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D AL «S ELBST E MANZIPATION » AL SIONISMO NELLA V IENNA DI FINE SECOLO

II. A MORE PER LA SCIENZA E AMORE PER LA LINGUA : I DUE VOLTI DELLA SECOLARIZZAZIONE EBRAICA

7. D AL «S ELBST E MANZIPATION » AL SIONISMO NELLA V IENNA DI FINE SECOLO

Le idee di Smolenskin, specialmente a seguito della ricezione di Auto-Emanzipation di Pinsker, iniziarono a trovare un certo seguito anche tra studenti e intellettuali ebrei nella Vienna degli anni Ottanta. In tal senso, una figura importante fu quella di Reuven o Rubin Bierer (1837-1931), il quale svolse un ruolo decisivo e di collante tra il pensiero di Smolenskin e il giovane Nathan Birnbaum (1864-1937). Originario della galiziana Lemberg, Bierer, come altri maskilim dell'epoca, si era impegnato attivamente per buona parte della sua vita nella diffusione della Haskalah presso gli ebrei galiziani. La fondazione dell'associazione Shomer Israel a Lemberg nel 1868, a cui poco dopo seguì la creazione di una rivista «Der Israelit» (1869-1914), testimonia tale fase di intesa attività culturale da parte di Bierer197. Verso il 1880 si spostò con la famiglia a Vienna, per intraprendere gli studi in medicina, e qui si avvicinò alla causa nazionalista, fondando nel 1882 l'associazione Ahavat

Zion con l'intento di promuovere la colonizzazione ebraica in Palestina. Accanto a Bierer, in

tale impresa, furono coinvolti Peretz Smolenskin e il rabbino Zalman Spitzer (1826-1893), leader della comunità ortodossa austriaca. Probabilmente a causa dei dissidi subito emersi tra la visione ortodossa di Spitzer e quella secolare di Bierer la società ebbe vita breve e fu sciolta lo stesso anno della sua fondazione.

Tuttavia, Bierer non si diede per vinto e, dopo aver radunato un suo collega di studi in

195 GOLDBERG, Verso la Terra promessa, p. 41.

196 Sokolow scrisse nel capitolo dedicato alla figura di Pinsker che «l'auto-emancipazione del popolo ebraico non è semplicemente un'idea ebraica, ma è l'idea ebraica» (N.SOKOLOW, The History of Zionism, London, 1919, p. 222).

197 Per le informazioni sulla rivista vedi: J.TOURY, Die Jüdische Press im Österreichischen Kaiserreich. Ein

medicina, Moritz Tobias Schnirer (1860-1942), e l'allora studente di legge Nathan Birnbaum, fondò assieme a loro la Akademischer Verein Kadimah, la prima associazione studentesca ebraica di carattere nazionalistico. Nonostante Smolenskin avesse chiaramente dimostrato di non voler prendere parte attiva in simili iniziative politiche, fu suo il merito del nome dato all'associazione, che aveva il duplice significato di “In avanti” e “Verso oriente”, sintetizzando a pieno gli intenti dei militanti che del resto si ispirarono molto ai suoi scritti. Fortemente impressionati dallo scoppio di violenza dei pogrom russi e ispirati dal testo di Pinsker, i tre decisero di dar vita all'impresa con l'intenzione di coltivare e diffondere l'idea nazionale ebraica, combattendo così l'antisemitismo e costituendo una barriera contro la dissoluzione dell'ebraismo198. Per evitare problemi con la polizia austriaca, lo scopo ufficialmente dichiarato dall'associazione fu quello di operare al servizio del progresso delle scienze e della letteratura ebraica, senza alcuna finalità politica. Grazie a tale espediente, l'associazione venne fondata nella casa viennese di Bierer nel dicembre del 1882 alla presenza di «Birnbaum, Schnirer, Niemcowicz, Adolf Klein, Isidor Imeles, Leo Schwartz, Ignaz Nadel, Kleomenes Kaplan, Emil Blumenfeld e Moritz Springer»199. Il 23 marzo del 1883 l'associazione ricevette il benestare del governo e venne ufficialmente istituita. In segreto, Kadimah fu politicamente molto attiva, richiedendo a ogni nuovo membro di aderire a tre principi cardine dell'associazione: la lotta contro l'assimilazione, la nazione ebraica e il reinsediamento in Palestina come mezzo per ottenere l'indipendenza ebraica. Subito dopo l'approvazione della costituzione dell'associazione, Schmirer e Birnbaum promossero la loro impresa, tappezzando i corridoi dell'università con un proclama, scritto in ebraico e in tedesco, che invitava i «fratelli di stirpe ebraica» a unirsi nella lotta contro gli antisemiti e contro l'indifferenza stessa degli ebrei assimilati. Bisognava passare al contrattacco per preservare il patrimonio culturale del popolo ebraico e rigenerare così la sua nazione200.

Nel maggio del 1883 si tenne il primo ufficiale incontro della società, in cui Schnirer venne eletto a capo dell'associazione, mentre Smolenskin e Pinsker furono nominati membri onorari. Scrive Jacques Le Rider che «paradossalmente la rivolta contro l'assimilazione» andò di pari passo con «l'imitazione dei costumi delle corporazioni studentesche tedesche»201, come canti e libagioni, l'adozione di uniformi con il colore dell'associazione e

198 G.KRESSEL,M.TRIENDL, Kadimah, in Encyclopedia Judaica. Second Edition, vol. XI, p. 699.

199 J. OLSON, Nathan Birnbaum and Jewish Modernity. Architect of Zionism, Yiddishism and Ortodoxy,

Standford University Press, Standford, 2013, p. 25.

200 Ivi, pp. 25-6. Vedi anche: V.PINTO, L'ebreo nuovo nazionalista nell'opera di Nathan Birnbaum, «Studi storici» n. 3 (1999), pp. 713-52.

duelli d'onore. La lotta contro l'assimilazione significò anche reagire attivamente contro una certa passività della comunità ebraica viennese, proponendo un'immagine diversa, più forte e virile degli ebrei, in linea con gli ideali tedeschi del tempo202. In tal senso, Kadimah e altre associazioni che iniziarono a proliferare in questi anni prepararono il terreno al futuro movimento sionista e all'idea correlata di «nuovo ebreo», forte, muscoloso e opposto all'immagine dell'ebreo da caffè 203 . Nel dicembre 1883 Kadimah organizzò dei festeggiamenti in onore dei Maccabei, i ribelli oppostisi al dispotismo siriano, iniziando così ad abbracciare una ritualità e una liturgia politica tipica dei nazionalismi europei, allo scopo di esaltare un antico eroismo patriottico che andava riscoperto. Un ulteriore esempio della diffusione delle idee nazionalistiche tra gli ebrei in questi anni è rappresentato dalla creazione della associazione culturale ebraica Mikra Qodesh, fondata a Lemberg nell'estate del 1883 da Joseph Kodak (1828-1913) e dall'instancabile Reuven Bierer204. L'associazione non aveva un carattere propriamente nazionalista, restando forte il legame con la Haskalah. Eppure, come scrive Joshua Shanes, dal punto di vista pratico le sue attività perseguivano finalità di carattere nazionalistico205. Rispetto all'esperienza passata di Shomer Israel, il cui intento era quello di diffondere i valori della Haskalah tra le masse di ebrei, il problema di

Mikra Qodesh fu piuttosto quello di preservare il legame con la tradizione ebraica che il

processo di secolarizzazione aveva progressivamente indebolito. Da tale bisogno interno al mondo ebraico si generò dunque quella convergenza tra le ragioni della Haskalah e il sentimento di appartenenza ebraico, che Shmuel Feiner definisce «Haskalah nazionale»206. Tale momento storico e intermedio, così definito da Feiner, fu decisivo per l'insorgere del movimento sionista: qui si verificò infatti quell'incontro tra i due fronti della secolarizzazione ebraica, elaborati separatamente tra ovest ed est europeo. L'amore per la scienza storica e quello per Sion trovarono in queste prime associazioni ebraiche a sfondo politico-culturale una prima sintesi di carattere non più individuale, ma collettivo. Come abbiamo scritto in questo capitolo, i valori del nazionalismo europeo, introiettati dalla

Maccabees. The Beginning of the Vienna Kadimah, 1882-1897, in Publications of the Leo Baeck Institute, Book XXVII, Secker & Warburg, Londres, 1982, p. 161.

202 Vedi: G.L.MOSSE, Sessualità e nazionalismo: mentalità borghese e rispettabilità, Laterza, Roma-Bari, 1996.

203 Ricordiamo solo che nel corso del secondo congresso sionista (1898) Max Nordau coniò il termine Muskeljudenthum per contrapporre l'immagine del nuovo ebreo sionista, pioniere e agricoltore, a quella del Golusjude, l'ebreo della diaspora. Vedi: G.L.MOSSE, Max Nordau, Liberalism and new Jew, «Journal of

Contemporary History» n. 27 (1992), pp. 565-79.

204 J.SHANES, Diaspora Nationalism and Jewish Identity in Habsburg Galicia, Cambridge University Press, Cambridge, 2012, p. 53.

205 Ivi, pp. 51-69.

intellighenzia ebraica occidentale che aveva rigettato Sion, si sovrapposero nel corso degli anni Ottanta all'amore per Sion e alla riscoperta di un vago sentimento di appartenenza ebraico, promosso dagli intellettuali ebrei galiziani e russi. Grazie a tale incontro tra il nazionalismo europeo, assimilato dagli intellettuali ebrei occidentali e il sentimento nazionale ebraico, riscoperto dall'intellighenzia orientale, le prime embrionali idee nazionaliste poterono far presa sulle giovani generazioni ebraiche, laiche ed emancipate, di fine secolo.

L'associazione Kadimah rappresenta un chiaro esempio dell'incontro tra questi due fronti della secolarizzazione ebraica: da un lato essa si configurò alla stregua di una corporazione studentesca nazionalista tedesca, dall'altro si propose di lottare contro l'antisemitismo e di rivendicare un'auto-emancipazione degli ebrei. Ciò dimostrava che all'epoca le giovani classi intellettuali ebraiche mitteleuropee avevano assimilato e introiettato le idee di patriottismo, onore, rispettabilità di matrice tedesca, impegnandosi ora per costruire le proprie rivendicazioni di gruppo contro antisemiti (minaccia esterna) e assimilazionisti (ostacolo interno). Nel 1884 Birnbaum aveva pubblicato in veste anonima un opuscolo significativo, intitolato Die Assimilationssucht: ein Wort an die sogenannten Deutschen, Slaven,

Magyaren etc., mosaischer Confession (1884)207, che ebbe un effetto di pari importanza al testo di Pinsker di soli due anni precedente. Come molti manifesti politici dell'epoca il testo era caratterizzato da un linguaggio diretto e asciutto, tutto incentrato sulla critica alla «smania assimilazionista»208. In tal modo Birnbaum recuperò e diede seguito alla precedente controversia aperta da Smolenskin e indirizzata a Mendelssohn e ai suoi discepoli, etichettando la politica di integrazione totale intrapresa dagli ebrei occidentali come suicida, basata sull'autoinganno e su un desiderio innaturale di autodissoluzione209. Iniziarono così a diffondersi a poco a poco una serie di termini che diverranno tipici del lessico sionista, termini come “autoinganno”, “politica suicida”, “autodissoluzione”. L'introduzione di un nuovo lessico che plasmò via via il pensiero collettivo ebraico, soprattutto quello di una parte dei giovani ebrei emancipati, lunghi dal rappresentare unicamente un motto di rivalsa patriottico rivolto all'esterno contro gli indiscriminati attacchi antisemiti, si configurò anche come reazione interna al mondo ebraico nei confronti della precedente risposta alla secolarizzazione. Agli occhi di questi giovani studenti ebrei, l'assimilazione e le precedenti

207 N.BIRNBAUM, Die Assimilationssucht: ein Wort an die sogenannten Deutschen, Slaven, Magyaren etc. mosaischer Confession von einem Studenten jüdischer Nationalität, Lowy, Wien, 1884.

208 OLSON, Nathan Birnbaum and Jewish Modernity, p. 38.

generazioni di maskilim avevano commesso un duplice errore: non soltanto non avevano saputo difendere il mondo ebraico dalla minaccia antisemita una volta palesatasi, ma, per giunta, avevano cavalcato quel processo di indebolimento interno nei riguardi della loro tradizione passata. Come emerge dunque dalla disamina di tali scritti, Birnbaum e il gruppo di Kadimah testimoniano un momento di svolta importante per l’evoluzione successiva della storia dell’emancipazione ebraica e del sionismo. A fronte della risposta assimilazionista alla secolarizzazione, criticata da Birnbaum di aver contribuito a fomentare l'antisemitismo e di aver generato un nichilismo spirituale210, bisognava opporre il risveglio delle coscienze nazionali, risolvendo la duplice questione ebraica attraverso una colonizzazione della Palestina. «La peculiare situazione degli ebrei come nazione, ma senza una coscienza nazionale deve cessare»211, scriveva Birnbaum in tale testo. Tuttavia, come molti altri proto- sionisti del tempo, il giovane studente viennese non dimostrò interesse nell'elaborare un programma politico concreto. «In linea con i teorici nazionalisti da Fichte a Herder, Birnbaum» professò l'idea di un'identità ebraica fondata su «linguaggio, cultura, territorio ed esistenza nazionale»212. Pur professando la causa politica di una rinascita nazionale ebraica, Birnbaum si dimostrò tuttavia molto più vicino al nazionalismo spirituale di Smolenskin, come emerse soprattutto in seguito alla fondazione del movimento sionista: nel corso del primo congresso a Basilea, egli tenne infatti un discorso dal titolo significativo: Il sionismo,

movimento culturale.

Oltre a Smolenskin, egli fu influenzato anche dalla figura di Pinsker, il cui appello ispirò la creazione della rivista legata a Kadimah e intitolata da Birnbaum «Selbst-Emancipation» (1885-1893). Il giornale rappresentò il primo periodico nazionalista ebraico in lingua tedesca a prefiggersi il compito di tutelare gli interessi nazionali, sociali e politici del popolo ebraico. Di tiratura modesta e sempre a corto di fondi, la rivista ebbe un primo arresto nell'estate del 1886, per riprendere le pubblicazioni dopo quattro anni, sempre sotto la direzione di Birnbaum e con il sottotitolo «Organo del nazionalismo ebraico». A partire dalla ripresa dell'attività editoriale della rivista, Birnbaum iniziò a utilizzare nei suoi articoli l'aggettivo

zionistische da cui derivò il nome del movimento politico213. Nella chiosa dell'articolo Die

neue Cours. Ein Wort an aller Zionisten (1891), Birnbaum riconosceva che «il sionismo»

210 R.WISTSCH, The Jews of Vienna in the Age of Franz Joseph, Oxford University Press, Oxford, 1989; tr. it.

Gli ebrei di Vienna, Rizzoli, Milano, 1994, p. 349. 211 BIRNBAUM, Die Assimilationssucht, p. 12.

212 OLSON, Nathan Birnbaum and Jewish Modernity, p. 42.

213 L'aggettivo comparve per la prima volta in Um Ehre und Wohlfahrt unseres Volk («Selbst-Emancipation» n. 1, 1890), poi in Die Siele der jüdische-nationalen Bestrebung («Selbst-Emancipation» n. 4, 1890)

aveva impresso un nuovo corso (neue Cours) all'ebraismo da perseguire attraverso la «formazione di un grande partito sionista» che avrebbe dovuto istruire ed educare il popolo. Soltanto tale nuovo corso avrebbe potuto salvare l'ebraismo214. Dopo tale articolo, Birnbaum tenne un discorso durante un dibattito organizzato a Vienna dalla associazione Admath

Jeshurun, in cui espose compiutamente per la prima volta il concetto di sionismo. Il discorso

venne poco dopo riproposto a puntante su tre numeri di «Selbst-Emancipation» con il titolo

Die Prinzipien der Zionismus215. Scriveva nell'incipit Birnbaum:

Sionismo deriva dal termine Sion. Sion, il nome di una collina di Gerusalemme, è già dai tempi più antichi l'indicazione poetica di Gerusalemme in senso ampio, perché la città rappresenta il punto cruciale della storia ebraica, l'indicazione poetica della stessa e della nazione ebraica, quando si radicò nella terra di Palestina e vi raggiunse l'unità. Quando le legioni romane sciolsero questa unità, la parola “Sion” conservò un senso nostalgico: essa personifica la speranza della rinascita nazionale. […] Sion diventò l'ideale della stirpe ebraica che l'accompagnò duemila anni sui suoi sentieri della vita e della sofferenza. Questo ideale è la base del sionismo, su cui per primo esso si fonda216.

L'ideale della stirpe ebraica, citato dall'autore in tale eloquente passaggio, era nient'altro che l'ideale eterno di Smolenskin. Se Smolenskin nei suoi articoli aveva esaltato questo ideale messianico in relazione alla parola “Israele”, Birnbaum lo legò alla parola Sion, tracciando poi un nesso imprescindibile tra questa e il nuovo corso politico intrapreso da una parte dell'ebraismo. L'operazione di Birnbaum fu dunque decisiva, in quanto unì l'ideale messianico secolarizzato alla nascente aspirazione politico-nazionale ebraica. L’interdipendenza tra nazionalismo ebraico e messianismo risiede così nelle sue stesse origini, nel suo nome. Come testimoniano le prime fonti sioniste che ora esamineremo, a partire da Max Nordau tale ideale messianico costituì quel concetto politico «vitale», «necessario» e «indispensabile», affinché il sionismo potesse imporsi come movimento nazionalistico, sacralizzando nel tempo Sion e istituendosi così come una religione secolare. Se Smolenskin, dunque, preparò il terreno a tale incontro, slegando l'idea messianica dal suo contesto prettamente religioso e attribuendone un valore politico già nei suoi articoli degli

214 BIRNBAUM, Die neue Cours. Ein Wort an aller Zionisten, «Selbst-Emancipation» n. 21 (1891). Cfr. PINTO,

L'ebreo nuovo nazionalista nell'opera di Nathan Birnbaum, «Studi storici» n. 3 (1999), pp. 713-52. Vedi anche: OLSON, Nathan Birnbaum and Jewish Modernity, p. 66.

215 BIRNBAUM, Die Prinzipien der Zionismus, «Selbst-Emancipation» n. 4-6 (1892).

anni Settanta, nei primi anni Novanta Birnbaum completò il processo di secolarizzazione del messianismo, divenendo così l'artefice di quel connubio, da cui poco dopo nacque il sionismo.

III.I

L RITORNO A

S

ION DALLA SECOLARIZZAZIONE MESSIANICA