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ANTICA RETORICA FORENSE

2.5 Il sistema retorico ermagoreo

Volendo indagare il fenomeno retorico, con particolare attenzione per ciò che concerne il profilo giuridico e la dottrina degli status, è preferibile passare attraverso il sistema retorico ideato intorno al II secolo a.C. da Ermagora di Temno, che più tardi avrebbe preparato il terreno alla Rhetorica ad Herennium e al de inventione di ciceroniana memoria316. Rifiutata la tripartizione aristotelica dei generi, Ermagora vanta la paternità della bipartizione del «campo di competenza della retorica»317 tra θέσις e ὑπόθεσις; la prima, tradotta in latino come genus infinitum o communis quaestio, fa perno su argomenti di respiro universale e categorie di individui; la seconda afferente a controversie su fattispecie particolari (genus definitum o quaestio finita) ha un oggetto delimitato spazialmente e temporalmente318. La quaestio quale «specificità del discorso»319 assume, dunque, questa duplice sfaccettatura e si specializza come

314 Cfr. F. RIGOTTI, La verità retorica: etica, conoscenza e persuasione, Milano,

1995, 125

315 Così H. LAUSBERG, Elementi, cit., 21.

316 Cfr. F. PROCCHI, ibid. V. anche B. M. GARAVELLI, Manuale, cit., 35. 317 Così B. M. GARAVELLI, Manuale, cit., 30.

318 Cfr. B. M. GARAVELLI, Manuale, cit., 31 ss. v. anche M. L. RICCIO

COLETTI, La retorica , cit., 126 ss. v. anche L. CALBOLI MONTEFUSCO, La

dottrina degli “status” nella retorica greca e romana, Hildesheim-Zürich-New

York, 1986, 34 ss, la quale si sofferma su questa classificazione nell’ambito di applicazione degli status. Il πολιτικόν ζήτημα, la questione avente ad oggetto problemi giuridici ed etici, si riparte in ζητήματα ἀόριστα (le questiones infinitae/ θέσεις) e ζητήματα ὡρισμένα (quaestiones finitae/ ὑποθέσεις). E’ da quest’ultimo gruppo che si distinguono il genere razionale e quello legale, ognuno con le proprie partizioni interne.

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ipotesi nella causa320; così il sistema ermagoreo si concilia, non superandolo ma convivendoci, con quello aristotelico e la sua tripartizione di generi321. L’ulteriore apporto significativo allo sviluppo della retorica antica ricondotto a Ermagora, che sistematizza un contenuto già esistente322, è incentrato sulla nozione di στάσεις, indubbiamente «l’aspetto più complesso delle regole relative all’inventio»323

. L’oggetto e il tipo di discorso sono per il Temnita i cardini di riferimento per l’articolazione della dottrina degli status causae324; secondo il primo parametro è possibile parlare di γένος λογικόν o genus rationale e di γένος νομικόν o genus legale 325

.

2.5.1. Γένος λογικόν e γένος νομικόν

Quint. Inst. orat. 3.5.4 – Illud iam omnes fatentur, esse quaestiones aut in scripto aut in non scripto. In scripto sunt de iure, in non scripto de re: illud rationale, hoc legale genus Hermagoras atque eum secuti vocant, id est νομικόν et λογικόν.

È possibile, dunque, attestare l’esistenza di un’articolazione duplice degli status delle quaestiones: quella legale e quella razionale. Dal generale (genus statum) si diramano, dunque, le partizioni specificative genus rationale e genus legale326. Se l’oggetto delle questioni è costituito dalla legge e dal diritto (ciò che è scritto) si

320 Cfr. R. BARTHES, ibid. 321

Cfr. B. M. GARAVELLI, ibid. v. anche R. BARTHES, ibid.

322 Cfr. L. CALBOLI MONTEFUSCO, La dottrina, cit., 1. V. contra B. M.

GARAVELLI, ibid.

323 Cfr. L. CALBOLI MONTEFUSCO, ibid. 324

Cfr. M. ZANATTA, Lo scontro dibattimentale tra le parti nella retorica

giudiziaria di Ermagora in Rivista italiana di Filosofia del Linguaggio, 2012, 148

ss.

325

Cfr. B. M. GARAVELLI, ibid.

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intende lo status delle questioni come legale; differentemente se ad oggetto si ha un fatto (ciò che non è scritto) si ricade nell’area del razionale327.

La classificazione ermagorea permette di individuare una «minuziosa ed articolatissima mappa concettuale del genus rationale»328, all’interno della quale è possibile distinguere i tipi (rectius status) :

1) Congetturale (στοχασμός- coniectura): l’autore del fatto; 2) Definitivo (ὂρος- definitio): la definizione della fattispecie; 3) Qualitativo (ποιότης- qualitas): lo stato intenzionale;

4) Traslativo (μετάληψις- translatio): la competenza del giudice329.

Nella constitutio coniecturalis l’attenzione si focalizza sul fatto oggetto della controversia e la quaestio correlata verte preliminarmente, a logica, sull’an sit 330

. Superato in positivo tale primo step si converrà sul compimento del fatto (constitutio definitiva), soffermandosi sulla definizione dello stesso, nel tentativo di rispondere alla domanda quid sit331. Con il greco ποιότης (qualitas)332

vuolsi intendere, invece, «quella costituzione nella quale ‘si conviene su cosa è stato compiuto ed è evidente con che nome è opportuno chiamare quel fatto’»333 e corrispondentemente la quaestio avrà come nucleo centrale il quale sit, i.e. la qualificazione, alternativamente, ora del fatto ora

327 Cfr. M. ZANATTA, ibid., ove si accenna al rilievo di Agostino per cui nella

dizione di Ermagora le quaestiones di questo secondo genere sarebbero dette

logicae, derivandone la radice dal greco λόγος non nell’accezione di verbum ma di ratio; per queste motivazioni si parlerà di questiones rationales invece che di quaestiones verbales.

328 Così M. ZANATTA, ibid.

329 Cfr. B. M. GARAVELLI, ibid. Per uno schema più puntuale v. anche F.

CANCELLI, La retorica , cit., 95. V. anche M .L. RICCIO COLETTI, La retorica, cit., 14 ss.

330 Cfr. M. ZANATTA, ibid.

331 Cfr. M. ZANATTA, ibid. V. anche B. M. GARAVELLI, ibid. 332

Per un’analisi maggiormente dettagliata della qualitas § 2.9.9.3.a.4

333

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del soggetto334. In ultimo nella translatio sono compendiate le eccezioni di legittimità («chi doveva agire, o con chi, o in che modo, presso chi, o con quale diritto, o in quale tempo»335 sollevate dalla difesa e respinte dell’accusa) ed oggetto della relativa quaestio è tale costituzione stessa336.

Nel genus legale come tipi si hanno :

1) La lettera e lo spirito della legge, potenzialmente contrastanti (ῥητὸν καὶ διάνοια ἢ ὑπεξαίρεσις – discrepantia scripti et voluntatis);

2) Le leggi contrarie e contraddittorie tra loro (ἀντινομία – leges contrariae);

3) L’ambiguità (ἀμφιβολία- ambiguum): possibilità di plurime interpretazioni;

4) Il sillogismo (συλλογισμός- ratiocinatio o collectio): «quando si vogliono inferire, da leggi esistenti, norme per casi non esplicitamente previsti»337.

2.5.2 Dalla credibilità dell’oratore : i genera causarum

Di paternità ermagorea sono i genera causarum, seppur residuino dubbi in ordine al loro numero338. L’elevato grado di attendibilità nel

334 Cfr. M. ZANATTA,ibid., il quale, opportunamente, riprendendo l’impostazione

quintilianea, sottolinea il rilievo per cui questa constitutio si identifichi «per

accidentia, id est κατά συμβεβηχός» e prosegue dicendo: «se si considera che

Teodoro indicava la prima species di quaestiones, quella cioè che Ermagora denominava στοχασμός, come ‘περί οὐσίας, vale a dire ‘sulla sostanza’, sul presupposto che ‘né può sembrare che sia stato compiuto ciò che non abbia avuto una sostanza, né che sarà ciò che non avrà sostanza’, ben ci si avvede che non soltanto l’impianto classificatorio usato dal Temnita è aristotelico ma che la stessa determinazione degli stati di causa o constitutiones impiega la distinzione aristotelica tra sostanza e accidenti».

335

Così M. ZANATTA, ibid.

336 Cfr. M. ZANATTA, ibid.

337 Cfr. B. M. GARAVELLI, ibid. v. anche F. CANCELLI, ibid. v. anche M. L.

RICCIO COLETTI, ibid.

338

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ritenere tale dottrina di Ermagora si può trarre dalla constatazione che nelle opere ciceroniane successive al de inventione, di stampo certamente ermagoreo, non viene data alcuna menzione di tale dottrina, in perfetta corrispondenza al mutamento di posizione dell’Arpinate339

. Lausberg, nei suoi studi sulla retorica, si sofferma con elevato tasso di dettaglio (rispetto all’opera complessiva) sull’aspetto della «credibilità del punto di vista della parte rappresentata dall’oratore»340

da valutare rispetto all’opinio del giudice e da graduare proprio in rapporto a quest’ultima341

. Presupposte due diverse fasi della credibilità in considerazione del momento del discorso in valutazione (prima del discorso – grado medio, uno più forte e più gradi deboli- e al termine del discorso – credibilità finale a sostegno delle ragioni di parte-) è interessante soffermarsi sui diversi generi342. Ci si attesta su uno stadio di media credibilità qualora un aspetto della questione (da intendere in senso a-tecnico) che è nella questione vera e propria (in senso tecnico) venga, apolide, a farsi spazio nell’opinione del giudice, poiché né provato né confutato, destinando le parti grossomodo allo stesso piano di credibilità (genus dubium, ἀμφίδοξον σχῆμα)343. Si rientra nell’ἒνδοξον σχῆμα o genus honestum (alto grado di credibilità) quando ab ovo si registri concordanza del discorso di parte con l’opinione dell’arbiter344. Il compito dell’oratore si fa più complesso

qualora le opinioni da sostenere si incastrino meno agevolmente nella δόξα (opinione del giudice). In quest’ultima ipotesi è possibile ulteriormente distinguere più σχήματα:

339 Cfr. L.CALBOLI MONTEFUSCO, Exordium, cit., 10 ss. v. anche L.

CALBOLI MONTEFUSCO, La dottrina, cit., 204 ss, la quale, a ragione, dà menzione del cambiamento di rotta di un Cicerone «orientato alla fusione di retorica e filosofia», che difficilmente avrebbe potuto accettare l’antifilosofica dottrina ermagorea.

340

Così H. LAUSBERG, Elementi, cit., 27.

341 Cfr. H. LAUSBERG, Elementi, cit., 28ss. 342 Cfr. H. LAUSBERG, ibid.

343

Cfr. H. LAUSBERG, ibid.

344

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1) si parla di παράδοξον σχῆμα quando non si registra coincidenza tra l’opinione di parte e quella del giudice poiché si viene in contrasto con il «senso di verità del giudice»345 (genus admirabile) oppure l’eticità (genus turpe)346

;

2) al genus humile (ἂδοξον σχῆμα) appartengono le opinioni di cui non si evidenzia rilevanza a livello sociale347;

3) l’espressione δυσπαρακολούθητον σχῆμα (genus obscurum), infine, stigmatizza le opinioni di parte potenzialmente credibili se dimostrate con «argomentazioni particolari e scientifiche che superano le capacità intellettuali del giudice»348.

In apertura si è fatto cenno all’incertezza in ordine al numero di genera; in effetti, l’ultimo genus di cui si è riferito traspare da un ampliamento successivo ad Ermagora349.