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Le difficoltà di un organo non ancora autenticamente giurisdizionale: l’Appeals

5. Henry Brougham e la nascita del Judicial Committee of the Privy Council

5.1. Le difficoltà di un organo non ancora autenticamente giurisdizionale: l’Appeals

La competenza giurisdizionale, seppur indiretta, del Board of Trade viene abolita nel Dicembre 1696. Tutti gli appelli provenienti dalle colonie, a partire da questo momento, vengono ricondotti a un comitato interno al Privy Council. La potenziale partecipazione a esso viene garantita a tutti i Consiglieri, con l’unica precisazione del necessario raggiungimento di un quorum di tre membri ai fini decisori. Questo nuovo comitato, conosciuto con l’appellativo di Appeals Committee, rimarrà in vita fino al 1833, anno in cui prenderà vita il Judicial Committee of the Privy Council (JCPC).

La breve vita dell’Appeals Committee è caratterizzata nel suo rapporto quotidiano con le controversie coloniali da una serie di difficoltà, che risultano causate dalla sua stessa composizione: essendo tale organo un comitato interno al Privy Council, sulla base del principio consuetudinario del pari valore del voto di ogni Consigliere spesso accade che i membri “laici”137

superino, al momento della decisione, gli esperti in materie giuridiche; inoltre, quasi nessuno

136 M. P. Clarke, op. cit., p. 37.

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dei membri del Consiglio vanta conoscenze approfondite dei vari e specifici contesti coloniali, così da poter essere utile nella discussione delle controversie da essi provenienti.

Come riporta Howell nella sua analisi storica del periodo che conduce alla nascita del Judicial Committee, le difficoltà sopra riportate trovano terreno fertile a partire dal 1763 per un triplice ordine di ragioni.

In primo luogo, le guerre svolte e spesso vinte in questa fase dall’Inghilterra contro altri stati europei determinano l’estensione della sua influenza su Malta e su altri territori continentali rimasti per lungo tempo nell’orbita coloniale francese, spagnola, danese, olandese o portoghese. Sulla base della classica dottrina elaborata da Coke nel Calvin’s Case del 1608, sulla quale ci siamo soffermati nei paragrafi precedenti, la politica giuridica coloniale conosce una divisione netta tra i territori conquistati a sovrani Cristiani, per i quali è previsto il mantenimento in essere del diritto preesistente fino a una sua eventuale ed esplicita sostituzione con il diritto inglese, e i territori conquistati a una dominazione “infedele”, nei quali viene raccomandata la sostituzione integrale del diritto previgente con l’ordinamento giuridico inglese. Rientrando le nuove colonie sopra citate nella prima categoria, la conseguenza più rilevante per l’Appeals Committee risiede nella circostanza che la Corte si trova a dover risolvere controversie emerse in ordinamenti giuridici influenzati dalla tradizione di civil law, della quale la maggior parte dei membri dell’organo non possiede una conoscenza approfondita138.

In secondo luogo, grazie al Trattato di Allahabad del 1765 la Compagnia delle Indie Orientali ottiene il “diwani right”, ovvero il diritto di esigere tasse per conto della madrepatria sulle regioni indiane del Bengala, Bihar e Orissa. Tale diritto corrisponde, in sostanza, all’affermazione di sovranità inglese su tali territori. Sempre sulla base del Calvin’s Case, nei territori conquistati agli infedeli si renderebbe teoricamente necessaria un’immediata abrogazione del diritto preesistente e una sua sostituzione con il diritto inglese. Nonostante l’autorevolezza di tale affermazione, la politica coloniale britannica riguardo a tali territori, e in particolar modo all’India, conosce un diverso sviluppo pratico: infatti, il primo Governatore del Bengala, Warren Hastings, al momento della riorganizzazione della struttura giuridica del territorio, non esita ad affermare per i soggetti di religione Induista e Musulmana la validità dei propri sistemi giuridico- religiosi di riferimento nelle controversie relative a eredità, matrimonio e a questioni di stampo religioso139.

Infine, Howell collega anche allo sviluppo demografico ed economico della società inglese l’insorgenza delle manifeste difficoltà dell’Appeals Committee nella gestione delle controversie

138 P. A. Howell, op. cit., p. 9.

139 Ivi, pp.9-10. Per una ricostruzione approfondita del rapporto tra il contesto indiano e la colonizzazione

britannica si veda Paul Ernest Roberts, History of British India Under the Company and the Crown, Oxford University Press, Oxford, 1952.

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coloniali: a tale sviluppo, infatti, possiamo collegare l’aumento del lavoro richiesto alle Corti interne, dal quale discende la crescente difficoltà per i membri “giuridici”, da esse molto spesso provenienti, di partecipare alle sedute dell’Appeals Committee140.

In una situazione così rappresentata, la funzionalità di quest’organo può essere garantita non dalla sua deficitaria organizzazione, ma esclusivamente dalla competenza professionale e personale dei membri che ne ricoprono l’autorevole posizione del Master of the Rolls, il vero motore giuridico della Corte. Così, se l’attitudine e la conoscenza giuridica di Sir William Grant garantiscono dal 1801 al 1817 un funzionamento decente e apprezzabile dell’organo, le problematiche emerse con i suoi successori conducono al rafforzamento della convinzione della necessità di una riforma strutturale dello stesso. È in particolare la fase contraddistinta dalla guida di Sir John Leach (1827-1833) che esplicita l’inadeguatezza dell’Appeals Committee nel fornire risposte soddisfacenti alle esigenze di un impero in espansione141.

L’insieme di tali difficoltà conduce alla percezione sempre più marcata della necessità di una riforma organica del sistema. Quest’ultima vedrà la luce nel 1833 con l’approvazione del Privy

Council Act grazie, soprattutto, al lavoro di Henry Brougham. Quest’ultimo conduce la sua

battaglia per una complessiva riforma del sistema giuridico britannico142 innanzitutto a livello

parlamentare, pronunciando nel 1828 il suo più importante discorso di fronte alla Camera dei Comuni. In esso Brougham si sofferma, tra gli altri punti, sulla critica all’Appeals Committee e sulle motivazioni di una sua revisione, individuabili nell’eccessiva lentezza e nell’incompetenza con cui gli appelli provenienti dalle colonie vengono da esso gestiti. Sotto il primo punto di vista, Brougham sottolinea che il suddetto organo, non riuscendo a riunirsi con regolarità ma

140 P. A. Howell, op. cit., p. 11.

141 Leach, infatti, si dimostra caratterialmente e professionalmente non all’altezza del ruolo, la qual cosa

contribuisce alla perdita di autorevolezza dell’organo. Nello specifico, Howell riporta due casi a dimostrazione dell’inadeguatezza di Leach al ruolo di Master of the Rolls: nel 1827 egli, trovandosi l’Appeals Committee a dover decidere su una questione ereditaria proveniente da Demerara , colonia in cui era in forza una versione modificata del diritto olandese, ammette la mancanza di competenza dell’organo e affida la decisione della causa a un giurista olandese residente ad Amsterdam; parimenti, ancora nel 1827, in un caso di bancarotta proveniente da Jersey , territorio contraddistinto dalla vigenza di un sistema giuridico di origine francese, Leach affida la sua risoluzione a due avvocati francesi nominati dall’Ambasciatore Britannico a Parigi, i quali risolvono la questione per conto dell’Appeals Committee. Il problema più rilevante che questi due esempi portano alla definitiva emersione, oltre alla ormai conclamata incompetenza interna dell’organo formalmente deputato alla risoluzione delle controversie coloniali, appare racchiuso nella circostanza per cui la delega offerta a esperti esterni al contesto coloniale determina la risoluzione dei casi sulla base di sistemi giuridici comunque diversi rispetto a quelli da cui la controversia effettivamente proviene e, quindi, il venir meno della funzione primaria della Corte di ultimo grado, cioè quella di rendere giustizia concreta nelle colonie sottoposte al controllo della madrepatria: tali esperti risolvono i suddetti casi in base al diritto olandese e francese, piuttosto che all’effettivo diritto esistente a Demerara e a Jersey nel 1827. Si veda, in proposito, P. A. Howell, op. cit., pp. 12-13.

142 Per una sintesi complessiva delle circostanze storico-politiche e delle vicende parlamentari che

muovono la cosiddetta Law Reform, si veda Michael Lobban, “Henry Brougham and Law Reform”, in

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rimanendo in carica in media per soli nove giorni all’anno, non riesce a portare a termine con solerzia il proprio lavoro: dei 517 appelli presentati tra il 1815 e il 1826, infatti, solo 129 risultano analizzati e decisi all’inizio del 1828143. Tale ritardo è quindi paragonabile nella sostanza a un

diniego di giustizia. Sotto il secondo punto di vista, relativo alla competenza, riportiamo un passaggio dello stesso discorso di Brougham:

The difficulty […] may almost be deemed an incapacity, for it involves both ignorance of the law, and unfitness to judge the facts. But so much the more anxious should we be to remove every unnecessary obstacle to right judgment, and to use all the correctives in our power. The judges should be men of the largest legal and general information, accustomed to study other systems of law beside our own, and associated with lawyers who have practised and presided in the colonial courts. They should be assisted by a bar limiting its practice, for the most part, to this Appeal Court, at any rate making it their principal object144.

Il problema della competenza, come abbiamo anticipato, si traduce, da un lato, nell’ignoranza dei diversi sistemi giuridici appartenenti a un impero sempre più complesso e, dall’altro, nell’inadeguatezza personale e professionale di alcuni componenti dell’Appeals Committee. Al termine della sua analisi critica, Brougham propone la nomina di una commissione al fine di promuovere una riforma generale dell’ordinamento giuridico del regno. Tale proposta non trova l’appoggio governativo, ma, a partire da questo momento, la figura di Brougham verrà identificata totalmente con la battaglia condotta da costui per la realizzazione di questo obiettivo.

Nel Novembre 1830 l’occasione più propizia per perseguire con ancora più forza tale intendimento viene offerta dalla nomina di Brougham a Lord Chancellor, figura che al tempo riveste ruoli sia politici, come Ministro della Corona, che giudiziari, come una delle più alte cariche dell’ordinamento. A partire da questo momento, quindi, costui condurrà la propria battaglia non a livello parlamentare, ma a livello governativo. Appena assunta la nuova carica, Brougham presenta proposte per la riforma della Court of Chancery e si concentra, per quanto interessa la giurisdizione del Privy Council, sulla revisione della High Court of Delegates, antico organo di nomina regia deputato alla risoluzione di controversie provenienti dalla Admiral’s Court e dalle supreme Corti ecclesiastiche del regno. Considerata anche in questo settore la scarsa competenza degli operatori della Corte, Brougham giunge nel 1832 alla sua abolizione e all’affidamento delle competenze proprio all’Appeals Committee.

143 P. A. Howell, op. cit., p. 15. 144 Ibidem.

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Nel frattempo, egli, per gestire al meglio la transizione al nuovo organo giurisdizionale, decide di provvedere al miglioramento dell’operatività dell’Appeals Committee, aumentandone la frequenza dei lavori e raffinandone la qualità del personale.

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