CINEMA E PITTURA: PASSION
2.3 La pittura nella storia del cinema
2.3.6 Espressionismo tedesco
In Germania lo stile espressionista, che negli anni Venti si era già affermato in altre arti, riuscì ad influenzare e ad interagire con il mezzo cinematografico in modo esemplare; il cinema espressionista adottò le caratteristiche proprie sia dello stile pittorico, sia di quello teatrale. L'espressionismo si manifestò nel 1908, principalmente
nel campo della pittura e del teatro, opponendosi al realismo dell'impressionismo francese nel tentativo di far emergere le emozioni più vere e intrinseche nascoste sotto la superficie della realtà. I tratti comuni dello stile pittorico espressionista si basano su ampie campiture di colori luminosi, non realistici e contornati di nero; le figure allungate dai volti di un colore verde livido con espressioni grottesche e angosciate; gli edifici venivano dipinti incurvati e distorti con il suolo vertiginosamente inclinato109.
Questi effetti di deformazione non erano facilmente ottenibili nelle scene di un film, per tale motivo fu il teatro a fornire un modello più diretto di messa in scena e di recitazione stilizzata che si adattasse al cinema espressionista. Negli anni dieci il ricorso allo stile espressionista nei teatri divenne sempre più usuale: gli allestimenti scenici erano di grandi dimensione e con l'assenza di sfumature di colore; la recitazione era fatta di gestualità, posture ed espressioni facciali talvolta esagerate. Lo scopo era quello di riuscire ad esprimere le emozioni dei personaggi nel modo più diretto possibile, attraverso anche l'uso di finali aperti.
Manifesto paradigmatico del cinema espressionista è Das Cabinet des Dr.
Caligari (1919) di Robert Wiene, dove il richiamo allo stile pittorico di quel tempo e
alle esperienze del teatro espressionista è percepibile in tutti gli elementi della messa in scena. In un testo del 1926 Hermann Warm, scenografo di Das Cabinet des Dr.
Caligari, afferma la frase che meglio esprime il concetto principale della corrente:
«l'immagine cinematografica deve diventare grafica»110. L'obiettivo principale
dell'espressionismo cinematografico era un lavoro estetico e stilistico della messa in scena; ogni inquadratura cinematografica diviene una composizione visiva e viene concepita per esprimere i sentimenti dei personaggi nel tentativo di fondere tutti gli elementi (recitazione, illuminazione, costumi, scenografia). Tuttavia un film non è come un'opera pittorica e la trama deve procedere, così molto spesso nei film espressionisti la narrazione subisce dei rallentamenti nel momento in cui gli elementi della messa in scena si dispongono in modo tale da catturare l'attenzione dello spettatore. Das Cabinet
des Dr. Caligari è contraddistinto da un montaggio semplice con inquadrature fisse che
creano una bidimensionalità che rievoca il mondo distorto e malato del protagonista
109 Bordwell David, Thompson Kristin, Storia del cinema e dei film. Dalle origini al 1945. Editrice Il Castoro, Milano 2003, pp.160-161.
Franz. Il film è ambientato in scenografie dalla geometria non euclidea, con spigoli appuntiti, superfici stilizzate, ombre marcate, strade dagli angoli spigolosi che diventano vicoli ciechi e arredi deformati, come la sedia dallo schienale allungato di Francis. L'uso della stilizzazione nelle scenografie permetteva di collegare elementi diversi della messa in scena: ad esempio i costumi di Jane presentano le stesse geometrie delle scenografie. La messa in scena era legata anche all'illuminazione, la quale molto spesso proveniva da fonti laterali o frontali con l'obiettivo di formare quelle ombre che servivano poi per creare effetti deformanti nella scena. I personaggi recitano col volto pesantemente truccato, si pensi agli occhi cerchiati di nero di Cesare (il sonnambulo), e allo stesso modo il criterio fondante del cinema espressionista, l'esagerazione, era trasposto anche nell'interpretazione degli attori, la quale era volutamente enfatizzata in modo tale da poter entrare in perfetta armonia con gli altri elementi. Das Cabinet des Dr. Caligari è il film che meglio diffuse lo stile espressionista: è prevalente in tutto il suo svolgimento il richiamo ad una pre-stilizzizazione pittorica, ad elementi la cui espressività è di tipo grafico e linearistico, con il tentativo di annullare gli effetti realistici della fotografia per una maggiore espressività e soggettività dei personaggi.
Se nelle correnti precedenti la pittura cercava di risolvere i propri “problemi" attraverso l'uso del mezzo cinematografico, nel caso dell'espressionismo è il cinema che cerca di risolversi nella pittura. In questo esempio cinematografico appena citato, la pittura appare allo stato puro, lo schermo sembra che sia stato trattato come la tela di un dipinto con l'intenzione di voler trasferire l'espressionismo pittorico sullo schermo stesso.
2.3.7 Cubismo
Il Cubismo è una corrente pittorica basata sulla scomposizione di figure e di oggetti in forme geometriche, secondo più punti di vista, con l'obiettivo di ricercare la tridimensionalità in un supporto bidimensionale. Da questa premessa è chiaro come le caratteristiche proprie del Cubismo trovarono compimento nel mezzo cinematografico.
È Le ballet mécanique (1924) di Fernand Léger il film più celebre del cinema cubista. In quest'opera gli oggetti e gli spazi comuni subiscono un effetto di astrazione e
di straniamento in seguito ad interventi sul linguaggio filmico, come le distorsioni, inversioni, iterazioni, giocando sul senso del movimento. «In questo modo, Léger sviluppa nella temporalità filmica quello stesso lavoro analitico sulla successività e sulla durata compiuto dal cubismo nella spazialità del quadro»111. La narrazione è
abbandonata per lasciare posto al ritmo e al movimento di corpi e oggetti, all'uso di ripetizioni, rallentamenti e accelerazioni; le azioni acquistano così significati del tutto diversi come la fissità della donna che sale le scale, proposta da Léger una decina di volte nella stessa sequenza.
In uno scritto, databile probabilmente alla fine degli anni Venti, Léger affermava in merito al suo Le ballet mécanique:
La storia del film d'avanguardia è molto semplice. È una reazione diretta contro i film basati su uno scenario e sul divo. È la fantasia e il gioco contro l'ordine commerciale degli altri. Ma non è tutto. È la rivincita dei pittori e dei poeti. In un'arte come questa in cui l'immagine deve essere tutto e dove essa è sacrificata a un aneddoto romanzesco, bisognava difendersi e provare che le arti dell'immaginazione, relegate alla funzione di accessorio, potevano, da sole, con i loro propri mezzi, costruire dei film senza scenario considerando l'immagine mobile come personaggio principale112.
Il film di Léger è perciò un'esaltazione dell'oggetto, del suo dinamismo e della sua plasticità nel tentativo di (ri)conferire quel valore che nella pittura cubista aveva perduto tramite la sua scomposizione.