pri-mo BBs pubblico e del pripri-mo mud. usenet viene lanciata nel 1979, da lì le chat, gli instant messaging (im), le mailing list. i sns, dunque, sono sviluppi recenti della storia più che trentennale di quei servizi che consentono in-terazioni tra le persone attraverso le tecnologie di rete. tuttavia, essi rap-presentano un genere relativamente nuovo di social media, che incorpora le caratteristiche dei blog, degli im, delle email, dei media-sharing sites.
il primo sns è del 1997 (sixdegrees), ma il primo ad avere successo in termini di popolarità è Friendster, che nel 2003 investe sulla sua facili-tà d’uso (boyd 2008). nello stesso anno, viene lanciato linkedin, un sito professionale, e myspace attira soprattutto le band musicali indipendenti, cancellate da Friendster perché in cerca di fan. mentre i teenagers america-ni adottano in massa myspace, Facebook comincia ad attrarre l’attenzione degli studenti di Harvard. da status symbol, nel 2005 Facebook si apre ai teenagers delle scuole superiori e, l’anno dopo, a chiunque. nel 2006, nasce anche un altro sns, twitter, in cui i followers possono mandare una sorta di sms (tweet) di massimo 140 caratteri ai loro following e ai loro contatti delle altre applicazioni convergenti. la popolarità di twitter, e del termine «mi-croblogging», porta il Time a considerarlo tra i 50 migliori siti web del 2007.
la prima definizione degli elementi comuni di questi servizi web si de-ve a due giovani studiose nordamericane, che introducono anche il termine
«Social Network Sites»4. nella definizione di boyd ed ellison (2007), i sns consentono agli utenti di costruire un profilo pubblico o semi-pubblico all’interno di un sistema chiuso, di articolare una lista di altri utenti del sistema con i quali condividere un collegamento, di consultare e ‘navigare’
la propria lista di contatti e quella creata dagli altri all’interno del siste-ma. a partire da questa definizione, è possibile individuare una serie di
4 di fronte alla più comune nomenclatura Social Networking Sites, questa generica definizione di boyd ed ellison non ha mancato di suscitare critiche, come quella di Beer (2008). come osserva boyd (2008), scegliendo di chiamarli Social Network Sites, si intendeva enfatizzare che la loro unicità consiste nel modo in cui consentono alla gente di articolare e gestire relazioni esistenti, non nel modo in cui consentono alle persone di incontrare nuove persone.
specificità socio-tecnologiche dei sns. la prima, evidenziata da numerose ricerche made in USA5, consiste nel fatto che questi strumenti vengono usa-ti per estendere in senso qualitausa-tivo e quanusa-titausa-tivo rapporusa-ti esistenusa-ti più che per creare nuovi legami con soggetti conosciuti in rete. l’uso dei sns è, quindi, friend-driven, il che relativizza le paure tipiche delle riflessioni sulle comunità virtuali negli anni ’90, legate alle conseguenze di relazioni interest-driven, tra persone like-minded, che lasciavano poco spazio al con-fronto e al cambiamento (Webster, robins 2003). inoltre, i sns sono stru-menti di comunicazione peer-centric: i teenagers americani hanno avuto un ruolo determinate nella costruzione sociale di Facebook e myspace, uti-lizzandoli per entrare in contatto con i pari in un modo semi-pubblico (e anche in italia, sono stati gli adolescenti a popolare un ambiente all’inizio sperimentato solo dai bloggers più influenti). ancora, i sns sono esempi di
‘economia di rete’, poiché un contenuto che pubblichiamo, se condiviso da un amico della nostra rete, raggiunge potenzialmente tutti i nodi della sua rete: «il valore potenziale di ciascun nodo cresce per ciascun nuovo nodo a cui si collega» (svendsen 2007: 16).
le connessioni che i sns consentono di attivare passano poi attraverso le forme tecniche specifiche delle piattaforme. ci sono profonde differenze, ad esempio, nelle funzionalità di twitter e di Facebook. il primo è asimmetrico (i followers possono essere più dei following o viceversa), mentre Facebook, più orizzontale, fornisce molteplici espedienti di comunicazione. nella pa-gina-profilo di Facebook, possiamo visualizzare le informazioni personali (e anche le foto, i gruppi, le pagine-fan a cui l’utente è iscritto), lo spazio per scrivere «a cosa stai pensando», la lista degli amici (ottenuta aggiungendo persone che conosciamo, dopo la loro conferma, che in alcuni casi sono sug-gerite dal sistema attraverso la presenza di amici comuni), il muro-bacheca (in cui si pubblicano contenuti visibili e commentabili dagli amici, a meno di impostazioni diverse in termini di privacy), le icone delle applicazioni usate tra le migliaia disponibili. sulla pagina home, che riprende i ‘vecchi’ bolletti-ni di myspace, è possibile visualizzare le notizie e le informaziobolletti-ni in tempo reale, nostre e dei nostri amici o dei gruppi e delle fan pages a cui siamo iscrit-ti. Facebook (come myspace) consente anche di inviare messaggi privati, con una inbox disponibile dopo il login, e di creare gruppi (pubblici o aperti so-lo ad alcuni iscritti) intorno ad un argomento. ad aprile 2010, Facebook ha anche attivato le ‘pagine sociali’, che chiunque può creare intorno ad una causa o un tema generale, per poi farle ‘adottare’ e gestire dalla comunità di Facebook una volta raggiunta una certa popolarità6.
5 tra le altre, l’indagine condotta nel 2008 dal pew internet & american life project su un campione di circa 2000 cittadini americani intervistati telefonicamente indica che l’89% usa i sns per stare in contatto con gli amici, il 57% per fare dei programmi con gli amici e il 49% per fare nuove amicizie (lenhart 2009a).
6 le pagine sociali aggregano tutti i post pubblici che contengono le parole-chiave intorno a cui nascono le pagine stesse. la funzionalità nasce per tenere distinte le pagine collegate
la conoscenza di queste funzionalità dei sns, soggette ad un processo di continuo ‘aggiustamento’7, ha un ruolo rilevante nell’organizzazione di un’indagine empirica sulle connessioni attualizzate.
altrettanto rilevante per la pianificazione di un disegno di ricerca sui sns è la conoscenza delle statistiche che descrivono la loro diffusione, gli usi e le percezioni degli utenti. secondo l’ultimo rapporto censis sulla co-municazione in italia8, nel 2009 Facebook è il sns più conosciuto (62% degli intervistati) e più usato (26%)9. le stime di Advertising Facebook10 confermano questo dato: gli italiani iscritti a Facebook, a maggio 2010, sono 16.388.000.
si tratta di una piattaforma che ospita una popolazione in prevalenza giova-nile (il 39% ha meno di 24 anni), ma che tende ad avere una presenza sem-pre più significativa di ultra-36enni (che dal 16% degli iscritti, nel dicembre 2008, sono passati al 29%, nel giugno 2010): come negli stati uniti, e a diffe-renza di altri sns11, su Facebook le differenze tra gli utenti in termini di età vanno progressivamente sfumando. tuttavia la prevalenza degli under 24 su Facebook (ma anche la vocazione più generalista di questo sito rispetto, ad esempio, a linkedin) pesa sul titolo di studio degli utenti, la maggior parte dei quali (45%) ha un livello di scolarità media12. inoltre poco più della metà dei Facebookers italiani sono uomini, il che mostra come questo sito sia poco connotato anche in termini di genere rispetto agli altri sns13.
progettare un’indagine sui sns in italia, dunque, significa fare i conti con uno scenario statistico che, a oggi, descrive Facebook come il sito di so-cial network più diffuso, killer application di internet per molti adulti, quella
«cyberborghesia» (Boccia artieri 2009a) che non ha particolari competenze informatiche ma accede alla rete proprio attraverso questo sito, portando sulla piattaforma specifici modi di essere e pratiche di connessione14.
esplicitamente ad una società o un marchio (la differenza tra il cioccolato e la nutella, per semplificare), ma non è ancora chiaro quale sia il numero di ‘likers’ che segnerà il passaggio di testimone nell’amministrazione della pagina sociale.
7 pensiamo ai cambiamenti che Facebook ha subito dal 2004 a oggi: l’introduzione dei News Feeds (le ‘notizie’) che aggregano nella home page tutte le azioni degli amici, le nuove applica-zioni, i continui aggiornamenti delle impostazioni di privacy. O, ancora, pensiamo a twitter, in cui il re-tweet è possibile con un click solo da novembre 2009.
8 indagine svolta mediante tecnologia panel telematico su 1.200 italiani tra i 14 e gli 80 anni.
9 myspace e twitter hanno un ruolo più marginale, utilizzati rispettivamente dal 5% e dallo 0,2% del campione censis. prima del boom di Facebook, in italia aveva riscosso un certo suc-cesso Badoo (Giglietto 2009).
10 la fonte dei dati è <http://www.facebook.com/advertising/>, ma le elaborazioni sono di co-senza, su Vincos Blog <http://www.vincos.it/osservatorio-facebook/> (06/10).
11 su myspace ben il 79% degli iscritti ha meno di 24 anni (milic, marchetto 2009).
12 su un network di professionisti come linkedin, ben il 59% degli iscritti ha un livello di scolarità alta, mentre su myspace, molto frequentato dagli under 24, il 72% degli iscritti ha un livello di scolarità bassa (ovvero al massimo la licenza media, perché frequentano ancora le superiori) (milic, marchetto 2009).
13 i maschi sono il 53% degli iscritti a Facebook, le percentuali salgono all’86% tra gli iscritti a myspace e al 68% tra gli iscritti a linkedin (milic, marchetto 2009).
14 negli stati uniti di boyd (2008), i ragazzi usano Facebook per dichiarare i propri stati d’ani-mo, modificare il profilo, lasciare commenti, mentre gli adulti tendono ad usare queste
tecno-secondo il già citato rapporto censis (2009) e i dati dell’istituto swg (milic, marchetto 2009)15, anche in italia, come negli stati uniti, il principa-le motivo di iscrizione a Facebook è stare in contatto con amici e conoscenti o ritrovare vecchi amici, più che stringere nuove amicizie. il censis forni-sce anche una fotografia delle attività preferite dagli italiani su Facebook (guardare cosa c’è nelle bacheche degli amici, inviare messaggi personali, inserire commenti nelle bacheche degli amici, chattare con chi è in linea) e attesta al 55% la percentuale degli iscritti ad almeno un gruppo. l’swg, invece, descrive nel dettaglio l’ecosistema mediale dei social networkers, po-polato dai siti di news online, anche internazionali, in cui i grandi assenti sono i quotidiani cartacei e la tv.
inoltre il lavoro dell’swg si rivela particolarmente interessante perché propone un primo tentativo di tipizzazione degli utenti di Facebook & co.:
i net-politicizzati (22% dei social networkers), i cercatori di amici (19%) e i lavoratori digitali (14%). i net-politicizzati, in particolare, risultano con-centrati nel centro-sud italia, sono soprattutto lavoratori nel settore pubbli-co, amano la letteratura e i libri, leggono blog, quotidiani nazionali, siti di news nazionali e locali e, rispetto alla media dei social networkers, si caratte-rizzano per l’uso della chat di Facebook. l’uso politico dei sns da parte dei cittadini italiani sembra dunque aprire scenari che negli stati uniti hanno già raggiunto una certa maturità: secondo le indagini del pew internet &
american life project, nel 2008, con le primarie e le presidenziali usa, il 52% degli utenti dei sns (e il 14% della popolazione adulta) ha fatto un uso politico16 di questi siti e il sns più usato per organizzare un evento o una causa è stato, ancora una volta, Facebook (mentre twitter ha avuto un ruo-lo residuale, usato soruo-lo dall’11% degli utenti di internet).
2.3 Le esperienze di ricerca sociale sui SNS: direttrici d’indagine