• Non ci sono risultati.

3 2 Città, differenziazione ed organizzazione

3.3 La distanza sociale nel pensiero di Simmel

3.3.1 Distanza, società e sociologia

Simmel è, in sociologia, il primo studioso a introdurre il concetto di distanza sociale. L’idea di “distanza” ricorre più volte nell’opera dell’autore tedesco. Come è stato fatto osservare (Introini, 2007), essa è parte della stessa epistemologia sociologica di Simmel: la distanza, infatti, è costitutiva, oltre che della società, anche della la sociologia, scienza che si occupa della società. La specificità della sociologia non dipende dall’oggetto di studio (comune a tutte le scienze sociali) ma dallo sguardo con cui si volge attenzione a tale oggetto. E’ la natura di questo sguardo e la particolare distanza assunta rispetto all’oggetto osservato (l’uomo) che distingue l’ambito disciplinare della sociologia, rispetto a quello delle altre scienze come la biologia o la psicologia. Da una certa prospettiva è possibile cogliere alcune caratteristiche comuni tra gli oggetti osservati e, per astrazione individuare determinate entità. Così Jedlowski esplicita questo aspetto della sociologia simmeliana: “la “società”, per certi versi, non esiste affatto. Se ci guardiamo attorno, ciò che vediamo sono persone, individui concreti: dov’è quindi la società? Per rispondere Simmel osserva che il pensiero umano opera sempre e comunque per astrazioni ciascuna delle quali è corrispettiva a un certo punto di vista o a una certa distanza dall’oggetto su cui si riflette: lo stesso individuo, a guardare da molto vicino, è composto di arti e di organi o, se lo si osserva al microscopio, è composto di cellule. Visto da lontano, del resto, può non comparire per nulla o confondersi con il suo ambiente. […] Il fatto che noi lo percepiamo come un’unità dipende soltanto da una certa prospettiva, da una certa distanza dello sguardo. Allo stesso modo, la società è un oggetto del pensiero che emerge considerando un’insieme di individui da una distanza particolare (Jedlowski, 1998: 102 in Introini, 2007)

L’operazione di categorizzazione è richiamata da Simmel anche a proposito dei tre a priori esposti nell’excursus su “come è possibile la società”. Il primo a priori riguarda la percezione da parte di ogni individuo (ego) dell’altro (alter) attraverso categorie sociali nelle quali viene collocato, solitamente espressione di ruoli. Essendo impossibile la conoscenza dell’altro nella sua totalità, tale conoscenza, sempre parziale, avviene attraverso un processo di tipizzazione dell’altro, per cui si astraggono, in riferimento ad un individuo, determinati aspetti rilevanti. Scrive Simmel: “(…) ci è negato il sapere perfetto intorno all’individualità dell’altro; e tutti i rapporti degli uomini tra loro sono condizionati dal diverso grado di questo difetto. Noi pensiamo un uomo (…) sotto una categoria generale che certamente non lo ricopre del tutto e che egli non ricopre del tutto (…) Entro

una cerchia legata da una qualche comunanza di professione o di interessi ogni membro vede l’altro non già in modo puramente empirico, ma in base a un a priopri che questa cerchia impone a ogni coscienza che ne faccia parte. Nelle cerchie degli ufficiali, dei fedeli di una chiesa, dei funzionari, dei dotti, dei familiari ognuno vede l’altro partendo dall’ovvia presupposto che egli è un membro della cerchia. Dalla base di vita comune scaturiscono certe supposizioni attraverso le quali ci si guarda reciprocamente come attraverso un velo” (Simmel, 1998: 30-31). La conoscenza, per Simmel, avviene sempre in base a categorie le quali consentono di costruire la realtà come oggetto di conoscenza. Le categorie del soggetto conoscente sono il prodotto di un processo storico non sono riferimenti universali ed atemporali (Cavalli, 1998). Il secondo a priori riguarda il fatto che non tutta l’esistenza degli individui è sociale, dunque riducibile al ruolo sociale che essi svolgono. Vi è una parte dell’individuo che non si risolve nella società, è extra-sociale. Un individuo non è soltanto un funzionario o un commerciante, ma è qualcosa che va oltre il ruolo che egli in quel momento ricopre. L’individuo, nella sua unitarietà, è sintesi di due componenti parziali: quella sociale (per cui egli compreso nella società) e quella individuale (per cui egli si contrappone alla società). Il terzo a priori concerne il riconoscere la società come un intreccio di posizioni tra loro diseguali I tre a priori, sintetizza Dal Lago (1994: 174) “permettono al comune attore di operare in presenza di altri, tipizzandoli, riconoscendo in loro essere sia socievoli sia dotati di un’esistenza privata, e infine integrandosi tra loro”.

La prospettiva di osservazione da cui si rende visibile la società mette in luce anche le relazioni di reciprocità che esistono fra gli individui. “Per molteplici impulsi e scopi gli uomini entrano in relazione; “in un agire l’uno per l’altro, con l’altro e contro l’altro, in una correlazione di situazioni, sia che eserciti effetti sugli altri e ne subisca da altri. Queste azioni reciproche significano che dai portatori individuali di quegli impulsi e scopi occasionali sorge un’unità, cioè appunta una “società” …. Quell’unità o associazione può presentare gradi molto diversi, secondo il modo e la prossimità dell’associazione reciproca – dall’effimera riunione per una passeggiata alla famiglia, da tutti i rapporti validi fino alla “disdetta” all’appartenenza a uno stato, dal fuggevole insieme di una compagnia d’albergo all’intima unione di una gilda medioevale” (Simmel, 1998: 9). Nelle parole di Simmel riportate di sopra emergono alcuni aspetti importanti del suo pensiero. Innanzitutto il concetto di influenza reciproca. Questo riguarda sia le azioni degli individui sia i fenomeni della realtà. Il termine “azione reciproca” o “effetto di reciprocità” infatti, indica una concezione della

realtà (in genere, e non soltanto sociale) come rete di relazioni di influenza reciproca tra una pluralità di elementi” (Cavalli, 1998, in Jedlowski, 1998: 103). Tra gli elementi, dice Simmel,

esiste “un’interattività vitale”. I fenomeni sono in relazione gli uni con gli altri, legati tra loro da nessi di “causazione reciproca”; ogni fenomeno è connesso con molti altri senza che sia possibile

individuare tra essi univoche relazione di causa ed effetto. L’idea di “influenza scambievole” tra fenomeni richiama la nozione di corrispondenza più adeguata rispetto a quella di causa E’ proprio quando gli individui entrano in relazione tra loro che ha origine la società. La società è il prodotto delle relazioni tra individui. (Jedlowski, 1998). Altro concetto fondamentale della sociologica di SImmel è quello di «sociazione», ossia il processo attraverso cui le forme di azione reciproca tendono a sedimentarsi nel tempo, ad assumere stabilità in un certo arco di tempo. Oggetto della sociologia sono appunto le forme dell’azione reciproca, le forme della “sociazione”. La società, oltre a rappresentare una realtà composita, è una “forma in relazione con determinati contenuti” (Dal Lago, 1994: 171-172). Alla base di ogni forma sociale vi sono situazioni di reciprocità o interazione. Nella realtà concreta forme e contenuti non sono scindibili. Così scrive Simmel: “la “società” – emerge solo e nella misura in cui più individui entrano in azione reciproca…se è vero che la società è reciprocità fra individui, la descrizione delle forme che questa può assumere è il compito della scienza della “società” in senso stretto” (Simmel, 1998: 55).