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B) Prospetto del Servizio Informazioni e Ufficio della Proprietà Letteraria, Artistica e Scientifica

III.2 Immagini del partito cattolico

Come ricordato, durante la riorganizzazione strutturale della prima segreteria Fanfani la Spes realizza la serie dei Cinegiornali Spes che ha, tra i suoi specifici fini, anche quello di popolarizzare la struttura

144 ASILS, Fondo Manifesti, Morte di Luigi Sturzo, 1959.

145 ASILS, Fondo Segreteria Politica, Circolare n. 1613 – 59 (6 SPES), 12 agosto 1959, sc. 102, f. 3.

146 Solo nel 1981, la Rai realizza uno sceneggiato ispirato alla biografia del sacerdote e politico. Don Luigi Sturzo, diretto

da Giovanni Fago e interpretato da Flavio Bucci, è un prodotto illustrativo che non ha lasciato un particolare segno nella memoria televisiva.

147 ASILS, Fondo Manifesti, Morte di Antonio Segni, 1972.

148 Per una minuziosa ricostruzione della biografia politica e istituzionale del quarto Presidente della Repubblica si

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della Democrazia cristiana nelle sue varie articolazioni. Per questo motivo non si sofferma solo sui dirigenti nazionali, ma si propone di dare una certa visibilità anche ai responsabili provinciali e ai militanti di base. In particolare, nel terzo numero si vedono le immagini, dapprima, di una riunione pisana dei segretari periferici e, in seguito, di attivisti siciliani intenti a distribuire materiale informativo in piazza: a intervallare queste riprese sono puntualmente inserite quelle relative agli evidenti benefici recati nelle varie regioni italiane dall'accorta amministrazione democristiana, la cui azione è perfettamente sinergica fra centro e periferia. Nel Cinegiornale Spes n. 4 viene invece attribuita speciale importanza ad un aspetto, ritenuto meno noto agli spettatori, della vita interna del partito: la redazione del quotidiano «Il Popolo». Si seguono le varie fasi della composizione di un singolo numero del giornale, che vengono illustrate passo per passo: dalle riunioni di redazione alla corrispondenza con gli inviati all'estero, dalla scrittura degli articoli all'assemblaggio del foglio in tipografia fino alla consegna nelle edicole. Il cortometraggio non fornisce esclusivamente nozioni di carattere tecnico, ma si apre con una rapida cronistoria del quotidiano (dalle sue origini come organo del Partito popolare alla censura e soppressione ad opera del fascismo fino alla sua rinascita come voce della Democrazia cristiana) che intende far capire come esso sia uno strumento imprescindibile nel dialogo fra il partito e i suoi elettori. Quest'ultimo punto rimane più un'aspirazione che un dato di fatto, e se è verosimile che fra le intenzioni del cortometraggio vi sia anche quella di stimolare un incremento nella vendita delle copie de «Il Popolo», qui è interessante osservare come la Spes si serva del quotidiano per condurre la sua opera di costruzione identitaria.

Nei Cinegiornali Spes l'esposizione delle dinamiche e dei rituali di partito rimane tutto sommato frammentaria, rimanendo ben distante dalla compattezza con la quale il Pci viene rappresentato nei filmati comunisti149. Questo deficit di rappresentazione visuale dipende dagli assetti di un partito sprovvisto sia di un'ideologia definita che di una forte adesione militante, per cui gli sforzi dalla Spes nei Cinegiornali sono tutti tesi a indicare una meta ideale prefissata ma ancora da raggiungere. Questa prospettiva, che è in linea con i postulati della centralizzazione fanfaniana, viene meno con l'inizio della segreteria Moro, durante la quale la Spes ritorna a presentare la Dc in termini più sfumati e a privilegiare il suo ruolo di esecutrice della volontà generale degli italiani. È anche per questi motivi, se la più importante (e problematica) operazione che la Spes conduce sull'immagine del partito, nel 1963, rimane su un piano prettamente simbolico.

Sul finire degli anni sessanta, un cortometraggio rimette al centro la struttura partitica democristiana. Nel venticinquesimo anniversario della fondazione della Dc, Per il nostro domani150 (1968) tenta di offrire un'immagine aggiornata del partico cattolico, ponendo l'accento sulla sua

149 M. Palmieri, op, cit., p. 154.

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efficienza organizzativa e il suo radicamento territoriale. Una ripresa aerea del quartiere EUR plana sulla sede centrale (Palazzo Sturzo) della DC, inaugurata nel 1962, mentre lo speaker ne loda la modernità architettonica e la funzionalità. La cinepresa mostra quindi gli interni dell'edificio, dove i funzionari di partito attraversano ampi corridoi illuminati ed entrano in uffici dotati di tecnologia innovativa per le comunicazioni. A fare da contraltare all'imponenza della sede centrale, le più modeste sedi periferiche e provinciali, grazie alle quali, però, il partito ha la possibilità di dialogare con i cittadini e recepire i loro bisogni più urgenti. Come detto in precedenza, nel 1968 i giovani e le donne sono i due target cui la Spes si rivolge con inedita attenzione durante la campagna elettorale, e anche qui dedica a queste categorie uno spazio mostrando le immagini di un convegno del Movimento giovanile e di un congresso del Movimento femminile, recuperando lo stesso frasario retorico già impiegato negli altri due documentari di quell'anno. Dopo questa parentesi, il focus si sposta sul vertice del partito, mostrando nello specifico una riunione della direzione centrale presso la sede democristiana di Via della Camilluccia. È questo il luogo dove prende forma il processo decisionale che guida il paese, processo reso visivamente dal fitto scambio orale fra Rumor e Moro a margine di una sessione. Seguendo una progressione circolare, Per il nostro domani si conclude facendo ritorno alla sede centrale all'EUR, dove le attività fervono sotto la vigile sorveglianza dei vicesegretari Piccoli e Forlani e le principali direttive vengono rese note ai cittadini dalla Spes di Gian Aldo Arnaud.

IV La rappresentazione visuale del comunismo, del neo-fascismo e delle altre forze

politiche

L’analisi della narrazione che pone la Dc al centro del sistema politico e valoriale italiano sarebbe incompleta se non contemplasse le modalità di rappresentazione del comunismo (internazionale e nazionale) e del fascismo (storico e post-mussoliniano). La fase più accesa, nonché creativa, dello scontro ideologico si colloca negli anni cinquanta: è in questo periodo che la Spes elabora, dal punto di vista concettuale e visuale, una fisionomia riconoscibile dei propri bersagli polemici che ripropone poi in futuro senza apportare significative varianti. Per ovvie ragioni, la dedizione consacrata alla causa anticomunista non è eguagliata da quella antifascista, sulla quale è opportuno tuttavia soffermarsi perché rimane un tassello non meno importante nella costruzione narrativa intrapresa dalla Spes.