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Hikikomori e media: I numeri di un fenomeno 3.2 Hikikomori: Dal disagio sociale alla patologia

4) Ilinx, vertigine, una sorta di turbamento che provoca in chi gioca un sentimento di assorbimento quasi totale nell’attività fino al proprio

3.3 Hikikomori e media: I numeri di un fenomeno 3.2 Hikikomori: Dal disagio sociale alla patologia

3.1.1 Generazioni a confronto

3.3.1 Numeri riferiti ad Internet

3.1.2 Il significato del termine Hikikomori

3.3.2 Numeri forniti da specialisti che si occupano del fenomeno 3.2.1 Le molteplici cause e quello che comportano

3.2.2 Patologie associate

In questo paragrafo vengono trattate le differenze principali tra le generazioni passate e quelle fortemente a rischio isolamento sociale. La più quotata è sicuramente la presenza online delle nuove generazioni. Infatti, i ragazzi del nuovo millennio esternano se stessi principalmente sulla rete, soprattutto sui social media, e vivono gran parte della loro vita, magari quella più coinvolgente, davanti ad uno schermo. È attraverso quello schermo che trasmettono la maggior parte dei loro pensieri e pubblicano la propria intimità in blog o in social, basandosi sul sistema della condivisione. Internet ormai è diventato fondamentale all’interno della società, poiché fornisce un mezzo di comunicazione interattivo disponibile 24 ore su 24. La loro è una cultura basata sulla partecipazione e condivisione: interagire liberame nte con altre persone, condividere contenuti di ogni tipo e utilizzare quelli degli altri. Le nuove generazioni vivono all’interno una nuova cultura di tipo digitale pervasa e costruita dai media, sia vecchi che nuovi13.

Questi bambini e ragazzi sono nati e cresciuti utilizzando nuove tecnologie (computer, smartphone, tablet, videogiochi, ecc.) in un mondo digitalizzato e per questa ragione son pratici di questo linguaggio digitale, poiché ci hanno a che fare fin da piccoli.

La distanza generazionale che sembra tanto ampia tra genitori e figli è dovuta ad un cambiamento soprattutto dei linguaggi, in cui le narrazioni distese e comunicazione di persona sono state sostituite a parole brevi, contratte, e la comunicazione è diventata principalmente virtuale.

Lo stesso termine “Generazione H” viene utilizzato da Maria Rita Parsi, nota scrittrice e psicoterapeuta oltre che docente, per descrivere quei soggetti appartenenti alla Generazione Z a rischio Hikikomori. Conosciuta anche come Post-Millennials, poiché identifica chi È nato dopo i Millennials, dal 1995 fino al 2010. Sono quei giovani ragazzi nati già immersi nella tecnologia e per cui il linguaggio digitale è innato e naturale, ma che allo stesso tempo fin da piccoli possono venire catturati o peggio imprigionati dalla rete, soprattutto se non sono seguiti durante la loro navigazione dalla mediazione o guida di persone adulte preparate ai pericoli presenti nel mondo del web.

Si tratta di giovani adolescenti che si trovano a vivere una rottura con l’infanzia, diventando consapevoli dei cambiamenti del proprio corpo e di essere responsabili delle proprie scelte che coinvolgono non soltanto loro ma anche chi gli sta accanto. In tal senso ci si sente meno obbligati nei confronti dei loro genitori a favore di eventi che permettano di sperimentare cose nuove e vivere nuove esperienze. Dal punto di vista psicologico l’età adolescenziale può esprimersi in comportamenti assurdi, non ben visti all’occhio di un adulto, che spesso evidenziano la presenza di una sofferenza esistenziale e sociale rivolta non solo all’individuo ma a chi lo circonda dall’ambito familiare a quello amichevole. La pratica Hikikomori e autoreclusione sono segnali forti di un senso di inadeguatezza, presente soprattutto in fase adolescenziale. Non è un caso che la Parsi parli di una micidiale “bomba H” che sta bruciando i neuroni delle giovani menti causando danni spesso molto gravi.

La generazione H-ikikomori

3.1

“Un recente progetto dimostra come una vita senza i media possa risultare difficile ai nativi digitali. 200 studenti dell’università del Maryland sono stati sfidati a non toccare i propri “giocattoli” per 24 ore. Esatto: uno un giorno e una notte senza messaggini o portatili. Nessuna chat, nessun tweet, nessuna email e niente Facebook. I messaggi che hanno scritto nei blog riguardo la loro tremenda esperienza tradiscono i segni della dipendenza [...]” (Tuten & Solomon, 2014, p. 25)

3.1 La generazione H-ikikomori 41

Il paragone del fenomeno Hikikomori con una bomba sembra inizialmente esagerato ma acquista senso se si considera che è in Giappone che nasce come fenomeno per diffondersi in tutto il globo. Se internet da un lato può essere utilizzato per documentarsi e farne un giusto utilizzo, dall’altro le nuove tecnologie arrivano nelle mani dei giovani fin troppo presto e loro non le sanno utilizzare correttamente, il che spesso avvantaggia il loro ritiro e isolamento.

Ci sono alcuni articoli presenti nella “Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia” divulgati da Unicef che affermano l’importanza dell’educazione e partecipazione del bambino ai Media e alle nuove tecnologie. I paesi facenti parte dell’organizzazione riconoscono l’importanza svolta dai mass media per aver accesso a informazioni e programmi provenienti da fonti nazionali e internazionali, hanno il diritto di potersi esprimere liberamente e di poter formare una propria opinione personale.

- Art. 12 “Gli Stati parti garantiscono al fanciullo capace di discernimento il diritto

di esprimere liberamente la sua opinione su ogni questione che lo interessa, le opinioni del fanciullo essendo debitamente prese in considerazione tenendo conto della sua età e del suo grado di maturità. [...]”

- Art 13 “1) Il fanciullo ha diritto alla libertà di espressione. Questo diritto comprende

la libertà di ricercare, di ricevere e di divulgare informazioni e idee di ogni specie, indipendentemente dalle frontiere, sotto forma orale, scritta, stampata o artistica, o con ogni altro mezzo a scelta del fanciullo. 2) L’esercizio di questo diritto può essere regolamentato unicamente dalle limitazioni stabilite dalla legge e che sono necessarie: a) al rispetto dei diritti o della reputazione altrui; oppure b) alla salvaguardia della sicurezza nazionale, dell’ordine pubblico, della salute o della moralità pubbliche.”

- Art. 17 “Gli Stati parti riconoscono l’importanza della funzione esercitata dai mass media

e vigilano affinché il fanciullo possa accedere a una informazione e a materiali provenienti da fonti nazionali e internazionali varie, soprattutto se finalizzati a promuovere il suo benessere sociale, spirituale e morale nonché la sua salute fisica e mentale. [...].”

(https://www.unicef.it//doc/603/convenzione-diritti-infanzia-artt-11-20.htm - 08/08/2019) I media e il web influenzano fortemente il modo di agire, pensare ed esprimersi soprattutto nei bambini, preadolescenti e adolescenti che devono ancora formare una propria opinione personale sui fatti e sul mondo in generale. Occorre ricorrere a precauzioni per tutelare i minori. Se prima si parlava di tutela del “bambino televisivo” oggi, sempre di più, si parla di quella del “bambino virtuale”.

Senza adulti che monitorano e filtrano le informazioni veicolate ininterrottamente dalla rete questi piccoli “internauti” 15 possono correre molti

rischi. Non sono solo i giovani appartenenti alla Generazione Z ad essere in pericolo Hikikomori e dipendenza da internet, lo sono anche gli appartenenti alla Generazione Y, conosciuta come Millennials e composta da coloro che sono nati tra il 1980 e il 1996, chiamati anche nativi digitali.

I bambini, i preadolescenti e gli adolescenti sono dunque coloro che stanno diventando i maggiori utilizzatori della tecnologia, soprattutto quella più innovativa. Queste due generazioni in particolare hanno sviluppato un nuovo codice linguistico, a partire dalla messaggistica on-line, basato principalmente sulle emoji16 e lettere abbreviate.

Preferendo così le immagini rispetto al testo scritto, alle stesse faccine stilizzate viene affidata la comunicazione della maggior parte delle emozioni che si provano al momento o ad una risposta in particolare. Come già accennato in precedenza, manca un confronto diretto che lascia senza margini interpretativi, cosa che avviene spesso nella complessità dell’interazione web-mediata. Senza sminuire l’importanza di internet al giorno di oggi, emerge chiaramente come questa si basi prevalentemente su determinati canali comunicativi a dispetto di altri, agevolando o aggravando situazioni in cui manca nella comunicazione l’integrazione tra componenti cognitive ed emotive.Per questa ragione la maggior parte degli immigrati digitali facenti parte della generazione dei Baby Boomer, cioè chi è nato tra il 1945 e il 1964), fa fatica a cogliere il linguaggio utilizzato da queste nuove generazioni e forse per questo molti adulti si allarmano assistendo al modo con cui i ragazzi interagiscono col virtuale.

Va anche evidenziato che anche se questi giovani sembrano troppo influenzati dal mondo virtuale, per la maggior parte si tratta di ragazzi pieni di vita e idee, che nonostante tutto cercano di rimanere ottimisti sul loro futuro, anche se tendono a fare tutto subito e più esperienze possibile.

“Nell’affidare a un emoticon la complessità dell’emozione questa si restringe a un equivalente simbolico solo intellettualizzato: viene trasmessa l’idea dell’emozione, ma non l’emozione stessa. In questo modo l’innesco e le conseguenze cascata emozione che una singola emozione crea vengono facilmente evitati, pur riuscendo l’utente a dare informazioni sul proprio stato d’animo. Questo è in alcuni casi un altro effetto desiderato da quegli utenti che dietro

allo schermo si rifugiano.” (Tonioni, 2013, p. 92)

“Ci sono interi mondi particolarmente centrali nella vita dei figli, i quali sono invece completamente sconosciuti per i genitori, come ad esempio quello dei videogame. Sono ben pochi i genitori che possono dire di conoscere realmente i giochi con i quali loro figlio passa numerose ore al giorno.” (Crepaldi, 2019, p. 81)

Racconti e testimonianze di casi connessi all’abuso dei new media 3.1.1

Il doversi rapportare con persone di età, generazione, differenti dalla propria non è una novità: ogni generazione prima o poi si è dovuta confrontare con quella precedente e con aspetti sconosciuti di quella a seguire. Sicuramente un tratto distintivo di quest’epoca sono le chat e i social network, la struttura portante di internet oltre che del nuovo modo di stare al mondo. Da sempre la comunicazione che avviene tra genitore e figlio è problematica, entrambi provengono da due generazioni diverse, sono nati e cresciuti in contesti o all’interno di situazioni storiche differenti. Per esempio chi è nato quando le nuove tecnologie erano già presenti ha competenze informatiche innate, non possedute dalle generazioni precedenti. I più giovani sono spontaneamente attratti dal mondo online, che padroneggiano ed esplorano con molta facilità.

3.1.1 Generazioni a confronto 43

Oltre al mondo di internet, un’altra differenza sostanziale è quella secondo la quale sempre meno giovani si riconoscono nelle religioni che un tempo erano una delle basi che tendevano a raggruppare le persone. La società moderna ha più fiducia verso il progresso tecnologico nella scienza. Tutte queste cose, da internet al crollo della religione, possono rappresentare una grande barriera generazionale.

Nel dettaglio le generazioni, l’età e cosa le contraddistingue:

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