5.3 Obiettivi dell’indagine empirica
6.1.7 Esiste l’ambiente ideale?
L’indagine che abbiamo svolto ha contribuito a chiarire come gli utenti abbiano idee molto precise di come dovrebbero funzionare le cose. In questo senso abbiamo avuto modo di
76 Cfr. Figura 13, p. 29
evidenziare che alcuni strumenti non sono stati compresi (ad esempio i “barometri”) ed altri accettati con modalità sostanzialmente diverse da quelle previste in fase di progettazione (ad esempio l’utilizzo dei “simboli di pensiero”).
Molti corsisti non sono riusciti a trovare, almeno all’inizio, la corretta metafora interpretativa, ad adottare cioè il “modello concettuale” di funzionamento immaginato dai progettisti. La sensazione riportata da molti è per stata quella di un ambiente poco strutturato, al limite dell’incomprensione di ciò che “fosse possibile fare e come”.
Ritengo, o meglio oso ritenere, elemento fondamentale per gli utenti questo: spesso mi sono sentita naufraga nel mare degli strumenti a disposizione, intendo dire che ho sentito la necessità di avere gli strumenti più a portata di mano, sott’occhio; serve, a parer mio, maggiore “ordine” spaziale; a volte trovare le “cose” non è stato molto naturale e immediato.
[Saida, 6/8/2004]
Questo perché l’obiettivo specifico di Synergeia è quello di fornire un “ambiente vuoto” nel quale sia le regole che i contenuti devono essere negoziati e costruiti. Ad esempio non sono previste separazioni tra aree per la distribuzione dei contenuti ed aree per i dialoghi. L’utente può infatti creare un forum dove crede o inserire un documento dove vuole. Questo determina la necessità per un gruppo di doversi dare delle regole. Regole che probabilmente non sono state troppo condivise. Alla domanda 23 (sufficiente negoziazione delle modalità d’uso dello strumento) un numero non irrilevante di persone (circa il 34%) ritiene non si sia lavorato abbastanza su questo fronte. È interessante notare che siano soprattutto gli ex-allievi a lamentare poca o scarsa negoziazione delle regole d’uso (oltre il 54% delle risposte).
54,17 29,17 16,67 12,50 0,00 4,17 5,21 4,17 23,96 50,00 0 10 20 30 40 50 6 No Sì E x al li e vi 0 Poco Per niente
Non so, non ci ho pensato Molto
Abbastanza
Figura 35. Domanda 23 (sufficiente negoziazione delle modalità d’uso dello strumento). Valori (%) disaggregati per
ex-allievi e nuovi corsisti (contingenza con domanda 11).
Gli ex-corsisti, in questo caso, si trovano ad essere più critici nei confronti della modalità di integrazione dello strumento nell’esperienza formativa. Molto probabilmente il ricordo dell’anno precedente, caratterizzata da ambienti più semplici e spartani, ha promosso atteggiamenti pionieristici ed ha richiesto anche un maggiore impegno negoziale che ora vengono ricordati con nostalgia. Nessun ex-allievo ha affermato esplicitamente di rimpiangere la dotazione strumentale dell’anno precedente.
Molto peggiore il corso lo scorso anno. Senz’altro Synergeia è stata migliorativa [Raffaele]
Una piattaforma é indispensabile. Inizialmente mi ha dato qualche problema di orientamento. In progressione, capito il metodo, ho trovato grandi benefici. La percezione di essere in un ambiente unico, comune a tutti, anche se con colori e grafica un po’ bruttina, apporta grandi benefici
[Paolo, 5/4/2004]
Ci risulta solo un caso, per altro minuzioso e documentato, nel quale sono state avanzate esplicite perplessità sulla validità di Synergeia (e di strumenti CSCL simili, come Fle3) da parte di utenti esperti:
Se posso permettermi, alla luce anche di una precedente esperienza fatta con la piattaforma Fle3, non mi pare che l’utilizzo di questi strumenti sia realmente indispensabile nelle attività online. Ho usato Fle3 con i miei allievi in un progetto pilota della European schoolnet e ho riscontrato che l’entusiasmo iniziale, certamente legato alla curiosità verso lo strumento tecnologico, ha lasciato il posto abbastanza rapidamente ad una certa delusione rispetto alla reale efficacia delle funzioni messe in atto...
[Maria Rosaria, email al sottoscritto 17/7/2004] Subito seguito da una precisazione importante:
[il motivo principale è che]… entrambe [Synergeia e Fle3] hanno dato problemi di accesso e di funzionalità come ad esempio indisponibilità del server o di alcune funzioni in momenti di bisogno, impossibilità di leggere alcuni tipi di file direttamente in piattaforma senza salvarli sul proprio pc, assenza di contatto sincrono tanto è vero che alcuni di noi hanno usato il messenger di yahoo per accordi e modifiche urgenti, inoltre abbiamo trovato un po’ limitanti e costrittive le categorie di intervento proposte sia in synergeia che in fle3.
Eliminando queste difficoltà tecniche e facendo della piattaforma uno strumento più agile e multifunzionale allora effettivamente …
[Maria Rosaria, email al sottoscritto 18/7/2004]
Siamo cioè in presenza di critiche rivolte a singolari problemi (nel nostro caso, come detto, ci sono state oggettive difficoltà tecniche iniziali che nei due giorni seguenti al loro verificarsi hanno letteralmente scatenato un considerevole trambusto).
…vorrei contribuire in qualche modo all’abbandono, da parte vostra, di uno strumento così macchinoso, sia per il modo di utilizzo dello stesso, sia per la sua intrinseca lentezza, sia per i molti problemi tecnici che hanno costellato soprattutto la fase iniziale del suo impiego nell’ambito del corso
[Alberto, email a seguito del questionario 16/7/2004]
Intendo esprimere la mia soddisfazione personale per l’andamento del Corso e per l’offerta formativa in generale. Anche se Synergeia agli inizi ha fatto qualche capriccio in relazione al suo funzionamento nel corso delle fasi di lavoro è sembrato (a me personalmente) uno strumento valido per la condivisione di esperienze, notizie, suggerimenti, concetti etc.
[Paolo, email a seguito del questionario 16/7/2004]
Le conclusioni della corsista delusa dagli ambienti CSCL, nonostante le premesse, sono infatti di tutt’altro tenore.
Syn è stato uno strumento sicuramente utile per il lavoro collaborativo che abbiamo sviluppato durante il corso, e ci stiamo organizzando, insieme ad una collega per proseguire l’esperienza come attuazione, in forma sperimentale, del nostro progetto per il prossimo a.s. nelle nostre scuole.
[Maria Rosaria, email al sottoscritto 18/7/2004]
La scelta di sperimentare in proprio, installando presso la propria scuola Synergeia, non può essere considerato un estemporaneo cambiamento di opinione. Sono infatti a conoscenza del fatto che l’esperienza è stata realmente avviata.
I dati confermano che il gruppo degli ex-allievi abbia una sostanziale propensione per l’uso di strumenti integrati. Le statistiche della domanda 18 (“come valuti la scelta di Synergeia?”, che abbiamo visto a p. 148) rivelano che il gruppo degli ex-allievi, nonostante tutto, valuti più favorevolmente Synergeia (media superiore) e presenti una maggiore coesione nel giudizio (deviazione standard inferiore).
Punteggio N Media Dev. Std. Errore Std. Min. Max. Gruppo ex-allievi 24 3,875 0,448 0,0915 2 5
Gruppo nuovi corsisti 96 3,80 0,853 0,087 1 5
Tabella 20. Statistiche descrittive per la domanda 18 (Come valuti la scelta di Synergeia). I valori qualitativi sono
stati convertiti in numerici (5=molto,1=per niente). Base 120. La moda in entrambi i casi è 4.
Chiaramente, soprattutto tra i messaggi raccolti nelle interviste e nei forum, non mancano – come abbiamo visto – opinioni contrarie e giudizi meno convinti. La loro presenza, anche se non particolarmente numerosa, è (ed è stata ai fini di questa ricerca) particolarmente utile. Le informazioni provenienti da chi decide di esprimere un parere negativo sono preziose anche perché, ed è necessario non dimenticarlo, nell’ambito delle iniziative formative formali – sempre e inevitabilmente asimmetriche – è più semplice trovare acquiescenza e conformismo, piuttosto che critica e contrapposizione aperta. Inoltre, proprio per quello che abbiamo pervicacemente sostenuto in questo studio, è di fondamentale importanza, specie nella scelta e nell’allestimento del setting formativo, comprendere le motivazioni e i punti di vista che procedono dal “basso”, dalla prospettiva degli utenti reali. Gli utenti capaci di circostanziare le loro motivazioni, se correttamente comprese, consentono di rivedere le strategie ed aiutano a migliorare il sistema complessivo.
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Conclusioni
…per me, l’utilizzo di Synergeia non ha comportato grosse difficoltà e soprattutto ha rappresentato uno strumento semplice e utile allo sviluppo del lavoro di gruppo, mi complimento con voi della scelta effettuata e ritengo che Synergeia sia uno strumento decisamente adeguato alle esigenze del corso.
[Raffaella, 19/7/2004]
Questa ricerca, che aveva come obiettivo quello di analizzare il ruolo svolto dagli artefatti, ed in particolare dalle tecnologie telematiche, nel mediare le esperienze formative, si è articolata in un lungo percorso a partire dalla ri-lettura delle posizioni storico culturali vygotskijane, attraverso la prospettiva sulla cognizione e sull’apprendimento situato, avvalendosi infine di apporti interdisciplinari come quelli dell’ergonomia cognitiva e dagli studi sull’interazione uomo macchina.
Siamo giunti, in particolare attraverso la prospettiva teorica dell’azione, a riconoscere centrale, nella comprensione del ruolo degli artefatti, l’adozione di una visione contestualista e allo stesso tempo poliprospettica capace di rilevare i significati (degli oggetti come delle pratiche) dal punto di vista di chi agisce.
Nel caso specifico offerto dal corso di perfezionamento post lauream “Metodi e tecniche della formazione in rete” diretto dal Prof. Calvani ed investigato nella sezione empirica di questo lavoro, abbiamo compreso che gli ambienti virtuali contribuiscono a delineare l’identità sociale e ad alimentare le pratiche di costruzione collaborativa della conoscenza attraverso una incredibile varietà di peculiari caratteristiche. Abbiamo avuto modo di comprendere, senza che fosse previsto, che sono soprattutto i “malfunzionamenti” e i piccoli intoppi a contribuire in maniera determinante alla comprensione delle esigenze più profonde. Le risposte che, nella sezione empirica, hanno rilevato dei problemi sono quelle che, nel creare la “sospensione” di una realtà data per scontata, hanno reso evidenti e percepibili gli elementi utili al raggiungimento degli obiettivi. Ci siamo trovati a condividere, in maniera del tutto involontaria, gli assunti della prospettiva etnometodologica che, in ambito sociologico, considera preziose le “rotture con la consuetudine” al fine di focalizzare gli elementi meno ovvi.
L’ipotesi da cui siamo partiti, ovvero che parte del lavoro di costituzione del setting necessario alle esperienze di apprendimento collaborativo in rete possa essere svolto dagli strumenti, è sostanzialmente confermata sia dalle teorie indagate, sia dai risultati empirici. Gli ambienti virtuali non sono tutti uguali in quanto a capacità regolativa e, nonostante non sia solitamente tenuto in adeguata considerazione, l’individuazione degli strumenti opportuni (ovvero esplicitamente pensati, prodotti e legittimati dagli utenti) consenta di raggiungere in maniera più rapida ed efficace i risultati prefissati. In questo caso: che specifici ambienti CSCL offrano un supporto più efficace, anche grazie all’incorporazione di cospicui riferimenti a modelli teorici coerenti, rispetto all’utilizzo di strumentazioni non specifiche. Nonostante questo, ci siamo accorti che le esigenze degli utenti sono ancora maggiori rispetto alla disponibilità delle attuali soluzioni tecnologiche e, soprattutto, che le idee dei progettisti inevitabilmente difettano nell’anticipare gli usi che poi verranno istanziati nella pratica. Abbiamo constatato concretamente l’esistenza di una distanza che separa i progettisti dagli utenti, questione che abbiamo visto (in particolare nella seconda sezione di questa tesi) interessare ricercatori provenienti da approcci e prospettive teoriche e disciplinari diverse. Anche nel nostro caso l’utilizzo che è stato fatto dello strumento si discosta ragionevolmente
dalle intenzioni dei progettisti, ma non solo. Tra gli stessi corsisti emergono pareri discordanti sulla efficacia dei singoli strumenti, come dimostrato – in particolare – da alcune risposte del questionario. Il maggiore livello di competenza posseduto da alcuni partecipanti nelle tecnologie, ad esempio, li avvicina probabilmente ad intuire la logica dei progettisti che, in ogni modo, rimarranno in larga parte differenti perché necessariamente differente è la prospettiva e il contesto in cui queste vengono applicate.
Abbiamo anche visto (§ 4.3.2) che cooperare in rete non è naturale, ovvero che la rete favorisce spontaneamente l’anarchia creativa anche se questa consente poi lo sviluppo di dinamiche sociali vitali caratterizzate da reciproci momenti di appropriazione e restituzione, e che quindi sia necessario lavorare sulle regole, sui ruoli e sui tempi. Proprio su questo fronte le tecnologie possono dare il loro contributo.
Gli strumenti sono infatti in grado di svolgere un duplice compito: offrire il supporto per l’azione e contribuire a riproporre e rafforzare il sistema di informazioni, vincoli e regole. I rubinetti dei lavatoi solitamente schierati in prossimità dell’ingresso di ogni moschea sono allo stesso tempo funzionali allo svolgimento del compito richiesto (le abluzioni), ma sono anche utili a ricordare e rafforzare il rispetto della regola. Cosa che non avverrebbe nella stessa maniera se questi fossero ad esempio sistemati in un edificio appartato. Evidenza che riporta all’esigenza di una attenta progettazione.
Troppo spesso nella formazione non viene prestata adeguata attenzione alla conformazione degli ambienti, alle caratteristiche degli strumenti che in questi luoghi vengono utilizzati. Salvo nell’educazione dei bambini, laddove fortunatamente esiste una lunga tradizione (da Fröbel alla Montessori alle ben note esperienze degli asili di Modena) che vede nella ricerca delle strutture e nella progettazione di specifici materiali didattici ed eserciziari i preziosi elementi per lo sviluppo della sensorialità e dell’intelligenza dei bambini; nel mondo dell’istruzione secondaria e della formazione degli adulti in genere non sembra esistere altrettanta attenzione alla progettazione degli strumenti ed alla comprensione dei loro limiti e delle loro potenzialità.
Le tecnologie telematiche, così come ogni altro artefatto umano, non si limitano a fornire un supporto – in questo caso: per la comunicazione –, ma modellano gli obiettivi della gente apportando, attraverso le proprie caratteristiche, regole specifiche capaci di guidare lo stile e la direzione della comunicazione. Le conclusioni a cui giunge questa tesi sono solo il punto di inizio di complesse riflessioni che sarebbe necessario compiere ogni qual volta si ritenga di introdurre degli strumenti all’interno degli eventi formativi. Riflessioni che, purtroppo, così raramente vengono svolte.