3. ALCUNE RIFLESSIONI TEORICHE SULLA DISTANZA SOCIALE
3.1. Mutamento sociale e distanza sociale
3.1.2 La crisi dell’organizzazione spaziale della società
L’assetto della “modernità societaria” ha mostrato segni evidenti di crisi quando non si più verificata la corrispondenza spaziale tra politica, economia e cultura. Ad andare in crisi è stata, dunque, la spazializzazione della vita sociale propria della modernità, per cui emergono cambiamenti dell’organizzazione spaziale della società. La perdita di corrispondenza tra spazio fisico ed organizzazione sociale viene indicata con il termine globalizzazione.; questa viene definita, appunto, come una rispazializzazione multipla. La crisi della spazializzazione della vita sociale nell’ambito degli Stati nazionali si è prodotta allorché le organizzazioni stabili e strutturate, costruite dagli stati, sono state interessate da flussi crescenti di informazione, capitali, beni, tencologie nonché flussi di idee, persone e movimenti sociali. La crisi dei vecchi assetti spaziali
della società è indicata da Bagnasco (2003) con il termine “società fuori squadra”; esso si riferisce alla particolare condizione delle società contemporanee in riferimento alla loro organizzazione spaziale ed ai relativi problemi di integrazione. Questa condizione ha origine dalle difficoltà che gli stati nazionali hanno incontrato in seguito alle sollecitazioni provenienti dal processi di globalizzazione.
Giaccardi e Magatti (2005) individuano tre matrici della riorganizzazione spaziale tra loro connesse: la globalità, l’aspazialità e la reticolarità. I riferimenti spaziali della vita sociale sono ridefiniti innanzitutto dall’emergere della globalità ossia della dimensione planetaria come nuovo limite dell’esperienza. E’ a livello, globale, inoltre, che si determinano le nuove interdipendenze, ad esempio in campo economico. Ancora, la globalità riguarda lo sviluppo della comunicazione che permette di entrare in contatto con realtà fisicamente lontane e rafforza la percezione di appartenenza all’intero pianeta.
La seconda matrice è quella della aspazialità, ossia, della produzione di spazi slegati dalla dimensione fisica. Sicuramente la televisione ha contribuito all’affermarsi di questa dimensione, in particolare la televisione satellitare che supera definitivamente i confini nazionali, ma lo spazio aspaziale per eccellenza è quello offerto da Internet: prescindendo da ogni riferimento spaziale, Internet crea uno spazio di socialità nuovo, dove, dunque, i soggetti possono interagire, incontrarsi in un luogo virtuale. Lo sviluppo delle potenzialità di Internet, inoltre interessa anche la sfera economica in quanto la rete, inoltre, rende possibile effettuare transazioni finanziare. Ancora, i mezzi di comunicazione contemporanei (certamente Internet, ma anche i telefoni cellulari) rendono possibili forme di azione collettiva nuove.
La terza modalità di rispazializzazione viene definita reticolarità: essa riguarda nuove possibilità di connessione e mobilità, sia a livello fisico che simbolico, le quali disarticolano le configurazioni spaziali precedenti e ne ricompongono di nuove. La crescente mobilità della vita sociale che supera i confini tradizionali determina il sorgere di flussi intesi come insieme di scambi e interazioni tra attori sociali in diversi ambiti (economico, politico, simbolico) e in posizioni fisicamente distinte. I flussi presuppongono l’esistenza di network (reti simboliche formate da nodi interconnessi) ed incidono poi sulla loro ridefinizione. Così, ad esempio, ci sono i flussi migratori di natura relazionale: nascono spazi sociali omogenei al loro interno,ad alta intensità relazionale che non presuppongono la contiguità spaziale. Considerato che dietro i flussi vi sono soggetti che hanno diverse possibilità di accesso a quelle risorse che permettono la mobilità fisica e simbolica, si determina un nuovo criterio di stratificazione relativo alla capacità di sottrarsi a vincoli dello spazio fisico (Bauman, 1999).
Giaccardi e Magatti riprendono da Appadurai l’immagine dei paesaggi all’interno dei quali si svolge la vita contemporanea e che contribuiscono alla rispazializzazione contemporanea. Sono individuati sette tipi di paesaggi, tra loro diversi. I paesaggi umani sono definiti dalla mobilità individuale, dalle possibilità di spostamenti più rapide e frequenti di un tempo, le quali rendono possibili maggiori opportunità di contatto tra persone vissute in contesti culturali diversi (gli esempi vanno dai turisti, agli immigrati, ai professionisti). I paesaggi delle merci sono definiti dall’organizzazione odierna della produzione (che si svolge in paesi diversi) ed al flusso dei beni disponibili nelle diverse aree del mondo: se da un lato si verificano fenomeni di omogeneizzazione dovuti all’azione delle multinazionali, dall’altro si osserva la diffusione di prodotti etnici in contesti occidentali. I paesaggi tecnologici e infrastrutturali riguardano la riorganizzazione della vita sociale contemporanea grazie alle nuove dotazioni tecnologiche, distribuite in maniera disomogenee nelle diverse are del mondo. I paesaggi finanziari fanno riferimento all’insieme di transazioni finanziarie le quali influenzano tutte le parti del globo riducendo l’autonomia do ogni singola realtà territoriale. I paesaggi mediatici e informativi, riguardanti il trasferimento di immagini informazioni su scala globale non più nazionale. I paesaggi politici e religiosi concernono gli assetti politco-istituzionali e le relazioni più o meno conflittuali tra i diversi centri del potere. Infine, vi sono i paesaggi militari, criminali e terroristici che minacciano la sicurezza nella vita quotidiana. La reticolarità, mentre despazializza, genera una rispazializzazione complessa, nuova rispetto a quella della modernità societaria e spesso difficile da decifrare. I paesaggi non poggiano necessariamente su uno spazio fisico; ciò vuol dire che non esiste più la corrispondenza tra spazio sociale e spaio fisico. I paesaggi, attraverso i flussi ed i network, danno vita a nuove configurazioni spaziali, creando nuove linee di connessione e nuove separazioni, indipendentemente dalla contiguità spaziale. Dietro i flussi vi sono gli attori sociali dotati di differenti possibilità di azione e di quelle risorse che consentono la mobilità fisica e simbolica; per questo, come già detto, si genera un nuovo criterio di differenziazione tra gli individui. In relazione ai paesaggi menzionati si definisce, scrivono gli autori, nuovi differenziali di potere ed una nuova forma di gerarchizzazione dei diversi spazi locali in quanto non tutti i territori sono attraversati dagli stessi flussi né dispongono degli stessi network. I paesaggi danno luogo alla compresenza di culture diverse nell’ambito di uno stesso territorio, modificando l’immagine di culture omogenee ed integrate riferite ad ambiti spaziali definiti.