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L’armonizzazione del diritto e il ruolo delle cort

1. L’Europa alle soglie del terzo millennio

Continuare a parlare di uniformazione giuridica dell’Europa alle soglie del terzo millennio può apparire sempre più paradossale; più a monte occor- rerebbe infatti interrogarsi circa la tenuta stessa dell’idea di Europa. Dopo i facili entusiasmi che hanno infiammato gli animi nelle ultime decadi del XX secolo, i primi anni del XXI secolo si sono aperti all’insegna di nuove sfide che hanno pesantemente minato alla radice l’idea stessa di Europa, per non parlare poi del progetto di unificazione del diritto europeo.

Basti pensare alla crisi economica mondiale che è scoppiata all’inizio del terzo millennio e che non si è ancora del tutto risolta, al conseguente impo- verimento globale, alla crisi migratoria che ne è conseguita, all’emergenza climatica, allo scontro tra civiltà, ai conflitti etnico-religiosi, alla crisi ener- getica, al progressivo depauperamento del pianeta e così via. Si tratta come è ben noto solo di alcuni aspetti problematici che si sono drammaticamente posti nelle prime decadi del XXI e che pongono al genere umano nuove e pressanti sfide per la sua sopravvivenza.

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all’insegna dell’ansia, della costante ricerca di un nuovo equilibrio che sten- ta a delinearsi e soprattutto dell’incertezza per il futuro. Nessuno è infatti in grado di prevedere quali potranno essere gli esiti dell’attuale crisi mondiale; la storia peraltro ci insegna che anche dopo i periodi più oscuri, l’umanità è sempre riuscita a raggiungere nuovi equilibri; basti per esempio pensare alla rinascita successiva agli anni più bui del medio evo. Come è ben noto le invasioni barbariche, pur ponendo fine ad un mondo, hanno posto le fonda- menta per una successiva rinascita globale dell’Europa che ha saputo riorga- nizzarsi su nuove basi e raggiungere traguardi ancora più elevati.

Uno degli aspetti che più connota la società contemporanea è proprio la perdita dei valori tradizionali, degli entusiasmi e delle certezze che connota- vano la modernità; la post modernità, si apre infatti all’insegna del dubbio, dell’incertezza e della costante ricerca di una nuova dimensione; per questo motivo essa è anche stata definita liquida21, proprio per sottolineare il fatto

che la crisi dei valori tradizionali rende tutto fluido, privo di una forma pro- pria, quasi come i liquidi che tendono inevitabilmente ad assumere la forma dei contenitori in cui sono riposti.

Quello che è sicuro è che negli ultimi tempi l’idea stessa di Europa ha su- bito un forte ridimensionamento; basti a questo proposito ricordare l’uscita dell’Inghilterra dall’Europa, nonché la diffusione di nuovi movimenti sepa- ratisti in tutti gli Stati europei; in questa fase non è quindi facile prevedere se si tratta soltanto di una battuta d’arresto, di una pausa di riflessione, o se viceversa si tratta dell’inizio della fine; non è in altre parole facile prevedere se, superato questo momento di crisi, l’Europa saprà riorganizzarsi e riparti- re più forte di prima o se viceversa il processo di disaggregazione prenderà il sopravvento, con conseguente progressivo smantellamento di quel poco che si è fatto fino a questo momento.

Le ragioni di queste incertezze sono probabilmente dovute al fatto che l’Europa è nata in sordina, o meglio ancora con l’idea di sovrapporsi il meno possibile agli stati nazionali; da un lato si vuole un’Europa unita, il più forte possibile, dall’altro lato si ha però il timore che questo processo possa pre- giudicare le singole realtà nazionali; l’esito purtroppo è sotto gli occhi di tutti e non è sicuramente del tutto soddisfacente. L’Europa stenta infatti a decollare come organismo politico unitario; basti ricordare che il suo ruolo sullo scacchiere internazionale è estremamente limitato, specie se rapportato a quello degli Stati Uniti, della Russia, della Turchia, della Cina e così via.

Attualmente il mondo è dominato da grandi superpotenze, come per esempio gli Stati Uniti, la Russia e la Cina; per inserirsi ad armi pari in que- sto contesto sarebbe necessario raggiungere un livello di coordinamento e di coesione comparabile.

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Come è ben noto una delle ragioni della soccombenza delle antiche città stato greche è costituito dalla loro incapacità di aggregarsi unitariamente in forma di stato; in un contesto in cui si costituivano grandi stati naziona- li, l’incapacità delle polis greche di fare altrettanto fu la ragione della loro debolezza. In tempi più recenti il problema si è riproposto in Europa con la formazione dei grandi stati nazionali; in questo contesto il ritardo dell’Ita- lia, che ha conseguito l’unità politica solo nel 1861, spiega la sua maggior debolezza, specie se rapportata a grandi stati nazionali come la Francia, l’In- ghilterra e l’Austria.

Ai nostri giorni, raggiunta l’unità a livello nazionale, il problema si ri- propone a livello continentale; l’Europa disunita rischia infatti di non poter competere ad armi pari con le grandi superpotenze contemporanee, quali gli Stati Uniti, la Russia e la Cina.

Ma se così stanno le cose bisognerebbe avere il coraggio di ripensare dal- le fondamenta il progetto europeo; non limitarsi in altre parole ad un’unione di facciata, che lasciando eccessiva autonomia ai singoli stati nazionali, ri- schia di essere poco incisiva sul piano internazionale; piuttosto occorrerebbe realizzare uno stato federale a modello di quello americano, con effettivi poteri centrali, il più possibile unitario e coordinato, capace di esprimere una politica estera autonoma ed indipendente, ovviamente con il supporto di un esercito adeguato al suo ruolo; solo in questo modo l’Europa potrà mantene- re il ruolo che le si addice nello scacchiere internazionale.

2. L’unificazione del diritto privato europeo ad opera delle direttive e

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