• Non ci sono risultati.

Parte seconda: i modelli di formazione messi in atto

Q- ESaT (European Science and Tecnology – Quality): destinato ad alunni d

4. Piano ISS: Insegnare Scienze Sperimentali 1 Finalità del Piano ISS

4.6 I docenti tutor

I docenti tutor sono stati individuati e reclutati con la collaborazione degli USR a seguito della presentazione di un’autocandidatura da parte dei docenti interessati. Essi costituiscono un nucleo di insegnanti “esperti” nell’educazione scientifica ai quali è stato destinato uno specifico intervento di formazione. Il Comitato Scientifico (CSN) ha definito e organizzato l’attività di formazione dei tutor, che si è svolta durante due Seminari Nazionali in due sedi polo, una a Milano presso Musei della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci (MST) e una a Napoli presso la Città della Scienza (CdS), attraverso due moduli di norma di quattro giornate ciascuno. La metodologia utilizzata è quella della ricerca-azione che prevede, tra l’altro, l’individuazione e la presentazione di materiali didattici attraverso i quali l docenti tutor sono messi in grado di delineare un modello generale di insegnamento/apprendimento che permetterà loro di implementare l’esperienza nel proprio contesto lavorativo e di declinarla ai diversi livelli scolastici. Ad accompagnamento dell’attività di formazione condotta durante i seminari è stata predisposta anche una Piattaforma, curata dall’Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia Scolastica (ANSAS, ex INDIRE), dove i tutor possono accedere per:

• consultare materiale informativo sul Piano ISS e didattico ( nazionale e internazionale) selezionato dal Comitato Scientifico;

• partecipare ai forum di discussione per la condivisione delle esperienze pratiche e della riflessione teorica, per lo scambio di materiali, documenti e proposte operative;

• inserire proposte e materiali di lavoro discussi in sede seminariale e/o elaborati dai tutor in collaborazione con il Comitato Scientifico.

- singoli presìdi

- presìdi raggruppati a livello regionale

- Comitato Scientifico e Gruppo di Pilotaggio Nazionale.

L’azione di formazione dei tutor è stata finalizzata allo sviluppo di un nuovo profilo professionale, quello tutoriale, che si traduce in un insegnante colto nelle discipline scientifiche, creativo, riflessivo, esperto nelle nuove tecnologie, con attitudini comunicative e relazionali.

I tutor dovrebbero costituire una “stabile risorsa professionale” del territorio per la formazione in servizio e lo sviluppo professionale degli insegnanti nell’ambito delle discipline scientifiche.

Al termine del percorso di formazione, il tutor è chiamato ad operare nei presìdi territoriali, dove svolge funzioni di supporto nella didattica delle Scienze e di mediazione tra i bisogni dei docenti e le risorse presenti sul territorio. Inoltre i tutor collaborano con il Gruppo di Pilotaggio Regionale per definire e organizzare un piano di attività di formazione-ricerca, nell’ambito dell’apprendimento scientifico, articolato nelle fasi di rilevazione a livello di singolo presìdio dei fabbisogni formativi presenti a livello territoriale, monitoraggio e valutazione. E’ previsto che il Piano di Formazione/Ricerca possa partire anche dai temi affrontati nei seminari nazionali, facendo soprattutto riferimento alle metodologie di insegnamento-apprendimento laboratoriale e all’utilizzo di attrezzature scientifiche “povere”, per arrivare a definire una progettazione verticale che abbracci i tre ordini di scuola.

Nelle linee guida del Piano ISS il tutor riveste un ruolo nevralgico ed essenziale nello sviluppo del progetto di formazione, infatti nei documenti di lavoro78, in particolare quelli riferiti alla funzione tutoriale, si dichiara quanto

segue:

“...il "tutor” dovrebbe assumere un ruolo di catalizzatore, capace di rendere i problemi così evidenti alla coscienza professionale dei docenti da far maturare la necessità e la volontà di agire. Si tratta in questo caso di valorizzare e coordinare tutte le risorse disponibili senza offrire proposte di soluzioni già confezionate, poiché innescherebbero processi di rigetto. In presenza di problemi, decisioni da prendere, diagnosi da fare, verifiche da compiere, il "tutor" dovrebbe assumere il ruolo di facilitatore, che si caratterizza con comportamenti non direttivi. E’, invece, necessario procedere all'analisi-diagnosi dei problemi in termini didattici professionali e strutturare

78

Emilio Balzano, Annamaria Fichera, Irene Gatti, Salvatore Sutera ( a cura di), (2007), PIANO

ISS. Il seminario nazionale. Documenti di lavoro, Volume1. Milano: Edizioni Museo nazionale della

le decisioni in termini collettivi e rispettosi dei vincoli operativi dell'organizzazione. In presenza della necessità di mettere in atto processi innovativi e tecniche didattiche alternative, i "tutor” dovrebbero assumere il ruolo di "consigliere tecnico", un ruolo a carattere direttivo in cui giocare le sue competenze didattiche come esperto. La difficoltà di questo ruolo consiste nel modo con cui viene accettato dai docenti. Se viene accolto in modo acritico, sono favoriti comportamenti esecutivi e le innovazioni applicate non sono fatte proprie né dai singoli né dal l'organizzazione. Affinché il consigliere tecnico possa diventare fonte di risorse è, quindi, indispensabile che i suoi interventi avvengano su richiesta ed in un clima collaborativo. Viene altresì richiesto al "tutor" di partecipare attivamente a tutti i problemi che si incontreranno quando il progetto ISS sarà nella sua piena attuazione, di essere agente di collegamento con l'esterno, documentarista e reperitore di risorse, di materiali e di tecniche che possano essere introdotte. Sarà anche necessario che il "tutor" assuma un ruolo di consulenza ai docenti durante la quotidiana attività didattica.” (Emilio Balzano, Annamaria Fichera, Irene Gatti,

Salvatore Sutera ( a cura di), (2007), PIANO ISS. Il seminario nazionale.

Documenti di lavoro, Volume1. Milano: Edizioni Museo nazionale della Scienza

e della Tecnologia Leonardo da Vinci, p. 74)

Quindi al tutor spettano compiti complessi e nello stesso tempo delicati perché, oltre alla propria consueta attività d’insegnamento nelle classi, dovrebbe:

• far sorgere e maturare nei colleghi insegnanti il bisogno e il desiderio di voler cambiare il proprio modo di operare, facendo loro prendere coscienza dell’inadeguatezza di alcune loro abituali prassi d’insegnamento, guidandoli alla ricerca di altre più valide, attraverso la valutazione delle risorse disponibili, senza però proporre soluzioni già preconfezionate;

• assumere il ruolo di facilitatore in presenza di situazioni problematiche, senza assumere comportamenti direttivi, ma piuttosto guidare alla soluzione dei problemi attraverso un approccio di problem posing e probelm solving da compiere in modo collettivo, tenendo conto dei vincoli sia personali sia dell’organizzazione;

fungere da "consigliere tecnico esperto" nel caso in cui si debbano sperimentare metodi e tecniche didattici innovativi, ponendo molta attenzione al modo con cui viene accettato dai docenti, poiché da tale elemento dipende la riuscita dell’intervento formativo;

• essere agente di collegamento con l'esterno, documentarista e reperitore di risorse, di materiali e di tecniche che possano essere sperimentate e introdotte nelle scuole;

del progetto ISS;

• assumere un ruolo di consulenza ai docenti durante la consueta attività didattica.

Quindi la figura del docente “tutor” , operante nel presìdio territoriale, può essere concepita come una guida e un sostegno nella sperimentazione e nell’attuazione di progetti di insegnamento innovativi e come una fonte di reperimento e divulgazione di risorse.

Nei documenti, si sottolinea, tuttavia, che per espletare i propri ruoli e funzioni, i "tutor" devono essere percepiti nei presìdi territoriali dove operano come inseriti in un contesto ampio e relazionato, nel senso che non possono e non devono lavorare da soli. Quindi i presìdi territoriali devono comportarsi come strutture tecnico-professionali di supporto e sempre agibili per gli insegnanti durante lo svolgimento della loro attività lavorativa. Inoltre, assumono una importante rilevanza ai fini dell’azione dei tutor sia il clima che si stabilisce nei luoghi di lavoro sia la disponibilità delle risorse interne alle singole scuole.

I tutor possono, comunque, usufruire della consulenza e del sostegno a livello didattico-disciplinare del Comitato Scientifico Nazionale per l'approfondimento di tematiche metodologico-valutative o questioni amministrativo gestionali relative ai presìdi, utilizzando l'ambiente on-line predisposto dall’ANSAS.