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La Cour de Justice Criminelle et Spéciale de Casal.

Nel documento Donne ristrette (pagine 164-167)

attraverso le sentenze degli organi giudiziari (1802-1861)

2. La giustizia penale nel Piemonte napoleonico (1802-1814).

2.2. La Cour de Justice Criminelle et Spéciale de Casal.

Con un salto temporale, utile in termini di confronto – poiché inerente ad un periodo in cui si può apprezzare l’applicazione del Codice penale napole- onico del 1810 – e in un’area differente (il dipartimento di Marengo e della Sesia) si è poi esaminato il “corpus” di sentenze emanato da un altro tribu- nale criminale e speciale, la Cour de Justice Criminelle et Spécial – divenuta extraordinaire nel 1812 – di Casale nel periodo 1810-1814.

Nelle sentenze analizzate in tale arco temporale, 9 sono le donne accusate. Partiamo dalla fattispecie dell’omicidio.

Il 18 settembre 1810 Marie-Jeanne Conti5, commerciante, residente ad Alessandria, 3 RR.CC. 1770, Liv. IV, tit. XXXIV, chap. IV, art. 4: «Les mères qui exposeront leurs

enfants, et ceux qui en quelque manière y prêteront la main, encourront la peine du fouet en public s’il s’agit de personnes de basses conditions, et celle de la prison pour un an si elles sont nobles ou de quelque considération, et lorsque l’enfant sera trouvé mort dans l’endroit où il a été exposé, on augmentera la peine, en égard au lieu où il aura été exposé, et aux au- tres circonstances propres à faire regarder comme probable le danger de la vie de l’enfant».

4 Loi relative aux enfants abandonnés du 27 frimaire an 5 (17 décembre 1796), art. 5: «Celui qui portera un enfant abandonné ailleurs qu’à l’hospice civil le plus voisin, sera

puni d’une détention de trois décades, par voie de police correctionnelle; celui qui l’en aura chargé sera puni de la même peine».

5 A.S.T., Sez. Riunite, Tribunal Criminel et Spécial poi Cour de Justice Criminelle et Spéciale des départements de Marengo et de la Sesia séante à Alexandrie, poi à Casal. Jugements, délibérations et ordonnances, 1809-1811, regg. 118-120. In seguito, Jugements, déliberations et ordonnances. Séance 18 septembre 1811, in Jugements, délibérations et ordonnances. Reg. 120.

fu accusata di aver ucciso a coltellate Marie Monti, sorpresa dall’imputata a rubare nella propria bottega. Non venne riconosciuta alcuna attenuante e Marie-Jeanne Con- ti fu condannata al patibolo.

Si registra un solo caso di assoluzione dal reato di omicidio: Marie Vaccaro6, dome- stica alessandrina, fu ritenuta non colpevole del delitto attribuitole per mancanza di prove certe. La disciplina richiamata nella fattispecie fu quella dell’art. 424 del Co- dice Penale del 1795, la quale disponeva che, nel caso in cui l’imputato fosse dichia- rato non colpevole, il presidente del tribunale, senza consultare gli altri giudici che componevano il collegio giudicante, avrebbe dovuto pronunciare la sua immediata messa in libertà7.

Segue un unico caso di avvelenamento.

Jeanne Piana8 aveva cercato di uccidere i propri genitori adottivi, esortandoli più vol- te a bere un misterioso intruglio di erbe, letale se assunto in grandi quantità. Fermata casualmente dal fratello, rincasato con qualche ora di anticipo, fu immediatamente arrestata. Durante il processo, sostenne più volte la tesi secondo la quale la bevanda, per lei preparata da un mago, garantiva la vita eterna. Non creduta, fu condannata all’impiccagione.

Per quanto riguarda la fattispecie di ferimento, si è rinvenuto il caso di Marie Antoinette Casasco, cui fu comminata la pena prevista dagli artt. 309- 311 del Codice Penale del 18109.

La Casasco10, domestica ventinovenne di Alessandria, fu accusata di aver ferito, con più colpi di martello, il marito. La vittima riportava la frattura dell’anca e del braccio destro. La Corte, in applicazione dell’art. 309, dichiarava Marie Antoinette Casasco colpevole di ferimento e la condannava a 5 anni di reclusione.

6 Séance 19 novembre 1810, in Jugements, délibérations et ordonnances. Reg. 119. 7 Code des délits et des peines 1795, art. 424: «Lorsque l’accusé a été déclaré non

convaincu, le président, sans consulter les juges ni entendre le commissaire du pouvoir exécutif, prononce qu’il est acquitté de l’accusation et ordonne qu’il soit mis sur-le-champ en liberté».

8 Séance 18 avril 1811, in Jugements, délibérations et ordonnances. Reg. 120.

9 Art. 309 Code pénal 1810: «Sera puni de la peine de la réclusion, tout individu qui aura

fait des blessures ou porté des coups, s’il est résulté de ces actes de violence, une maladie ou incapacité de travail personnel pendant plus de 20 jours». Art. 311 Code pénal 1810:

«Lorsque les blessures ou les coups n ‘auront occasionné aucune maladie ni incapacité de

travail personnel de l’espèce mentionnée en art. 309, le coupable sera puni d’un emprison- nement d’un mois à deux ans et d’une amende de 16 francs à 200 francs […]».

L’art. 434 del Code Pénal del 1810 prevedeva, per il reato di incendio, la pena di morte11. A tale condanna sfuggì una domestica, Marie Carbona, la cui pena fu commutata in 5 anni di reclusione.

L’imputata12, di 19 anni, domestica, residente ad Alessandria, era accusata di aver appiccato il fuoco al fienile della cascina del parroco. I sospetti ricaddero subito sulla Carbona, la quale era stata vista aggirarsi nei pressi dell’abitazione della vit- tima poco prima che scoppiasse l’incendio. La donna, dopo aver a lungo negato, confessò il reato: la Corte la condannò a 5 anni di reclusione ed al risarcimento dei danni.

La Cour de Justice Criminelle et Spéciale ha poi esaminato 2 casi di tentato furto, entrambi risalenti al 1810, con imputate di genere femminile. La disci- plina applicata era la medesima prevista per il furto consumato in quanto, per la legislazione vigente, ogni tentativo di reato doveva essere considerato alla stregua di un reato compiuto.

Marie Zunino13, di 14 anni, residente a Castelnuovo, fu condannata a 3 mesi di reclusione per il tentato furto di circa un chilo di pane, ai danni di Michel Ponti, titolare della bottega del paese.

Therèse Soffiantino14, sarta, di 25 anni, residente a Vignole, fu condannata a 5 anni di lavori forzati per tentato furto, ai danni di una sua cliente, Marianne Morgana, di un collier, del valore di circa 30 franchi. Accortasi che la vittima aveva lasciato l’oggetto incustodito sul tavolo, l’imputata se ne era appropriata, nascondendolo in una tasca del suo camice. Tale azione, tuttavia, avvenne alla presenza del figlioletto della vittima, il quale informò la madre dell’accaduto.

Gli ultimi due casi riguardano un furto consumato.

La sentenza di condanna, del 1813, risale al 26 febbraio e vede come destinataria Camille Viò15, contadina di 30 anni, residente a Maranzana, arrondissement di Ac- qui. Alta circa 4 piedi, di corporatura tarchiata, era accusata di aver rubato alcuni chilogrammi di riso dal campo del vicino. Dopo un’attenta perquisizione da parte 11 Infatti l’art. 434 del Code pénal 1810 recita: «Quiconque aura volontairement mis le

feu à des édifices, navires, bateaux, magasins, chantiers, forêts, bois taillis ou récoltes, soit sur pied, soit abattus, soit aussi que les bois soient en tas ou en cordes, et les récoltes en tas ou en meules, ou à des matières combustibles placées de manière à communiquer le feu à ces choses ou à l’une d’elles, sera puni de la peine de mort».

12 Séance 20 février 1810, in Jugements, délibérations et ordonnances. Reg. 118. 13 Séance 23 septembre 1810, in Jugements, délibérations et ordonnances. Reg. 119. 14 Séance 10 mars 1813, in Jugements, ordonnances, délibérations. Reg. 124. 15 Séance 26 février 1813, in Jugements, ordonnances, délibérations. Reg. 124.

della gendarmeria, nel suo granaio fu rinvenuta una quantità di riso ben superiore a quella che la sua famiglia avrebbe potuto produrre. La corte la ritenne colpevole del reato in esame e la condannò a 5 anni di reclusione.

Medesima pena fu inflitta ad un’altra imputata, Marie Martinotti16, contadina di cir- ca 30 anni, residente a Volpara, nei pressi di Stradella, arrondissement di Voghera. Nella notte del 22 o del 24 aprile, l’imputata fu sorpresa, in compagnia del marito, a trafugare un barile di vino dalla cantina di Paul Ghighini.

Nel documento Donne ristrette (pagine 164-167)

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