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Perché questo studio di caso?

Nel documento strumenti per la didattica e la ricerca (pagine 46-49)

Uno studio di caso

3.1 Perché questo studio di caso?

le circostanze che hanno portato a concepire l’idea dello studio presen-tato in questo capitolo ci sembrano tipiche dell’esercizio del mestiere del sociologo così come descritto da Becker (2007) e perciò meritevoli di una breve considerazione.

mentre era in corso la realizzazione di un programma di ricerca sulle trasformazioni attuali della comunicazione politica in italia1 – che prevede-va essenzialmente lo studio comparato della comunicazione dei politici e dei cittadini in contesti diversi (città di provincia/grande città; televisione/

comunicazione online) –, è stato aperto su Facebook un gruppo di discus-sione sul futuro della maggiore attività produttiva locale di una cittadina vicina alla città capoluogo, di cui proprio in quel periodo si stavano inter-vistando gli abitanti in merito alla loro partecipazione online e offline. in poco più di una settimana le adesioni al gruppo Facebook «salviamo il petrolchimico di porto torres» sono arrivate a quasi 2.500, toccando quindi circa il 10% degli abitanti di questa piccola città.

Questo fatto ha stimolato la discussione in tutto il gruppo di ricerca e ha portato in particolare gli autori di questo capitolo a sviluppare le seguenti riflessioni.

nella ricerca in corso a roma e a sassari si stava cercando di dare rispo-sta a molti interrogativi rispetto ai modi dell’informazione e della

parteci-* il lavoro è frutto di una riflessione comune. elisabetta cioni è autrice dei parr. 3.1, 3.2.1, 3.2.2 e 3.4.2, rodolfo Bonesu del par. 3.2.3 e stefania Vicari dei parr. 3.3.e 3.4.1.

1 si tratta del prin «contro la comunicazione politica. ripensare la partecipazione nell’età dei vecchi e nuovi media» nell’ambito del quale sono maturati i saggi presentati in questo volume (cfr. introduzione).

elisabetta cioni e alberto marinelli (a cura di) Le reti della comunicazione politica. Tra televisio-ni e social network, isBn 978-88-6453-131-1 (print) isBn 978-88-6453-133-5 (online), © 2010 Firenze university press

pazione politica online dei cittadini oggi in italia2, con un disegno di ricerca strutturato (survey telefonica ad un campione rappresentativo di cittadini e successive interviste in profondità ad alcuni soggetti del campione indivi-duati come tipici dei vari tipi di comportamento rilevati)3. in tale disegno, si era esplicitamente previsto di tener conto dell’influenza sulla parteci-pazione sia della dimensione della cultura politica, sia della dimensione legata ad altre caratteristiche dell’ambiente in cui i cittadini erano collocati (ampiezza della città, quartieri), perché la letteratura aveva da tempo sotto-lineato la rilevanza di questi aspetti.

tuttavia ci sembrava che le scelte effettuate nel disegno di ricerca in merito agli strumenti di rilevazione non avrebbero consentito di indagare in profondità i meccanismi attraverso cui queste dimensioni agiscono, ma solo di misurare eventualmente il peso della loro influenza rispetto a quel-lo di altre variabili (genere, età, istruzione, posizione nella stratificazione sociale, orientamento politico, ecc.).

le conclusioni della letteratura (Wellman, Hampton, Jankowsky, e mol-ti altri: vedi in dettaglio infra) a nostro parere suggerivano la necessità di andare oltre: vi era infatti ampia concordanza sul fatto che i meccanismi di influenza sottesi a queste dimensioni (cultura politica, caratteristiche dell’ambiente) operassero attraverso la mediazione delle reti di legami so-ciali interpersonali degli individui, in dipendenza quindi dalle caratteri-stiche morfologiche e dai funzionamenti delle reti stesse e in particolare dall’intreccio tra le reti su base territoriale e le reti non localizzate.

i risultati del programma di ricerca che stavamo realizzando ci avreb-bero consentito davvero alla fine di comprendere e spiegare in profondi-tà fenomeni che pure rientravano a pieno titolo nell’ambito problematico indagato, come quello che stava manifestandosi a porto torres? le diffi-coltà che incontravamo a rispondere in modo del tutto positivo a questa domanda rimettevano in sostanza in discussione le scelte metodologiche di tipo mixed4 che avevamo compiuto fino ad allora, in cui pure ci sembrava di aver tenuto conto in modo corretto delle risultanze attuali del dibattito sulla tradizionale e vexata questio della sociologia in merito alla necessità di un approccio empirico che coniugasse immaginazione sociologica, apertu-ra nei confronti dell’emergere dell’inatteso e rigore nell’utilizzo degli stru-menti di indagine.

2 per una descrizione approfondita si rimanda al cap. 2 di questo volume.

3 per una descrizione approfondita si rimanda al cap. 10 di questo volume.

4 in una ricerca mixed methods, «il ricercatore raccoglie e analizza in modo persuasivo e rigo-roso dati sia quantitativi che qualitativi (sulla base degli interrogativi di ricerca); mescola (o integra o lega) i due tipi di dati simultaneamente, combinandoli o collegandoli, vuoi in modo sequenziale, vuoi incorporando gli uni negli altri; dà priorità ad uno o ad entrambi i tipi di dati (in coerenza con gli obiettivi della ricerca stessa); utilizza questi procedimenti in un sin-golo studio o in diverse fasi di un programma di studio; li inquadra dal punto di vista teorico, combinandoli nello specifico disegno di ricerca dello studio» (creswell e plano clark 2010: 5).

le nostre menti erano indubbiamente sottoposte in quel momento ad una pressione molto forte, data dal fascino irresistibile che esercita, sugli studiosi di scienze sociali più sensibili alla tradizione della sociologia com-prendente, l’emergere della possibilità di accedere a un «laboratorio natu-rale», in cui analizzare i comportamenti di una collettività. riscoprivamo quanto già sapevamo da tempo, ma che fino ad allora non ci aveva par-ticolarmente colpito, e cioè che molti degli studi che erano storicamente divenuti punti di svolta nella definizione dei concetti relativi al campo di ricerca che avevamo prescelto (la partecipazione politica e i media) erano stati studi di caso, in cui la definizione di quali attori sociali includere nello studio era emersa tenendo conto del modo in cui soggettivamente questi attori definivano le loro appartenenze, proprio come sembravano stare fa-cendo gli abitanti di porto torres quando sceglievano o meno di usare il Social Network Site emergente nel momento come lo spazio privilegiato del-la discussione pubblica sul proprio futuro.

sulla base di queste argomentazioni, si è deciso di dedicare una parte delle risorse del programma di ricerca iniziale ad uno studio parallelo sul caso «porto torres», uno studio iniziato subito con entusiasmo sul campo dagli scriventi, con una scelta che si collocava quindi di fatto e quasi istinti-vamente nel solco tracciato dagli studi legati alla Grounded theory (Glaser e strauss 2009).

le pagine che seguono non sono tuttavia dedicate a dare conto dei risul-tati sostantivi del nostro studio di caso sulla partecipazione politica online dei cittadini in una società locale: in parte perché, a distanza di quasi due anni, non riteniamo ancora conclusa la ricerca, ma soprattutto perché ci sembra meglio corrispondere al taglio complessivo del volume, che ospita questo capitolo, approfondire un altro risultato del lavoro condotto finora.

in questo saggio si cercherà soprattutto di ragionare sul processo di mes-sa a fuoco degli interrogativi centrali e dei metodi per lo studio della parte-cipazione politica online, quando si sceglie come contesto di analisi empirica una piccola città, come ve ne sono tante oggi in italia e in europa (leGalès 2006), alla luce dall’impatto sulle popolazioni dei territori dei fenomeni di globalizzazione che caratterizzano le società della modernità radicale, già se-gnalati da castells (2003: 65-70). in questo paragrafo e nel successivo si cer-cherà soprattutto di dare conto della rilevanza di studi di questo genere alla luce della attuale riflessione teorica, per poi passare alla valutazione critica dei metodi per condurre l’analisi empirica delle interazioni sociali virtuali e trarre, nell’ultimo paragrafo, alcune sintetiche conclusioni.

ancora due parole introduttive sul termine «studio di caso».

come sottolinea l’autore del più completo manuale su questa strategia di ricerca (Yin 2009), erroneamente spesso questo termine tende ad evocare la scelta di un approccio scientificamente debole, che – specie quando si prende in considerazione un solo caso – rinuncia fin dall’inizio ad ambizioni espli-cative, per limitarsi ad un’analisi di tipo esplorativo. in realtà, come mette

bene in luce il volume collettaneo dedicato a «cos’è un caso» curato da ragin e Becker (1992), la definizione e l’uso dei casi sono operazioni fondamenta-li in qualsiasi indagine sociologica, che impfondamenta-licano valutazioni da parte dei ricercatori sia sulla loro natura (unità empiriche reali e circoscritte oppure costrutti teorici che si generano nel processo di ricerca), sia sul loro caratte-re di fenomeni specifici oppucaratte-re di esempi di fenomeni generali. uno studio di caso non è altro che «una ricerca empirica che indaga un fenomeno con-temporaneo nell’ambito del suo contesto di vita reale, specialmente quando i confini tra fenomeno e contesto non sono chiaramente evidenti, […] al fine di includere le condizioni contestuali – nella convinzione che queste possano rivelarsi altamente pertinenti per il fenomeno oggetto di studio» (Yin 2009:

13)5. nel condurre una ricerca empirica siffatta nulla vieta, anzi molto racco-manda, l’adozione di un approccio mixed methods. la possibilità di generaliz-zare i risultati di uno studio di caso è data essenzialmente dalla capacità di

«costruire teoria» durante il processo di ricerca, raccogliendo evidenze em-piriche di fonte molteplice, vagliandone la possibile convergenza, interro-gandosi su spiegazioni alternative, soffermandosi su ciò che non si adatta a quello che viene dato per scontato. non si tratta quindi di generalizzare in senso statistico, ma piuttosto sociologico, attraverso l’enucleazione di mecca-nismi e processi sociali potenzialmente rilevanti rispetto all’ambito tematico generale nel quale l’indagine si colloca (crossley 2010).

3.2 Società locale e partecipazione politica

Nel documento strumenti per la didattica e la ricerca (pagine 46-49)

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