1. Profili storici. Dagli albori della Cristianità ai nostri giorni
1.2. Premesse ed esiti della Riforma dell’XI secolo
Fu grazie al portato idealistico e all’evoluzione di nuove forme di monachesimo che poté instillarsi il seme dell’auspicato rinnovamento ecclesiale.
Il rigore dei movimenti cluniacense e cistercense offrì, infatti, un valido stigma esegetico nell’opera di contrasto alle pratiche simoniache e nicolaitiche (grandemente diffuse presso l’alto clero); ed inoltre funse da fertile substrato nella rivoluzione concettuale che caratterizzò la posizione della Santa Sede tra l’XI e il XIII secolo46.
Nel periodo indicato, invero, la Sede Apostolica costituì espressione di una supremazia intersoggettiva che poté manifestarsi tanto nelle questioni di natura spirituale, quanto con riguardo ad aspetti di carattere più squisitamente politico e temporale.
Iniziali passi in avanti si ebbero con la conclusione del Concilio di Sutri (1046), che vide l’Imperatore Enrico III - artefice di una vera e propria campagna di moralizzazione dell’episcopato - nominare Papa una sua personale e stimata conoscenza, il vescovo Suidgero. Primo di una serie di Pontefici di origine germanica, il citato candidato imperiale palesò sin da subito quelle intenzioni di riforma che sarebbero poi state portate a tangibile
45 A conclusione del paragrafo, non vi sono parole più efficaci di quelle utilizzate dal Prof.
Capitani (nella biografia di uno dei tre reclamanti la Sede Petrina (Benedetto IX)): “A Teofilatto, è toccato di rappresentare, nel valore emblematico più significativo e con una peculiarità di motivazioni, in un contesto unico, forse, in tutta la storia del Papato altomedievale, il segno della assoluta mondanizzazione e strumentalizzazione del potere papale, (…)”, in: O. CAPITANI, Benedetto IX, in Enciclopedia dei Papi, Istituto della Enciclopedia Italiana, 2000, vol. II, p. 138.
46 Cfr. A. CORTONESI, Il medioevo. Profilo di un millennio, op. cit., p. 167.
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compimento - negli anni immediatamente a venire - da tre suoi importanti successori47.
In primis, si fa riferimento a Leone IX, che nel Concilio di Reims (1049) affermò a chiare lettere l’indipendenza dell’ordinamento giuridico ecclesiastico e la posizione primaziale del vescovo di Roma48.
In secondo luogo, è da sottolinearsi la significativa valenza assunta dal Decreto “In nomine Dei” (aprile 1059), emanato da Niccolò II, in seno al Concilio Lateranense: con tale atto, sulla base di evidenti richiami alla tradizione evangelica, si decise la partecipazione esclusiva dei vescovi cardinali - “quali eredi e continuatori del collegio degli apostoli” - alle future designazioni papali49.
Da ultimo, è doveroso menzionare Gregorio VII (al secolo, Ildebrando di Soana), il quale - tra il 1075 e il 1076 - redasse le celebri ventisette proposizioni del “Dictatus Papae”, dando una svolta ben precisa al ruolo di incontrastato rilievo e di assoluta preminenza che sarebbe spettato alla figura del Pontefice per circa duecentotrenta anni50.
Il rapporto di parziale subordinazione cui erano tenuti i Papi - fino a pochi decenni prima, nei confronti dell’imperatore - si rimodulava antiteticamente:
“[s]ubstituting the feudal for the imperial model, Gregory planned a European league of peoples in the form of a system of vassalage binding state to the Holy See by legal and political ties”51.
47 Ivi, pp. 168-171.
48 Cfr. F. KEMPF,Il primo Medioevo: progressivo distacco da Bisanzio, l’epoca carolingia, gli Ottoni e la riforma gregoriana (8-12 sec.), Jaca Book, Milano, 1992, pp. 460-461. Pur fortemente deplorata dallo stesso, fu sul declinare del Pontificato di Leone IX che ebbe a consumarsi lo storico scisma con la Chiesa d’Oriente. Cfr. M. PARISSE, Leone IX, in Dizionario biografico degli italiani, op. cit., 2005, vol. LXIV, pp. 511-512.
49 A. MELLONI, Il Conclave. Storia dell’elezione del Papa, Il Mulino, Bologna, 2005, p.
35; A. AMBROSINI, Niccolò II, in Enciclopedia dei Papi, op. cit., vol. II, p. 174.
50 Cfr. A. CORTONESI, Il medioevo. Profilo di un millennio, op. cit., p. 173.
51 R.J. ARAUJO -J.A.LUCAL, A Forerunner for International Organizations: the Holy See and the Community of Christendom - with Special Emphasis on Medieval Papacy, op. cit., p. 332.
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Ed è proprio lungo siffatta direttrice che può leggersi il noto episodio di Canossa52, così come la spinta di Gregorio VII alla nascita di importanti relazioni con numerose entità europee, tra cui poterono annoverarsi il regno d’Ungheria, i ducati di Polonia e di Boemia, e il regno di Kiev53.
Del resto, ulteriore e chiara testimonianza dell’accresciuta potenza della Santa Sede può rinvenirsi con l’indizione delle Crociate, al tramontare dell’XI secolo54. Nei Concili di Piacenza (marzo 1095) e di Clermont (novembre 1095), emersero con forza le valutazioni politiche e religiose di Urbano II: l’intervento in Terra Santa divenne l’occasione per tentare di riunire le due Chiese e - parallelamente - per cercare di arrestare la pressante minaccia musulmana alla cristiana Costantinopoli55: la positiva risposta all’appello, da parte dei sovrani cattolici, rappresentò il prestigioso suggello dell’autorità papale56.
Circa quest’ultimo aspetto, poi, possono dirsi sintomatici gli sforzi profusi da Innocenzo III al fine di dare vita alla Quarta Crociata57, e di legittimare la superiorità del proprio potere; una supremazia che il Pontefice anagnino58
52 Cfr. F. KEMPF,Il primo Medioevo: progressivo distacco da Bisanzio, l’epoca carolingia, gli Ottoni e la riforma gregoriana (8-12 sec.), op. cit., pp. 495-499.
53 O.CAPITANI, Gregorio VII, in Enciclopedia dei Papi, op. cit., vol. II, p. 207.
54 Giova indicare, al riguardo, la precorritrice offerta dell’indulgenza, da parte di Papa Alessandro II, a tutti coloro che avessero combattuto contro gli infedeli musulmani (1064).
Cfr. J.M. LABOA, La storia dei Papi: tra il regno di Dio e le passioni terrene, Jaca Book, Milano, 2007, p. 151.
55 F. COGNASSO, Crociate, in Enciclopedia Italiana di scienze, lettere ed arti, op. cit., 1951, vol. XII, pp. 8-10.
56 Sul tema, seppur controversa, certamente rivelatrice si mostra, inoltre, la vicenda concernente la Bolla di Papa Adriano IV, con cui il Pontefice inglese avrebbe addirittura consentito ad Enrico II Plantageneto - nel 1155 - di conquistare le terre d’Irlanda. Cfr. R.J.
ARAUJO., TheInternational Personality and Sovereignty of the Holy See, op. cit., p. 298.
57 In ogni caso, preme sottolineare - a prescindere dall’invocata mobilitazione bellica - la moltitudine di rapporti (di natura non esclusivamente temporale) che Papa Innocenzo III riuscì a stringere con tutti i regni cristiani, con l’universo greco-bizantino e con alcune importanti autorità islamiche. W. MALECZEK, Innocenzo III, in Enciclopedia dei Papi, op.
cit., vol. II, p. 343.
58 “Il papa più intelligente e maestosamente teocratico dell’epoca”. Con tali espressioni viene tratteggiata la figura di Innocenzo III, in: C. CARDIA, La Chiesa tra storia e diritto, op. cit., p. 55.
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delineò mirabilmente nella decretale “Solitae”: “sicut luna lumen suum a sole sortitur quae re vera minor est illo quantitate simul et qualitate, situ pariter et effectu; sic regalis potestas ab auctoritate pontificali suae sortitur dignitatis splendorem”59.
D’altra parte, è proprio in siffatta ottica che possono leggersi i rapporti che si instaurarono tra lo stesso Innocenzo III e Gregorio IX, con il sovrano svevo Federico II: questi si ritrovò ad essere addirittura scomunicato pur avendo ottenuto, nel corso della Sesta Crociata (1128-1229), ottimi risultati diplomatici e la liberazione di Gerusalemme60.
Una potestà totalizzante, dunque - quella brevemente tratteggiata61 - e che, tuttavia, già sul volgere al termine del Milleduecento fu oggetto di un primo, serio ridimensionamento, a causa del consolidarsi delle giovani monarchie nazionali.