; Lehrer (1995), p. 175; Gasser (1997), p. 40.

come Freud, a differenza di Nietzsche, aggiunge l'aggettivo “psychischen”.

Il fatto che venga a mancare la parola “aller” potrebbe indicare l'intenzione di Freud di non rendere quell'espressione una regola fissa per l'interpretazione del sogno, bensì solo una regola generale, valida per lo più, ma non sempre applicabile. Che l'intensità psichica di un elemento del contenuto latente possa essere differente dall'intensità psichica del sogno manifesto, non significa che ciò sia sempre e necessariamente così. Una differenza fondamentale infatti tra la Umwertung nietzscheana e quella operata dal lavoro onirico è che quella nietzscheana è una regola generale con la quale approcciarsi a tutti i valori tradizionali; Nietzsche utilizza quest'espressione in riferimento a una fitta rete che va dall'ebraismo, al cristianesimo, passando attraverso socratismo e platonismo. Ma, indipendentemente dall'oggetto a cui questa trasmutazione dev'essere applicata, si prenda a modello l'esempio dei valori cristiani, la trasmutazione deve essere sistematica, applicarsi cioè a tutti i valori che quel determinato sistema presenta.

La Umwertung del lavoro onirico, invece, sembra un esercizio di astuzia da parte della censura per mascherare gli elementi del sogno che risulterebbero scomodi se affiorassero alla coscienza, ma, proprio in quanto è un meccanismo di censura e di mascheramento, non può essere valido in tutti i casi, altrimenti sarebbe anche relativamente semplice riuscire a smascherare il meccanismo di mascheramento. Se la mancanza della parola “aller” segna già una differenza sostanziale tra le due

Umwertungen, l'aggiunta dell'aggettivo “psychischen” indica forse quella che è la

più grossa distanza tra le due. Freud vede nella Umwertung un meccanismo psichico, mentre per Nietzsche sembra essere un principio etico da seguire e con il quale approcciarsi al mondo, alla storia e ai valori umani.

La sostituzione della parola “Werte” [valori] con “Wertigkeiten” [valenze], potrebbe indicare ancora qualcosa. La Umwertung del lavoro onirico è infatti un mezzo che il censore adopera per mascherare i pensieri del sogno e, a questo fine, ne stravolge le

valenze, ovvero le quantità o intensità di energia psichica legata ai singoli elementi

del sogno: un elemento caratterizzato da una maggiore carica emotiva non necessariamente è l'elemento principale del sogno, anzi, probabilmente è caratterizzato da una maggiore carica proprio perché, così facendo, distrae l'attenzione da altri elementi in apparenza secondari, ma in realtà maggiormente significativi. Wertigkeit [valenza] sembra essere quindi maggiormente adatto rispetto a Wert [valore] a rappresentare la Umwertung in opera durante il sogno.

Infine, un'ulteriore differenza tra le due Umwertungen è che la Umwertung che agisce durante il sogno è un'opera di mascheramento, mentre quella nietzscheana, al contrario, vorrebbe essere un atto di smascheramento, atto che semmai, più che alla

Umwertung del lavoro onirico, si potrebbe paragonare, con le dovute cautele e

limitazioni, al lavoro di interpretazione del sogno che a quella Umwertung si oppone. In definitiva si può affermare che questi due primi riferimenti freudiani a Nietzsche sono: a) due riferimenti che esprimono più un sentito dire che a una conoscenza reale del testo nietzscheano; b) sono legati all'espressione nietzscheana solo in quanto alla forma del termine “Umwertung” utilizzato e non al contenuto che con quel termine Nietzsche vuole esprimere; c) anche immaginando di poter paragonare le due

Umwertungen, esse, potrebbero essere rappresentate come due vettori con versi

opposti: per Freud infatti la Umwertung è opera della censura e bisogna combatterla, per Nietzsche è proposito da seguire e realizzare.

Tornando al discorso di partenza, si può affermare che, nonostante la quantità dei riferimenti freudiani a Nietzsche non sia poi così scarsa come invece intendono gli studiosi, la qualità di questi riferimenti, almeno per ciò che riguarda i due presi finora in esame, non sembra sufficiente a fare di Nietzsche un interlocutore filosofico privilegiato all'interno della produzione freudiana.