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Vero e proprio fautore della nascita della comunicazione governativa, nel periodo in cui è Sottosegretario alle informazioni Giorgio Tupini è bersaglio di frequenti critiche da parte della stampa di sinistra. Nei primi mesi del 1953, alla vigilia delle elezioni politiche, si scatena una polemica particolarmente aspra che coinvolge anche il Centro Documentazione, indicato quale centrale di propaganda democristiana illecitamente finanziata con il denaro dei contribuenti. Motivo di scontro è l'allestimento, presso la Stazione Termini a Roma, della «Mostra dell'Aldilà», un'esposizione fotografica con lo scopo di documentare le dure condizioni di vita dei cittadini dei paesi oltrecortina. La mostra è organizzata da un comitato autonomo senza alcun coinvolgimento del Centro Documentazione, tuttavia il patrocinio governativo e la presenza di Tupini all'inaugurazione induce a identificarlo, nel discorso pubblico, come l'ideatore. «L'Unità» e «L'Avanti», così come gruppi organizzati di militanti comunisti e socialisti, conducono fin dal principio un'opera di contrasto, arrivando infine a dimostrare la presenza di un numero cospicuo di fotografie false94, fatto che determina la chiusura anticipata della mostra. Questo incidente, sommato al modesto risultato elettorale della Democrazia cristiana, indebolisce la posizione di Tupini che, senza preavviso, il 31 dicembre95 si ritira dalla vita politica dimettendosi sia dalla carica di Sottosegretario che da quella di parlamentare (era stato eletto una prima volta nel 1948 e riconfermato nella seconda legislatura). L'assenza di motivazioni ufficiali dà adito a varie speculazioni da parte della stampa, la quale mette in relazione le sue dimissioni con le polemiche che hanno segnato l'ultima parte del suo operato ipotizzando che esse siano dovute a pressioni da parte dei vertici del partito. In realtà, dall'esame della corrispondenza fra Tupini e De Gasperi si desume che la decisione di abbandonare prematuramente

94 A. Mariuzzo, Divergenze parallele. Comunismo e anticomunismo alle origini del linguaggio politico dell'Italia

repubblicana, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2010, pp. 35-36.

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la vita politica venga presa dal Sottosegretario ancor prima delle elezioni del 1953, per ragioni che non sono precisate ma che sembrerebbero note ai due interlocutori96. In ogni caso, ancora nell'aprile 1954 Tupini sarà oggetto di un'interpellanza parlamentare da parte del comunista Bruno Corbi in merito a presunte malversazioni del Centro Documentazione97.

Le dimissioni di Tupini privano il Siuplas di una personalità indubbiamente dotata di esperienza nel campo della comunicazione e spirito di innovazione, come dimostrato alla direzione della Spes. È probabile, inoltre, che il venir meno della sua guida lasci Spinetti in una posizione isolata e che ciò determini la mancata evoluzione del Centro Documentazione nella direzione auspicata da quest'ultimo. Ad ogni modo Spinetti rimane al vertice del coordinamento della propaganda governativa per quasi l'intera durata della seconda legislatura, venendone sollevato in seguito alla soppressione del Centro Documentazione98 ma rimanendo ancora per qualche anno in servizio presso l'apparato della Presidenza del Consiglio. Dapprima è infatti reggente della Divisione IX del Siuplas con la mansione di curare repertori redazionali, indagini, interviste e relazioni con le collettività italiane all'estero, e, nel 1961, è reggente della Divisione V ‹Radioricezione e televisione›. Nel 1962, e solo per quell'anno, Spinetti è nominato ispettore generale del Siuplas, dopodiché non risulta più ricoprire incarichi amministrativi di alcun tipo. Durante il suo mandato, la divisione foto- cinematografica produce ben due documentari – Crisi di civiltà99 e Verso un nuovo umanesimo100 di cui Spinetti stesso firma la sceneggiatura e nei quali la comunicazione istituzionale viene accantonata per lasciare spazio alla divulgazione delle concezioni storico-filosofiche dell'ispettore generale.

L'esperienza del funzionario in seno all'amministrazione centrale appare contrassegnata da incomprensioni e ostilità reciproche, come si è visto, e i rapporti si fanno ancor più tesi nei tardi anni cinquanta, allorquando avvia una collaborazione con il foglio di opinione «Solidarismo-Quindicinale a difesa dell'interesse pubblico». Ricorrendo, talvolta, all'antico pseudonimo di Giorgio De Simma, Spinetti firma numerosi articoli sul periodico diretto, in un primo tempo, dal fratello Antonio e successivamente dalla moglie Elena Tedeschi. Nonostante la cautela del delegare a terzi la direzione, è del tutto palese che l'ispiratore della linea editoriale sia lo stesso Spinetti. In merito a ciò, non sussistono dubbi in seno al Siuplas, presso la cui Divisione Stampa il giornale viene monitorato alla

96 HAEU, Fondo De Gasperi, s. Corrispondenza, f. Giorgio Tupini, Lettera a De Gasperi del 15 agosto 1952; Lettera a

De Gasperi del 31 dicembre 1953.

97Il grave scacco del Governo alla Camera, «L'Unità», 11 aprile 1954, p. 6.

98 ACS, PCM, Servizi Informazioni e Ufficio Proprietà Letteraria Artistica e Scientifica (1861-1980), b. ? DIRETTORE

GENERALE Capo del Servizio Informazioni 15-152-153, sf. Appunto per il Sottosegretario De Meo, (18 dicembre 1957).

99 DIE-PCM, Fondo audiovisivo, Crisi di civiltà, regia di Mariano Bonelli, Corona cinematografica, 1962, 16' 15'', b/n,

16 mm.

100 DIE-PCM, Fondo audiovisivo, Verso un nuovo umanesimo, regia di Edmondo Cancellieri, Istituto Nazionale Luce,

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pari di qualsiasi altra pubblicazione fin dal suo esordio, nel 1957, con il titolo «La Voce della Verità». Una nota101 rivolta all'Ufficio Regioni della PCM dal Sottosegretario di Stato Crescenzo Mazza riporta che: «il carattere del periodico è improntato soprattutto nel sostenere la politica di intervento dello Stato nel settore economico produttivo con aperta lotta alla Confindustria e aperto sostegno all'ENI, che sarebbe il finanziatore del periodico». Si tratta di un'informazione non del tutto corretta, poiché come dichiarato in un riquadro102 pubblicato nel 1966, la testata ha potuto contare sul supporto economico di Adriano Olivetti fino alla prematura scomparsa dell'imprenditore, con il conseguente ridimensionamento delle uscite e della fogliazione. In ogni caso le perplessità circa l'operazione non tardano a manifestarsi e, già in precedenza, in un appunto riservato per il Sottosegretario Gustavo De Meo del 17 gennaio 1958103, Renato Lefevre riferisce di come si sia dovuto premurare di smentire la voce, circolante negli ambienti ministeriali, secondo cui il periodico sarebbe un'emanazione della Presidenza del Consiglio, constatando altresì che non tutti i suoi interlocutori sono rimasti persuasi dalle sue rassicurazioni. Non reputando soddisfacente la giustificazione addotta dal diretto interessato – il quale si limita a puntualizzare come la sua persona non sia riconducibile alle iniziative intraprese dalla moglie – il funzionario ritiene che «l'episodio viene a confermare come certe attività pubblicistiche nel settore politico appaiono incompatibili con la qualità di funzionari direttivi di Amministrazioni squisitamente politiche, come quella della Presidenza del Consiglio». Sulle colonne di «Solidarismo» l'attenzione è, come vedremo a breve, ricambiata con articoli via via sempre più critici nei confronti del Siuplas.

Qualificandosi come esponenti della sinistra cristiana, Spinetti e la redazione del quindicinale promuovono istanze sia anticomuniste che anticapitaliste. Pur respingendo categoricamente l'accusa di statalismo, auspicano uno Stato centralizzato che intervenga direttamente nella gestione delle principali industrie nazionali – senza che ciò comporti però la soppressione della proprietà privata – nell'ottica di un solidarismo interclassista di ispirazione religiosa. In tale ottica, appoggiano con veemenza l'ipotesi di un esecutivo di centro-sinistra, condizione alla quale è subordinato l'appoggio alla Democrazia cristiana104. Altri temi a cui viene dato spazio e rilievo sul periodico sono il ruolo della cultura nella società contemporanea e il suo rapporto con la politica; il rilievo delle partecipazioni statali nel rilancio economico; il ruolo dell'informazione pubblica e privata (ossia la stampa periodica), il ruolo della Chiesa e dei cattolici; la situazione delle terre di confine; la ripresa

101 ACS, PCM, Servizi Informazioni e Ufficio Proprietà Letteraria Artistica e Scientifica (1861-1980), D4 Quotidiani e

periodici italiani, b. ?, f. Solidarismo (già La Voce della Verità).

102 (Riquadro senza titolo), «Solidarismo», anno XV, n. 19, 1966.

103 ACS, PCM, Servizi informazioni e proprietà letteraria, artistica e scientifica, b. ? f. DIRETTORE GENERALE Capo

del Servizio Informazioni, Promemoria ed appunti per il Sottosegretario, sf. Sottofascicolo On. De Meo, 17 gennaio 1958.

104 Ciò viene esplicitato a Mariano Rumor in una lettera di Antonio Spinetti del 14 dicembre 1957 che accompagna

l'omaggio della prima copia del quindicinale. ASSR, Fondo Rumor, Servizi propaganda e stampa, b. 47, f. 451, Lettere

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italiana e la memoria del recente conflitto. Fra le “campagne d'opinione” portate avanti dal periodico si segnalano invece quelle a favore del Movimento Comunità di Adriano Olivetti105 e dell'ENI di Enrico Mattei e quelle contro Confindustria e Luigi Sturzo, a motivo del loro orientamento filo- liberista.

Fra il 1957 e il 1973, si intensifica ulteriormente la già notevole attività editoriale di Spinetti, il quale torna anche a discutere pubblicamente i propri trascorsi nel regime fascista inserendosi nel dibattito innescato dall'inchiesta sulla “generazione degli anni difficili” promossa dalla rivista Il

Paradosso nel 1961 e dalla nuova edizione – per i tipi Feltrinelli – de Il lungo viaggio attraverso il fascismo di Ruggero Zangrandi. La distanza temporale non raffina particolarmente la sua

interpretazione, pressoché immutata rispetto alle posizioni assunte nell'immediato dopoguerra: dal momento che la sconfitta storica di Mussolini viene a determinare de facto la sopravvenuta obsolescenza dell'opzione fascista, ogni nostalgismo appare del tutto vano così come superfluo, oltreché ingiusto, l'accanimento rancoroso nei confronti degli ex-fascisti, aventi pieno diritto di reinserirsi nella vita civile. Un giudizio senza dubbio accomodante nonché interessato, peraltro derubricato nella nota informativa sul suo conto del 1956 a mero espediente per riprendere la propria carriera interrotta nell'amministrazione centrale.

Ai fini di questa ricerca, fra le polemiche portate avanti da Spinetti merita una particolare attenzione quella a distanza con Giuseppe Padellaro, direttore generale del Siuplas a partire dal 1963. La riforma della pubblica amministrazione, con una particolare sensibilità per la riorganizzazione della Presidenza del Consiglio soprattutto nel settore della comunicazione istituzionale, rimane uno dei capisaldi tematici durante tutta la vita editoriale del quindicinale. In merito, le riflessioni portate avanti da Spinetti e dalla sua cerchia incontrano scarsa corrispondenza con la concreta gestione del Siuplas negli anni sessanta. Che i rapporti fra Spinetti e la dirigenza dell'apparato governativo si deteriorino progressivamente nel corso degli anni è riprova una serie di articoli pubblicati su «Solidarismo» fra la fine del 1970 e l'inizio dell'anno successivo. Al netto del fatto che questi ultimi sono innegabilmente costruiti raccogliendo illazioni anonime atte a screditare Padellaro sia sul piano professionale che personale, consentono di aggirare l'opacità della documentazione d'archivio relativa a quel periodo e gettano qualche lume sullo stato di afasia che affligge la comunicazione istituzionale nel decennio del boom e del centro-sinistra. Nel primo articolo106, non firmato, si riportano le prese di posizione di sindacati quali DIRSTAT e UIL, in seguito alle segnalazioni di loro iscritti dipendenti

105 Nella prima metà del 1958, Spinetti invia frequenti missive all’imprenditore che sta per intraprendere un’esperienza

politica presentandosi alle elezioni con il Movimento Comunità. ASO, Personalità della storia Olivetti, Spinetti G. Silvano (24 gennaio – 8 luglio 1958).

106 Paralizzati i "Servizi Informazioni" della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in «Solidarismo», anno XV, n. 27,

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del Siuplas, nel merito dei molteplici problemi che soffocano la vita amministrativa dell'ufficio governativo. Le responsabilità maggiori sono attribuite a Padellaro, rappresentato quale campione di assenteismo, inerzia e favoritismo. La funzione del Siuplas appare dunque depotenziata dal suo stesso vertice, laddove la distribuzione di “sovvenzioni, premi e collaborazioni” si impone sulla messa a punto di un'informazione puntuale e fruibile da tutti gli strati sociali. A rendere tutto ancora più esecrabile sarebbe anche il fatto che la condotta di Padellaro non sarebbe tanto il frutto di negligenza quanto di un calcolo attento: così agendo l'alto funzionario si sarebbe garantito il consolidamento di un sistema di relazioni e, quindi, di potere che gli permetterebbe di conseguire fini propri avvantaggiandosi appunto del prestigio della carica da lui ricoperta. L'articolo, a questo punto, percorre esplicitamente la via dell'insinuazione (elencando le onorificenze ricevute da Padellaro e l'intensificarsi della sua produzione editoriale in seguito alla sua nomina), dando conto del profondo dissidio fra Spinetti e l'amministrazione di cui ha fatto parte. In conclusione, l'articolo si sofferma su un'eventuale strategia di rilancio del Siuplas, proponendo varie ipotesi: da un passaggio della struttura alle dipendenze del Ministero per i rapporti col Parlamento e le istituzioni – qualora proseguisse il disinteresse dei Sottosegretari delegati alla PCM – a una modernizzazione dei mezzi di comunicazione – ormai in larga misura superati (i cortometraggi) o poco sfruttati («Vita Italiana») – a una loro riorganizzazione in due Direzioni Generali, «Documentazioni e Informazioni» e «Cultura e Editoria». Il tono degli articoli successivi è, se possibile, ancor più acrimonioso e l'unico aspetto interessante è dato dal ricordare le benemerenze ottenute e le cariche ricoperte da Padellaro durante il fascismo a scopo denigratorio, quel che certo costituisce una deroga all'abituale indulgenza di Spinetti. Poco prima della chiusura definitiva della testata, compare un ultimo, impietoso, articolo relativo alla comunicazione governativa e alla sua efficacia. Se si esaminano i materiali prodotti dal Siuplas a partire dalla seconda metà degli anni sessanta, è difficile non concordare con tale severità di giudizio per quanto riguarda le iniziative editoriali, decisamente incolori, mentre più complesso appare il discorso nel merito dei cortometraggi, i quali mantengono un buon livello qualitativo ma risultano sempre meno distinguibili dalla normale produzione e ciò ne limita la portata propagandistica a vantaggio del governo.

Da ultimo, occorre constatare che se sotto la direzione di Padellaro la comunicazione del Siuplas perde ancor più slancio rispetto a prima, il funzionario non rinuncia a intervenire nel dibattito intellettuale relativo alla comunicazione e all'opinione pubblica, seppure evitando il confronto diretto con i più autorevoli teorici coevi. I suoi volumi Informazione e cultura e L'informazione fra il potere

e la libertà107 vengono dati alle stampe dall'editore Rizzoli rispettivamente nel 1967 e 1971, entrambi

107 G. Padellaro, Informazione e cultura, Milano, Rizzoli, 1967; id., L'informazione fra il potere e la libertà, Milano,

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vantano prefatori prestigiosi (Giacomo Devoto e Flaminio Piccoli) e sono raccolte di articoli brevi precedentemente pubblicati sul «Corriere della Sera». Considerato il carattere miscellaneo, gli argomenti trattati sono molteplici ma gli accenni alle attività del Siuplas solo saltuari. Alcuni passi sono rivelatori dell'orizzonte culturale del funzionario, che appare invero ristretto e legato a formule datate, quali sono peraltro quelle che continuano a condizionare le strategie della comunicazione governativa. Alla base vi è una concezione granitica dell'obbiettività, che senza particolari remore viene fatta coincidere con la verità ufficiale emanata dal potere centrale, anche se il discorso vale però solo per i Paesi dell'Alleanza Atlantica. Ragionando dunque nei termini di preminenza dell'informazione di Stato, verificata centralmente da un apposito dicastero e in seguito diramata agli organi di stampa, Padellaro non contempla di fatto alcuna reale forma di pluralismo giornalistico. Si potrebbe anzi dire che nutre un sospetto ineliminabile nei confronti della stampa indipendente, a prescindere dal fatto che sia espressione di partiti politici o gruppi economici, dal momento che intravede sempre il rischio della “contrinformazione” (sic) – termine cui ricorre come se fosse un sinonimo di disinformazione – frutto dell'operato di gruppi di interesse che manipolano i dati al fine di piegare la realtà alle proprie istanze o a quelle dei propri lettori. Coerentemente con tali premesse, per Padellaro il supporto alla libertà di stampa non passa attraverso opportune misure legislative, bensì attraverso l'erogazione centrale dell'informazione.

Pur tentando di adeguare questa visione ai principi democratici, Padellaro non risolve le aporie di fondo e conferma un sentire schiettamente autoritario e in fondo ostile a un reale pluralismo informativo. Appare senz'altro inquietante che un funzionario dotato di una simile mentalità coordini una struttura quale il Siuplas; tuttavia, a causa delle inefficienze rilevate, amplificate peraltro sotto la sua direzione, la realtà dei fatti si mantiene distante da questo modello. Certo, sul piano del monitoraggio dell'informazione non si può che ribadire la posizione di Forno e auspicare che siano poste le condizioni per poter condurre un più serrato studio. Mentre su quello della propaganda diretta, pur essendo altrettanto necessario un implemento documentale, si può comunque sostenere che essa vada progressivamente perdendo vigore a causa di un'impostazione decisamente antiquata che trova conferma anche sotto la successiva direzione di Renato Giancola e Italo Borzi.