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Flessibilità e sicurezza, la flexicurity in Europa: cenni.

LA PROMOZIONE DI MANODOPERA ALTAMENTE QUALIFICATA NELLA STRATEGIA 2020 E NELLE INIZIATIVE COLLEGATE

2.4 Flessibilità e sicurezza, la flexicurity in Europa: cenni.

Prima ancora del lancio della Strategia Europa 2020, a dicembre 2007, il Consiglio Europeo aveva adottato i principi comuni di flessicurezza (flexicurity) dell’UE con l’obiettivo di modernizzazione i mercati del lavoro e promuovere l’occupazione 60 . Il termine fa riferimento agli elementi “flessibilità” e “sicurezza”: il primo auspica l’aumento della flessibilità in entrata e in uscita, il secondo intende parallelamente assicurare la presenza di adeguati livelli di protezione sociale nelle situazioni di minor tutela per i lavoratori che vanno così configurandosi 61 . In virtù delle sue caratteristiche, il modello considerato ideale è quello danese, in cui sono elevate tutela dell’occupazione e indennità di disoccupazione e altamente performanti le politiche attive per il mercato del lavoro 62, in particolare le misure per la formazione professionale.

A introdurre il concetto sono intervenuti gli orientamenti 2008-2010 63 in cui, agli orientamenti nn. 21 e 22, (cap. 2 “Migliorare la capacità di adattamento dei lavoratori e delle imprese”) si legge che gli Stati, nei processi di riforma, dovranno seguire propri percorsi di flexicurity, basati sui principi comuni adottati in seno al Consiglio. Al fine di aumentare l’adattabilità, l’occupazione e la coesione sociale, gli Stati membri sono stati invitati, quindi, a sviluppare meccanismi nazionali di flessicurezza e a concepire strategie di riforma dei mercati del lavoro di concerto con le parti sociali.

Dal momento della sua introduzione, la flexicurity ha assunto una crescente rilevanza per le politiche europee, come confermato dalla Strategia Europa 2020 e dall’Euro Plus Pact 64.

Anche in questo caso, dunque, l’utilizzo di uno strumento di “soft law” ha avuto ripercussioni dirette sulle politiche nazionali che, proprio grazie a misure elaborate nel segno della flessicurezza, come l’introduzione temporanea di nuovi o modificati regimi statali di disoccupazione, hanno registrato risultati più incoraggianti nella lotta

60 Cfr: Comunicazione della Commissione del 27.6.2007, Verso principi comuni di flessicurezza: Posti

di lavoro più numerosi e migliori grazie alla flessibilità e alla sicurezza Bruxelles, COM(2007) 359

def.; Conclusioni del Consiglio del 5/6.12.2007 relative alla comunicazione della Commissione europea “Verso principi comuni di flessicurezza”.

61 ISFOL, La flexicurity come nuovo modello di politica del lavoro, Collana I Libri del Fondo Sociale

Europeo, 2011, p. 13

62 B. Gazier, La stretegia europea per l’occupazione nella tempesta: il ripristino di una prospettiva a

lungo termine, in DRI, 2011, p. 59 ss.

63 Decisione del Consiglio 2005/600/CE del 12.7.2005 sugli orientamenti per le politiche degli Stati

membri a favore dell’occupazione.

alla disoccupazione e nel miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro nei periodi successivi alla crisi economica del 2008 65.

Sarà proprio con l’adozione della Strategia Europa 2020 che la flexicurity assumerà un nuovo e rafforzato ruolo nel raggiungimento degli obiettivi strategici.

Nella linea guida n.7 della Strategia “Aumentare la partecipazione al mercato del lavoro e ridurre la disoccupazione strutturale” si invitano infatti gli Stati “[…]ad integrare nelle loro politiche occupazionali i principi di flessicurezza” e […] “a introdurre una combinazione di contratti di lavoro flessibili ed affidabili, politiche attive del mercato del lavoro, formazione continua efficace, politiche a favore della mobilità dei lavoratori e sistemi di previdenza sociale adeguati e volti a garantire che quando intende cambiare di ruolo professionale il disoccupato abbia chiari i propri diritti e le proprie responsabilità e possa di conseguenza cercare attivamente un impiego 66”.

L’inizio del secondo decennio del Duemila segna per l’Unione Europea anche l’avvio di nuove procedure e l’adozione di pacchetti e documenti che si riveleranno strategici per l’azione europea degli anni successivi.

Ne sono esempi le misure di coesione sociale contenute nel Rapporto Barca 67 del 2009 e il Rapporto del Commissario Europeo Mario Monti, pubblicato a maggio 2010, sotto indicazione del Presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso 68, in cui si legge che il rafforzamento del mercato unico è strumentale alla crescita e all’occupazione.

Tra gli strumenti utilizzati dagli Stati Membri per uscire dalla crisi e fornire risposte concrete ai propri cittadini c’è anche il Semestre Europeo69, istituito per impulso della Commissione Europea a pochi mesi di distanza dall’adozione della Strategia Europa

65 Commissione Europea, Un'agenda per nuove competenze e per l'occupazione: Un contributo

europeo verso la piena occupazione, Lussemburgo, 2011, p. 6.

66 Comunicazione della Commissione Europea, del 27.4.2010, Proposta di Decisione del Consiglio

sugli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione - Parte II degli orientamenti integrati di EUROPA 2020, COM(2010) 193 def.

67 F. Barca, Un’agenda per la Riforma della Politica di Coesione, una Politica di Sviluppo Rivolta ai

Luoghi per Rispondere alle Sfide e alle Aspettative dell’Unione Europea, Rapporto indipendente Predisposto su richiesta di Danuta Hübner, Commissario europeo alla politica regionale, aprile 2009.

68 M. Monti, Una Nuova Strategia per il Mercato Unico al Servizio dell'economia e della Società

Europea, Rapporto Al Presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, 9 maggio 2010.

69 Il procedimento si avvia a gennaio con l’analisi annuale della crescita svolta dalla Commissione

Europea che individua le priorità generali dell’Unione; da tale analisi prende avvio il dibattito con gli Stati membri in preparazione del Consiglio europeo di primavera. I rispettivi PNR e i programmi di stabilità e convergenza sono presentati ad aprile. Partendo dalla valutazione dei programmi, la Commissione stila le raccomandazioni specifiche indirizzate ai singoli Paesi che dovranno essere approvate in sede di Consiglio.

Questo processo, con il passare del tempo, ha visto il crescente coinvolgimento del Parlamento europeo, sempre più in contatto con gli attori nazionali ed europei. Nel quadro del Semestre Europeo, gli Stati membri sono chiamati inoltre a informare le istituzioni circa i progressi compiuti nel raggiungimento degli obiettivi della strategia Europa 2020, rendendo così possibile un più puntuale monitoraggio delle riforme attuate in materia di istruzione, formazione e competenze.

2020, e diventato operativo dal 2011 70. L’obiettivo era consentire l’adozione delle misure di politica economica all’interno di un processo di maggiore coordinamento fra gli Stati così da assicurare stabilità e la ripresa di crescita e occupazione 71.

Il 2011 è stato anche l’anno dell’adozione dell’Euro Plus Pact” (EPP) 72, un pacchetto di misure approvato dai capi di Stato o di governo degli Stati della zona euro (a cui si aggiunsero Bulgaria, Danimarca, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania) strettamente connesso agli strumenti europei già esistenti, come la Strategia Europa 2020, il Semestre Europeo e le gli orientamenti integrati.

Il pacchetto, che vede al suo interno un mix di misure economiche e sociali, come l’irrobustimento della competitività, l’innalzamento del livello di occupazione, la sostenibilità delle finanze pubbliche e maggiore stabilità finanziaria, stabilisce inoltre la necessità della crescita contestuale di retribuzioni nominali e produttività del lavoro 73.

Anche in questa sede, un forte accento è posto al tema dell’occupazione e della creazione di nuovi posti di lavoro, poiché “Un mercato del lavoro che funziona è essenziale per la competitività della zona euro. […]” 74.

70 Il Semestre europeo è stato istituito con delibera del Consiglio Ecofin del 7 settembre 2010 e con

decorrenza 1 gennaio 2011. È stato successivamente disciplinato dal regolamento n. 1466/97/CE modificato dal Reg. n. 1175/2011/UE. La base giuridica è rappresentata dal cosiddetto “six-pack”, i sei atti legislativi che hanno riformato il patto di stabilità e crescita, anche attraverso nuovi meccanismi di sorveglianza degli squilibri macroeconomici: 5 Regolamenti e una Direttiva. 1) Regolamento n. 1173 del 16.11.2011 su sanzioni e ammende; 2) Reg. n. 1174 del 16.11.2011, su ammende; 3) Reg. n. 1175 del 16.11.2011 - modifica del Reg. 1466/97/CE; 4) Reg. n. 1176/2011 su “meccanismo di allerta e quadro di valutazione”; 5) Reg. n. 1177/2011, di modifica del Reg. n. 1467/97/CE; 6) Direttiva n. 85 dell’8.11.2011 sulle regole di bilancio degli Stati.

71 S. Sciarra, L’Europa e il lavoro, Solidarietà e conflitto in tempo di crisi, Laterza, Lecce, 2013, p. 12. 72 Consiglio Europeo, Conclusioni del Consiglio Europeo del 24 e 25 marzo 2011.

73 E. Massagli, Relazioni Industriali E Risorse Umane, Inflazione e contrattazione salariale:

inquadramento storico e prospettive evolutive dell'indice IPCA, in DRI, n. 3, 2013, pag. 717.

74 Consiglio Europeo, Conclusioni dei Capi di Stato o di Governo della Zona Euro dell'11 marzo 2011,

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