1medici onoranolaloroprofessione,vivendo in-siemein perfettaintelligenza: una reciproca indul-genza deve far loro scusare gli errori
, che per
avventuracommettersipossono; avvegnaché qualun-quesialaprudenzaed‘ilsapere di
un
medico,è impossibilech’einon commetta
alcunfallo,special-mente
nelprincipiodelclinicosuoesercizio.Pieni discambievoliriguardi,essicercar devono tutteleoccasioni di fartra loro
un
ricambio di laudevoli imprese.Biasimevole sarebbeilmedico che compromettesse un suo collegapressoun ammalato, etroppo insanoeisarebbe lusingandosinon
meri-tareeglimai vermi rimprovero. l'2come
potrà cre-dersiindirittodi giudicare sopra circostanzenon
conosciutegiammai?Ma
ildiscreditarelariputazione d’uucollega,èdisonorarsè stesso.DigitizedbyGoogle
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Ogni
medicovirtuosoe d’integrafedenon
per-mettesiinnessuncaso,e sotto qualsivoglia pretesto, ditogliereun
sol cliente a’suoicolléghi.Iloro di-ritti sono sacriagli occhidi lui.Una
delicatezza scrupolosaglidettala legge dirifiutarsi alle cure diun
malatosottol’assistenzad’altromedico, senzailconsentimentoedilconcorsodìcostui.
Molti medici,indegnidi questotìtolonobilissimo, bisognapurconfessarlo,
non
possono vedere,senza infrenabile invidia,isuccesside'lorocollegbi.Questi ilisgrazìati silogorano per cagionedell’altrui benessere.Ad
estollerelalororinomanza, credonoche asso-lutamentebisogna annientare tutti gli oggetti che ferisconoiloro occhi; laonde inette critiche,ano-nime
calunnie,vili delazioni, tenebrosiraggiri, vie tortuoseedoscure,tuttospargonoediffondonoonde
nuocerea colui, la celebritàdel qualeprovoca lo spietato odiosoloro sdegno. Alcuni denigranoun
pratico rinomato, ovverouno
scrittore stimabile,meno
perinteressecbe per malvagità:bastail con-trastodelsuo merito conlaloromediocrità,perchè siagligiurataun’occultanimicìzia,chegiammai me-nomare od
estinguersipossa.Se giungeun
medico agoderequalcheagiatezza,o adottenerealcunposto luminoso,può
eglialloraessersicurochetalifavori difortunafarannointiSichirdidoloreedidispetto piùd’unodegl’invidisuoi colleghi.Coluiche hatrascurato di coltivareilsuotalento, dice lo
Zimmermann,
echeìngiurato si tiene nel vedersiconfuso daglialtriche migliore usone fe-cero,senti!lostimoloperverso dell’invidia, e vesto un’aria malinconicaeimjfuziente,sbuffa,si turbaeDigitizedbyGoogle
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siaffanna nelvedereglialtri in possesso diquel' l’ascendenteche, secondoilsuo pensare,aluisolo competeva.
La buona
famadiquegliuomini,de'quali cercaeglivendicarsi a forza di detrazioni e diun
simulatodisprezzo,èperluiuna spada che daun
capellopende
soprailsuocapo.Eglivorrebbepur.affliggeregli altriin tuttii
momenti, ma
'sè stesso continuamente tormenta.Spessoimmaginasil’altrui fortunae TalImigloriamaggioridi quelloche realmentenon
sono; edinmezzo
aquestesuefantasierodesiei frattanto esimacera.Ma
infineilfolle siintorbida, tostochè quel veroe realedemone
dell’invidia comin-cia adimpossessarsi dilui,equando
accorgasiche invanosisforzadioscurareinaltriquel meritoch’einon può
conseguire.Egligiraattorno isuoiocchi, abbassala fronte;ed oh!com’è
furente,come
si istizzisce eborbotta1 Già l’abbietta suaanima in cupiabissisprofondasi,finchéqualchelampo
adula-torenon
arrivainquestetenebre, enon
fatanto me-gliosmascherarequest’enteavvilito,quanto piùegli desideraavvilitiisupposti usurpatoridellasuagloria.E
dappertuttovihadellagentecheinvidiaad
altri ogni bene possibile.Costoro negU orridi loro co-vacci,istigaliforsedalle furie,mai non
perdettero occasionealcunadifarmale,dispargereatutto po-tere l’infernalelorovelenosopra ognibuona
azione, e sopraTallmi rinomanza;nè
sistancaronodi di-fendereilpartitode’perversi e degliscellerati,di sov-vertire nell’interocorsodiloro vita tutte le idee di ciò cheè rettoedonesto;nèmai
sentironoribrezzonel far gemerelapiùillibatainnocenza, enelcimentarela più sperimentatavirtù.Ma
costoro portanoscolpita in1
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facciaTorrendaefììgiediquestaesecrabile passione.
Riolanohadetto:Mediciinter semordicant dente canùio.
E
Vanderlindeu:Non
estinvUliasupra me-dicoruminvidiam.Quitrattasi peròdelvolgo de’ me-dicijsebbeneprimadi loroEsiodo {opeiee giorni) aveadetto:
Ilmendicoalmendico portainvidia, E'Imusicovuolmaleall'altromusico.
Ingenerale,sitrovano raramente veri amicifra gl’individui della stessaprofessione;TimidiaeT in-gressevisioppongono.
Tuttavia
non mi
si faccia accusadigiudicare i inceliciincapacidi amicizia;moltifattieleveiebbonsi contro questatemeraria asserzione;nèildirechedi radotraloro essadimora, equivaleanegarne asso-lutamentelasuaesistenza.Ilvero medicofilosofosi rende superiorea’piccolicalcoli del vile interesse,ed ignora assolutamente Tinvidia.Le
anime basseegli spiritidifangoprovanosoliquestavergognosama-lattia.
Siscorgonomedicidi chiarissimoapplaudito sa-pere,che sono quai Censorifra’lorocolleglli,stimati forse pe’loromeriti,
ma
in fondo generalmente te-mutieodiati.Parlareeferire,ètutt’uno
per essi;edil loroamor-proprioèsempre in contrastocon quello deglialtri.Mordaci cd amari nelleloro criti-che,iiiqieriosi,inesorabili,despoti nelle loro decisioni, prodighidisarcasmi,
non
sannoessiquantinemici suscitaliloro queste odiosemaniere.Le
feritefatte all’amor
proprionon
maisicicatrizzano,giammai.DigitizedbyGoogle
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È
provadipoco senno perdereun
amico peruna
ironicaparola,edeccitarel’odio è
un
saldar con usura il tristo diletto di lanciareun
epigramma.La
perditade’figliuoli,sciamavailgranGalileo, delle sostanze,dellavitamedesima,non
pareggia quella,dellagloria,chescaturiscedal nostro ingegno: per-ciocchélaprocreazionede’figli è
un
vantaggioco-mune
all’uomo
colbruto,lesostanzesonoacquisto fortuitoolucrod’industria, laqualepuò
risarcireil perduto,elospogliodellavitaciprivadelpoterci noi più lamentarenèdi questanèdialtraperdita.Solamente,die’ egli,inestremo gradodidoloreci ri-ducecolui,che dell’onore,dellafama,dellameritata gloria,bene
non
ereditatonèdallasortenèdal caso,ma
da’nostristudj, dallepropriefatiche,dallelunghe vigiliecontribuitoci,con imposture, confalsiti,con calunnie,confraudolenti inganni,contemerarii usur-pamenticispoglia."Veggasi: