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Sondaggio somministrato a persone esterne 8.4 Convegno e intervista alla Dott Maria Rita Pars

ASPETTI TERAPEUTICI: DAL CONTESTO SOCIALE

Applicazione 7.1.5 Purtroppo, durante la ricerca non si sono trovate molte applicazioni che

8.3 Sondaggio somministrato a persone esterne 8.4 Convegno e intervista alla Dott Maria Rita Pars

8.2.3 Conseguenze di questa problematica 8.2.2 Abitudini e comportamenti

Cosa comporta questo tipo di ricerca

8.1

Poter intervistare un Hikikomori non è affatto semplice, non sono molto aperti a relazionarsi con estranei e in caso per farlo occorre molto tempo. Quindi interviste a quattrocchi con loro o anche via skype sono state impossibili, causa poca fiducia e poco tempo di conoscenza avvenuta con qualcuno di loro. Va evidenziato che spesso si tratta di ragazzi che sono molto timorosi, insicuri e la vergogna in loro regna sovrana, per questo metterli in mezzo è altamente difficile ma anche, data la loro situazione, sconsigliato: non amano sentirsi messi in causa in prima persona soprattutto da persone “estranee”, nel caso preferiscono essere loro stessi a raccontare o narrare la loro storia e questo avviene, nella maggior parte dei casi, quando ormai sono fuori, o quasi, da Hikikomori.

Quindi nonostante in questi mesi sia venuta in contatto con reclusi sociali o presunti tali, ho deciso di non mettere totalmente per iscritto le loro testimonianze ma da queste ho appreso molto e sicuramente ne ho tratto vari spunti per scrivere determinate cose all’interno della mia tesi, piuttosto che altre.

Fortunatamente sui libri letti e sul web sono presenti molte testimonianze di ex Hikikomori e video che trattano l’argomento, offrendo parecchi spunti su cui poter riflettere e trarre informazioni. Soprattutto nei testi sono raccontati casi clinici, di persone state o tutt’ora in cura, che sono risultati utili per ottenere dati concreti su cui lavorare.

Infatti è stata fondamentale l’osservazione partecipante e analisi dei testi: andare nei luoghi tipici di incontro e relazione, vedere oggi come consistono e segnare in maniera oggettiva gli atteggiamenti o eventi che colpiscono l’attenzione Oltre l’analisi dei testi è stata fondamentale l’osservazione partecipante: andare nei luoghi tipici di incontro e di relazione, per vedere in prima persona e segnare in maniera oggettiva gli atteggiamenti o eventi che caratterizzano la comunicazione. Facendo così si sono notate molte cose: l’utilizzo degli smartphone anche in mezzo agli altri che permettono di isolarsi pur rimanendo in compagnia; persone che si incontrano ma scambiano sempre meno parole e passano il tempo a far foto postandole immediatamente sui propri canali social. Giungendo a diverse conclusioni didascaliche riguardo: cause, abitudini e comportamenti, conseguenze di questa tendenza.

Invece per quanto riguarda interviste ad esperti sull’argomento è stato molto difficile come designer poterne ottenere. Infatti, nel corso dei mesi ho provato a contattare diversi specialisti via mail istituzionale del Politecnico di Milano ma con scarso successo a parte poche eccezioni.

Di fatti a partire da Agosto 2019 ho cercato di contattare via mail accademica, quella fornita dal Politecnico di Milano, vari esperti e associazioni a loro connesse ma con scarsi risultati, infatti non mi è stato fornito alcun tipo di riscontro, a parte rare eccezioni. Questo malgrado mi presentassi come Laureanda ed esponessi l’argomento della tesi di Laurea Magistrale. Purtroppo non ho ricevuto risposta alcuna, a parte quando ho contattato via email l’Associazione Il Minotauro di Milano, da cui mi è stato rilasciato il contatto del presidente Matteo Lancini. Ma questo esperto della tematica nonostante mi avesse fatto rispondere dalla segretaria, lasciandomi il recapito telefonico, essendo io esterna al fenomeno e figura professionale non ben inquadrata, non si è dimostrato favorevole a rilasciare un’intervista, mi ha solo consigliato di leggere la sua ultima pubblicazione e nel caso avessi dubbi su qualcosa contattarlo ma tutto questo solo dopo aver letto il suo libro “Il ritiro sociale negli adolescenti. La

solitudine di una generazione iperconnessa.” da lui pubblicato recentemente.

Nello stesso mese ho provato a contattare via mail anche la Cooperativa Sociale Onlus Hikikomori di Milano senza ricevere risposta. Verso Novembre 2019 ho deciso di contattare nuovamentevarie enti fra cui la Cooperativa che questa volta ha risposto alla email e mi ha gentilmente chiesto un recapito telefonico

8.2 Osservazione partecipante e analisi dei testi 155

per poter essere contattata, in modo da parlare via telefono e fissare un incontro, ma purtroppo il riscontro non è avvenuto in tempo da poter essere trascritto su questa tesi. Sicuramente si sono rivelati una realtà attiva nell’affrontare la problematica e voler intervenire per informare a riguardo.

Ad avermi, invece, sempre risposto è stato Marco Crepaldi, presidente dell’associazione Hikikomori Italia e gestore dei principali social ad essa connessi. Questa figura professionale si è sempre dimostrata disponibile e non ha mai esitato a fornire una replica ai miei quesiti posti soprattutto via instagram, tramite direct. Invece, sì è rivelato molto formante il convegno tenuto il 22 Novembre 2019 al centro culturale di Cogliate, in provincia di Milano, dalla Dottoressa Maria Rita Parsi. Poiché oltre ad aver permesso a molte persone presenti di ricevere informazioni illuminanti, dopo essermi organizzata con i curatori della serata, mi è stato permesso di intervistare la dottoressa e ottenerre dei riscontri su alcune delle mie domande.

È stato anche molto utile un sondaggio, diviso in sezioni generiche fra cui due dedicate in modo specidifo a genitori e insegnanti, da far compilare da persone esterne e diffuso online attraverso molteplici canali, principalmente online e passaparola. Questo ha permesso di far mente locale su come viene vissuto mediamente il rapporto con internet ma anche quanto e in che modo è conosciuto il fenomeno della reclusione sociale, in particolare gli Hikikomori.

Osservazione partecipante e analisi dei testi

8.2

Questo tipo di indagine etnografica non solo ha permesso di osservare in modo inoffensivo le persone e i loro abituali posti di aggregazione, sia online che offline, ma si è anche presentata come un’ottima opportunità per notare come avvengono al giorno d’oggi le comunicazioni tra gli individui. Capita infatti spesso che, nonostante ci si trovi vicini nella realtà, si preferisca rapportarsi tramite mezzi digitali come social network.

Attraverso questo tipo di indagine si sono notate molte cose, tra cui: l’utilizzo degli smartphone perennemente, mentre si cammina, si guida o anche in mezzo agli altri, che portano ad isolarsi pur rimanendo in mezzo alla gente; persone che si scambiano sempre meno parole e passano il tempo connessi online anche assieme agli altri. Quasi come se la tecnologia digitale fosse diventata una parte del corpo da cui è quasi impossibile staccarsi.

Per quanto riguarda, invece, l’analisi dei testi esistenti che parlano di Hikikomori, la lettura di determinati libri ha permesso di capire diverse cose riguardo questo fenomeno: le molteplici cause che possono portare alla reclusione; i vari stadi di Hikikomori; le patologie che possono presentarsi o essere preesistenti; le associazioni e i centri presenti sul territorio; le diverse terapie o metodi utilizzati dagli esperti a seconda della gravità del caso; e soprattutto quali sono i comportamenti che è bene mettere in atto.

In generale aiutare queste persone non è semplice, soprattutto quando non si rendono conto d’avere un problema. A tal proposito l’Associazione Hikikomori Italia, durante la quotidiana attività svolta a sensibilizzare e informare, è giunta a stilare una serie di “Buone prassi” valide non solo per le persone coinvolte, come genitori, insegnanti e professionisti, ma rivolte anche a chiunque desidera avvicinarsi efficacemente ad un ritirato sociale.

Queste sono “buone prassi” sono otto e si dividono in:

1) Riconoscere la sofferenza: è importante sforzarsi di comprendere il

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