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Prospettive e limiti dello strumento classificatorio nell’approccio al tema pluralistico in

6. Natura e modalità di esercizio del diritto di appello al Judicial Committee

1.2. Prospettive e limiti dello strumento classificatorio nell’approccio al tema pluralistico in

ambito coloniale

Abbiamo anticipato che la redazione dello strumento classificatorio delle decisioni della Corte del Judicial Committee rappresenta un passaggio preliminare imprescindibile ai fini dell’impostazione di una ricostruzione, quanto più corretta sotto il profilo scientifico, del ruolo di tale istituzione all’interno del contesto coloniale. Preme a questo punto delineare i limiti e le prospettive caratterizzanti l’operazione di classificazione sopra proposta, al fine sia di anticipare alcuni punti su cui si renderà necessario, in futuro, un intervento di perfezionamento dello strumento sia, sotto una diversa prospettiva, di sfruttare a pieno le sue potenzialità.

Sotto il primo profilo, lo strumento da noi redatto, sebbene costituisca il primo e unico database in grado di incrociare i dati temporali e tematici non solo delle singole sentenze, ma di interi

8 Quindici sentenze dal 1891 al 2006: Donnelly and others v Broughton [1891] UKPC 24; Barker v Edger

and others [1898] UKPC 51; Nireha tamaki v Baker [1901] UKPC 18; Te Teira Te Paea and others v The Roera Tareha and another [1901] UKPC 50; Manu Kapua and others v Para Haimona and another [1913]

UKPC 29; Hineiti Rirerire Arani v The Public Trustee of New Zealand and Matilda Lindsay and another [1919] UKPC 71; William Allan Chapple Appeal No. 34 of 1936 v The Tongariro Timber Company, Limited

and others [1936] UKPC 48; Hoani Te Heuheu Tukino v The Aotea District Maori Land Board [1941] UKPC

6; Maori Trustee v Ministry of Works [1958] UKPC 18; The New Zealand Maori Council & Ors v. HM

Attorney-General & Ors Co [1993] UKPC 44; Tainui Maori Trust Board & Ors v Treaty of Waitangi Fisheries Commission & Ors [1997] UKPC 70; Tangiora v.Wellington District Legal Services Committee [1999] UKPC

42; Manukau Urban Maori Authority & Ors v. Treaty of Waitangi Fisheries Commission & ors. [2001] UKPC 32; McGuire & Anor v. Hastings District Council & Anor [2001] UKPC 43; Ngati Apa Ki Te Waipounamu

Trust v. Attorney General & Ors [2006] UKPC 49.

9 Sei sentenze dal 1888 al 1924: St. Catherines Milling and Lumber Company v The Queen [1888] UKPC 70;

The Attorney General for the Dominion of Canada v The Attorney General for the Province of Ontario and The Attorney General for the Province of Ontario [1896] UKPC 51; The Ontario Mining Company Limited and The Attorney General for the Dominion of Canada v The Attorney General for the Province of Ontario

[1902] UKPC 46; Angus Corinthe and others v The Ecclesiastics of the Seminary of St. Sulpice of Montreal [1912] UKPC 57; Attorney-General for Quebec v. Attorney-General for Canada (The Star Chrome Case) [1921] 1 A.C. 401 (P.C.); The Ontario and Minnesota Power Company Limited v The King [1924] UKPC 75.

10 Cinque sentenze dal 1957 al 1986: Ratu Taito Nalukuya v. The Director of Lands and another v The Native

Land Trust board of Fiji [1957] UKPC 6; Nathaniel Stuart Chalmers v Lawrence Pardoe [1963] UKPC 14; Kulamma v Manadan [1968] UKPC 2; Shiva Rao s/o Subba Rao v Native land Trust Board and Another

[1986] UKPC 15; Sheila Maharaj v Jai Chand [1986] UKPC 38.

11 Una sentenza nel 1889 - William Cooper v The Honourable Alexander Stuart (New South Wales) [1889]

UKPC 16 (03 April 1889) – e una sentenza nel 1978 - The Corporation of the Director of Aboriginal and Islanders Advancement v Donald Peinkinna and Others [1978] UKPC 1.

12 Una sentenza del 1937: Raja Jagadish Chandra Deo Dhabal Deb v Mirza Santal and others [1937] UKPC

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gruppi di esse, sconta il limite scientifico di rappresentare un’operazione indiretta, condotta a partire da un catalogo già esistente e, come abbiamo anticipato, non contenente la totalità delle decisioni emesse dal JCPC fino al 1996. Per questo motivo, la classificazione operata sugli anni precedenti a tale data non può dirsi del tutto rispondente ai criteri richiesti da una metodologia propriamente scientifica. La catalogazione offerta da BAILII, comunque, contiene un numero molto nutrito di sentenze e appare rispettosa delle proporzioni della provenienza dai diversi contesti coloniali delle controversie. Una direzione di perfezionamento dello strumento può essere rappresentata, quindi, dal suo completamento attraverso la classificazione delle decisioni contenute nei reports cartacei della Corte e non presenti sui cataloghi digitali.

Il database da noi elaborato, al netto del limite sopra riportato, oltre a costituire la base imprescindibile per l’analisi del caso di studio su cui ci soffermeremo nel prosieguo della ricerca, offre degli spunti prospettici che potranno costituire l’oggetto di ulteriori futuri approfondimenti. Possiamo distinguere i benefici derivanti dall’operazione da noi svolta in relazione alla loro dimensione interna ai singoli contesti coloniali oppure alla loro rilevanza ai fini sia di un’analisi comparata tra essi sia delle possibili linee di collegamento esistenti a livello giuridico tra i diversi territori dell’Impero Britannico.

Sotto il primo profilo, lo strumento classificatorio assolve un doppio compito: da un lato, esso permette di pesare la consistenza numerica dei singoli gruppi tematici in cui si inseriscono le sentenze del JCPC all’interno del contesto giuridico della colonia; dall’altro, esso consente di misurare l’alterazione nel tempo di tale consistenza all’interno dei diversi gruppi e di collegare tale fenomeno a eventuali avvenimenti o sviluppi caratterizzanti il percorso storico della singola colonia.

Sotto il profilo esterno, i due vantaggi principali della classificazione derivano dalla sua utilità nella predisposizione dello sfondo quantitativo e qualitativo delle sentenze sulla cui base potrà essere svolta un’analisi di comparazione tra i diversi contesti coloniali che evidenzi le fratture o le linee di collegamento tra di essi nella gestione giurisdizionale della stessa tematica. Come abbiamo anticipato a proposito delle decisioni relative agli aboriginal rights, infatti, la classificazione operata consente di fornire uno sguardo complessivo sulla consistenza “globale” dell’insieme delle sentenze afferenti a tale tematica e di godere, inoltre, di una visione immediata sulla provenienza geografica di esse. Il contesto giurisdizionale così ricostruito consente, in definitiva, di apprezzare a pieno le connessioni quantitative e qualitative esistenti tra i vari territori appartenenti alla costruzione imperiale britannica, la qual cosa costituisce un elemento utile anche ai fini della ricostruzione del funzionamento e del valore della specifica comunità giuridica operante in tale contesto.

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