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Spazio fisico, spazio «interiore» e relazioni social

3 2 Città, differenziazione ed organizzazione

3.3 La distanza sociale nel pensiero di Simmel

3.3.2. Spazio fisico, spazio «interiore» e relazioni social

Nel penultimo capitolo di “Sociologia” Simmel affronta il tema dell’interazione sociale in base alle relazioni spaziali. L’analisi sociologica, per lo studioso tedesco, non può prescindere dai riferimenti spaziali, i quali costituiscono un aspetto importante dello studio della società. Il tema dello spazio, pertanto, è parte del sistema di categorie sociologiche elaborato dall’autore (Bagnasco, 1994: 23). La trattazione sullo spazio di Simmel costituisce un’analisi delle “precondizioni formali della sociazione umana” (Frisby, 1985: 148). Le distanze tra individui, infatti, influenzano la costituzione e le dinamiche delle forme di sociazione.

Lo spazio è una condizione formale; non è una causa positivamente operante, ossia produttiva di avvenimenti. Lo spazio imprime la sua forma, dice Simmel, ma i contenuti delle forme dipendono dalle forze sociali e psicologiche che operano in esso. Lo spazio è una forma in sé priva di efficacia, la quale richiede di essere riempita da energie sociali e psicologiche. Così, ad esempio, a determinare l’esistenza di quest’ultimo sono le azioni e le attività degli abitanti di un impero, non l’area geografica sui cui esso sorge. “Non è la forma di una vicinanza o distanza spaziale a creare i fenomeni psichici particolari del vicinato o dell’estraneità, per quanto incontrovertibile ciò può sembrare. Anche questi sono invece fatti prodotti unicamente da contenuti psichici90 (…) Non già lo spazio, bensì l’articolazione e la riunione delle sue parti, che trova il suo punto di partenza

90 Con i termini psiche o anima Simmel si riferisce agli strati profondi ed in gran parte inconsci della soggettività.

L’individuo, infatti, è parzialmente consapevole delle attività profonde che si generano nella sua sfera più intima. (Dal Lago, 1994: 62).

nell’anima, riveste un significato speciale. Questa sintesi dello spazio è una funzione psicologica specifica che, pur apparendo qualcosa di dato «naturalmente», è modificata in senso del tutto individuale. … lo spazio è soltanto un’attività dell’anima, è soltanto il modo umano di collegare in visioni unitarie affezioni sensibili in sé slegate (Simmel, 1998: 524).

Nonostante quanto detto, Simmel ritiene importante il soffermarsi sui significati spaziali dei fenomeni. E’, infatti, nello spazio che si percepisce l’azione reciproca tra gli uomini, i quali lo riempiono e lo animano con le loro azioni. “(…) l’azione reciproca fa sì che lo spazio, prima vuoto o nullo, divenga qualcosa per noi, e riempie lo spazio in quanto lo spazio la rende possibile. (…)”

(ibidem: 525). Così, l’autore esplora il significato delle condizioni spaziali in relazione al

determinarsi delle diverse forme di sociazione, ed individua alcune qualità fondamentali dello spazio che influenzano le azioni sociali reciproche. Le principali caratteristiche dello spazio che influiscono sulle forme della vita sociale sono: l’esclusività dello spazio, i confini, la fissazione, la vicinanza e la distanza, la possibilità di mobilità.

La prima caratteristica individuata è l’esclusività dello spazio, per cui ogni parte dello spazio possiede una certa specie di unicità. L’unicità dello spazio si comunica agli oggetti quando questi vengono rappresentati come elementi che riempiono un certo ambito spaziale; si tratta di oggetti rispetto ai quali usualmente viene sottolineato ed utilizzato il loro significato spaziale. E’ il caso di determinate formazioni sociali che formano un insieme unico con determinate estensioni di territorio, ed in virtù di questo presentano un carattere di unicità. Lo stato è l’unico esempio di forma sociologica collegata al territorio in maniera tale che risulta impensabile l’esistenza di un altro stato sullo stesso suolo. La città (o il comune), invece, se da un lato presenta lo stesso carattere dello stato91, dall’altro tale carattere si presenta in maniera meno assoluta in quanto l’influenza di una città si estende, in termini spirituali, economici e politici, oltre il suo confine geografico, alla totalità del paese, incontrandosi ed intrecciandosi con le influenze esercitate dagli altri comuni sullo stesso territorio complessivo92. Lo spazio può essere occupato non solo da un punto di vista quantitativo, ma anche da un punto di vista funzionale: l’esempio è quello delle corporazioni che occupavano lo spazio in termini di contenuto; pertanto in ogni città poteva esistere una sola corporazione per ogni mestiere, mentre più corporazioni di tipo diverso (dunque funzioni separate) potevano coesistere l’una accanto all’altra nella stessa area urbana, in quanto l’estensione di quest’ultima veniva suddivisa, appunto, non intermini quantitativi (spaziali) ma funzionali.

91 Infatti, nel caso in cui entro i confini di una determinata città dovesse nascerne una seconda si ha l’esistenza di due

città su due territori diversi, un tempo uniti poi separati

92 Il comune, dunque, esercita la sua influenza su un territorio più ristretto e contemporaneamente su un altro territorio

La seconda qualità dello spazio che influenza le azioni sociali reciproche corrisponde all’esistenza di confini: lo spazio, infatti, “si scompone in pezzi i quali si presentano come unità – e come causa e come l’effetto di ciò sono contornati da confini. (…) La cornice, il confine in sé concluso in una formazione, ha per il gruppo sociale un’importanza molto simile a quella che ha per un’opera d’arte. (…) Così una società, per il fatto che il suo spazio esistenziale è compreso in confini ben consapevoli, è caratterizzata come una società coerente anche interiormente, e viceversa: l’unità dell’azione reciproca, la relazione funzionale di ogni elemento con ogni altro, acquista la sua espressione spaziale nel confine che incornicia” (Simmel, 1998 528). Simmel utilizza la metafora della cornice di un’opera d’arte per esplicitare, a proposito di un gruppo sociale, l’idea della delimitazione, operata dai confini, rispetto al resto della realtà. “I confini – scrive Cella riferendosi al passo simmeliano - forniscono uno straordinario principio di rafforzamento della realtà, contribuendo a render unitario, per il solo fatto di esistere, quello che è proprio da essi circoscritto. I confini nel momento in cui separano dall’esterno rendono unito (o più unito) quello che è racchiuso dall’interno” (Cella, 2007: 29). Lo spazio naturale è privo di confini. Quando, in maniera arbitraria, questi vengono posti nello spazio, la forza determinante la connessione sociale sembra diventare, dice Simmel, particolarmente evidente. I confini sembrano quindi essere funzioni psicologiche, senza negare l’influenza che le limitazioni naturali del territorio (ad esempio, montagne, fiumi, mari) esercitano sui confini psicologici: i confini naturali delle superfici influenzano tanto le relazioni tra gli abitanti di una certa area delimitata quanto le relazioni che questi stabiliscono con coloro che abitano al di fuori. L’esempio è dato dagli abitanti delle montagne che spesso incontrano difficoltà nei rapporti con il mondo esterno e sono poco stimolati al cambiamento. Il concetto di limite, poi, risulta essere, per Simmel, particolarmente importante in tutte le relazioni reciproche tra gli uomini. Ogni individuo agisce sull’altro ponendo un limite che esprime “la determinazione di non volere o poter agire al di là di questo confine, e quindi sull’altro soggetto. Se questo concetto generale di delimitazione reciproca è tratto dal limite spaziale, tuttavia essa costituisce soltanto, più profondamente la cristallizzazione o spazializzazione dei processi di delimitazione psichica che sono i reali. Non già i paesi, i fondi, il circondario cittadino e quello regionale si delimitano l’uno dall’altro, ma sono gli abitanti o i proprietari che esercitano l’azione reciproca alla quale si è testé accennato. (…) Il limite non è un fatto spaziale con effetti sociologici, ma è un fatto sociologico che si forma spazialmente. Il principio idealistico secondo cui lo spazio è una nostra rappresentazione, o più esattamente si crea in virtù della nostra attività sintetica, con la quale elaboriamo il materiale delle sensazioni, si specifica qui nel senso che la configurazione spaziale che chiamiamo limite è una funzione sociologica. (…) ciò esercita una forte reazione sulla

coscienza del rapporto tra le parti (…) questa linea …s’insinua tra l’una e l’altra come una forza fisica che irradia repulsioni da entrambe le parti” (Simmel, 1998: 531)93.

Il terzo aspetto dello spazio significativo per le configurazioni spaziali è “la fissazione che esso rende possibile ai contenuti” (ibidem: 536). Le forme sociali si definiscono nello spazio. La struttura di un gruppo o dei suoi singoli elementi è sicuramente influenzata dal fatto di essere più o meno fissata rispetto allo spazio. Si può ipotizzare l’esistenza di un continuum cha va dal totale vincolo totale al territorio (come nelle città medioevali in cui non si permetteva ai cittadini di oltrepassare i loro confini) alla libertà completa. La fissazione dello spazio, continua l’autore, assume una seconda significatività in senso sociologico, definita con l’espressione di centro di rotazione di una relazione sociologica: alcune forme di relazione sociale, cioè, si raggruppano attorno ad un accetto di interesse che ha una specificità spaziale in quanto è fissato in un punto focale. Il significato di centro di rotazione di una relazione sociologica spetta alla località fissata ovunque il contatto o l’unione di elementi, altrimenti indipendenti l’uno dall’altro, può avvenire soltanto in un posto determinato” (ibidem: 539). Gli affari economici, ad esempio, ruotano intorno ad un luogo fissato che assume importanza in virtù delle funzioni ad esso connesso. Le chiese costitusicono un centro di rotazioni per le relazioni e la coesione tra i fedeli. Le città diventano centri di rotazione del traffico rispetto al circondario; al loro interno ci sono, poi, più punti di rotazione in merito alle azioni commerciali. Un ulteriore significato sociologico del fissare un luogo nello spazio corrisponde a quella che Simmel definisce “individualizzazione del luogo”. Il bisogno di reperibilità e di conoscenza dell’organizzazione dello spazio e del rapporto delle sue parti rispetto al tutto ha così indotto alla fissazione spaziale degli individui o delle cose mediante un ordinamento numerico. Gli esempi vanno dall’individuazione degli ospiti di un albergo mediante il loro numero di stanza, alla numerazione progressiva delle strade di una città, alla numerazione delle case dei cittadini. Le posizioni degli individui diventano così determinabili e reperibili nello spazio sulla base di un ordine numerico valido per tutti e e meccanicamente determinato, un sistema di regole esterno agli individui stessi, le quali fissano la loro posizione rispetto al tutto. Questo tipo di fissazione se da un lato evidenzia un caratteri individuale, dall’altro si mostra indifferente all’individuo come persona ed alle sue determinazioni qualitative. Si riferisce, invece, a criteri qualitativi l’individuazione medioevale di quartieri e strade sulla base dei ceti e delle professioni o, nelle città orientali, sulla base dell’appartenenza religiosa. Allo stesso modo, la denominazione di

93 Un altro aspetto importante riguarda l’ampiezza dello spazio definito dai confini in rapporto alle forze di tensione che

si sviluppano all’interno del gruppo. “quando queste – scrive Simmel trovano uno spazio sufficiente, senza urtare nella loro espansione contro i confini, la cornice è appunto ampia, anche se entro di essa si trova insieme un numero relativamente grande di uomini, come spesso lo è la costellazione di imperi orientali. D’altra parte la cornice è ristretta quando anche in presenza di un numero ristretto di uomini, essa agisce come una strettoia che certe energie, non suscettibili di sviluppo verso l’interno, cercano continuamente di superare” (SImmel, 534-5359.

una casa, al posto della sua numerazione, conferisce “una sensazione di individualità spaziale, all’appartenenza a un punto spaziale qualitativamente stabilito” (Simmel, 541); se la casa denominata diviene difficilmente reperibile, essa, però, acquisisce una carattere di unicità ed inconfondibilità94.

La quarta caratteristica corrisponde al nesso di vicinanza o lontananza, nelle parole di Simmel, la “vicinanza o distanza sensibile tra le persone che stanno tra di loro in qualsiasi relazione” (ibidem:, 545). Il contatto spaziale appare come fattore condizionante le relazioni tra individui; relazioni basate, per ipotesi, su medesimi interessi e modi di sentire sarebbero pertanto influenzate dalla vicinanza corporea. Un rapporto, scrive Simmel, “sia pure possibile anche a distanza viene tuttavia essenzialmente modificato dalle azioni reciproche fondate sullo spazio. Un cartello economico al pari di un’amicizia, un’unione di collezionisti di francobolli al pari di una comunità religiosa possono fare a meno, durevolmente o temporaneamente, del contatto personale; ma quando non deve superare alcuna distanza, si mostra subito la possibilità di innumerevoli mutamenti qualitativi e quantitativi del legame coesivo” (ibidem:545). Dunque, per Simmel, la vicinanza corporea non è una condizione necessaria per l’instaurarsi di un rapporto (possono esistere associazioni tra individui vicini nello spazio o separati), ma il legame coesivo è influenzato sia in termini qualitativi che quantitativi dalla distanza o vicinanza. Tuttavia, dice Simmel, la differenza tra associazioni basate sull’essere insieme ed associazioni tra individui separati è meno forte di quanto l’antitesi concettuale induca a pensare. Infatti, certamente, la vicinanza corporea influenza (in termini di azione psicologica) i rapporti interpersonali, ma la forza psicologica della vicinanza corporea può essere sostituita, nei rapporti a distanza, “dai mezzi di rapporti indiretti, e ancor più con la fantasia” (ibidem: 545). Simmel fa riferimento a due tipi estremi di connessioni tra uomini, le quali possono esistere in assenza di vicinanza corporea: il primo è dato dai rapporti fondati interamente sull’intensità dello stato d’animo come le unioni religiose o le “unioni di cuore” rette dalla forza del sentimento atta a superare le distanza spaziali e temporali, il secondo è costituito da rapporti impersonali come le transazioni economiche o scientifiche i cui contenuti sono espressi in forme logiche e per iscritto. Tra questi due estremi esiste una diversità di relazioni per le quali diventa necessaria, in differente misura, la vicinanza spaziale.

Simmel indica la capacità di astrazione come fattore da cui dipende, nelle medesime condizioni di sentimenti, la capacità di tensione spaziale di un’associazione. Una coscienza primitiva, come quella del fanciullo, dice Simmel, difficilmente riesce a sentire una comune appartenenza di ciò che è spazialmente lontano, ed allo stesso tempo, non riesce a sentirsi separata da ciò che è spazialmente

94 La Chiesa sembra costituire un’organizzazione specifica, in quanto la sua efficacia, in termini psicologici e

sociologici, si estende al di là della sua fissazione locale (Roma), ma allo stesso tempo il possedere un centro spaziale offre i vantaggi della continua visibilità e reperibilità delle sue istituzioni.

vicino. Ciò perché non vi è un’adeguata distinzione tra l’io e il suo ambiente. In questa costituzione psichica, la vicinanza sensibile è fondamentale per la coscienza dell’appartenenza reciproca. “(…) in una coscienza primitiva soltanto i contatti esteriori sono i portatori di quelli interiori – per quanto differenti questi siano nel loro carattere – e il rappresentare indifferenziato non è capace di tenerli ben distinti; come del resto anche oggi, nell’arretratezza delle condizioni di vita provinciali, la relazione con il vicino di casa e l’interesse che si ha per lui hanno un ruolo del tutto diverso che non nella metropoli, in cui con la complicazione e confusione del quadro di vita esteriore ci si abitua a continue astrazioni, all’indifferenza verso ciò che è spazialmente più vicino e a una stretta relazione con ciò che è spazialmente molto lontano” (ibidem: 547). Le relazioni a grande distanza presuppongono, dice Simmel, uno sviluppo di tipo intellettuale corrispondente alla formazione della capacità di astrazione, ossia, “la capacità di sentire al di à di ciò che è sensibilmente più vicino (…)” (ibidem). L’esempio del rapporto tra la città di Roma ed il resto d’Europa nel Medioevo manifesta il prevalere della facoltà di astrazione e della superiorità delle forze agenti in virtù dei contenuti anziché della vicinanza spaziale.

Simmel dice che in proporzione alla prossimità spaziale, cioè quanto più vi è vicinanza fisica, tanto più i rapporti interpersonali sono rapporti positivi, in termini di amicizia o ostilità, mentre risulta esclusa l’indifferenza reciproca. Quando domina l’intellettualità si ha “un abbassamento degli estremi affettivi”. L’intellettualità è una funzione psichica, principio dell’imparzialità e dell’assenza di sentimenti forti di amore o di odio. Per questo essa pone una distanza tra gli individui: rende possibile l’avvicinamento e l’accordo tra soggetti distanti e determina un clima di freddezza ed estraneità tra persone vicine. Ogni relazione intesse qualche forma di distanziamento. Se non vi è distanza spaziale, hanno luogo forme di distanza interiore. Ad esempio, ad uno stadio culturale molto elevato, l’intellettualità modera le reazioni impulsive connesse agli stimoli derivanti dal contatto; nella grande città moderna, spesso, si stabiliscono sentimenti di indifferenza ed assenza di reazioni affettive reciproche tra individui in stretta vicinanza fisica (ad esempio tra quanti abitano sullo stesso pianerottolo). In questo caso, scrive Simmel (ibidem: 549), “l’indifferenza verso chi è spazialmente vicino costituisce semplicemente un dispositivo di protezione, senza di cui la grande città provocherebbe un’usura ed una dispersione psichica”.

Il passaggio dalla distanza alla vicinanza spaziale, nelle relazioni, non corrisponde ad un intensificarsi del rapporto; al contrario può indurre ad un suo indebolimento, ad una repulsione tra i membri della relazione. La vicinanza sensibile può smentire i caratteri ideali che l’altro aveva assunto nella relazione a distanza. Inoltre, in mancanza di distanza spaziale esterna, è necessaria un’accentuazione della distanza interiore, dei confini tra le sfere individuali e la difesa della propria

intimità. In caso di distanza spaziale i pericoli di relazioni invasive sono minori; inoltre, la distanza solitamente, attenua asprezze e punte caratteriali che incidono sulla qualità dei rapporti.

Simmel prende in considerazione anche relazioni che sono molto distanti dall’intimità, ponendo attenzione alle differenze che comporta, per una minoranza tenuta insieme da eguali interessi nell’ambito di un gruppo più esteso, il fatto che essa sia riunita in modo compatto in un determinato spazio oppure viva sparsa in piccole suddivisioni, tenendo conto dei vantaggi che dall’una e dall’altra configurazione possono derivare (ibidem: 563-564).

L’ultima dimensione delle forme spaziali che condiziona le relazioni sociali è “la possibilità che gli uomini si muovano da luogo a luogo” (ibidem: 566). Il migrare o il risiedere localmente in modo fisso determinano diverse forme di associazione; inoltre un gruppo assume tratti differenti se la migrazione è un fenomeno che lo coinvolge nella sua totalità (come nel caso del nomadismo) o se a migrare sono soltanto alcuni elementi del gruppo (il che produce comunque effetti sull’intero gruppo) (ibidem: 567). Simmel inoltre descrive il rapporto profondo che esiste tra il movimento nello spazio e la differenziazione di contenuti dell’esistenza sociale. Entrambi questi aspetti si contrappongono “alla quieta, all’uniformità, all’unità sostanziale del sentimento e dell’immagine vitale”. L’uomo moderno si caratterizza per un forte aumento del bisogno di differenza. Il soddisfacimento di tale bisogno ricorre sia al movimento nello spazio che alla differenziazione dei contenuti vitali. Può accadere che società stabili nello spazio tendano ad accentuare la loro differenziazione interna, mentre società che migrano avvertano un bisogno maggiore di livellamento sociale; nel caso di una società che migra è più forte il bisogno di protezione, dunque, il livello di dipendenza tra i membri e gli interessi comuni tendono a coprire le differenze individuali95. (ibidem: 568-569). Il migrare di alcuni soli membri di un gruppo può agire sulla parte che resta sedentaria sia nella direzione dell’unificazione del gruppo sia in quella della sua separazione.

Nell’ultima parte del saggio sullo spazio e sugli ordinamenti spaziali della società Simmel sofferma l’attenzione sulla produzione di effetti spaziali ad opera delle strutture e delle energie dei gruppi sociali. Il primo esempio è dato dal passaggio dell’organizzazione della vita sociale sulla base della parentela (indifferente rispetto alla relazione spaziale) ad un’organizzazione di tipo razionale e politica dello stato sulla base di unità limitate spazialmente. Anche l’organizzazione economica richiede suddivisioni su base spaziale: la produzione si differenzia nello spazio. Il secondo esempio è costituito dall’esercizio del potere sugli uomini il quale è in stretta connessione

95 Scrive Simmel (1998: 569-570): “Proprio perché il migrare in sé per sé individualizza e isola, perché fa dipendere

l’uomo da se stesso, esso spinge a uno stretto raggruppamento che va al di là delle normali differenze. Togliendo agli individui il sostegno del luogo natio, ma nello stesso tempo anche le sue gradazioni fisse, esso rende particolarmente facile integrare i destini di coloro che migrano, il loro isolamento e la loro instabilità, mediante il massimo