3. La Santa Sede e le organizzazioni internazionali
3.1 Profili storici
3.1.2. La Santa Sede e le Nazioni Unite
3.1.2.3. I rapporti nel corso del Pontificato di Giovanni
Alla luce di quanto visto, si può asserire che il favore vaticano rivolto alle Nazioni Unite e, più genericamente, al modello delle organizzazioni
630 Si fa riferimento - inter alia - all’Alto Commissariato per i rifugiati (UNHCR), alla Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD) e all’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL). Cfr. G. RULLI, La Santa Sede e l’ONU,op. cit.,p.158;I.E.CARDINALE, The Holy See and the International Order, op. cit., p. 233.
631 Cfr. C. MENEGUZZI ROSTAGNI,La Santa Sede e le organizzazioni internazionali: un approccio storiografico, op. cit., pp. 263-265.
632EAD., La Santa Sede e l’ONU, op. cit., p. 59.
633 F.MARGIOTTA BROGLIO, Chiesa cattolica e organizzazioni internazionali, op. cit., p. 5.
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intergovernative634, trovò risvolti complementari nella politica - gradatamente presenzialista - assunta dalla diplomazia pontificia negli altri suoi numerosi fronti di impegno.
Per la Sede Apostolica, lo sviluppo di relazioni internazionali di natura globale, la promozione delle rivendicazioni terzomondiste ed il tema della pace (in primis in terra vietnamita), dovevano ottenere fisiologiche simmetrie in assisi decisionali aliene - nei limiti del pragmaticamente consentito - dalle difficoltà connesse agli assiomi della contrapposizione bipolare.
“La visione maturata ed espressa da Paolo VI all’ONU è un nodo decisivo non solo per una nuova identità della Chiesa Cattolica come soggetto attivo tra le nazioni e tra gli attori internazionali, ma anche per lo sviluppo di un impegno diplomatico che mira a rappresentare un terreno di incontro e di pacificazione tra popoli e Stati, ponendo le premesse di quella “teologia delle nazioni” elaborata […] da Giovanni Paolo II”635.
Ciò esposto, furono gli indirizzi dottrinali adottati dal Papa di Wadovice a segnare - negli oltre venticinque anni del suo Pontificato (1978-2005) - le varie ed alterne fasi del suo rapporto con le Nazioni Unite.
Per quanto sin dalla prima Enciclica wojtyliana - la “Redemptor Hominis” (4 marzo 1979)636 - e nell’allocuzione tenuta dinanzi all’Assemblea Generale dell’ONU637 (2 ottobre 1979), possa cogliersi un apprezzamento di fondo per
634 Particolarmente interessanti possono dirsi le riflessioni contenute, sull’argomento, in: A.
CASAROLI, La Santa Sede e la Comunità Internazionale, XXIX, 1974, pp. 598-599; 608-609.
635 P.BORRUSO, L’Onu, la pace e il terzo mondo nella politica internazionale della Santa Sede, op. cit., p. 496.
636 GIOVANNI PAOLO II, Enciclica Redemptor Hominis, 4 marzo 1979, punto 17, reperibile online sul sito:
http://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/encyclicals/documents/hf_jp-ii_enc_04031979_redemptor-hominis.html.
637 ID., Discorso all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, 2 ottobre 1979, punto 3, reperibile online sul sito:
https://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/speeches/1979/october/documents/hf_jp-ii_spe_19791002_general-assembly-onu.html.
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le finalità intrinseche a tale organizzazione, non può nascondersi come - soprattutto a partire dagli anni Novanta - non mancarono serie ragioni di attrito per la Santa Sede638.
Invero, con la caduta del Muro di Berlino, il marcato emergere della predominante influenza statunitense nella gestione degli affari internazionali, andò ad incontrare - talvolta in termini netti - la contrapposizione vaticana639. Ne discese, dunque, già nell’Enciclica “Centesimus Annus” (1 maggio 1991)640, l’invito di Giovanni Paolo II ad un ripensamento costitutivo delle stesse Nazioni Unite, che venne sintomaticamente ribadito nell’allocuzione declamata dal podio dell’Assemblea Generale, il 5 ottobre 1995641.
“La Sede Apostolica non soltanto tiene in grande conto la propria collaborazione con l’ONU, ma fin dalla nascita dell’Organizzazione ha sempre espresso la propria stima e il proprio consenso per lo storico significato di questo supremo foro della vita internazionale e dell’umanità contemporanea”.
638 In materia, importanti precisazioni si rinvengono - specie per ciò che concerne i documenti magisteriali di Papa Wojtyla - in: B. ESPOSITO, Il Diritto Internazionale tra passato e futuro: l’apporto della Dottrina cattolica e di Giovanni Paolo II. Una proposta concreta per la sua evoluzione, in Angelicum, 81, 2004, pp. 197-206; ID., Il contributo di Giovanni Paolo II all’evoluzione di un diritto internazionale al servizio della famiglia delle Nazioni, in L’Osservatore Romano, 11 gennaio 2004.
639 Cfr. R. BENIGNI, La neutralità della Santa Sede, in Archivio Giuridico “Filippo Serafini”, CCXXII, 2002, 2, pp. 248-249; C. MENEGUZZI ROSTAGNI,La Santa Sede e le organizzazioni internazionali: un approccio storiografico, op. cit., pp. 269-270.
640 GIOVANNI PAOLO II, Enciclica Centesimus Annus, 1 maggio 1991, punto 21, reperibile online sul sito:
http://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/encyclicals/documents/hf_jp-ii_enc_01051991_centesimus-annus.html.
“[N]on si può tuttavia tacere il fatto che il bilancio complessivo delle diverse politiche di aiuto allo sviluppo non è sempre positivo. Alle Nazioni Unite, inoltre, non è riuscito fino ad ora di costruire strumenti efficaci per la soluzione dei conflitti internazionali alternativi alla guerra, e sembra esser questo il problema più urgente che la comunità internazionale deve ancora risolvere”.
641 GIOVANNI PAOLO II, Discorso all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, 5 ottobre 1995, punto 14, reperibile online sul sito:
https://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/speeches/1995/october/documents/hf_jp-ii_spe_05101995_address-to-uno.html.
“A cinquant'anni dalla sua istituzione, se ne vede ancor più la necessità, ma si vede anche meglio, in base all'esperienza compiuta, che l'efficacia di questo massimo strumento di sintesi e coordinamento della vita internazionale dipende dalla cultura e dall'etica internazionale che esso sottende ed esprime. Occorre che l'Organizzazione delle Nazioni Unite si elevi sempre più dallo stadio freddo di istituzione di tipo amministrativo a quello di centro morale, in cui tutte le nazioni del mondo si sentano a casa loro, sviluppando la comune coscienza di essere, per così dire, una ‘famiglia di nazioni’”.
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Tuttavia, pur permanendo una non sempre piena coincidenza di vedute tra la Sede Apostolica e l’ONU, negli anni a venire la collaborazione tra i soggetti summenzionati si è consolidata, in primis sul piano strettamente giuridico642. A tal proposito, sebbene ancora recentemente la Santa Sede abbia invocato una riforma strutturale dell’organizzazione, paiono significativi i commenti di Papa Francesco, espressi nel corso dell’ormai tradizionale discorso pontificio pronunciato presso la “Quarantaduesima strada”, a New York643. Si può infatti affermare che il Pontefice argentino si sia posto - pur con indubbie singolarità - in evidente linea di continuità, nel campo internazionale, con l’operato di Paolo VI.