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Libro II – I contratti e gli altri atti giuridici 2 a L’interpretazione del contratto

Sezione I. L’applicazione del DCFR nelle Corti nazional

2. Libro II – I contratti e gli altri atti giuridici 2 a L’interpretazione del contratto

Con particolare riferimento all’ammissibilità della prova di accordi preli- minari è interessante osservare che nel sistema inglese i fautori di tale istituto spesso richiamano, oltre alla normativa interna, anche le disposizioni conte- 26 TS 872/2011, Sala 1 de lo civil, 12 dicembre 2011. Url: http://www.poderjudicial. es/search/doAction?action=contentpdf&databasematch=TS&reference=6223450&lin- ks=%221830/2008%22&optimize=20120102&publicinterface=true. V. anche sentenza n° 95/2011, 9 marzo 2011, Juzgado de lo Mercantil n°1 in Las Palmas de Gran Canaria. 27 Ivi, par. 3.

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nute nel DCFR. Così, nel caso “Chartbrook vs Persimmon Homes”28, i Lords

hanno dichiarato ammissibile la prova avente ad oggetto precedenti accordi pre-negoziali, non potendo altrimenti distinguere tra, da un lato, gli elementi concernenti la fase anteriore alle negoziazioni e, dall’altro lato, quelli con- tenuti negli accordi pre-contrattuali. Tale decisione ha così determinato un vero e proprio revirement in materia, giustificato dagli stessi giudici inglesi alla luce della tradizione, seguita in numerose giurisdizioni europee, di at- tribuire rilevanza, ai fini dell’interpretazione del contratto, all’esistenza di precedenti accordi pre-negoziali. La presente regola, comune ad una plura- lità di ordinamenti, viene espressamente contemplata nel DCFR all’articolo II. – 8 : 102 DCFR.

Simile questione è poi stata affrontata dal Supremo Tribunal spagnolo in data 25 maggio 200929, nell’ambito di un caso inerente alla validità o

meno di un contratto di distribuzione. A tal fine si è dunque reso necessario procedere all’interpretazione del negozio, posto che, mentre per il giudice di primo grado si sarebbe trattato di una parte di un diverso contratto, per la Corte d’appello essa avrebbe invece dovuto ricondursi alla figura del nego- zio atipico.

Al riguardo è opportuno premettere che nel sistema spagnolo, salva l’ec- cezione della Catalonia, ai fini della stipula di un contratto di distribuzione non è richiesta né una forma particolare, né una specifica denominazione. Di conseguenza, ad avviso dei giudici della suprema giurisdizione, nel caso di specie troverebbero applicazione tanto le norme contenute nel codice civile spagnolo, quanto le analoghe disposizioni previste nel DCFR per i contratti non solenni. Sicché, sulla base dell’articolo II. – 8 : 106 DCFR30, ai sensi del

quale è preferibile l’interpretazione più favorevole alla validità del contrat- to, il Supremo Tribunal ha ritenuto che il negozio in oggetto debba essere ricondotto alla categoria dei contratti aticipi31. Invero, così come indicato

dai commentatori del DCFR, se una clausola del negozio risulta ambigua e può dunque essere interpretata, alternativamente, in modo tale da condurre all’invalidità od alla validità dello stesso, quest’ultima opzione è da preferir- si (principio del “favor negotii”)32.

28 Chartbrook Ltd v. Persimmon Homes Ltd and others, House of Lords (2009), UKHL 38, Lord Hoffmann, par. 39, p. 15 – 16.

29 TS 366/2009, Sala 1 de lo civil, 25 maggio 2009, RAJ 2009, n. 2417, p. 5963 – 5965. 30 Tale norma dispone infatti il principio della preferenza dell’interpretazione maggior- mente favorevole alla validità del contratto, allorché lo stesso possa essere interpretato in modo tale da risultare invalido.

31 Supremo Tribunal, 25 maggio 2009, par. 5.

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2 b. Contenuto ed effetti del contratto

In un caso deciso in data 23 settembre 201133, la Corte Suprema svedese

è stata chiamata a decidere se, nell’ipotesi di contratto avente ad oggetto una prestazione odontoiatrica malriuscita, le relative spese debbano esse- re sostenute prima dell’esecuzione dell’intervento riparatore. La questione controversa riguardava pertanto non già la sussistenza o meno dell’errore medico, sul quale non vi era discussione, bensì il momento del pagamento delle spese da parte del cliente. Al riguardo, ad avviso della clinica, dovreb- be farsi riferimento alle condizioni generali previste dal proprio regolamento interno, in base alle quali il pagamento della prestazione deve avvenire pri- ma della sua esecuzione e non in un momento successivo.

Sul punto, sia i giudici della corte d’appello che la Suprema Corte hanno ritenuto non applicabile al caso in oggetto la normativa svedese in tema di tutela dei consumatori, considerato che la stessa non comprende, nel proprio ambito di applicazione, le prestazioni di natura medica. Conseguentemente, in assenza di una specifica disciplina applicabile, i supremi giudici hanno considerato opportuno richiamare sia i propri precedenti giurisprudenziali, sia l’articolo II. – 9 : 103 (1) DCFR, al fine di stabilire se il paziente sia vincolato o meno alle condizioni generali contenute nel regolamento interno alla struttura ospedaliera.

Nella specie, per l’ospedale i pazienti sarebbero tenuti al rispetto delle predette condizioni generali a partire dal momento stesso del loro ricovero, con il conseguente dovere di pagamento della prestazione in parte in modo anticipato, in parte durante il trattamento ospedaliero in funzione di garan- zia. Tuttavia, ai sensi del citato articolo II. – 9 : 103 (1) e (3a), quando una clausola non sia stata negoziata tra le parti perché inserita anteriormente da una sola di esse, questa, a prescindere dalla sua natura standardizzata o meno, si considera come non apposta se ciò è richiesto dalla controparte34.

Pertanto, alla luce di tale disposizione, la Suprema Corte ha concluso che le condizioni generali inserite in un contratto, affinché possano essere do- tate di efficacia vincolante, devono essere note alla controparte prima della stipula del negozio. Sicché, considerato che nel caso di specie la struttura sanitaria non aveva preventivamente informato il paziente della norma ge- nerale relativa al momento del pagamento, questi non poteva considerarsi vincolato alla medesima. Di conseguenza, richiamando il citato articolo II

Reference (DCFR), op. cit., Book II, art. II – 8:106, p. 569.

33 Corte Suprema svedese, 23 settembre 2011, caso n. T 4062 – 09, NJA, 2011, p. 600 (NJA 2011: 59).

34 Definitions and Model Rules of European Private Law. Draft Common Frame of Reference (DCFR), op. cit., Book II, art. II – 9:103, p. 589 – 591.

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– 9 : 103 (1) DCFR35, la Corte ha escluso l’inadempimento del paziente per

non aver provveduto al pagamento prima dell’esecuzione della prestazione medica, non essendo lo stesso stato informato dell’esistenza della clausola generale sopra descritta.

In un caso non dissimile, la Suprema Corte olandese, pronunciatasi in data 11 maggio 201236, è stata chiamata a decidere se le condizioni generali

inserite in un contratto debbano considerarsi vincolanti o meno per le parti. Nella specie, la controversia verteva in particolare sull’ambito di applicabi- lità delle suddette condizioni, nell’ipotesi in cui le stesse abbiano previsto una limitazione di responsabilità in favore del ricorrente. Sul punto, dopo aver richiamato la normativa di una pluralità di sistemi giuridici ed osser- vato l’assenza di una soluzione univoca in materia, i supremi giudici hanno ritenuto di poter applicare il citato articolo II – 9 : 103 DCFR37, conside-

rando così le condizioni generali come elementi estranei alla negoziazione e dunque non vincolanti per le parti contrattuali.

3. Libro III – Obbligazioni e diritti delle parti

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