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I sondaggi e la costruzione delle alleanze

Nel documento strumenti per la didattica e la ricerca (pagine 162-166)

I sondaggi e la costruzione della politica

9.2 La prima fase: il sondaggio come strumento di costruzione dell’offerta

9.2.1 I sondaggi e la costruzione delle alleanze

in questo primo periodo i politici fanno un ripetuto ricorso ai sondag-gi per sondag-giustificare e lesondag-gittimare, agli occhi degli elettori e probabilmente anche delle loro segreterie di partito, le scelte sulle alleanze da stringere o da rifiutare in vista della futura competizione elettorale e della eventuale formazione del governo del paese. sul piatto ci sono cambiamenti impor-tanti: in primis la scelta del neonato partito democratico di non riproporre la coalizione con i partiti di sinistra. Veltroni ribadisce più volte la necessità tattica e politica di ‘correre da solo’, ma altri esponenti del pd (ad esempio

2 sono quindi esclusi gli articoli sulle primarie americane, sulle elezioni in Francia e in spa-gna, e su temi di carattere vario, non politico, che citassero sondaggi.

Franceschini) non sembrano d’accordo. per quanto riporta il Corriere della Sera:

i sondaggi potrebbero influenzare molto questa decisione: se non desse-ro per scontata la sconfitta, come oggi appare, allora Veltdesse-roni potrebbe essere tentato di giocare per la vittoria, alleandosi con la cosa rossa (Corriere della Sera 4 febbraio 2008: 12)

lo stesso Veltroni, il 6 febbraio partecipando alla trasmissione Matrix, afferma che la scelta della separazione dalla cosa rossa è, secondo i son-daggi, premiante; il giorno successivo anche gli altri leader del pd sembra-no condividere la decisione:

Bertinotti la pensa come me, i sondaggi con la cosa rossa e il pd separati sono molto più incoraggianti (dichiarazione riportata su Corriere della Sera 7 febbraio 2008: 8).

sondaggi sul tavolo, adesso nessuno tra i leader democratici contesta la scelta della corsa solitaria nel nome di Veltroni (Corriere della Sera 8 febbraio 2008: 6)

le motivazioni della decisione addotte da la Repubblica, e le citazioni del leader del pd riportate, sono differenti. nessun accenno ad un vantaggio nelle previsioni di voto, ma piuttosto il riferimento ad una scelta coraggio-sa e rischiocoraggio-sa. i sondaggi restano comunque protagonisti del discorso, an-che se evocati con accezione negativa per prenderne le distanze:

soli vuol dire soli: non è una scelta tattica di convenienza. È l’unico modo possibile per indicare una direzione nuova, in queste condizioni. e poi io non credo ai profeti di sventura né ai sondaggi. credo in quello che sento (dichiarazione di Veltroni riportata su la Repubblica 5 febbraio 1998: 1).

anche nella coalizione di centrodestra si discute sulle alleanze: la de-cisione di correre sotto un unico simbolo con alleanza nazionale, ed eventualmente con l’udc di casini, allarma qualcuno; ma come precisa il Corriere:

in fin dei conti Berlusconi ha deciso dopo aver valutato attentamente i sondaggi: e almeno dei numeretti del capo, in Forza italia, tutti ancora si fidano (Corriere della Sera 9 febbraio 2008: 3).

anche la scelta di non fare concessioni a casini, posto di fronte all’ulti-matum di entrare in coalizione rinunciando al proprio simbolo o di correre da solo, è sostenuta pubblicamente da risultati di sondaggi incoraggianti per il pdl. nella cronaca de la Repubblica dell’8 febbraio la consultazione dei sondaggi sembra sostituire quella della dirigenza del partito. È quanto riportano sia il Corriere sia la Repubblica:

nessuna concessione al mantenimento del simbolo udc. i sondaggi in suo possesso inchioderebbero casini a percentuali irrisorie, se corresse da solo (la Repubblica 10 febbraio 2008: 6).

«e se quelli dell’udc voglio stare fuori… tanto meglio». come sempre gli è capitato, anche stavolta la scelta è stata compiuta in solitudine. silvio Berlusconi ha tenuto all’oscuro lo stato maggiore del suo partito e gli alleati.

Ha ordinato sondaggi e tabelle elettorali. Ha commissionato studi di fattibi-lità e di impatto politico a livello locale […] lo ‘strappo’ del cavaliere nasce proprio dalla lettura degli ultimi sondaggi che indicano nel pd una inaspet-tata capacità di calamitare i voti di centro. […] nel weekend saranno pronti gli ultimi sondaggi commissionati. i cui risultati saranno determinanti per le scelte definitive. anche per quanto riguarda il rapporto con i centristi (la Repubblica 8 febbraio 2008: 6)

la diffusione dei risultati dei sondaggi diviene, nel braccio di ferro fra casini e Berlusconi, una vera e propria arma usata per intimorire (se non minacciare) la controparte:

Berlusconi: «Gli chiedo di lasciare, magari momentaneamente, il suo simbolo, che non è tanto antico, altrimenti il rischio per loro è di ottenere un risultato modesto, il pdl da solo è 10-12 punti avanti il pd». casini: «ma non scherziamo, vi pare che posso entrare in una cosa fatta di notte e decidere coi sondaggi, suoi, come starci?» (dichiarazioni di Berlusconi e casini riportate sul Corriere della Sera 15 febbraio 2008: 10)

secondo i calcoli del cavaliere il leader dell’udc potrebbe non arrivare al 4%, dunque scomparire politicamente, non prendere un solo deputato.

secondo altri numeri, mischiando orientamenti di voto e simulazioni sui ri-sultati 2006 (dunque sottostimate, ad oggi, per il centrodestra) «avrò almeno 18 senatori in più. anche senza casini». secondo i sondaggi vinceremo cer-tamente in puglia, campania e piemonte, oltre a confermare tutte le regioni del nord (Corriere della Sera 17 febbraio 2008: 2)

anche le alleanze (e le mancate alleanze) con le altre forze minori del centrodestra sono valutate in base alle previsioni dei risultati elettorali. non nasce mai il dubbio che possano non essere attendibili rilevazioni relative a partiti appena costituiti, poco conosciuti, e a così grande distanza dalle ele-zioni stesse. È per esempio il caso della Lista per la vita di Giuliano Ferrara, nata sull’onda di un movimento che propone una moratoria sull’aborto:

all’entusiasmo di Ferrara, convinto del proprio successo, risponde lo scet-ticismo del leader del pdl timoroso di perdere consensi da quell’alleanza.

l’unico dubbio che Ferrara non ha è sull’esito delle elezioni: «silvio Ber-lusconi è già a palazzo chigi anche perché si imparenterà con la mia lista che è già al 6% nei sondaggi» (la Repubblica 17 febbraio 2008: 13).

Quanto alle riserve del cavaliere sulla lista Ferrara, hanno pesato le va-lutazioni della società di sondaggi di euromedia research, che gli ha con-fermato che «la maggioranza delle donne non ha capito cosa Ferrara vuole fare» (Corriere della Sera 20 febbraio 2008: 11).

allo stesso modo i risultati dei sondaggi sono portati a giustificazione dell’esclusione di mastella dall’alleanza di centrodestra, o di un atteggiamento più morbido con il Movimento per le Autonomie del siciliano raffaele lombardo.

i sondaggi ci hanno mostrato impietosamente che le difficoltà erano ele-vate, con mastella avremmo perso dagli 8 ai 12 punti. e questi sondaggi hanno influenzato anche roberto maroni e Gianfranco Fini (dichiarazione di Berlusconi riportata sul Corriere della Sera 5 marzo 2008: 10).

[mastella] ha trovato tre fieri avversari: Fini, maroni e i sondaggi, che lo indicano come un appestato (Corriere della Sera 7 marzo 2008: 8).

Gli brucia l’uscita di Berlusconi che, per giustificare di non aver rispetta-to il contratrispetta-to stipularispetta-to con lui al momenrispetta-to della caduta di prodi (dieci posti sicuri in lista), ha parlato di sondaggi che gli avrebbero fatto perdere dall’8 al 12 per cento (la Repubblica 7 marzo 2008: 9).

Gli equilibri tanto precari che per il momento vengono segnalati a palaz-zo madama, stanno suggerendo al cavaliere un atteggiamento morbido nei confronti degli autonomisti lombardiani (la Repubblica 23 febbraio 2008: 6).

le forze che non rientrano nelle alleanze riportano tutte risultati en-tusiasmanti, e giustificano in questo modo la scelta (altrui?) di non appa-rentarsi. sono colpiti da questa ondata di ottimismo entusiasta Giuliano Ferrara, tabacci per la rosa Bianca, storace per la destra. in avvio di campagna mostrare risultati così positivi è ovviamente importante per motivare i volontari e i militanti3.

la rosa Bianca da sola, entusiasta dei sondaggi: in un clima di entusia-smo i ‘rosisti’ sventolano l’ultimo sondaggio ipr marketing per sky secondo il quale il movimento ha un bacino potenziale del 12. «Vogliamo offrire un fiore – ha detto ieri tabacci a porta a porta – un fiore di speranza» (Corriere della Sera 7 febbraio 2008: 9).

la destra va da sola. l’atteggiamento baldanzoso origina da alcuni fatti.

secondo alcuni sondaggi, il simbolo […] sarebbe accreditato di un 6 per cen-to nelle intenzioni di vocen-to (Corriere della Sera 11 febbraio 2008: 6).

Ferrara: mi candido con la lista per la vita. e corro da solo. ci danno tra il 4 e il 6%. con voti da sinistra. il sondaggista pagnoncelli ha rilevato che una lista come la nostra avrebbe sicuro il 4 per cento, forse il 6. se Berlusconi rispondesse di sì lo sbarramento sarebbe al 2 per cento (Corriere della Sera 12 febbraio 2008: 9).

chiarita la posizione rispetto ai partiti della cosa rossa, il pd deve decidere sulla strategia di alleanze da adottare con l’italia dei Valori di di pietro, con i radicali e con i socialisti di Boselli. sia la Repubblica sia il Corriere discutono delle scelte del pd in termini di bilanci attivi o passivi fra i (presunti) voti guadagnati e i (presunti) voti persi a seguito delle

rispet-3 È questo un esempio tipico del tentativo di evocare un effetto bandwagon tra i sostenitori.

tive alleanze elettorali. e i risultati delle simulazioni di voto sono usati per ottenere vantaggi o condizioni di favore:

con i socialisti il saldo che con di pietro è attivo diventa negativo, questo è il punto (la Repubblica 12 febbraio 2008: 9).

Quell’alleanza però nasce dai sondaggi. È anche su quelli che si è basato Veltroni. di pietro porta il 3,5 per cento e fa perdere lo 0,9: bilancio in attivo, quindi. radicali e socialisti, invece, secondo le rilevazioni, tolgono. e danno poco (Corriere della Sera 17 febbraio 2008: 6).

emma Bonino chiede 5 milioni di finanziamento e sventola simulazioni che valgono 15 seggi: «non un ricatto, ma un pungolo» (Corriere della Sera 20 febbraio 2008: 12).

l’ingresso dei radicali non ha portato troppa fortuna al pd. Veltroni era convinto che emma Bonino gli facesse guadagnare un punto in percentuale in più e per questa ragione si è battuto dentro il partito […] Ora conti alla mano sembrerebbe che quell’accordo non sia stato un grande affare. peggio, secondo le simulazioni di voto segretissime che sono sui tavoli dei big del centrodestra e del centrosinistra, la situazione per il pd sembra più critica (Corriere della Sera 28 febbraio 2008: 8)

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